- 7 Marzo 2009
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Oggi nell'ospedale Albert Einstein di San Paolo si è spenta, in Terapia Intensiva, una Leggenda, Muore il Dottore del Calcio, il Poeta Brasiliano, è morto Socrates.
Socrates è morto a soli 57 anni, per un infezione intestinale. Aveva giocato 1 solo anno in Italia, 1 anno molto intenso alla Fiorentina, mai i Tifosi viola lo dimenticheranno.
Il Calcio intero è a lutto per la morte di questa grande Leggenda, nessuno è mai stato e nessuno sarà mai come lui.
Socrates è morto a soli 57 anni, per un infezione intestinale. Aveva giocato 1 solo anno in Italia, 1 anno molto intenso alla Fiorentina, mai i Tifosi viola lo dimenticheranno.
Il Calcio intero è a lutto per la morte di questa grande Leggenda, nessuno è mai stato e nessuno sarà mai come lui.
Paolo Rossi :
" Dispiace molto per Socrates, e un po' anche per noi: è un pezzo della nostra storia che si stacca e va via Socrates, prosegue Paolo Rossi, era in effetti un falso lento. Era un giocatore di non grande dinamismo, ma dal piede eccelso e soprattutto di grandissima intelligenza di gioco. Con Zico e Falcao era il simbolo di quel Brasile, oltre ad esserne il capitano. Ma c'è anche un altro aspetto che a Pablito piace ricordare. Socrates sembrava un giocatore di altri tempi - ricorda - era uno fuori dagli schemi. In campo certo, ma soprattutto fuori. Tutti lo conoscevano per la laurea in medicina e anche se non esercitava aveva tantissimi interessi culturali e sociali. Insomma, sotto tutti i punti di vista un atipico ".
Dino Zoff
Da capitano a capitano, a Socrates dico che rimarrà nella storia Dispiace per l'uomo. Anche per la giovane età. È stato un giocatore grandissimo, anche se in Italia aveva avuto delle difficoltà ad affermarsi. Ricordo quel gol dell'1-1 nell'82 - conclude Zoff, che in Nazionale era capitano come Socrates nel Brasile -. Quando si subisce una rete si pensa sempre di chi è la colpa ma gol così li fanno solo i campioni.
Antognoni
Sono davvero addolorato, tutti avevamo sperato che stesse meglio, che potesse recuperare. Purtroppo non è stato così». Così Giancarlo Antognoni commentando la notizia della morte avvenuta stamani a San Paolo dell'ex calciatore brasiliano che ha giocato a Firenze nella stagione '84-85, nella sua stessa Fiorentina. «Quell'anno io ero infortunato e non giocai molto, ma conservo comunque dei bei ricordi di Socrates - ha continuato Antognoni -. Era un vero personaggio, sopra le righe, con le sue medotologie, il suo tenore di vita, le sue idee. Fece fatica ad ambientarsi nel nostro calcio ma era un autentico campione, dotato di classe sopraffina e di grande carisma e personalità. I ricordi più speciali sono legati alle sfide in nazionale, su tutte Italia-Brasile al Mondiale '82, lui segnò anche il gol del momentaneo 1-1 ma alla fine vincemmo noi».
De Sisti
Socrates era un uomo molto intelligente, di grande classe. È venuto nonostante Antognoni, che aveva le chiavi del centrocampo della Fiorentina. Me lo ricordo come un obiettore, voleva sapere tutto: perchè non poteva fumare sul pullman, per quale motivo si dovesse andare in ritiro pre-partita il sabato. Un simpatico rompiscatole? Sì, è una definizione azzeccata». Dai microfoni dell'emittente romana TeleRadio Stereo, nel corso della trasmissione "La Signora in giallorosso", Giancarlo De Sisti ricorda il "Dottore" che allenò nella sua stagione alla Fiorentina. «Socrates era una persona intelligente, portato per la politica - dice ancora -, anche se purtroppo fumava e beveva un po' troppo». Sempre a proposito dell'ex centrocampista scomparso in mattinata, ed il cui fratello minore Raì fu campione del mondo ad Usa '94, 'Picchiò racconta un aneddoto che lo vide protagonista: «All'inizio della sua avventura alla Fiorentina - rivela De Sisti -, non stava andando benissimo e i giornali lo criticavano parecchio. Gli chiesi se sapeva di questa critiche, lui mi disse che i giornali li leggeva, ma guardava la parte politica, io gli dissi che invece leggevo solo la parte sportiva. A quel punto decidemmo di comprare un giornale solo e dividercelo. Poi mi ricordo anche quando eravamo in ritiro precampionato a Pinzolo ed io feci fare corse e ripetute alla squadra. Lui, che non era abituato ad allenarsi, ad un certo punto svenne e mi fece preoccupare».
Addio Dottore, Addio Leggenda, Addio Socrates.
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