- 28 Luglio 2009
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un pastore protestante? Sì, se è un eterosessuale, no se è gay. Questo avviene finora in Germania, e il dibattito si sta accendendo su un eventuale cambiamento che sarebbe epocale
Da alcuni anni i gay tedeschi possono unirsi civilmente, in una forma giuridica simile ai Pacs francesi o alle civil partnership britanniche. Settimana scorsa otto vescovi emeriti hanno scritto una lettera a Christ & Welt, inserto della Die Zeit, per rimarcare la loro ferma contrarietà alla presenza di pastori gay uniti davanti alla legge nella comunità evangelica. Questa settimana la Die Zeit ospita la risposta dei teologi , affermando otto motivi per i quali il matrimonio gay è compatibile con il sacerdozio protestante.
NUOVI MODELLI – Ciò che viene predicato dai pastori non dovrebbe essere in contrasto con il loro stile di vita. Partendo da questo assunto, la teologa Stephanie Schardien rimarca come i sacerdoti protestanti possano essere single, divorziati, conviventi, forme di famiglia in passato non accettate ma ancora pienamente integrate nella comunità evangelica. Un cambiamento di prospettiva riconosciuto dalla Chiesa protestante negli ultimi decenni, perché non conta più la forma esterna nelle quali le relazioni vengono vissute, ma il loro modo di essere. Dove c’è amore, c’è una famiglia. Il modello, che si accorda al messaggio evangelico, è quello di un concorde, responsabile e armonioso vivere comune, e in questo non c’è differenza tra un matrimonio o un’unione civile.
L’ANTICA NATURALEZZA – L’uomo definisce da sé la sua natura, perché a differenza degli altri esseri viventi noi plasmiamo il mondo che ci circonda. In questo senso, essere gay, un orientamento sessuale che caratterizza fin dalla nascita chi lo è, sarebbe contro natura come la lettura o la scrittura. Neanche la visione solamente biologica del rapporto uomo e donna finalizzato alla sola concezione regge per la nuova dottrina luterana. Il teologo Bernd Oberdorfer rimarca come il compito della Chiesa non sia quello di confermare gli antichi pregiudizi, ma di mettere in discussione, come già fece Gesù, chi veniva escluso dalla società perché all’epoca era un barbaro, o anche una donna. “Se la Chiesa protestante si definisce una comunità radicalmente inclusiva, perché dovrebbe escludere solo i gay e le lesbiche?”m
Da alcuni anni i gay tedeschi possono unirsi civilmente, in una forma giuridica simile ai Pacs francesi o alle civil partnership britanniche. Settimana scorsa otto vescovi emeriti hanno scritto una lettera a Christ & Welt, inserto della Die Zeit, per rimarcare la loro ferma contrarietà alla presenza di pastori gay uniti davanti alla legge nella comunità evangelica. Questa settimana la Die Zeit ospita la risposta dei teologi , affermando otto motivi per i quali il matrimonio gay è compatibile con il sacerdozio protestante.
NUOVI MODELLI – Ciò che viene predicato dai pastori non dovrebbe essere in contrasto con il loro stile di vita. Partendo da questo assunto, la teologa Stephanie Schardien rimarca come i sacerdoti protestanti possano essere single, divorziati, conviventi, forme di famiglia in passato non accettate ma ancora pienamente integrate nella comunità evangelica. Un cambiamento di prospettiva riconosciuto dalla Chiesa protestante negli ultimi decenni, perché non conta più la forma esterna nelle quali le relazioni vengono vissute, ma il loro modo di essere. Dove c’è amore, c’è una famiglia. Il modello, che si accorda al messaggio evangelico, è quello di un concorde, responsabile e armonioso vivere comune, e in questo non c’è differenza tra un matrimonio o un’unione civile.
L’ANTICA NATURALEZZA – L’uomo definisce da sé la sua natura, perché a differenza degli altri esseri viventi noi plasmiamo il mondo che ci circonda. In questo senso, essere gay, un orientamento sessuale che caratterizza fin dalla nascita chi lo è, sarebbe contro natura come la lettura o la scrittura. Neanche la visione solamente biologica del rapporto uomo e donna finalizzato alla sola concezione regge per la nuova dottrina luterana. Il teologo Bernd Oberdorfer rimarca come il compito della Chiesa non sia quello di confermare gli antichi pregiudizi, ma di mettere in discussione, come già fece Gesù, chi veniva escluso dalla società perché all’epoca era un barbaro, o anche una donna. “Se la Chiesa protestante si definisce una comunità radicalmente inclusiva, perché dovrebbe escludere solo i gay e le lesbiche?”m