Materiale indistruttibile
Oggi, insieme a @Kaito e @J3nK1y, ho affrontato questo argomento che reputo molto affascinante ed interessante. La domanda è questa:
Secondo voi esiste un materiale, che ovviamente non conosciamo, indistruttibile?
La mia risposta è si, a mio parere esiste un materiale che ancora non scopriamo capace di resistere praticamente a tutto, bombe nucleari, atomiche, alle alte temperature...
La risposta si trova al centro della terra, come detto da Danilo... purtroppo attualmente non siamo riusciti a scavare oltre un certo limite appunto a causa della temperatura, non abbiamo attrezzature che sono in grado di resistere alla temperatura che si alza man mano che si scende sottoterra.
Ho trovato questo su internet:
Voi cosa ne pensate? Esprimete i vostri dubbi o pareri qui sotto
Oggi, insieme a @Kaito e @J3nK1y, ho affrontato questo argomento che reputo molto affascinante ed interessante. La domanda è questa:
Secondo voi esiste un materiale, che ovviamente non conosciamo, indistruttibile?
La mia risposta è si, a mio parere esiste un materiale che ancora non scopriamo capace di resistere praticamente a tutto, bombe nucleari, atomiche, alle alte temperature...
La risposta si trova al centro della terra, come detto da Danilo... purtroppo attualmente non siamo riusciti a scavare oltre un certo limite appunto a causa della temperatura, non abbiamo attrezzature che sono in grado di resistere alla temperatura che si alza man mano che si scende sottoterra.
Ho trovato questo su internet:
Damon Teagle, un geologo del National Oceanography Centre presso l'Università di Southampton, Regno Unito, e Benoit Ildefonse dell'ateneo di Montpellier, in Francia, stanno progettando un esperimento a dir poco singolare: vogliono effettuare una perforazione di 8000 metri sul fondo del Pacifico per scoprire i processi che hanno portato alla formazione del pavimento oceanico e della crosta terrestre.
Lo studio, che a prima vista sembra degno di un film di fantascienza, permetterà per la prima volta agli scienziati di poter maneggiare campioni di roccia provenienti dalla discontinuità di Mohorovičić, cioè la zona di confine tra la crosta terrestre e il mantello. Si tratta di materiale vecchio di miliardi di anni, molto più di qualunque altra roccia attualmente a disposizione dei ricercatori. (Scopri i buchi naturali o artificiali più grandi del pianeta)
Lo studio della concentrazione di uranio, potassio e altre sostanze permetterà di chiarire cosa è successo in epoche remote, quando il nucleo del nostro pianeta e la parte più superficiale, cioè la crosta, hanno iniziato a differenziarsi.
Dal punto di vista tecnologico l'esperimento non è certo una passeggiata: Teagle e Ildefonse prevedono di iniziare la loro perforazione in mezzo al Pacifico a oltre 4000 metri di profondità, dove la crosta terrestre è spessa solo 6 km contro i 10 o più delle zone emerse. Materiali e procedure sono ancora tutti da inventare: attorno ai 6.000 metri i ricercatori troveranno temperature di oltre 560°C e pressioni di una tonnellata per centimetro quadrato. (Come catturare il calore della Terra per produrre energia in 15 spettacolari immagini) Servono materiali leggeri ma resistenti, lubrificanti speciali, sistemi per la trasmissione dei dati e molto altro ancora.
Secondo gli scienziati i luoghi potenzialmente più interessanti per il superbuco sono tre: le acque al largo delle Hawaii, della Baia dell California o del Costa Rica. (Come nasce un Oceano?)
Ma un buco così profondo non sarà anche pericoloso? «No», affermano i ricercatori, «e non ci saranno nemmeno danni ambientali: nessuna fuga di gas nè di petrolio, che a quelle profondità e in quelle zone non ci sono». Insomma, il pericolo di una Deep Water Horizon 2 sembra scongiurato.
Se tutto andrà bene i lavori inizieranno entro il 2020.
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