- 7 Febbraio 2010
- 239
- 0
- Miglior risposta
- 0
MISSIONE APOLLO 20
Ufficialmente le gloriose missioni “Apollo”, che hanno portato l’uomo sulla luna, si sono concluse con Apollo 17, una teoria alternativa è saltata fuori negli ultimi anni; le missioni apollo potrebbero essere arrivate fino alla 20, le missioni successive sarebbero rimaste top-secret per via dell’obbiettivo da raggiungere. Lo scopo di “Apollo 20”, in particolare sarebbe stato quello di esplorare una presunta navicella aliena, fotografata sul lato oscuro della luna negli anni precedenti dalla missione Apollo 17 (vedi foto sotto). L’oggetto di 5km di lunghezza era adagiato sul suolo del nostro satellite probabilmente da molte migliaia di anni dato che a prima vista presentava fori riconducibili a bombardamenti di asteroidi e strati di polvere lunare depositata sulla nave nel corso degli anni. Ma sul nostro satellite non ci sarebbe stata solo una navicella, anche una vera e propria stazione spaziale, enorme, delle dimensioni di una città e probabilmente là da milioni di anni. Tutto è cominciato grazie alla rivelazione fatta da William Rutledge, un’astronauta a bordo dell’Apollo 20 che ora vivrebbe sotto copertura. Tempo dopo comparve pure un video, il video in questione è questo:
[YT]Jt4PGkYQRlA&feature[/YT]
LA MISSIONE
Apollo 20 fù lanciato il 16 Agosto 1976, a bordo del modulo lunare (identico a quello servito 4 anni prima per la missione che portò l’uomo per la prima volta sulla luna), vi erano: William Rutledge, Leona Snyder ed Alexi Leonov, cosmonauta sovietico. La destinazione della missione era il cratere “Iszak D” nel lato oscuro della luna, dove era adagiata la presunta navicella aliena e poco più distante da lì la stazione spaziale.
La missione durò circa 7 giorni, durante i quali gli astronauti esaminarono le rovine e la navicella, e scattarono centinaia di immagini. Dentro la navicella però ci fù la scoperta più clamorosa, il cadavere perfettamente ibernato di una extraterrestre femmina che soprannominarono “monnalisa”. I corpi in realtà sarebbero stati due, ma per motivi di spazio a bordo dell’Apollo-Soyuz e per permettere ai cosmonauti di prendere anche equipaggiamento e apparecchiature dalla nave, un corpo lo lasciarono lì dove era e scelsero quello meglio conservato. Della aliena in questione esiste anche un video che mostra l'aliena a bordo del LEM assieme agli astronauti della missione:
[YT]fuZnWI_zZVQ&feature[/YT]
Non possiamo dire niente ne sbilanciarci sulla veridicità del video in questione, comunque come al solito non mancano pro e contro; c’è chi come al solito in questi casi dice che è la scoperta più grande della storia, e chi dice che è solo un fantoccio realizzato da qualche esperto in effetti speciali.
Successivamente, al ritorno sulla terra gli scienziati della NASA esaminarono tutti gli oggetti rinvenuti (corpo compreso) e le immagini catturate dalla missione; Dalle immagini si notò subito il forte stato di rovina della città e della navicella, che essendo sulla luna, e quindi in un ambiente senza atmosfera, sarebbero state continuamente esposte a bombardamenti da parte di piccole meteoriti e detriti spaziali. Basandosi proprio sugli effetti di questi bombardamenti, gli scienziati potettero dare una datazione approssimativa alle rovine aliene; si presumeva che la nave e la città fossero li sicuramente da molti milioni di anni, alcune voci ipotizzano addirittura da oltre un miliardo e mezzo di anni.
LA MISSIONE APOLLO 19
Ovviamente prima della missione Apollo 20 ci deve essere stata anche una missione Apollo 19; Questa missione sarebbe fallita a causa di problemi tecnici a bordo del vettore che stava portando gli astronauti sulla luna. William Rutledge a suo tempo parlò di questo incidente e fù postato anche un video nel quale si sente un dialogo tra un astronauta a bordo dell'Apollo 19 e il controllo missione.
