Lele Mora patteggia 4 anni e 3 mesi per la bancarotta: "Ma sta molto male"

LoLLoPoWa

Utente Esperto
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5 Agosto 2010
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La Procura: no ai domiciliari,
i conti ancora non tornano.
La difesa: è dimagrito di 30 kg
MILANO
Lele Mora risolve uno dei suoi guai giudiziari, la bancarotta per il crac della Lm Management, con un patteggiamento e spera che il giudice, nei prossimi giorni, gli conceda gli arresti domiciliari. In ogni caso, anche se dovesse uscire dal carcere, dove si trova ormai da quasi cinque mesi, l'entità della pena che gli è stata applicata, 4 anni e 3 mesi, lo costringerà molto probabilmente a rientrarci per alcuni mesi, prima di ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali, dove scontare il resto della condanna.

I difensori dell'impresario dei vip, gli avvocati Luca Giuliante e Nicola Avanzi, avevano provato infatti nelle scorse settimane a chiedere un patteggiamento più "basso", intorno ai 3 anni e mezzo, ma la Procura non ha dato l'ok, perché Mora non ha messo a disposizione nemmeno un euro di risarcimento. Il talent scout, d'altro canto, ha sempre detto di aver sperperato tutti i soldi che, secondo l'accusa, avrebbe sottratto alle casse della sua agenzia, all'epoca fucina di vip, la Lm Management, fallita nel giugno 2010, con un buco da 18 milioni di euro. Stando alle indagini dei pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, Mora avrebbe svuotato la società per un totale di quasi 8,5 milioni di euro. Una gran parte del denaro, secondo l'accusa, sarebbe stata trasferita all'estero per costituire una sorta di 'tesorettò personale, mai rintracciato, malgrado le rogatorie avviate in Svizzera. Un occultamento di soldi che, a detta degli inquirenti, giustifica ancora le esigenze cautelari nei suoi confronti.

I pm, infatti, hanno dato parere contrario alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla difesa e su cui il gup Elisabetta Meyer deciderà nei prossimi giorni. «Lele sta molto male, è dimagrito più di 30 kg», hanno spiegato ai cronisti i legali, mentre il talent scout, in carcere ad Opera (Milano) dal 20 giugno scorso, non si è presentato in Tribunale, dove il giudice gli ha applicato anche la misura dell'interdizione dalla gestione di impresa per 10 anni. Tra le ragioni indicate nell'istanza della difesa, c'è proprio l'incompatibilità di Mora - già ricoverato in ospedale per una ventina di giorni dopo un collasso, a settembre - col regime carcerario. Per i pm questo è un aspetto che, se vorrà, potrà valutare il gup, disponendo una perizia medica. La difesa farà sicuramente ricorso in Cassazione sul patteggiamento, allungando così i tempi, prima che la pena diventi definitiva. Tra eventuali domiciliari e carcere, Mora deve scontare ancora 7 mesi circa, per scendere sotto i 3 anni di pena residua che consentono l'affidamento ai servizi sociali. Intanto per lui, imputato anche nel caso Ruby con Emilio Fede e Nicole Minetti (il processo comincerà il 21 novembre), resta aperta un'altra inchiesta per bancarotta per il crac della Diana Immobiliare (società della figlia, anche lei indagata) e per il suo fallimento personale come imprenditore. Anche le indagini a carico di Fede, che per l'accusa avrebbe trattenuto parte di un prestito da 2,85 milioni di euro di Silvio Berlusconi a Mora, proseguono.