- 6 Settembre 2009
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Il tecnico del Manchester City si confessa in una lunga intervista a SKY Sport 24: "Il club ha grandi prospettive e può arrivare ad essere tra i migliori club al mondo in poco tempo. Balotelli è il futuro del calcio italiano, io lo porterei ai Mondiali"
Orgoglio italiano - Due vittorie in pochi giorni, 5 gol segnati e zero subiti. Ha di che ridere Roberto Mancini: “Adesso sono qui, ho iniziato da poco, spero di fare bene e di stare qui tanto tempo per poter dare delle soddisfazioni a dei tifosi che non vincono da tantissimi anni e ad un club che ha dei proprietari straordinari e che meritano grandi successi”. L’allenatore del Manchester City si è confessato in una lunga intervista a SKY Sporte 24. L’ex tecnico dell’Inter dopo il lungo periodo di inattività non vede enormi differenze tra Serie A e Premier e appare oltremodo raggiante per la nuova avventura: "Il campionato è molto simile a quello italiano, non cambia molto. Cerco solo di parlare discretamente l'inglese. È capitato così, tutto in fretta. Penso che il Manchester City possa avere un grande futuro, mi hanno scelto loro. E io ho accettato perché mi sembra una bella sfida, il Manchester City non vince da tanto tempo, ci sono delle buone basi ed è un club molto serio. Non c'era spazio per me in Italia? Non credo questo, credo fosse una questione di tempo. Ho deciso di stare fermo un anno perché, dopo tanto tempo, avevo bisogno di ritrovare qualche stimolo nuovo e aspettare l'occasione giusta. C'erano state diverse occasioni però, poi, ho preferito aspettare e fare un'esperienza in Inghilterra".
Niente Juve - Mancini nega ogni contatto con la Juventus, "ma non c'è mai stato alcun contatto con i dirigenti della Juve. Poi, io credo che quando si dà la fiducia ad un allenatore, gli si debba stare vicino. E anche se in questo momento la Juve ha qualche problema, credo sia giusto che il club stia vicino all'allenatore". Nessuna proposta dalla Juve ma qualche altra offerta era arrivata anche dall’Italia: "Quattro o cinque, erano anche delle buone proposte, interessanti, però ho preferito aspettare un attimo, con una squadra italiana c'era stato un mezzo discorso però non ho approfondito. Non si tratta del Napoli né del Milan. Leonardo è un brava persona, un bravo allenatore, giovane, credo che il Milan gli sia stato vicino all'inizio e che adesso qualche risultato in più stia arrivando".
Obiettivi ambiziosi - Il Mancio guarda in alto per il suo City: "Dobbiamo migliorare, lavorare, anche se finora ho avuto poco tempo per farlo, ho tanti giocatori infortunati, giocatori bravi che andranno in Coppa d'Africa. Un po' di problemi ci sono e ci vuole del tempo per mettere tutte le cose a posto. Se, però, riusciremo a fare un buon lavoro, potremo arrivare tra le prime quattro". Già la Champions, la Coppa che manca nella sua bacheca e che ha fatto sì che si rompesse il connubio con Moratti: "Tutti la vogliono vincere ma è una sola, purtroppo - ride -. Non è semplice però credo che prima o poi possa arrivare. Il Manchester City prima di tutto deve arrivarci. Credo che il club abbia grandi prospettive e possa arrivare ad essere tra i migliori club al mondo in poco tempo. Bisogna ponderare bene gli acquisti e non spendere tanto per spendere".
Capitolo mercato - In Inghilterra hanno accostato ai Citizens tantissimi calciatori italiani negli ultimi giorni (Chiellini, Balotelli e Cassano): "Chiellini è il perno della difesa della Juve e quindi mi sembra un po' difficile che la Juve lo lasci partire. Per Balotelli vale lo stesso discorso, è un grande giocatore, può diventare un grande campione, è ancora giovane e non penso che l'Inter lo venda. Noi qualcosa faremo perché abbiamo molti infortunati, soprattutto in difesa, e poi siamo in pochi a centrocampo e quindi qualcosa faremo in queste zone del campo. Cassano? Lo ammiro perché è un grande giocatore. In questo momento, in quella zona del campo, noi siamo abbastanza coperti perchè abbiamo 5-6 giocatori con le stesse caratteristiche: Tevez, Bellamy, Wright Phillips, Robinho, tutti grandi giocatori in quel ruolo. Siamo un po' scoperti in altri settori del campo e se bisognerà fare uno sforzo, verrà fatto in quei settori li".
Spogliatoio unito - L’approdo di Mancini sulla panchina del City non è stato proprio indolore visto il legame tra Hughes e la squadra: "Ma io ho avuto un buon approccio con tutti sin dal primo giorno – afferma il tecnico di Jesi -. Bellamy è venuto da me dicendomi che aveva un'ottima relazione con Hughes ma che, essendo professionista, avrebbe fatto del suo meglio come sempre. Questo mi sembra abbastanza normale, anzi l'attaccamento a un tecnico è positivo. Da parte mia c'è stato il massimo apprezzamento per questa situazione e non ho avuto problemi con nessun giocatore".