[YT]WqOOa8Bzwpo&feature[/YT]
APPROFONDIMENTI SUL CASO APOLLO 20
IL POLIGONO DI LANCIO DELLA BASE AEREA DI VANDENBERG: AL CENTRO DI PROGRAMMI SPAZIALI SEGRETI
Siccome in Rete m'imbatto spesso in scritti che denotano una certa approssimazione nel discutere concetti e storia dell'astronautica e del volo spaziale - in particolare a proposito della Base di Vandenberg - lasciamo la parola ad un ex militare statunitense e ad una firma prestigiosa del giornalismo scientifico americano.
In un mio recente scritto pubblicato dal periodico MarcaAperta - bimestrale di cultura ed informazione distribuito in Veneto - ho messo in luce le recenti dichiarazioni di Bob Dean al dibattito del simposio di esopolitica di Barcellona, e quelle di un vecchio articolo di Broad scritto nel 1989 per le pagine del The New York Times. Ecco un estratto del mio scritto:
[...] Sia come sia, recentemente un ex sottufficiale dell'Esercito Americano di nome Robert Orel Dean (nato in USA, nel 1929) – un vero gentiluomo con cui ho avuto un rapporto epistolare che si è concretizzato nella prefazione alla seconda edizione del mio saggio “The American Armageddon” che egli ha cortesemente accettato di firmare – ha portato all'attenzione del pubblico la sua testimonianza di ex insider che ha raccolto negli anni diverse indiscrezioni in merito a programmi spaziali segreti: in occasione del dibattito all'European Exopolitics Summit 2009 - tenutosi a Barcellona dal 25 al 26 giugno 2009 – Robert Dean (Bob per gli amici) ha parlato di un “separate space program” che gli Stati Uniti porterebbero avanti da decenni, parallelamente a quello della NASA: cioè un programma spaziale separato del Pentagono, finanziato con il cosiddetto black budget. Questo programma spaziale avrebbe utilizzato come poligoni di lancio la base aerea di Vandenberg (in California) ed altre installazioni segrete ubicate nello Utah, in Nevada, e perfino su alcune isole del Pacifico, come l'atollo di Kwajalein.
La base dell'USAF (l'Aeronautica Militare Americana) di Vandenberg è proprio la base da cui sarebbe partito un razzo Saturno V che avrebbe spedito nello Spazio sia l'Apollo 19, sia l'Apollo 20. Ora, qualora tali missioni spaziali – ufficialmente mai avvenute – abbiano veramente avuto luogo, che siano partite da un atollo nel Pacifico (l'Isola di Diego Garcia nell'Oceano Indiano è un altro luogo che costituisce un poligono di lancio spaziale) oppure proprio dalla costa californiana, poco importa.
Infatti proprio alla fine degli anni'80 il Dipartimento della Difesa statunitense (DoD) smantellò un segreto complesso spaziale pensato per operare parallelamente alla NASA, e dal costo di 5 miliardi di dollari. Tale complesso – ci racconta il giornalista William J. Broad in un articolo pubblicato il 7 agosto 1989 sulle pagine del The New York Times, e dal titolo “Pentagon Leaves the Shuttle Program” – si divideva fra il Colorado e la California.
Proprio in California, a Los Angeles, era localizzato un organico di 32 astronauti americani, tutti militari, destinati a pilotare ed utilizzare navette Space Shuttle, che sarebbero partite proprio dalla base di Vandenberg. Il programma spaziale militare raggiunse il suo apice – ci dice Broad – negli anni 1984-85, con 4200 persone impegnate nei lavori.
Il tragico incidente accaduto allo Space Shuttle Challenger, nel 1986, ha giocato un ruolo determinante nell'affossare il programma segreto del Pentagono.
da Programmi spaziali segreti,
di Luca Scantamburlo, © MarcaAperta, nr.5, anno VIII, ottobre-novembre 2009, pagina 8.
