L'unificazione dell'Italia nel contesto europeo dal 1848 al 1870

Francescop93

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10 Giugno 2007
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RIASSUNTO di Storia: L'unificazione dell'Italia nel contesto europeo dal 1848 al 1870
1° guerra d'indipendenza, 2° guerra d'indipendenza, 3° guerra d'indipendenza


Nel 1848 l'Europa fu investita da un'ondata di moti insurrezionali.
In Italia la rivolta scoppiò inizialmente a Venezia e a Milano, che si ribellarono alla dominazione asburgica (austriaca). Anche l'Italia meridionale fu investita da moti insurrezionali dapprima a Palermo dove una rivolta costrinse Ferdinando II a concedere la Costituzione. La rivolta si propagò anche in altre città italiane e i rispettivi sovrani furono costretti a concedere la costituzione.

A Venezia la rivolta era guidata da Daniele Manin e Nicolò Tommaseo e portò alla proclamazione della Repubblica di San Marco nel marzo 1848.

A Milano, la rivolta conosciuta come "le cinque giornate di Milano" fu guidata da Carlo Cattaneo e portò all'instaurazione di un governo provvisorio costituito dagli insorti. La vittoria milanese spinse Carlo Alberto (sul trono dal 1831) a dichiarare guerra all'Austria. A lui si unirono anche Pio IX, Leopoldo II e Ferdinando II; la guerra contro l'Austria divenne quindi una guerra nazionale, l'esercito piemontese adottò il tricolore al posto della bandiera sabauda.
Ebbe inizio la 1° Guerra d'Indipendenza 1848-1849. Il regno sabaudo, dopo qualche successo ottenuto contro l'Austria, seguirono delle sconfitte e fu costretto a firmare l'armistizio con gli austriaci. (Approfondimento: Il regno sabaudo era il regno della casata dei Savoia e comprendeva Piemonte, Savoia, Nizza, Sardegna e Liguria).

Nello stato pontificio, a seguito della mobilitazione dei democratici e liberali, sorse nel 1849 la Repubblica Romana governato da un triumvirato (ovvero 3 persone): Mazzini, Saffi e Armellini i quali intrapresero una politica di laicizzazione dell'ex stato pontificio.

In Toscana i democratici cacciarono Leopoldo II che si rifuggiò a Gaeta, luogo nel quale si era rifugiato contemporaneamente Pio IX. Anche la toscana fu governata da un triumvirato: Mazzoni, Montanelli, Guerrazzi.

Carlo Alberto, timoroso per la perdita di prestigio della monarchia sabauda, piuttosto che sottostare alle pesanti condizioni austriache imposte con la pace, decise di continuare la guerra. Ma una nuova sconfitta lo costrinse ad abdicare a favore di Vittorio Emanuele II.
Nel frattempo caddero le rispettive repubbliche di Venezia, quella romana, e quella toscana, poiché ritornarono i vecchi sovrani.

Alla guida del governo sabaudo vi era Camillo Benzo di Cavour, il quale era convinto che stringendo alleanze con potenze straniere, sarebbe riuscito a cacciare l'Austria dalla penisola italiana per poter costituire un vasto regno dell'Italia settendrionale. Questa convinzione portò Cavour ad inviare in Crimea un contingente sardo: ciò consentì al regno sabaudo di partecipare al Congresso di Parigi dove Cavour sollevò la questione italiana.
Nell'incontro segreto di Plombiers, Cavour decide di allearsi con la Francia. Secondo questo gli accordi stipulati in segreto, Napoleone III sarebbe entrato in guerra a fianco del regno sabaudo solo nel caso in cui quest'ultimo fosse stato attaccato dall'Austria. In cambio la Francia avrebbe avuto Nizza e la Savoia. Cavour iniziò a provocare l'Austria facendo disporre delle truppe sabaude lungo il confine con i territori austriaci. Dopo un ultimatum austriaco respinto da Vittorio Emanuele II, l'Austria attaccò il regno di Sardegna ed ebbe così inizio la 2° Guerra d'Indipendenza.

La Francia onorò il patto segreto di Plombiers schierandosi con Vittorio Emanuele II. Dopo una serie di vittorie sardo-francesi, l'Austria si convinse a firmare l'armistizio di Villafranca nel 1859. La pace prevedeva la cessione della Lombardia da parte dell'Austria alla Francia, la quale poi successivamente la consegnò all'Italia e infine doveva mantenere l'ordine nell'Italia centrale.

Nel 1860 si tennero dei plebisciti con esito favorevole all'annessione al regno sabaudo. Terminava così la prima fase di unificazione pensata da Cavour.
A questo punto entrarono in scena i mazziniani con la spedizione dei mille volontari guidati da Giuseppe Garibaldi, avente lo scopo di fare insorgere la popolazione meridionale. La spedizione partì da Quarto il 5 maggio 1860. Garibaldi sbarcato in Sicilia piegò la resistenza delle male armate truppe borboniche e in nome di Vittorio Emanuele II proclamò la dittatuta. Stroncò nel sangue un moto contadino contro i proprietari terrieri e partì per la risalita verso Napoli. Garibaldi sbarcò in Calabria a Rumbolo di Melito di Porto Salvo nell'agosto del 1860 con la nave "Torino". Nella dimora scelta da Garibaldi per far riposare i volontari "Casina dei mille" rimase un paio di giorni, sotto l'attacco delle navi borboniche le quali però non inflissero alcun danno.

Da Melito di Porto Salvo i mille risalirono attraverso l'Aspromonte sino a Napoli, dove attese l'arrivo del re Vittorio Emanuele II. Ad ottobre, nell'incontro di Teano, Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele II tutti i territori da lui "liberati".
Nell'Italia meridionale dei plebisciti positivi permisero l'annesione al regno sabaudo.
Anche l'Umbria e le Marche furono annesse al regno sabaudo per mezzo di plebisciti. Il Lazio rimaneva territorio papale e il Veneto territorio austriaco. Nel marzo del 1861 Vittorio Emanuele II veniva proclamato re d'Italia.
A questo punto mancava poco per l'Unificazione dell'Italia.

Con lo scoppio della guerra austro-prussiana del 1866 l'Italia si schierò con la Prussia con l'intento di sottrarre il Veneto all'Austria. Aveva inizio così la 3° Guerra d'Indipendenza.
La guerra ebbe esito negativo per l'Italia, ma grazie alle vittorie prussiane, la Prussia vinse la guerra e con la Pace di Vienna l'Italia ottenne il Veneto.
Mancava solo lo stato pontificio per completare l'unificazione d'italia, ma Pio IX non era intenzionato a rinunciare al potere. Fu così che Garibaldi e i suoi volontari tentarono di occupare Roma ma non ci riuscirono perché Pio IX era difeso da Napoleone III, protettore dello stato pontificio. Ma con la caduta di Napoleone III a seguito della guerra franco-prussiana del 1870 nel quale fu sconfitto a Sedan, le truppe italiane guidate dal generale Cadorna entrarono a Roma e dopo aver aperto un varco presso Porta Pia il 20 settembre 1870 posero fine al potere temporale del papa. Nel luglio del 1870 Roma divenne capitale d'Italia.

Fonte: interamente mia dai miei studi