Il gruppo eliminato dalla Confederations Cup è un po' in là con gli anni. In vista del Mondiale occorrono nuovi innesti, a partire da chi ha già esordito in Nazionale: Santon e Motta in difesa, D'Agostino a centrocampo, Pazzini in attacco
PRETORIA (Sud Africa), 22 giugno 2009 - E ora? L’Italia che stasera ripartirà dal Sud Africa, verso casa, lo farà con una valigia piena di dubbi, o perlomeno con qualche dubbio in più rispetto a quelli con cui era arrivata in Africa. Colpa di due sconfitte in tre partite, quella con il Brasile rovinosa. Colpa del modo in cui questi risultati sono maturati.
PROBLEMA ANAGRAFICO — Questo gruppo, reduce da mille battaglie, spesso vinte, è un po’ in là con gli anni, soprattutto lo sono mediamente i giocatori che sono scesi di più in campo. Serviranno innesti, forze fresche, in vista del Mondiale del 2010. Lippi dice che non bisogna spingere troppo con i giovani, che per giocare queste partite internazionali ci vuole esperienza. E tra l’altro non è che poi - Giuseppe Rossi a parte - le risposte dei ricambi presenti qui in Africa siano state clamorose. De Rossi e Buffon dopo la partita frenano quando si parla di cambiamenti, così come Toni. Il concetto è esplicitato dal centrocampista della Roma: "Ditemi quali sono i giocatori, anche giovani, più forti di quelli che dovrebbero sostituire". Proviamo a immaginarne qualcuno, non che prenda il posto pronti-via di chi ha dimostrato con i fatti di meritare e onorare la maglia azzurra, ma che possa essere gradualmente inserito (o maggiormente valorizzato) nel gruppo di Lippi, in un naturale ricambio generazionale.
DIFESA — Motta e Santon sono due esterni di sicuro avvenire. Il capitano dell’Under 21 è già stato chiamato per le qualificazioni mondiali, il terzino dell’Inter - che può giocare su entrambe le fasce - ha già esordito in amichevole, ma non ha giocato neanche un minuto in Confederations Cup, complice un acciacco. Sugli esterni va tenuto d’occhio pure De Ceglie, mancino dalla falcata imperiosa. Più difficile trovare volti nuovi da centrale: Lippi ha già convocato Santacroce e Bocchetti, che però sembrano più progetti che garanzie immediate.
CENTROCAMPO — D’Agostino su tutti. Il centrocampista siciliano ha l’età, l’esperienza e la qualità - e qui in Sud Africa un pizzico è mancata soprattutto come profondità di organico in mezzo - per entrare stabilmente nel gruppo azzurro. Poi c’è Brighi. Forse non è il tipo di giocatore che fa la differenza, ma è uno di quelli che il suo mattoncino alla causa lo porta sempre. E in un domani, magari prossimo, potrebbe entrare nel giro azzurro anche Marchisio. Meno alternative sulle fasce, la prima che viene in mente è Foggia.
ATTACCO — Di centravanti "papabili" ce ne sono almeno tre. Pazzini, che ha già giocato nelle qualificazioni mondiali; Amauri, che pure non è un ragazzino, in caso di passaporto italiano in arrivo; Acquafresca, giovane dal notevole potenziale. Tra le punte di movimento spiccano Cassano e Balotelli, ma valutazioni non solo tecniche, ma anche comportamentali, rischiano di tenerli per il momento lontano dal gruppo azzurro.
Lagazzetta.it
PRETORIA (Sud Africa), 22 giugno 2009 - E ora? L’Italia che stasera ripartirà dal Sud Africa, verso casa, lo farà con una valigia piena di dubbi, o perlomeno con qualche dubbio in più rispetto a quelli con cui era arrivata in Africa. Colpa di due sconfitte in tre partite, quella con il Brasile rovinosa. Colpa del modo in cui questi risultati sono maturati.
PROBLEMA ANAGRAFICO — Questo gruppo, reduce da mille battaglie, spesso vinte, è un po’ in là con gli anni, soprattutto lo sono mediamente i giocatori che sono scesi di più in campo. Serviranno innesti, forze fresche, in vista del Mondiale del 2010. Lippi dice che non bisogna spingere troppo con i giovani, che per giocare queste partite internazionali ci vuole esperienza. E tra l’altro non è che poi - Giuseppe Rossi a parte - le risposte dei ricambi presenti qui in Africa siano state clamorose. De Rossi e Buffon dopo la partita frenano quando si parla di cambiamenti, così come Toni. Il concetto è esplicitato dal centrocampista della Roma: "Ditemi quali sono i giocatori, anche giovani, più forti di quelli che dovrebbero sostituire". Proviamo a immaginarne qualcuno, non che prenda il posto pronti-via di chi ha dimostrato con i fatti di meritare e onorare la maglia azzurra, ma che possa essere gradualmente inserito (o maggiormente valorizzato) nel gruppo di Lippi, in un naturale ricambio generazionale.
DIFESA — Motta e Santon sono due esterni di sicuro avvenire. Il capitano dell’Under 21 è già stato chiamato per le qualificazioni mondiali, il terzino dell’Inter - che può giocare su entrambe le fasce - ha già esordito in amichevole, ma non ha giocato neanche un minuto in Confederations Cup, complice un acciacco. Sugli esterni va tenuto d’occhio pure De Ceglie, mancino dalla falcata imperiosa. Più difficile trovare volti nuovi da centrale: Lippi ha già convocato Santacroce e Bocchetti, che però sembrano più progetti che garanzie immediate.
CENTROCAMPO — D’Agostino su tutti. Il centrocampista siciliano ha l’età, l’esperienza e la qualità - e qui in Sud Africa un pizzico è mancata soprattutto come profondità di organico in mezzo - per entrare stabilmente nel gruppo azzurro. Poi c’è Brighi. Forse non è il tipo di giocatore che fa la differenza, ma è uno di quelli che il suo mattoncino alla causa lo porta sempre. E in un domani, magari prossimo, potrebbe entrare nel giro azzurro anche Marchisio. Meno alternative sulle fasce, la prima che viene in mente è Foggia.
ATTACCO — Di centravanti "papabili" ce ne sono almeno tre. Pazzini, che ha già giocato nelle qualificazioni mondiali; Amauri, che pure non è un ragazzino, in caso di passaporto italiano in arrivo; Acquafresca, giovane dal notevole potenziale. Tra le punte di movimento spiccano Cassano e Balotelli, ma valutazioni non solo tecniche, ma anche comportamentali, rischiano di tenerli per il momento lontano dal gruppo azzurro.
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