Aggiungo e commento quanto segue: non solo dalla Base di Vandenberg è partita la sonda spaziale Clementine nel 1994 - destinazione Luna - ma proprio da tale base dell'USAF fu lanciato nel 1983 anche il celeberrimo telescopio spaziale all'infrarosso denominato IRAS. Non si capisce dunque come si possa affermare che dalla base di Vandenberg non è possibile lanciare grandi vettori spaziali, quando documentazione ufficiale e storia dell'astronautica dimostrano proprio il contrario. La stessa NASA presenta fra la sua documentazione on-line un grafico in cui si evidenzia proprio i due poligoni di lancio per la flotta Space Shuttle: quello del Kennedy Space Center in Florida e quello di Vandenberg (vedi la foto riprodotta a lato).
Questo non significa che dalla base di Vandenberg sia effettivamente partito un Saturno V in missione segreta, ma dimostra che nulla vieta che sia stato possibile farlo in passato. E questo a prescindire che un Saturno V sia effettivamente partito da lì, oppure dal Pacifico o dall'Oceano indiano.
A proposito della possibile caduta degli stadi del razzo su territorio urbano, si legga in proposito la sensata osservazione di "moonwalker1966delta" nel corso della mia intervista (risposta nr.1), una repica alla obiezione sollevata da un pilota americano che mi scrisse anni fa (e che non escluse la possibilità di un lancio segreto da Vandenberg, anche se egli era più propenso ad un possibile lancio dal poligono dell'Isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, isolato e lontano da occhi indiscreti).
In conclusione: chiunque siano "retiredafb" e "moonwalker1966delta", sono dell'avviso che difficilmente siano dei semplici burloni od un burlone che gioca su due fronti, recitando due psicologie e due caratteri.
Il caso dell'Apollo 19-20 - nella mia opinione argomentata dalle mie inchieste e discussioni che durano da più di due anni - è un'operazione d'intelligence. Cosa, fra l'altro, già così definita pubblicamente da altri nell'ottobre 2007, anche se con una diversa chiave di lettura dell'intera storia.
La vicenda e quanto è emerso fino ad oggi dalla discussione, rientra probabilmente in quel piano di divulgazione della realtà aliena approntato per l'opinione pubblica decenni fa (vedi le dichiarazioni del Senatore americano B. Goldwater in una sua lettera datata metà anni '70, oppure il controverso documento del "Public Acclimation Program" emerso nei primi anni '90).
Oppure potrebbe trattarsi di un analogo programma ma separato da questo, e concepito da alcuni insider dell'ambiente politico-militare di Washington e non solo di Washington, stanchi del segreto apposto su caso Roswell e su tutto quello che ne è derivato. Delle "schegge impazzite" del sistema - magari tollerate dalle alte sfere - e che appartengono a personale in pensione dell'USAF e della NASA in primis, ma non solo.
Siano essi individui in riserva od in servizio, essi hanno deliberatamente distorto informazioni biografiche personali recitando un qualche copione (vedi la residenza di William Rutledge in Africa, la sua età ed il suo statuto di pilota di test di volo civile ma impiegato dall'USAF, una contraddizione in termini se ci si ferma a riflettere: un pilota impiegato dall'USAF in quell'epoca, e volontario per il progetto MOL-GEMINI, doveva essere per forza un militare addestrato al volo, non certo un semplice civile).
Mescolando filmati autentici con video falsi ed inserendoli in un contesto storico-scientifico dettagliato, essi stanno forse cercando di sondare il terreno non solo dell'opinione pubblica e degli ufologi, ma anche di enti e comunità politiche al fine di lanciare segnali controversi di disclosure, che potrebbero presto spingere qualche ente governativo od un Paese ad una parziale ammissione dell'esistenza di strutture artificiali sulla Luna, cioè di segni di vita intelligente aliena. Penso a Paesi come il Giappone, l'India o la Cina.
