- 31 Agosto 2010
- 5.148
- 0
- Miglior risposta
- 0
PREMESSA: Posto qui, questo pezzo d' anima. E' lunga e forse alcuni di voi nemmeno sapranno leggerla, perché la sua profondità è talmente immensa, che comprenderla fino in fondo non è cosa comune. Comunque sia, buona lettura.
Sono qui per un sogno: il sogno di poter tornare a sognare.
Mi basta guardarti per essere certo che nessuno potrà mai seppellire i miei sogni.
Siamo tutti soli, siamo tutti diversi ma, guardandoti negli occhi, non sento più quella solitudine perchè l'amore mi fa sentire parte di te, parte delle tue speranze, delle tue paure, dei tuoi ideali.
L'amore è una patria comune.
Ho cercato questo amore facendo un viaggio dentro me stesso e mi sono reso conto che l'amore non sono io e non sei te, l’amore è un noi.
Siamo noi ad evocarlo, come una divinità addormentata dentro al nostro cuore.
E ci sono migliaia e migliaia di amori addormentati, pronti a risvegliarsi.
E poi ci sono io e ci sei tu e c'è l'amore.
E ci sono amori Presentabili ed amori Impresentabili.
Sai, quando andiamo in giro per le strade, scegliamo quasi sempre di indossare la nostra personalità più presentabile, quella da passeggio o da vestito da sera.
Quella personalità che ha maggiori possibilità di sopravvivere, forse perchè è la nostra coscienza più mediocre, quella che dice sempre "Sì" o "Ni", quella che abbassa gli occhi di fronte alle ingiustizie, alla corruzione, alla miseria e al dolore, ai diversi, ai deboli "perchè non ti conviene, perchè ti metti nei guai, perchè la vita va così, perchè sta zitto e fregatene, in fondo non sono affari tuoi."
Ma vivere così, poi, alla fine ti soffoca, è una seta gelida, un'anima morta.
Il mondo è pieno di questi sudari che camminano, di questi amori senza un nome.
Io, invece, voglio cercare il caldo all'inferno, perchè voglio partire alla tua ricerca, alla ricerca del tuo amore: quell'amore rinchiuso al buio, in una gabbia così inaccessibile che nessuno lo possa sentire, quell'amore che ti rende fragie ed allo stesso tempo la più forte di tutte, "..".
E non mi vergogno di risultare insolente, un vagabondo, un sognatore, un ribelle, un rompiballe, quello che se non riesce a farsi amare, si fa odiare, quello che finirà male probabilmente, ma che non si stancherà di essere l'ultimo della classe, il guastafeste, capace di vincere e perdere tutto in una notte e che nessuno potrà mai capire perchè, alla fine, neanche io riesco a capirmi fino in fondo e non me n'è mai importato del mondo, anche se ora quello stesso mondo porta il tuo nome.
Se ci penso sono anche l'uomo capace di sognare di essere un albatro e di volare verso un sole d'oro.
Per questo ora sono qui, a scriverti questa lettera ed è per questo che stasera tu sei qui a leggerla.
Solo chi è stato profondamente al buio può immaginare quanto forte sia il mio sentimento per te.
Scrivere una lettera per far parlare quella parte di me tenuta in prigione per troppi anni, quella parte di me che rischia di esplodere dentro e che dice basta ai compromessi, quella parte che quando ti guarda si sente fuori posto perchè coglie in te una fragilità preziosa, una tenerezza da difendere, quella parte di me che non sa come afferrarti per paura di perderti come fossi un pugno di sabbia fra le dita.
Il pericolo, quando si parla d'amore, è questo continuo farsi domande, ma sarebbe più pericoloso non farsele più e sarebbe peggio non avere dubbi.
C'è più coraggio nell'affidarsi in un punto esclamativo, in una certezza oppure fidarsi dei punti interrogativi, lasciando che sia il cuore a dare voce alle risposte?
Un poeta, tale Eliot, in un verso infinito di tre parole, si chiede: "Oserò turbare l'universo?"
Il verbo che rende liberi in amore è proprio questo, "osare".
Osare di turbare il tuo universo, osare di scoprirti innamorata, osare d'amarti, osare di rubarti un ti amo è tutto quello che chiedo oggi.
E non potrei chiedere altro.
E' uno sbaglio? Sto forse sbagliando?