L'Inter - Non poteva mancare un occhio al passato, ovvero all’Inter: “Io sono stato bene lì, sono stato quattro anni, abbiamo vinto tanto dopo una vita che non accadeva. Sono stato felice, ho fatto bene il mio lavoro e questa è la cosa più importante. Poi, è chiaro, quando uno va via da una società, può rimanerci male all'istante. Tornando indietro, rifarei tutto quello che ho fatto perché credo che quando uno compie un'azione, lo faccia pensando che sia giusta. A volte, poi, ci ripensa e crede magari di aver sbagliato però, credo fosse giusto così in quel momento". Al suo posto è arrivato Mourinho, sul quale il mancio non si sbilancia: "Non ci conosciamo bene e quindi non ci sono grandi rapporti. Ci siamo visti 4-5 volte e non abbiamo mai avuto opportunità di parlare. Non ci sono rapporti se non da colleghi. Se ho mai pensato che lui mi abbia 'fregato', sapendo di essere già l'allenatore dell'Inter quando c'ero ancora io? Non è importante perché quella è una decisione del club. L'Inter ha deciso di cambiare e quindi è anche giusto. Quando un presidente decide di cambiare allenatore, l'allenatore che arriva non è che c'entri molto". L’Inter continua ad essere fenomenale in Italia ed a soffrire in Europa: "Era già una grande squadra, è anche migliorata in questi ultimi due anni, sono stati presi molti giocatori. Penso che sia abbastanza difficile che qualcuno le possa arrivare davanti, perchè anche quando l'Inter rallenta un pò, le altre fanno fatica. Se la Juve fosse arrivata un pò più vicina, con il fatto che non giocherà la Coppa dei Campioni a febbraio, avrebbe potuto avere qualche chance in più. Il campionato è comunque ancora lungo, non si sa mai nel calcio, anche se l'Inter è la squadra più forte".
Balotelli e il sogno azzurro - Mancini non dimentica Balotelli che consiglia anche a Lippi in vista del Sudafrica e il suo vecchio sogno azzurro: "Mario è il futuro del calcio italiano, merita l'azzurro e se Balotelli avrà la possibilità che Lippi ci pensi, credo possa essere utile anche per la Nazionale in Sud Africa. La Nazionale è una cosa bella per tutti gli allenatori perché rappresentare il calcio italiano nel mondo è importante .Se un giorno arriverà questa possibilità, credo che vada presa in considerazione".
Orgoglio italiano - Due vittorie in pochi giorni, 5 gol segnati e zero subiti. Ha di che ridere Roberto Mancini: “Adesso sono qui, ho iniziato da poco, spero di fare bene e di stare qui tanto tempo per poter dare delle soddisfazioni a dei tifosi che non vincono da tantissimi anni e ad un club che ha dei proprietari straordinari e che meritano grandi successi”. L’allenatore del Manchester City si è confessato in una lunga intervista a SKY Sporte 24. L’ex tecnico dell’Inter dopo il lungo periodo di inattività non vede enormi differenze tra Serie A e Premier e appare oltremodo raggiante per la nuova avventura: "Il campionato è molto simile a quello italiano, non cambia molto. Cerco solo di parlare discretamente l'inglese. È capitato così, tutto in fretta. Penso che il Manchester City possa avere un grande futuro, mi hanno scelto loro. E io ho accettato perché mi sembra una bella sfida, il Manchester City non vince da tanto tempo, ci sono delle buone basi ed è un club molto serio. Non c'era spazio per me in Italia? Non credo questo, credo fosse una questione di tempo. Ho deciso di stare fermo un anno perché, dopo tanto tempo, avevo bisogno di ritrovare qualche stimolo nuovo e aspettare l'occasione giusta. C'erano state diverse occasioni però, poi, ho preferito aspettare e fare un'esperienza in Inghilterra".
Niente Juve - Mancini nega ogni contatto con la Juventus, "ma non c'è mai stato alcun contatto con i dirigenti della Juve. Poi, io credo che quando si dà la fiducia ad un allenatore, gli si debba stare vicino. E anche se in questo momento la Juve ha qualche problema, credo sia giusto che il club stia vicino all'allenatore". Nessuna proposta dalla Juve ma qualche altra offerta era arrivata anche dall’Italia: "Quattro o cinque, erano anche delle buone proposte, interessanti, però ho preferito aspettare un attimo, con una squadra italiana c'era stato un mezzo discorso però non ho approfondito. Non si tratta del Napoli né del Milan. Leonardo è un brava persona, un bravo allenatore, giovane, credo che il Milan gli sia stato vicino all'inizio e che adesso qualche risultato in più stia arrivando".
