Roma - A due giorni dall'approdo in aula al Senato, la riforma elettorale non fa passi avanti. Nessun accordo ancora tra Pd e Pdl e, secondo quanto si apprende, le distanze restano tutte. A complicare ulteriormente le trattative ci sono da una parte il caos in cui si trova il Pdl, con difficolta' di raccordo tra chi segue la riforma in Parlamento e il partito; e dall'altra parte, il Pd che questa settimana e' alle prese con la battaglia dei ballottaggi delle primarie. Carlo Vizzini, presidente della prima commissione del Senato, ha deciso di sconvocare la seduta di questa sera: "Speriamo nei colloqui tra i partiti e i gruppi parlamentari, tenendo presente i tempi che abbiamo a disposizione". Il problema e', prosegue, "che purtroppo ormai i partiti sono diventati troppi, piu' di quelli ufficiali...". E' d'accordo il leghista Roberto Calderoli, per il quale ormai "i partiti sono troppi, ormai; troppi virgulti da troppe gemmazioni...". Ma Calderoli studia ancora nuove limature alla sua proposta dei premi progressivi: "Siamo in sala parto" dice anche se ammette tutte le difficolta': "Purtroppo e' un parto podalico... E plurigemellare". Detto questo, "e' l'ultima proposta e poi chiudo la 'cler' (la saracinesca, ndr)".
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