Il lodo Alfano é incostituzionale in quanto non si può modificare una norma della Costituzione con legge ordinaria. I 15 giudici della Consulta hanno bocciato, dunque, la legge che sospende i processi per le quattro alte cariche dello Stato: i presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio.
Due le violazioni riscontrate dai giudici della Corte costituzionale: violazione dell'articolo 138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato): e violazione dell'articolo 3 (principio di uguaglianza). La Consulta ha anche dichiarato inammissibili le questioni di legittimitá costituzionale della stessa disposizione proposte dal Gip del Tribunale di Roma.
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset. C'è poi un terzo procedimento, Mediatrade, che potrebbe approdare in aula se il premier dovesse essere rinviato a giudizio nei prossimi mesi. Un altro procedimento pendente riguarda, poi, l'inchiesta su una presunta compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi.
La Consulta era chiamata a decidere sulla legittimitá costituzionale del provvedimento varato dal Parlamento nel luglio del 2008 e nei confronti del quale erano stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di Milano, nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolaritá nella ompravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Fonte: ilsole24ore.com
Due le violazioni riscontrate dai giudici della Corte costituzionale: violazione dell'articolo 138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato): e violazione dell'articolo 3 (principio di uguaglianza). La Consulta ha anche dichiarato inammissibili le questioni di legittimitá costituzionale della stessa disposizione proposte dal Gip del Tribunale di Roma.
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset. C'è poi un terzo procedimento, Mediatrade, che potrebbe approdare in aula se il premier dovesse essere rinviato a giudizio nei prossimi mesi. Un altro procedimento pendente riguarda, poi, l'inchiesta su una presunta compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi.
La Consulta era chiamata a decidere sulla legittimitá costituzionale del provvedimento varato dal Parlamento nel luglio del 2008 e nei confronti del quale erano stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di Milano, nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolaritá nella ompravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
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