Mario e la fabbrica di cocaina "Le buste a 10 metri da me"

LoLLoPoWa

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5 Agosto 2010
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Balotelli ai pm sulla visita a Scampia in compagnia dell'imprenditore Marco Iorio: "Ci portarono in motorino, vidi a 10 metri da me le buste con la droga". E Lavezzi conferma di aver conosciuto il figlio del boss Lo Russo: "Per me era solo un capo ultrà"


Per il Mario Balotelli calciatore è un ottimo momento: in ritiro con la Nazionale, con cui giocherà le amichevoli contro Polonia e Uruguay, prima messa a punto in vista di un Europeo che molti sperano sia la vetrina definitiva per il talento nato a Palermo; in testa alla Premier con il Manchester City, con cinque gol in sette partite, e le parole dolci di Mancini. Fuori dal campo però è sempre la solita storia. Questa volta a far notizia non sono le bravate con le bionde, o le liste della spesa della mamma rimaste inevase, o i fuochi d'artificio che ne incendiano la casa. Ma le dichiarazioni rilasciate ai pm del pool anticamorra Sergio Amato e Enrica Parascandolo, in merito all'inchiesta per la "visita" del giocatore a Scampia. Come riportato dal Mattino di Napoli, l'ex giocatore dell'Inter, accompagnato in scooter dall'imprenditore Marco Iorio, avrebbe visitato i luoghi dello spaccio dei quartieri di Napoli e una vera e propria "fabbrica della cocaina".


BUSTE — Agli atti risulta che Iorio aiutò Balotelli a noleggiare una barca usata "per fare un giro a Capri insieme a un amico e qualche ragazza". Quindi, prosegue Balotelli, "gli chiesi di fare un giro ai Quartieri e nelle Vele di Secondigliano". Il giocatore, assieme a due amici, venne accompagnato in scooter dallo stesso imprenditore, e da altre due persone, "scortati" da altre persone in motorino che indicarono loro i luoghi dello spaccio. "Ebbi modo di vedere - racconta Balotelli - da una distanza di circa 10 metri un tavolo con sopra buste di droga". La visita a Scampia e Secondigliano dell'attaccante italiano venne segnalata in un'informativa dei carabinieri di Castello di Cisterna del 2010. Balotelli ha sempre ribadito di aver appreso solo in seguito, dai media, di essere stato accompagnato da "persone non buone".



LAVEZZI — Agli atti della procura, come riporta il Mattino, compare anche la testimonianza dell'attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi, che ha dichiarato di aver conosciuto Antonio Lo Russo, figlio del boss pentito Salvatore Lo Russo. “Ma - si legge nelle dichiarazioni di Lavezzi - ho appreso solo dai giornali che si trattava di un latitante, io lo conoscevo in quanto capo ultrà. Lo Russo è venuto anche qualche volta a casa mia, in occasione di incontri con i tifosi, dal momento che c’è anche in Argentina un’abitudine dei giocatori di mantenere rapporti con i capi delle tifoserie. Poi se non ricordo male Antonio si adoperò con uno striscione per impedire che venissi trasferito dal Napoli quando si diffusero le voci di una mia cessione". Sull'imprenditore Marco Iorio, Lavezzi ha detto ai pm: “Era un mio punto di riferimento, andavo molto spesso a mangiare da lui e uscivo con lui”. Poi, a proposito delle scatole di orologi trovate a casa dell'imprenditore, l'attaccante argentino ha dichiarato: “Quando lasciavo Napoli, mi capitava di lasciare orologi e preziosi a lui per motivi di sicurezza”.



Fonte: Gazzetta.it