- 12 Luglio 2010
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Luis Enrique dice di avere ancora la fiducia della società, non pensa a dimettersi e pensa già alla prossima partita con la Juve. Ma oltre alla sconfitta con la Juve fa tremare il caso Totti.
«Mi sento male, dovremo fare un'analisi della partita. Le scelte? Il primo rigore ha condizionato tutto. Fino a quel momento eravano bene in partita. Due calci piazzati, poi è diventato tutto più difficile. Quando si perde in questo modo è facile crititicare. In grado di gestire questo momento? E' il lavoro di noi allenatori. Quando non arrivano risultati vengono i dubbi, è una sitazione particolare e non è facile. Sento la fiducia dei dirigenti? Parlo sempre con loro, sì sento la fiducia. Prima della partita sentiva la Roma tonica? Questa partita condizionata totalmente dal primo rigore. Risultato è un disastro per noi, ma l'atteggiamento della Roma non è stato sbagliato. I gol su palle ferme? Dovremo marcare gli avversari sulle palle ferme, adesso però preferisco parlare in generale: in questo momento non ho nulla da rimproverare ai miei calciatori. Totti? Francesco non è al cento per cento, non si è allenato, ho deciso che non era in grado di giocare dall'inizio. Poi non era giusto per lui metterlo dentro con un uomo in meno».
«C'è amarezza e dispiacere, rappresentiamo una società che ha un seguito importante, i tifosi hanno il diritto di non essere contenti. Che sarebbe stata un'impresa difficile da costruire e portare avanti lo sapevamo, e ogni volta che si perde lo diventa sempre di più, ma continuiamo a pensare che sia la strada giusta e vogliamo portarla avanti. Sono dispiaceri che si provano, ma crediamo che valga la pena quantomeno di provare». Franco Baldini, dg della Roma, va avanti senza ripensamenti. La Roma ha puntato su un allenatore e un progetto di calcio che non vuole lasciare. «Il miglioramento l'ho visto con il Novara e con il Lecce - aggiunge Baldini -, sembrava che la squadra fosse passata da una fase in cui pensava a quello che doveva fare a quella in cui lo faceva, c'erano solo delle sfasature. Anche per 80 minuti con l'Udinese non era diversa. Oggi neanche lo abbiamo potuto vedere, dopo 14 minuti siamo rimasti in dieci con un rigore a sfavore. In una settimana difficile si vedeva che la squadra stava subendo la pressione».
«Abbiamo scelto di percorrere la strada del gioco, prima di quella dei risultati: e questa è la nostra strada». Lo ha detto Franco Baldini, dg della Roma, dopo la brutta sconfitta della squadra di Luis Enrique a Firenze. «Dobbiamo tenere la barra diritta, finchè è possibile - ha aggiunto - Ma basta con i paragoni col Barcellona, non è l'unica squadra al mondo che fa possesso palla. I tifosi finora sono stati pazienti, oggi ho visto segnali di impazienza. È un fatto di cui tener conto».
Alla fine i tifosi della Roma hanno inneggiato a Francesco Totti: con la squadra giallorossa travolta per 3-0 dalla Fiorentina e con ben tre espulsi che peseranno in vista della prossima gara con la Juventus, il mancato impiego del numero 10 ha contribuito ad aumentare il malcontento fra i sostenitori romanisti. E così al fischio finale dell'arbitro dal settore degli ospiti dello stadio Franchi è partito il coro «Totti gol» dedicato al capitano rimasto malinconicamente in panchina mentre la sua squadra di Luis Enrique veniva triturata dai viola.
«Mi sento male, dovremo fare un'analisi della partita. Le scelte? Il primo rigore ha condizionato tutto. Fino a quel momento eravano bene in partita. Due calci piazzati, poi è diventato tutto più difficile. Quando si perde in questo modo è facile crititicare. In grado di gestire questo momento? E' il lavoro di noi allenatori. Quando non arrivano risultati vengono i dubbi, è una sitazione particolare e non è facile. Sento la fiducia dei dirigenti? Parlo sempre con loro, sì sento la fiducia. Prima della partita sentiva la Roma tonica? Questa partita condizionata totalmente dal primo rigore. Risultato è un disastro per noi, ma l'atteggiamento della Roma non è stato sbagliato. I gol su palle ferme? Dovremo marcare gli avversari sulle palle ferme, adesso però preferisco parlare in generale: in questo momento non ho nulla da rimproverare ai miei calciatori. Totti? Francesco non è al cento per cento, non si è allenato, ho deciso che non era in grado di giocare dall'inizio. Poi non era giusto per lui metterlo dentro con un uomo in meno».
«C'è amarezza e dispiacere, rappresentiamo una società che ha un seguito importante, i tifosi hanno il diritto di non essere contenti. Che sarebbe stata un'impresa difficile da costruire e portare avanti lo sapevamo, e ogni volta che si perde lo diventa sempre di più, ma continuiamo a pensare che sia la strada giusta e vogliamo portarla avanti. Sono dispiaceri che si provano, ma crediamo che valga la pena quantomeno di provare». Franco Baldini, dg della Roma, va avanti senza ripensamenti. La Roma ha puntato su un allenatore e un progetto di calcio che non vuole lasciare. «Il miglioramento l'ho visto con il Novara e con il Lecce - aggiunge Baldini -, sembrava che la squadra fosse passata da una fase in cui pensava a quello che doveva fare a quella in cui lo faceva, c'erano solo delle sfasature. Anche per 80 minuti con l'Udinese non era diversa. Oggi neanche lo abbiamo potuto vedere, dopo 14 minuti siamo rimasti in dieci con un rigore a sfavore. In una settimana difficile si vedeva che la squadra stava subendo la pressione».
«Abbiamo scelto di percorrere la strada del gioco, prima di quella dei risultati: e questa è la nostra strada». Lo ha detto Franco Baldini, dg della Roma, dopo la brutta sconfitta della squadra di Luis Enrique a Firenze. «Dobbiamo tenere la barra diritta, finchè è possibile - ha aggiunto - Ma basta con i paragoni col Barcellona, non è l'unica squadra al mondo che fa possesso palla. I tifosi finora sono stati pazienti, oggi ho visto segnali di impazienza. È un fatto di cui tener conto».
Alla fine i tifosi della Roma hanno inneggiato a Francesco Totti: con la squadra giallorossa travolta per 3-0 dalla Fiorentina e con ben tre espulsi che peseranno in vista della prossima gara con la Juventus, il mancato impiego del numero 10 ha contribuito ad aumentare il malcontento fra i sostenitori romanisti. E così al fischio finale dell'arbitro dal settore degli ospiti dello stadio Franchi è partito il coro «Totti gol» dedicato al capitano rimasto malinconicamente in panchina mentre la sua squadra di Luis Enrique veniva triturata dai viola.
Fonte: Il messaggero