Eredità di insediamenti, colonie o veicoli abbandonati in un remoto passato da antiche civiltà non terrestri. Una possibilità - questa della scoperta di segni di vita intelligente su altri pianeti del Sistema Solare - contemplata dal cosiddetto Rapporto Brookings voluto dalla NASA alla fine degli anni'50, redatto dall'autorevole Brookings Institution di Washington, D.C., e discusso al Congresso americano (alla Camera dei Rappresentanti, nell'ambito del Comitato sulla Scienza e l'Astronautica) nell'aprile 1961. Il rapporto è dedicato agli studi proposti sulle implicazioni delle attività spaziali per le attività umane. Studi soprattutto sociologici ed antropologici.
In alcune sue pagine - in sintesi - si suggeriva anche la possibilità di nascondere all'opinione pubblica una tale scoperta, che potrebbe mettere in crisi la nostra civiltà e determinare l'annientamento di molti dei suoi valori, fino alla possibile disintegrazione della società stessa (vedi il paragrafo The implications of a discovery of extraterrestrial life, contenuto nel rapporto Proposed Studies on the Implications of Peaceful Activities for Human Affairs).
LE PREVISIONI DI WILLIAM RUTLEDGE: DUE SU TRE SI SONO AVVERATE
Nel corso dell'intervista del maggio 2007 (pubblicata in Italia sulla rivista UFO Notiziario nell'estate 2007), William Rutledge ci avvisò di un incremento di avvistamenti UFO. Dalla risposta nr. 6 dell'intervista in inglese:
<<[...] It's the announcement of "the wonder of it all" maybe, and 2012 is coming fast. I also think that UFOs will appear more often starting from September 2007>>.
cioè, la sua divulgazione sarebbe cominciata per via dell'annuncio del documentario The Wonder of It All, il quale celebra i 12 uomini che ufficialmente hanno calcato il suolo lunare.
Ma fra le motivazioni, anche il fatto che la data del 2012 si sta avvicinando, e perché egli pensava che gli oggetti volanti non identificati sarebbero apparsi più spesso a partire dal settembre 2007. Se chiedete a qualunque studioso di ufologia, egli non potrà esimersi dal confermare che l'anno 2009 (e soprattutto la sua estate) ha - statistiche alla mano - mostrato un aumento significativo di segnalazioni di oggetti e fenomeni non identificati nei nostri cieli. Come poteva il misterioso "retiredafb" esserne a conoscenza nel 2007? Ha semplicemente tirato ad indovinare?
Nel mio scritto in inglese intitolato <<What Is Going on in Space?>> del 27 dicembre 2007, divulgavo per la prima volta sul mio portale Web cosa "retiredafb" - il dichiarato Willliam Rutledge - mi confidò il primo luglio 2007: a partire dal settembre 2007, si sarebbe dovuto assistere ad un incremento di fenomeni celesti, fino al 2012. Puntualmente, sembra proprio che esso si stia verifcando.
Nel mio scritto in inglese di allora portai come prova uno snapshot della rivelazione di "retiredafb" (vedi figura, che riproduco anche qui a lato). Vediamo i principali eventi celesti che costituiscono a mio avviso delle evidenze di ciò:
1) Il 6 ottobre 2008 dall'Osservatorio di Mt. Lemmon dell'Università dell'Arizona viene scoperto un asteroide in rotta di collisione con la Terra: viene chiamato Asteroid 2008 TC3, ed è la prima volta che si riesce a scorgere un oggetto celeste a poche ore di distanza dall'impatto con la Terra. Il Meteosat-8 dell'European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites riesce a fotograre l'esplosione in atmosfera, sopra i cieli del Sudan: un'esplosione dalla potenza di circa 1 kiloton. Fortunatamente la dimensione del corpo - entrato in atmosfera alla velocità di 12,8 km/secondo - è relativamente modesta: da uno a 5 metri. Dunque nessun pericolo per l'umanità e la popolazione sudanese.
2) Nel luglio 2009 un astrofilo australiano di nome Anthony Wesley getta lo scompiglio nella comunità astronomica internazionale: con il suo telescopio, intento ad osservare Giove, si accorge di una strana e nuova macchia scura, che sembra compatibile con un recentissimo impatto asteroidale o cometario. Contatta i più importanti osservatori del mondo ed in effetti, arriva quasi subito la conferma, anche dalla NASA: si tratta di una probabile collisione con un corpo celeste di natura cometaria o asteroidale. Anche lo Hubble Space Telescope, dopo i telescopi delle Hawaii, immortala fotograficamente la ferita nera come la pece nell'atmosfera gioviana (consultare in proposito l'articolo della NASA intitolato <<Hubble Space Telescope Rare Jupiter Collision>>, del 24 luglio 2009.
