Un’iniziativa che oramai è diventata una tradizione: la celebrazione dei campioni NBA con una statua nella loro arena. Ultimo arrivato Kareem Abdul-Jabar, che sarà consacrato allo Staple Center dai Lakers. Ci sono però altre star che meriterebbero questo riconoscimento, per quello che hanno rappresentato per questo sport.
Facciamo una lista, tenendo conto che si tratta di una categoria a discrezione di tifosi e in continua evoluzione:
Charles Barkley: Hall of Fame dal 2006, 13 volte All Star e MVP del 1993. Non ha mai vinto un anello, ma per molti (tra cui quelli della generazione dei nati ai fine 70 e inizio 80) è stata una vera e propria icona, in campo e fuori. Il problema è: dove va messa la statua? A Phoenix, dove ha fatto vedere cose incredibili; a Philadelphia, dove ha fatto la sua miglior stagione (stando alle statistiche); o a Houston dove ha concluso la carriera?
Clyde Drexler: oscurato dallo strapotere di Michael Jordan, ha fatto parte del Dream Team del 92 e ha vinto l’anello con Houston nel 1995. Il 10 volte All Star meriterebbe la sua statua al Rose Garden di Portland, dove ha trascorso 12 anni di carriera NBA.
Patrick Ewing: anche lui non ha anelli da poter mostrare, ma, oltre ai numerosi riconoscimenti personali, ha rappresentato New York per 15 anni. Un vero e proprio idolo sotto i tabelloni.
David Robinson: “l’ammiraglio”; per molti basta questo soprannome e si pensa subito al numero 50 degli Spurs. 2 anelli NBA e 14 anni in maglia San Antonio per lui. 10 volte All Star, oltre che innumerevoli riconoscimenti personali.
Isiah Thomas: era proprio lui a guidare i “Bad Boys” di Detroit. Quelli dei 2 titoli NBA consecutivi del 1989 e del 1990. Quelli col primo Dennis Rodman per intenderci. MVP delle finali del 1990, per 3/4 anni era praticamente il play della NBA. Un carattere difficile, ma una vera e propria divinità a Detroit.
Certo si potrebbe andare avanti, ma penso che già a questo punto ai veri appassionati di NBA di quegli anni potrebbero essere venuti gli occhi lucidi.
Facciamo una lista, tenendo conto che si tratta di una categoria a discrezione di tifosi e in continua evoluzione:
Charles Barkley: Hall of Fame dal 2006, 13 volte All Star e MVP del 1993. Non ha mai vinto un anello, ma per molti (tra cui quelli della generazione dei nati ai fine 70 e inizio 80) è stata una vera e propria icona, in campo e fuori. Il problema è: dove va messa la statua? A Phoenix, dove ha fatto vedere cose incredibili; a Philadelphia, dove ha fatto la sua miglior stagione (stando alle statistiche); o a Houston dove ha concluso la carriera?
Clyde Drexler: oscurato dallo strapotere di Michael Jordan, ha fatto parte del Dream Team del 92 e ha vinto l’anello con Houston nel 1995. Il 10 volte All Star meriterebbe la sua statua al Rose Garden di Portland, dove ha trascorso 12 anni di carriera NBA.
Patrick Ewing: anche lui non ha anelli da poter mostrare, ma, oltre ai numerosi riconoscimenti personali, ha rappresentato New York per 15 anni. Un vero e proprio idolo sotto i tabelloni.
David Robinson: “l’ammiraglio”; per molti basta questo soprannome e si pensa subito al numero 50 degli Spurs. 2 anelli NBA e 14 anni in maglia San Antonio per lui. 10 volte All Star, oltre che innumerevoli riconoscimenti personali.
Isiah Thomas: era proprio lui a guidare i “Bad Boys” di Detroit. Quelli dei 2 titoli NBA consecutivi del 1989 e del 1990. Quelli col primo Dennis Rodman per intenderci. MVP delle finali del 1990, per 3/4 anni era praticamente il play della NBA. Un carattere difficile, ma una vera e propria divinità a Detroit.
Certo si potrebbe andare avanti, ma penso che già a questo punto ai veri appassionati di NBA di quegli anni potrebbero essere venuti gli occhi lucidi.
Fonte:nbaitalianews.it