Le vespe reagiscono all’insetticida Assalito e ucciso un cinquantenne

Blue.

Utente Mitico
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11 Luglio 2008
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CASTELLAVAZZO (Belluno) — Viene assalito da uno sciame di vespe nel bagno di casa e muore davanti alla moglie e ai figli. É accaduto in provincia di Belluno martedì sera, nella frazione di Codissago, in comune di Castellavazzo. Gianni Zoldan, 53 anni, è stato vittima di una sventurata casualità. Il referto della guardia medica parla di un probabile shock anafilattico a causa delle ripetute punture e di un conseguente infarto. La causa del decesso è diventata pubblica soltanto ieri, giorno dei funerali. L'uomo, era il figlio dell'ex sindaco nonché diacono della forania di Longarone, Rino Zoldan. Mancavano pochi minuti alle 22 di martedì sera quando una telefonata è arrivata nei locali del Suem 118 di Pieve di Cadore. «Presto, fate presto. C'è un'emergenza in via Papa Giovanni XXIII a Codissago. Un uomo è stato punto dalle vespe. Moltissime vespe». Partono una squadra dei vigili del fuoco, la guardia medica e gli infermieri. Sul posto ci sono famigliari e amici dell'uomo. Lui, steso per terra, ha il volto sconvolto, sulle braccia si contano decine di punture di vespe. Qualcuna di loro si aggira ancora per le stanze della casa. Altre, quelle assassine, sono stramazzanti a terra. Dopo aver punto, le vespe muoiono. Piccoli insetti kamikaze. Il medico del Suem non può che accertarne il decesso. Gianni Zoldan è morto per «un probabile shock anafilattico» a cui è seguito, quasi sicuramente, un infarto.

Anche la moglie Marilena è stata punta, molto meno del marito. Lei si è salvata. Martedì sera l'uomo aveva deciso di porre fine a quel fastidioso nido di vespe che si era formato all'interno del cassonetto della finestra del bagno, a ridosso delle tapparelle. Munito e armato di insetticida ha cominciato l'operazione. Le vespe, sentendosi in pericolo, si sono organizzate in un batter d'occhio e si sono schierate pronte per l'assalto all'uomo. Tante e tutte insieme sono volate contro Zoldan. Arrabbiate. La fuga di Zoldan non è stata repentina e gli insetti non gli hanno lasciato scampo. La moglie è subito corsa verso il marito, cercando di soccorrerlo, ma senza riuscirvi. Le punture, soprattutto sulle braccia, ma alcune perfino in testa, sono state letali. I figli di 10 e 14 anni hanno assistito increduli e impotenti alla morte del padre. Sconvolti, ieri pomeriggio, lo hanno accompagnato al cimitero, dandogli l'ultimo addio e ricoprendo di terra la sua bara, bagnata dalle loro stesse lacrime. A salutare per l'ultima volta Gianni Zoldan c'era tutto il paese. Difficile fare la conta, ma delle 650 persone che abitano a Codissago, la gran parte era in chiesa. La cerimonia è stata molto composta e partecipata. Un silenzio disarmante che ha fatto vivere tutto il dolore che provano la famiglia e gli amici per una morte improvvisa, casuale e assurda. Il padre dell'uomo, Rino Zoldan, alla fine della celebrazione ha rivolto ai presenti un sentito e commosso ringraziamento per la vicinanza dimostrata.

Gianni Zoldan era molto conosciuto in paese. Lavorava per una ditta di rifiniture per cucine ed era un cattolico convinto. Si stava occupando del gruppo giovani della frazione e stava anche collaborando, da alpino, con il suo gruppo Ana, per la sagra paesana che si terrà a fine mese. Gianni era sposato da parecchi anni con Marilena, avevano adottato due fratelli indiani: una ragazza di 14 anni e un bambino di 10. Il fratello di Gianni è consigliere di maggioranza a Castellavazzo. Franco Roccon, sindaco di Castellavazzo, descrive Gianni Zoldan come «un buon padre di famiglia, dai valori forti e radicati. Una persona molto dedita al lavoro sia a livello personale che quello dedicato alla comunità di cui faceva parte. Era un cattolico convinto e seguiva il gruppo giovani di Codissago e il gruppo di animazione per la sagra del paese». Roccon racconta che «questa è la seconda grossa tragedia in pochi mesi che si abbatte sulla frazione di Codissago. Ad aprile, infatti, è mancato in condizioni tragiche anche il piccolo Victor Piat». Il bambino di 5 anni era annegato in una piscina al Cavallino, forse per una congestione. Quello che rimane ora a Castellavazzo «è lo sconforto di una tragedia assurda, inaspettata e incomprensibile».

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La vittima Gianni Zoldan​


Corriere.it
 
Oddio... Non credevo che le vespe potevano ribelarsi in questa maniera...