- 7 Maggio 2009
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Uno spazioporto dal quale potrebbero partire le future missioni su Luna e Marte: la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) non e' soltanto un gigantesco laboratorio orbitale, ma e' candidata ad essere l'avamposto dell'esplorazione del Sistema Solare.
A 40 anni dallo sbarco sulla Luna e a dieci anni dall'inizio della sua costruzione, la piu' grande opera di ingegneria costruita nell'orbita terrestre sta guadagnando un ruolo sempre piu' importante. Lo sanno bene Europa e Stati Uniti, cosi' come gli altri partner del progetto: Russia, Canada e Giappone. Non per caso il nuovo amministratore capo della Nasa, Charles Frank Bolden, ha parlato della Iss nel suo primo discorso ufficiale, comprendendola nella lista delle scelte decisive che gli Stati Uniti dovranno affrontare se decideranno di mantenere la leadership spaziale conquistata con lo sbarco sulla Luna.
"La Stazione spaziale diventa sempre piu' collegata all'esplorazione", osserva Simonetta Di Pippo, a capo del direttorato sul Volo umano dell'Agenzia Spaziale Europa (Esa). Si sta pensando, infatti, a tenerla in attivita' fino al 2025 perche', spiega l'esperta, "oltre ad essere una struttura unica per le sperimentazioni scientifiche in microgravita', potrebbe diventare uno spazioporto per l'assemblaggio dei sistemi spaziali per le missioni su Luna e Marte".
Si sta pensando anche ad una eventuale collaborazione nel settore del trasporto, in uno scenario nel quale lo shuttle si prepara ad andare in pensione nel 2010 e l'unico mezzo per portare uomini sulla stazione orbitale sara' la navetta russa Soyuz. Un altro punto interrogativo riguarda come arrivare sulla Luna: l'Europa guarda al piu' grande dei suoi lanciatori, l'Ariane 5, ed eventualmente ad un veicolo in gradi posarsi sulla superficie lunare; gli Stati Uniti hanno il programma Constellation lanciato dall'ex presidente George Bush, che prevede lo sviluppo del razzo Ares V e sul quale dovra' pronunciarsi la nuova amministrazione di Barack Obama
A 40 anni dallo sbarco sulla Luna e a dieci anni dall'inizio della sua costruzione, la piu' grande opera di ingegneria costruita nell'orbita terrestre sta guadagnando un ruolo sempre piu' importante. Lo sanno bene Europa e Stati Uniti, cosi' come gli altri partner del progetto: Russia, Canada e Giappone. Non per caso il nuovo amministratore capo della Nasa, Charles Frank Bolden, ha parlato della Iss nel suo primo discorso ufficiale, comprendendola nella lista delle scelte decisive che gli Stati Uniti dovranno affrontare se decideranno di mantenere la leadership spaziale conquistata con lo sbarco sulla Luna.
"La Stazione spaziale diventa sempre piu' collegata all'esplorazione", osserva Simonetta Di Pippo, a capo del direttorato sul Volo umano dell'Agenzia Spaziale Europa (Esa). Si sta pensando, infatti, a tenerla in attivita' fino al 2025 perche', spiega l'esperta, "oltre ad essere una struttura unica per le sperimentazioni scientifiche in microgravita', potrebbe diventare uno spazioporto per l'assemblaggio dei sistemi spaziali per le missioni su Luna e Marte".
Si sta pensando anche ad una eventuale collaborazione nel settore del trasporto, in uno scenario nel quale lo shuttle si prepara ad andare in pensione nel 2010 e l'unico mezzo per portare uomini sulla stazione orbitale sara' la navetta russa Soyuz. Un altro punto interrogativo riguarda come arrivare sulla Luna: l'Europa guarda al piu' grande dei suoi lanciatori, l'Ariane 5, ed eventualmente ad un veicolo in gradi posarsi sulla superficie lunare; gli Stati Uniti hanno il programma Constellation lanciato dall'ex presidente George Bush, che prevede lo sviluppo del razzo Ares V e sul quale dovra' pronunciarsi la nuova amministrazione di Barack Obama
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