- 6 Luglio 2009
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FIRENZE - «Non so quando, ma questa nazionale diventerà molto bella». Con tre attaccanti puri, un centrocampo di qualità e una difesa che, sugli esterni, sappia leggere meglio le varie fasi della partita. Cesare Prandelli si gode il primo successo da c.t., aspetta l'abbraccio di Firenze martedì con le Far Oer, vuol sfruttare l'onda di emotività positiva figlia di una vittoria piccola piccola, ma allo stesso tempo molto grande. Ora che l'incantesimo è rotto, è il momento di insistere. «Possiamo dare di più. E se lo dico è perché ci credo».
Gli azzurri hanno evitato la trappola estone e scacciato i fantasmi. Il primo pensiero, dopo la vittoria di Tallinn, più sofferta che bella, è stato semplice: «Potremo lavorare tre giorni con serenità». Per migliorare l'intensità e perfezionare schemi e movimenti. Niente sorprese, però. Prandelli, l'Italia ce l'ha già in testa: «Voglio arrivare a giocare con tre attaccanti puri. Gli esterni, in questo momento, sono quelli che sono».
corrieredellasera.it
Gli azzurri hanno evitato la trappola estone e scacciato i fantasmi. Il primo pensiero, dopo la vittoria di Tallinn, più sofferta che bella, è stato semplice: «Potremo lavorare tre giorni con serenità». Per migliorare l'intensità e perfezionare schemi e movimenti. Niente sorprese, però. Prandelli, l'Italia ce l'ha già in testa: «Voglio arrivare a giocare con tre attaccanti puri. Gli esterni, in questo momento, sono quelli che sono».
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