Uno dei portavoce della coalizione ha spiegato i motivi che hanno spinto i vari editori a tal punto. Se la scansione e la traduzione online dei manga è servità a portare in rilievo nel corso degli anni le opere nipponiche, ora i siti che ospitano manga non sono più no-profit ma anzi grazie al grande numero di visite che ricevono, sono in grado di guadagnare ingenti quantità di denaro dalle inserzioni pubblicitarie. Insomma un servizio che una volta veniva offerto dagli appassionati per far conoscere opere di rilievo al di fuori del Sol Levante si è trasformata in uno sporco metodo di guadagno che giustifica la rabbia degli editori nipponici.
Il portavoce ha inoltre dichiarato: “rimasti senza alternative, se non quella di intraprendere un’azione aggressiva. È nostra sincera speranza che i siti che violano i diritti provvederanno da loro a cessare immediatamente le loro attività. Se così non fosse, tuttavia, richiederemo un provvedimento ingiuntivo ed il risarcimento dei danni“.
È stato possibile venire a conoscenza di questa nuova strategia anti pirateria grazie alla rivista PublisherWeekly, dove in un articolo è stata esposta l’intera vicenda. Di recente il noto portale Raw Paradise è stato chiuso a seguito di una lettera aperta da parte dei redattori di Weekly Shonen Jump, nota rivista nipponica sui manga e gli anime.
È anche vero però che in un paese come l’Italia in cui opere come manga e anime vengono considerate dai più come “roba da bambini”, grazie alle scanlation, nel corso degli anni si è assistito a una progressiva diffusione di manga di rilievo che in poco tempo hanno spazzato via molti degli stereotopi, tuttavia ci sentiamo in dovere di appoggiare gli editori giapponesi che da sempre hanno apprezzato la diffusione delle scanlation per i siti no-profit, le quali hanno spianato la strada ad alcune opere che in una terra come l’Italia non avremo mai visto nascere.
Cosa ne pensate voi sull’intera facenda? dite la vostra!
Mondomanga