Riparte il gigante degli acceleratori, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra dopo il guasto che lo ha fermato un anno fa. E promette di trovare finalmente il bosone di Higgs. Ecco che cosa sta succedendo in questo momento al Cern.
L’esperimento doveva partire a settembre dell’anno scorso, e i fisici erano con il fiato sospeso perché la posta in palio era alta: bisognava scoprire il bosone di Higgs, cioè la cosidetta “particella di Dio”, una pedina chiave per comprendere l’origine fisica della massa di tutte le particelle. E forse anche tanti nuovi fenomeni di importanza cruciale per gli scienziati, come l’origine della materia oscura che secondo le osservazioni astronomiche costituisce il 32% dell’universo.
Tanta sfortuna, ma niente fine del mondo
Però, l’anno scorso, qualcosa è andato storto. L'esperimento è partito regolarmente e non si è creato nessun buco nero capace di inghiottire il mondo, come avevano ipotizzato alcuni. Ma il 19 settembre 2008 c’è stato un corto circuito e una fuga di elio, che hanno causato l’interruzione delle operazioni.
Ora sono state eseguite tutte le riparazioni, e in modo scrupoloso perché gli scienziati non vogliono più correre rischi: sono stati sostituiti 53 magneti superconduttori (su un totale di oltre 1600), sono state riparate 200 interconnessioni elettriche (su 10 000 totali), sono stati puliti 4 km di tubo a vuoto, sono stati aggiunti un nuovo sistema di ancoraggio per impedire lo spostamento dei magneti e 900 nuove valvole di sfogo per eventuali fughe di elio. Ed è stato aggiunto perfino un nuovo sistema per i diagnosticare in anticipo eventuali problemi al sistema superconduttivo (Quench Detection System).
Fonte; focus
L’esperimento doveva partire a settembre dell’anno scorso, e i fisici erano con il fiato sospeso perché la posta in palio era alta: bisognava scoprire il bosone di Higgs, cioè la cosidetta “particella di Dio”, una pedina chiave per comprendere l’origine fisica della massa di tutte le particelle. E forse anche tanti nuovi fenomeni di importanza cruciale per gli scienziati, come l’origine della materia oscura che secondo le osservazioni astronomiche costituisce il 32% dell’universo.
Tanta sfortuna, ma niente fine del mondo
Però, l’anno scorso, qualcosa è andato storto. L'esperimento è partito regolarmente e non si è creato nessun buco nero capace di inghiottire il mondo, come avevano ipotizzato alcuni. Ma il 19 settembre 2008 c’è stato un corto circuito e una fuga di elio, che hanno causato l’interruzione delle operazioni.
Ora sono state eseguite tutte le riparazioni, e in modo scrupoloso perché gli scienziati non vogliono più correre rischi: sono stati sostituiti 53 magneti superconduttori (su un totale di oltre 1600), sono state riparate 200 interconnessioni elettriche (su 10 000 totali), sono stati puliti 4 km di tubo a vuoto, sono stati aggiunti un nuovo sistema di ancoraggio per impedire lo spostamento dei magneti e 900 nuove valvole di sfogo per eventuali fughe di elio. Ed è stato aggiunto perfino un nuovo sistema per i diagnosticare in anticipo eventuali problemi al sistema superconduttivo (Quench Detection System).