Obiettivi ambiziosi - Il Mancio guarda in alto per il suo City: "Dobbiamo migliorare, lavorare, anche se finora ho avuto poco tempo per farlo, ho tanti giocatori infortunati, giocatori bravi che andranno in Coppa d'Africa. Un po' di problemi ci sono e ci vuole del tempo per mettere tutte le cose a posto. Se, però, riusciremo a fare un buon lavoro, potremo arrivare tra le prime quattro". Già la Champions, la Coppa che manca nella sua bacheca e che ha fatto sì che si rompesse il connubio con Moratti: "Tutti la vogliono vincere ma è una sola, purtroppo - ride -. Non è semplice però credo che prima o poi possa arrivare. Il Manchester City prima di tutto deve arrivarci. Credo che il club abbia grandi prospettive e possa arrivare ad essere tra i migliori club al mondo in poco tempo. Bisogna ponderare bene gli acquisti e non spendere tanto per spendere".
Capitolo mercato - In Inghilterra hanno accostato ai Citizens tantissimi calciatori italiani negli ultimi giorni (Chiellini, Balotelli e Cassano): "Chiellini è il perno della difesa della Juve e quindi mi sembra un po' difficile che la Juve lo lasci partire. Per Balotelli vale lo stesso discorso, è un grande giocatore, può diventare un grande campione, è ancora giovane e non penso che l'Inter lo venda. Noi qualcosa faremo perché abbiamo molti infortunati, soprattutto in difesa, e poi siamo in pochi a centrocampo e quindi qualcosa faremo in queste zone del campo. Cassano? Lo ammiro perché è un grande giocatore. In questo momento, in quella zona del campo, noi siamo abbastanza coperti perchè abbiamo 5-6 giocatori con le stesse caratteristiche: Tevez, Bellamy, Wright Phillips, Robinho, tutti grandi giocatori in quel ruolo. Siamo un po' scoperti in altri settori del campo e se bisognerà fare uno sforzo, verrà fatto in quei settori li".
Spogliatoio unito - L’approdo di Mancini sulla panchina del City non è stato proprio indolore visto il legame tra Hughes e la squadra: "Ma io ho avuto un buon approccio con tutti sin dal primo giorno – afferma il tecnico di Jesi -. Bellamy è venuto da me dicendomi che aveva un'ottima relazione con Hughes ma che, essendo professionista, avrebbe fatto del suo meglio come sempre. Questo mi sembra abbastanza normale, anzi l'attaccamento a un tecnico è positivo. Da parte mia c'è stato il massimo apprezzamento per questa situazione e non ho avuto problemi con nessun giocatore".
L'Inter - Non poteva mancare un occhio al passato, ovvero all’Inter: “Io sono stato bene lì, sono stato quattro anni, abbiamo vinto tanto dopo una vita che non accadeva. Sono stato felice, ho fatto bene il mio lavoro e questa è la cosa più importante. Poi, è chiaro, quando uno va via da una società, può rimanerci male all'istante. Tornando indietro, rifarei tutto quello che ho fatto perché credo che quando uno compie un'azione, lo faccia pensando che sia giusta. A volte, poi, ci ripensa e crede magari di aver sbagliato però, credo fosse giusto così in quel momento". Al suo posto è arrivato Mourinho, sul quale il mancio non si sbilancia: "Non ci conosciamo bene e quindi non ci sono grandi rapporti. Ci siamo visti 4-5 volte e non abbiamo mai avuto opportunità di parlare. Non ci sono rapporti se non da colleghi. Se ho mai pensato che lui mi abbia 'fregato', sapendo di essere già l'allenatore dell'Inter quando c'ero ancora io? Non è importante perché quella è una decisione del club. L'Inter ha deciso di cambiare e quindi è anche giusto. Quando un presidente decide di cambiare allenatore, l'allenatore che arriva non è che c'entri molto". L’Inter continua ad essere fenomenale in Italia ed a soffrire in Europa: "Era già una grande squadra, è anche migliorata in questi ultimi due anni, sono stati presi molti giocatori. Penso che sia abbastanza difficile che qualcuno le possa arrivare davanti, perchè anche quando l'Inter rallenta un pò, le altre fanno fatica. Se la Juve fosse arrivata un pò più vicina, con il fatto che non giocherà la Coppa dei Campioni a febbraio, avrebbe potuto avere qualche chance in più. Il campionato è comunque ancora lungo, non si sa mai nel calcio, anche se l'Inter è la squadra più forte".
Balotelli e il sogno azzurro - Mancini non dimentica Balotelli che consiglia anche a Lippi in vista del Sudafrica e il suo vecchio sogno azzurro: "Mario è il futuro del calcio italiano, merita l'azzurro e se Balotelli avrà la possibilità che Lippi ci pensi, credo possa essere utile anche per la Nazionale in Sud Africa. La Nazionale è una cosa bella per tutti gli allenatori perché rappresentare il calcio italiano nel mondo è importante .Se un giorno arriverà questa possibilità, credo che vada presa in considerazione".