3) 8 ottobre 2009, cleli dell'Indonesia: un altro asteroide esplode in atmosfera terrestre: questa volta le dimensioni sono maggiori rispetto a quello scoppiato sopra il Sudan: il Corriere della Sera dedica alla notizia la pagina 22 dell'edizione del 2 novembre 2009. Intitolato <<Un super asteroide fa scattare nel mondo l'allerta anti nucleare>>; a firma di Giovanni Caprara, l'articolo pone l'accento sulla preoccupazione degli specialisti della US Air Force ('USAF) e della NASA. Il bolide è grande all'incirca 10 metri, e la potenza dell'esplosione - pari al circa 50 kiloton - preoccupa la popolazione indonesiana della costa di Bone, dove si pensa inizialmente ad un terremoto.
L'altra previsione di Rutledge - non avveratasi - indicava nel settembre 2007 il momento in cui la NASA e l'Aeronautica MIlitare Americana (l'USAF) avrebbero vuotato il sacco sulla storia dell'Apollo 20: alla domanda 25/26 della mia intervista citavo infatti alcune parole di "retiredafb": la NASA e l'USAF << [...] will be forced to tell the whole story before September 2007>>.
Niente del genere è accaduto: tuttavia quanto ha dichiarato nel luglio 2008 ad un programma radiofonico britannico l'ex astronauta statunitense dell'Apollo 14 - il dr. Edgar Mitchell - alcuni mesi dopo la data di scadenza indicata da "retiredafb", lascia indubbiamente attoniti: non era mai accaduto che un astronauta del Programma Apollo - e per giunta uno dei 12 uomini ad aver calcato il suolo selenico - arrivasse ad ammettere candidamente il cover-up su Roswell da parte del Governo, in seguito al recupero nel 1947 di uno scafo alieno precipitato in Nuovo Messico. E la visita extraterrestre sul nostro pianeta, più in generale.
Il programma radio condotto da Nick Margerrison - The Night Before di Kerrang!Radio - ha avuto il privilegio di dare la notizia per primo, durante l'intervista con l'ex astronauta ed ufficiale americano della Marina. Ecco alcune parole pronunciate dal dr. Mitchell durante quel colloquio telefonico:
<<[...] I happen to have been privileged enough to be in on the fact that we've been visited on this planet and the UFO phenomenon is real ... all of It's been covered up by our government for a quite long time.>> "Oh, this is big!" pronuncia fra l'incredulo ed il divertito Nick Margerisson. L'intervista prosegue, e ad un certo punto Mitchell dice:
<<It's been well covered up by all our governments for the last 60 years or so, but slowly it's leaked out and some of us have been privileged to have been briefed on some of it.>>
Subito dopo Mitchell accenna a Roswell, la celebre località del Nuovo Messico al centro nel 1947 di uno dei primi casi di UFO crash (città che fra l'altro ha dato i natali proprio al'ex astronauta):
<<I've been in military and intelligence circles, who know that beneath the surface of what has been public knowledge, that yes - we have been visited.>>.
"Siamo stati visitati". Le affermazioni di Mitchell sono così dirompenti che Margerisson teme che l'ex astronauta e scienziato statunitense lo stia prendendo in giro.
Queste incredibili affermazioni hanno così stimolato Alex Baker - presentatore e produttore di Kerrang! Radio - a telefonare alla NASA per chiedere un commento ufficiale sulle esternazioni di Mitchell. Dopo un po' di tempo, pare che un portavoce NASA abbia scritto ad Alex le seguenti parole di risposta:
"Dear Alex,
NASA does not track UFOs. NASA is not involved in any sort of cover up about alien life on this planet or anywhere in the universe. Dr Mitchell is a great American, but we do not share his opinion on this issue.