Mi rendo conto che la maggior parte delle persone è straniera a sè stessa, agisce esternamente quello che dovrebbe provocarsi internamente: incendiarsi le certezze assolute, manganellare e limare le sbarre della propria prigione per far evadere la loro capacità d'amare.
Liberarsi.
Ma molti, credendo di liberarsi, cacciano fuori sempre la persona sbagliata.
Gli altri che vivono scissi, spaccati in due che promettono di sognare per due, in un rapporto, ed alla fine si ritrovano a sognare solo sè stessi e preferiscono viaggiare in superficie, sulla scia della propria incomunicabilità.
Io non voglio assomigliare a questi amori delle apparenze, creati nelle pubblicità come fossero Dei, religioni.
Sono stanco di questi amori che somigliano sempre più a dei sondaggi, che si applaudono, che non amano essere anche periferici perchè nelle distanze si rischia di sparire, perchè lontani dal nocciolo non si è sensibili abbastanza per sentire il battito del cuore ed io voglio sentire il tuo battito, parlando in maniera trasparente "..".
Non ho paura di mostrare i miei difetti e le mie debolezze, non sono mai stato perfetto e non ho la presunzione di esserlo, non tengo grandi verità da consegnare al prossimo e non mi è mai interessato fottere il prossimo, queste cose le lascio a chi sente il bisogno di illudere, ai prestigiatori dell'amore che, a fine serata, ti lasciano più sola di prima.
Io preferisco amare con tutti i limiti che ne conseguono, anche sentire il bisogno di fare l'amore con te, a volte, oppure passare i giorni senza farlo, solo abbracciandoti o anche guardantoti negli occhi o sentirti parlare, cercando di capire ogni giorno un po’ più di te.
La vera sfida in amore è quella di non scindersi mai, di dare voce a sè stessi e all'altro, di mutare in un semplice quanto difficile Noi.
Un Noi che, solitamente, diventa diritti e doveri, privilegi e soprusi, un forte ed un debole, un bianco ed un nero, uno che decide e l'altro che accetta, uno il coltello e l'altro la ferita.
E siamo solo noi che proiettiamo il mondo che vediamo, scisso proprio come siamo scissi noi, - noi i carnefici e noi le vittime -, mentre invece continuiamo ad attribuirci solo la regia delle cose che ci piacciono e a disconoscere e a rinfacciarci la paternità dei film che non ci piacciono, ed io non voglio questo da te, non è questo che chiedo all'amore, non mi interessano i confini di guerra, i compromessi, le trincee, i feriti che si contano all’interno d’un rapporto.
In questi anni ho sempre avuto un desiderio: dirti cosa provo per te, far evadere i miei sentimenti troppo tempo tenuti in un cassetto.
Parlare di me, del mio privato perchè chi scrive - come diceva Pavese "racconta quello che non ha; quello che ha non lo racconta, se lo tiene."
Ma poi non ho potuto tenermi più neanche quello che avevo.
La mia famiglia, i miei ricordi, il mio bisogno di essere amato, le lettere, i miei amori, le mie sofferenze e le speranze di vivere in un posto felice, tutto si è mescolato con tenerezza e rabbia e niente "è stato tenuto", senza pudori, anche se con qualche imbarazzo, e il mio egoistico e un po' narcisistico desiderio iniziale si è trasformato - dopo averti conosciuta - in un altro: che tu riuscissi a stringere, per una volta, il mio amore, che ricucissi la mia scissione e ritrovassi, qui ed ora, in una notte come questa, un luogo comune.
Ti guardo negli occhi, è quanto mi basta.
Vedi di cosa è capace l'amore più disperato, più solo, più abbandonato?
Prima parlavo del verbo "osare", che amo molto.
Penso che noi siamo anche quello che siamo stati.
Prima ancora che nascessimo intendo.
Credo in una specie di reincarnazione al contrario.
Ho nostalgia del futuro perchè ho il rispetto della memoria, e noi siamo anche i nostri antenati, i nostri morti.
Per osare intendo quel momento irripetibile della vita di ciascuno in cui, con un piccolo gesto di rivoluzionaria follia, si spezza un vecchio e logoro schema, si rompe col passato e si apre al nuodo mondo.
E a volte, per farlo, bisogna dare un calcio al passato, un calcio alla storia che si compie, un calcio che osi turbare l'universo e quello che conta in questa vita, è proprio la capacità di sognare.
