Salve , oggi non avendo nulla da fare ho cercato qualcosina per aiutare coloro che sono nel nostro forum e tra pochi giorni dovranno affrontare gli esami di maturità :-D
Aggiornerò questo Topic ogni anno cosi sarà utile anche negli anni futuri
Bene,Ripercorriamo titoli e autori dei testi assegnati dal 2000 ad oggi: 2000: “La formazione dell’architetto” dal De Architectura di Vitruvio [206 parole]; 2002: “Non c’è amicizia senza lealtà” dal De amicitia di Cicerone, [189 parole]; 2003: “Multa sunt quae esse concedimus, qualia sint ignoramus”, dalle Naturales quaestiones di Seneca [184 parole]; 2005: “Caso e necessità”, dagli Annales di Tacito [146 parole]; 2007: “Io ho quel che ho donato” dal De beneficiis di Seneca [185 parole]; 2009: “Clemenza e severità” dal De officiis di Cicerone [183 parole]. Dunque Cicerone, Seneca, Tacito, autori ben noti agli studenti, con la sola presenza a sorpresa (e anche discutibile) di Vitruvio.
I temi sono prevalentemente di carattere filosofico, anche nel caso del passo di Tacito che pure è tratto da un’opera storiografica o di quello dalle Naturales quaestiones di Seneca, un’opera di storia naturale. Di carattere politico è il testo di Cicerone del 2009. La lunghezza del brano (dato di per sé non molto rilevante ai fini della soluzione della prova: lo sanno bene, per provata esperienza, gli studenti) si orienta intorno alle 180 parole, per lo più corrispondenti uno o due paragrafi dell’opera.
Dunque ci possiamo aspettare (Vitruvio permettendo...) un testo in prosa (mai è stato assegnato un testo poetico), di argomento filosofico o politico, di uno dei grandi autori collocabili tra I a.C e II d.C. Un suggerimento preliminare che se ne può ricavare è quello di curare lo studio della storia letteraria anche in funzione della traduzione: conoscere l’autore, le sue opere, il suo pensiero, il contesto storico a cui appartiene e i generi letterari praticati fornirà al traduttore informazioni preziose per orientarsi nella comprensione del passo.
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Bene,Ripercorriamo titoli e autori dei testi assegnati dal 2000 ad oggi: 2000: “La formazione dell’architetto” dal De Architectura di Vitruvio [206 parole]; 2002: “Non c’è amicizia senza lealtà” dal De amicitia di Cicerone, [189 parole]; 2003: “Multa sunt quae esse concedimus, qualia sint ignoramus”, dalle Naturales quaestiones di Seneca [184 parole]; 2005: “Caso e necessità”, dagli Annales di Tacito [146 parole]; 2007: “Io ho quel che ho donato” dal De beneficiis di Seneca [185 parole]; 2009: “Clemenza e severità” dal De officiis di Cicerone [183 parole]. Dunque Cicerone, Seneca, Tacito, autori ben noti agli studenti, con la sola presenza a sorpresa (e anche discutibile) di Vitruvio.
I temi sono prevalentemente di carattere filosofico, anche nel caso del passo di Tacito che pure è tratto da un’opera storiografica o di quello dalle Naturales quaestiones di Seneca, un’opera di storia naturale. Di carattere politico è il testo di Cicerone del 2009. La lunghezza del brano (dato di per sé non molto rilevante ai fini della soluzione della prova: lo sanno bene, per provata esperienza, gli studenti) si orienta intorno alle 180 parole, per lo più corrispondenti uno o due paragrafi dell’opera.
Dunque ci possiamo aspettare (Vitruvio permettendo...) un testo in prosa (mai è stato assegnato un testo poetico), di argomento filosofico o politico, di uno dei grandi autori collocabili tra I a.C e II d.C. Un suggerimento preliminare che se ne può ricavare è quello di curare lo studio della storia letteraria anche in funzione della traduzione: conoscere l’autore, le sue opere, il suo pensiero, il contesto storico a cui appartiene e i generi letterari praticati fornirà al traduttore informazioni preziose per orientarsi nella comprensione del passo.
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