Lacrime e striscioni ai funerali del 15enne gay suicida a Roma

tommy12

Utente Guru
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21 Novembre 2010
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Roma - Si chiamava Andrea, un nome che ora anche la Corte di Cassazione ha ufficializzato come neutro, ovvero sia maschile che femminile. E Andrea, studente romano di 15 anni era proprio così: infischiandosene delle regole e delle catalogazioni ad ogni costo, vestiva in modo colorato ed eccentrico, come una popstar, portava lo smalto alle unghie, i capelli lunghi. Questa sua personalità fuori dagli schemi aveva però attirato l'attenzione di tanti 'bulli' che lo deridevano, prendendolo continuamente in giro e additandolo come gay, anche sui social network. Come se essere gay poi, fosse motivo di vergogna, e non semplicemente un diverso modo di essere.
Andrea però, fragile e sensibile nonostante le apparenze, non ha retto al dolore di quegli insulti, quello scherno, e martedì sera, rientrato a casa, si è chiuso nella sua stanza e si è impiccato.
Oggi una piccola bara marrone è sfilataoggi si sono svolti infatti nella basilica di San Lorenzo fuori Le Mura i funerali di Andrea. In chiesa i parenti, amici e compagni e suoi coetanei sono arrivati per portare l'ultimo saluto al ragazzo scomparso. Uno degli striscioni appeso alla cancellata di ingresso della basilica, quello in inglese, è firmato da alcuni amici del 15enne.
"Lo hanno crocefisso come Gesù: ora voglio giustizia" ha dichiaratoì la madre alla fine del funerale. "Ora la mia forza sono gli amici veri, quelli che lo hanno diffamato li voglio fuori", ha detto la donna con la voce rotta dall'emozione. Ma al momento non risultano ancora iscritti nel registro degli indagati per il suicidio di questo 15enne morto perchè colpevole, unicamente, di essere voluto essere sè stesso.

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