E per sognare intendo la capacità d'immaginare insieme un mondo diverso, un mondo migliore.
Perchè se quel film non ce l'hai già dentro, non potrai proiettarlo e quindi vederlo mai.
E se penso a quello che provo per te neanche la morte riuscirebbe a strapparmelo via, il mio amore per te non può morire perchè è parte dei tuoi occhi, parte dei tuoi sorrisi, è in circolo nel sangue insieme alla mia anima, v'è sempre stato e tu me l'hai fatto ritrovare.
E anche se un giorno dovessi sparire, suppongo che qualcosa o qualcuno arriverà domani che rivedrà in te le stesse cose che amo e sarà come innamorarmi nuovamente di te.
L'amore non è altro che una stazione di confine.
Tutte le storie sono in transito.
Bisogna solo aspettare il treno giusto.
Ma so già che questo a me non basterà mai.
E ho paura al solo pensiero perchè tu sei sempre stata il mio universo.
"Oserò turbare l'universo?"
Sì. Sì perchè se tu sei stata capace di diventare il mio universo ed allo stesso tempo sei riuscita a dare un calcio alla mia prigione allora significa che sei riuscita a rendere libero il mio amore.
Bisogna lasciarlo volare l'amore, "..".
Lui è il nostro albatro viaggiatore.
Sai cosa diceva nella sua poesia "Il viaggio" Baudelaire?
“Noi partiamo un mattino con il cervello in fiamme, con il cuore gonfio di rancori e di desideri amari, e andiamo, cullando al ritmo delle onde il
nostro infinito sul finito dei mari. Alcuni sono lieti di fuggire una patria infame, altri l’orrore della loro nascita, altri ancora –astrologhi sperduti
negli occhi di una donna- la tirannica Circe dai pericolosi profumi…Ma i veri viaggiatori sono soltanto quelli che partono per partire; cuori
leggeri, simili agli aerostati, essi non si separano mai dalla loro fatalità, e senza sapere perché, dicono sempre “Andiamo”! I loro desideri hanno le forme delle nuvole.”
Questo ora è il mio amore, questo sono io e non si riesce a mettere le nuvole in gabbia.
Ho sempre pensato di essere solo.
Stanotte, mi basta pensarti, per capire, non soltanto di non esserlo più, ma di non esserlo stato mai.
di Luca Zanatta
@Francescop93 , @Moonwalker
Sono qui per un sogno: il sogno di poter tornare a sognare.
Mi basta guardarti per essere certo che nessuno potrà mai seppellire i miei sogni.
Siamo tutti soli, siamo tutti diversi ma, guardandoti negli occhi, non sento più quella solitudine perchè l'amore mi fa sentire parte di te, parte delle tue speranze, delle tue paure, dei tuoi ideali.
L'amore è una patria comune.
Ho cercato questo amore facendo un viaggio dentro me stesso e mi sono reso conto che l'amore non sono io e non sei te, l’amore è un noi.
Siamo noi ad evocarlo, come una divinità addormentata dentro al nostro cuore.
E ci sono migliaia e migliaia di amori addormentati, pronti a risvegliarsi.
E poi ci sono io e ci sei tu e c'è l'amore.
E ci sono amori Presentabili ed amori Impresentabili.
Sai, quando andiamo in giro per le strade, scegliamo quasi sempre di indossare la nostra personalità più presentabile, quella da passeggio o da vestito da sera.
Quella personalità che ha maggiori possibilità di sopravvivere, forse perchè è la nostra coscienza più mediocre, quella che dice sempre "Sì" o "Ni", quella che abbassa gli occhi di fronte alle ingiustizie, alla corruzione, alla miseria e al dolore, ai diversi, ai deboli "perchè non ti conviene, perchè ti metti nei guai, perchè la vita va così, perchè sta zitto e fregatene, in fondo non sono affari tuoi."
Ma vivere così, poi, alla fine ti soffoca, è una seta gelida, un'anima morta.
Il mondo è pieno di questi sudari che camminano, di questi amori senza un nome.
Io, invece, voglio cercare il caldo all'inferno, perchè voglio partire alla tua ricerca, alla ricerca del tuo amore: quell'amore rinchiuso al buio, in una gabbia così inaccessibile che nessuno lo possa sentire, quell'amore che ti rende fragie ed allo stesso tempo la più forte di tutte, "..".
