- 31 Marzo 2012
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Nella notte olimpica hanno fatto il giro di pista le 205 bandiere dei Paesi in gara. Dopo la cerimonia d'inaugurazione sontuosa e spettacolare ideata dal regista Boyle
Il mondo in un stadio. Nella notte di Londra hanno fatto il giro di pista 205 bandiere, tanti sono i Paesi rappresentati alla trentesima Olimpiade che la Regina Elisabetta ha ufficialmente aperto ben dopo la mezzanotte di Londra. Poi il baronetto Paul McCartney ha mandato tutti a casa sulle note di Hey Jude.
LO SHOW — È stata una cerimonia d'inaugurazione sontuosa e spettacolare come e forse oltre le aspettative. Danny Boyle, geniale regista di film come Trainspotting e The Millionaire ha miscelato gli ultimi secoli di storia inglese di tradizione e provocazione, Momenti di Gloria e Satisfaction, Shakespeare e Harry Potter. Daniel Craig (James Bond) e la Regina, si sono (nella finzione) lanciati da un elicottero. Dalle scene bucoliche con pecore e galline si è passati alle ciminiere della prima svolta industriale fino gli ultimi giorni di social network e Grande Crisi. E' stato un omaggio senza retorica all'Inghilterra e alle sue icone.
GLI ATLETI — Poi sono entrati i pista gli atleti, dalla Grecia alla selezione britannica. L'Italia ha sfilato tra Israele (col lutto sulle divise) e la Giamaica di Usain Bolt. Valentina Vezzali, un po' emozionata all'ingresso nello stadio si è sciolta trascinando una delle delegazioni più animate. Simone Venier ha sventolato un cartello, inquadrato dalle tv, con la scritta "Gioele, papà è qui". Molto applaudita Caster Semenya come portabandiera dal Sudafrica. Ma l'apice dell'entusiasmo è stato raggiunto con la sfilata conclusiva della Gran Bretagna, aperta da Chris Hoy (4 ori olimpici del ciclismo su pista). Sebastian Coe, leggenda del mezzofondo inglese, ha poi introdotto i discorsi di Jacques Rogge, numero uno del Cio, e della Regina Elisabetta prima che Steve Redgrave, ultimo tedoforo, passasse la fiamma olimpica a sette giovani che hanno poi acceso tutti insieme il tripode. Da oggi Londra 2012 assegnerà le medaglie, di 302 specialità, che portano gli atleti sulla nuvoletta della gloria.
Fonte:
Il mondo in un stadio. Nella notte di Londra hanno fatto il giro di pista 205 bandiere, tanti sono i Paesi rappresentati alla trentesima Olimpiade che la Regina Elisabetta ha ufficialmente aperto ben dopo la mezzanotte di Londra. Poi il baronetto Paul McCartney ha mandato tutti a casa sulle note di Hey Jude.
LO SHOW — È stata una cerimonia d'inaugurazione sontuosa e spettacolare come e forse oltre le aspettative. Danny Boyle, geniale regista di film come Trainspotting e The Millionaire ha miscelato gli ultimi secoli di storia inglese di tradizione e provocazione, Momenti di Gloria e Satisfaction, Shakespeare e Harry Potter. Daniel Craig (James Bond) e la Regina, si sono (nella finzione) lanciati da un elicottero. Dalle scene bucoliche con pecore e galline si è passati alle ciminiere della prima svolta industriale fino gli ultimi giorni di social network e Grande Crisi. E' stato un omaggio senza retorica all'Inghilterra e alle sue icone.
GLI ATLETI — Poi sono entrati i pista gli atleti, dalla Grecia alla selezione britannica. L'Italia ha sfilato tra Israele (col lutto sulle divise) e la Giamaica di Usain Bolt. Valentina Vezzali, un po' emozionata all'ingresso nello stadio si è sciolta trascinando una delle delegazioni più animate. Simone Venier ha sventolato un cartello, inquadrato dalle tv, con la scritta "Gioele, papà è qui". Molto applaudita Caster Semenya come portabandiera dal Sudafrica. Ma l'apice dell'entusiasmo è stato raggiunto con la sfilata conclusiva della Gran Bretagna, aperta da Chris Hoy (4 ori olimpici del ciclismo su pista). Sebastian Coe, leggenda del mezzofondo inglese, ha poi introdotto i discorsi di Jacques Rogge, numero uno del Cio, e della Regina Elisabetta prima che Steve Redgrave, ultimo tedoforo, passasse la fiamma olimpica a sette giovani che hanno poi acceso tutti insieme il tripode. Da oggi Londra 2012 assegnerà le medaglie, di 302 specialità, che portano gli atleti sulla nuvoletta della gloria.
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