E non mi vergogno di risultare insolente, un vagabondo, un sognatore, un ribelle, un rompiballe, quello che se non riesce a farsi amare, si fa odiare, quello che finirà male probabilmente, ma che non si stancherà di essere l'ultimo della classe, il guastafeste, capace di vincere e perdere tutto in una notte e che nessuno potrà mai capire perchè, alla fine, neanche io riesco a capirmi fino in fondo e non me n'è mai importato del mondo, anche se ora quello stesso mondo porta il tuo nome.
Se ci penso sono anche l'uomo capace di sognare di essere un albatro e di volare verso un sole d'oro.
Per questo ora sono qui, a scriverti questa lettera ed è per questo che stasera tu sei qui a leggerla.
Solo chi è stato profondamente al buio può immaginare quanto forte sia il mio sentimento per te.
Scrivere una lettera per far parlare quella parte di me tenuta in prigione per troppi anni, quella parte di me che rischia di esplodere dentro e che dice basta ai compromessi, quella parte che quando ti guarda si sente fuori posto perchè coglie in te una fragilità preziosa, una tenerezza da difendere, quella parte di me che non sa come afferrarti per paura di perderti come fossi un pugno di sabbia fra le dita.
Il pericolo, quando si parla d'amore, è questo continuo farsi domande, ma sarebbe più pericoloso non farsele più e sarebbe peggio non avere dubbi.
C'è più coraggio nell'affidarsi in un punto esclamativo, in una certezza oppure fidarsi dei punti interrogativi, lasciando che sia il cuore a dare voce alle risposte?
Un poeta, tale Eliot, in un verso infinito di tre parole, si chiede: "Oserò turbare l'universo?"
Il verbo che rende liberi in amore è proprio questo, "osare".
Osare di turbare il tuo universo, osare di scoprirti innamorata, osare d'amarti, osare di rubarti un ti amo è tutto quello che chiedo oggi.
E non potrei chiedere altro.
E' uno sbaglio? Sto forse sbagliando?
Mi rendo conto che la maggior parte delle persone è straniera a sè stessa, agisce esternamente quello che dovrebbe provocarsi internamente: incendiarsi le certezze assolute, manganellare e limare le sbarre della propria prigione per far evadere la loro capacità d'amare.
Liberarsi.
Ma molti, credendo di liberarsi, cacciano fuori sempre la persona sbagliata.
Gli altri che vivono scissi, spaccati in due che promettono di sognare per due, in un rapporto, ed alla fine si ritrovano a sognare solo sè stessi e preferiscono viaggiare in superficie, sulla scia della propria incomunicabilità.
Io non voglio assomigliare a questi amori delle apparenze, creati nelle pubblicità come fossero Dei, religioni.
Sono stanco di questi amori che somigliano sempre più a dei sondaggi, che si applaudono, che non amano essere anche periferici perchè nelle distanze si rischia di sparire, perchè lontani dal nocciolo non si è sensibili abbastanza per sentire il battito del cuore ed io voglio sentire il tuo battito, parlando in maniera trasparente "..".
Non ho paura di mostrare i miei difetti e le mie debolezze, non sono mai stato perfetto e non ho la presunzione di esserlo, non tengo grandi verità da consegnare al prossimo e non mi è mai interessato fottere il prossimo, queste cose le lascio a chi sente il bisogno di illudere, ai prestigiatori dell'amore che, a fine serata, ti lasciano più sola di prima.
Io preferisco amare con tutti i limiti che ne conseguono, anche sentire il bisogno di fare l'amore con te, a volte, oppure passare i giorni senza farlo, solo abbracciandoti o anche guardantoti negli occhi o sentirti parlare, cercando di capire ogni giorno un po’ più di te.
La vera sfida in amore è quella di non scindersi mai, di dare voce a sè stessi e all'altro, di mutare in un semplice quanto difficile Noi.
Un Noi che, solitamente, diventa diritti e doveri, privilegi e soprusi, un forte ed un debole, un bianco ed un nero, uno che decide e l'altro che accetta, uno il coltello e l'altro la ferita.
E siamo solo noi che proiettiamo il mondo che vediamo, scisso proprio come siamo scissi noi, - noi i carnefici e noi le vittime -, mentre invece continuiamo ad attribuirci solo la regia delle cose che ci piacciono e a disconoscere e a rinfacciarci la paternità dei film che non ci piacciono, ed io non voglio questo da te, non è questo che chiedo all'amore, non mi interessano i confini di guerra, i compromessi, le trincee, i feriti che si contano all’interno d’un rapporto.
In questi anni ho sempre avuto un desiderio: dirti cosa provo per te, far evadere i miei sentimenti troppo tempo tenuti in un cassetto.
Parlare di me, del mio privato perchè chi scrive - come diceva Pavese "racconta quello che non ha; quello che ha non lo racconta, se lo tiene."
Ma poi non ho potuto tenermi più neanche quello che avevo.
La mia famiglia, i miei ricordi, il mio bisogno di essere amato, le lettere, i miei amori, le mie sofferenze e le speranze di vivere in un posto felice, tutto si è mescolato con tenerezza e rabbia e niente "è stato tenuto", senza pudori, anche se con qualche imbarazzo, e il mio egoistico e un po' narcisistico desiderio iniziale si è trasformato - dopo averti conosciuta - in un altro: che tu riuscissi a stringere, per una volta, il mio amore, che ricucissi la mia scissione e ritrovassi, qui ed ora, in una notte come questa, un luogo comune.
Ti guardo negli occhi, è quanto mi basta.
Vedi di cosa è capace l'amore più disperato, più solo, più abbandonato?
Prima parlavo del verbo "osare", che amo molto.
Penso che noi siamo anche quello che siamo stati.
Prima ancora che nascessimo intendo.
Credo in una specie di reincarnazione al contrario.
Ho nostalgia del futuro perchè ho il rispetto della memoria, e noi siamo anche i nostri antenati, i nostri morti.
Per osare intendo quel momento irripetibile della vita di ciascuno in cui, con un piccolo gesto di rivoluzionaria follia, si spezza un vecchio e logoro schema, si rompe col passato e si apre al nuodo mondo.
E a volte, per farlo, bisogna dare un calcio al passato, un calcio alla storia che si compie, un calcio che osi turbare l'universo e quello che conta in questa vita, è proprio la capacità di sognare.
E per sognare intendo la capacità d'immaginare insieme un mondo diverso, un mondo migliore.
Perchè se quel film non ce l'hai già dentro, non potrai proiettarlo e quindi vederlo mai.
E se penso a quello che provo per te neanche la morte riuscirebbe a strapparmelo via, il mio amore per te non può morire perchè è parte dei tuoi occhi, parte dei tuoi sorrisi, è in circolo nel sangue insieme alla mia anima, v'è sempre stato e tu me l'hai fatto ritrovare.
E anche se un giorno dovessi sparire, suppongo che qualcosa o qualcuno arriverà domani che rivedrà in te le stesse cose che amo e sarà come innamorarmi nuovamente di te.
L'amore non è altro che una stazione di confine.
Tutte le storie sono in transito.
Bisogna solo aspettare il treno giusto.
Ma so già che questo a me non basterà mai.
E ho paura al solo pensiero perchè tu sei sempre stata il mio universo.
"Oserò turbare l'universo?"
Sì. Sì perchè se tu sei stata capace di diventare il mio universo ed allo stesso tempo sei riuscita a dare un calcio alla mia prigione allora significa che sei riuscita a rendere libero il mio amore.
Bisogna lasciarlo volare l'amore, "..".
Lui è il nostro albatro viaggiatore.
Sai cosa diceva nella sua poesia "Il viaggio" Baudelaire?
“Noi partiamo un mattino con il cervello in fiamme, con il cuore gonfio di rancori e di desideri amari, e andiamo, cullando al ritmo delle onde il
nostro infinito sul finito dei mari. Alcuni sono lieti di fuggire una patria infame, altri l’orrore della loro nascita, altri ancora –astrologhi sperduti
negli occhi di una donna- la tirannica Circe dai pericolosi profumi…Ma i veri viaggiatori sono soltanto quelli che partono per partire; cuori
leggeri, simili agli aerostati, essi non si separano mai dalla loro fatalità, e senza sapere perché, dicono sempre “Andiamo”! I loro desideri hanno le forme delle nuvole.”
Questo ora è il mio amore, questo sono io e non si riesce a mettere le nuvole in gabbia.
Ho sempre pensato di essere solo.
Stanotte, mi basta pensarti, per capire, non soltanto di non esserlo più, ma di non esserlo stato mai.
di Luca Zanatta
@Francescop93 , @Moonwalker