Thanks for the opportunity to comment."
Una risposta diplomatica che non nega il fenomeno UFO, e che tiene anche conto del profilo tecnico-scientifico e dello spessore storico dell'ex astronauta Apollo, definito giustamente un "grande americano", perché protagonista della conquista della Luna e della storia della NASA.
4 GENNAIO 2008: I VIDEO DELLA MISSIONE STS-107 DIFFUSI SU YOUTUBE. COME "RETIREDAFB" NE È ENTRATO IN POSSESSO?
Inoltre, alcuni video caricati su YouTube il 4 gennaio 2008 dal discusso "retiredafb" (Willliam Rutledge) - e poi ritirati - erano quasi senza ombra di dubbio video autentici e provenienti dalla missione STS-107 della NASA (l'equipaggio internazionale composto da 7 astronauti morì tragicamente durante il ritorno a terra, nell'anno 2003, a causa di un problema al rivestimento termico dello Shuttle Columbia, danneggiato alla partenza, e che portò giorni dopo alla completa distruzione del veicolo spaziale). Ho confrontato i volti visibili nei due video con le foto ufficiali. Coincidono con l'equipaggio citato.
Che io sappia l'unico video commemorativo realizzato dalla NASA e diffuso al pubblico in Rete presso uno dei numerosi suoi siti, dura pochi minuti e solo pochi secondi di esso sono dedicati alla memoria dell'attività quotidiana in orbita di quell'equipaggio. Esso s'intitola 16 Minutes from Home. A Tribute to the Crew of STS-107", dura 6 minuti e 51 secondi, e l'ho verificato personalmente. Ripeto, solo pochi secondi di esso mostrano gli astronauti in orbita, durante la missione STS-107.
Invece i due filmati diffusi da "retiredafb" - costituiti da un montaggio di varie riprese degli astronauti in orbita, all'interno dello Shuttle - duravano 6 minuti e 40 secondi il primo, e 9 minuti e 16 secondi il secondo. Ritraevano gli astronauti durante il volo orbitale, per esempio dopo le sveglie di rito, in assenza di gravità.
Ciò prova che chiunque sia questo fantomatico utente di YouTube fattosi chiamare con l'appellativo di "retiredafb", ha avuto accesso a materiale riservato: o gli è stato passato da addetti ai lavori tuttora in servizio, oppure per via della sua pregressa esperienza in campo militare ed astronautico, ne è venuto in possesso direttamente in visita presso una struttura NASA o del DoD.
Vi è - naturalmente - anche l'ipotesi che egli l'abbia intercettato durante l'invio dei dati dallo Spazio. Oppure abbia indebitamente sottratto i filmati con un atto di pirateria informatica: ma se vera fosse quest'ultima ipotesi dell'intrusione, egli rischierebbe di andare incontro alle serie conseguenze stabilite dall'ordinamento internazionale e soprattutto dalla Legge americana in materia d'intrusione da hacker all'interno di strutture informatiche governative (il caso del britannico Gary McKinnon, con richiesta di estradizione alle Autorità, docet), senza considerare il fatto che a distanza di due anni, dal 2007, probabilmente l'individuo sarebbe già stato arrestato oppure almeno identificato).
W. Rutledge - cioè "retiredafb" - diffuse i video intitolati "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 1 Apollo 20" e "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 2 Apollo 20", per pochi giorni commentando uno di essi con le seguenti parole:
<<Secret because never broadcasted or aviable since 2003 on any nasa site. For those who believe that space programs are opened. Inflight tapes just after the wake up calls. A tribute to the astronauts.>>
In sostanza il suo fu un gesto di tributo, alla memoria degli astronauti tragicamente morti. Ma anche, evidentemente, un segnale forte al pubblico per dimostrare che non tutto il materiale documentale audio-video proveniente dalle missioni spaziali viene divulgato e discusso. Da notare, di nuovo, alcuni suoi refusi linguistici ("avaiable" invece di "available").
Tuttavia, l'entrata in scena di "moonwalker1966delta", i suoi commenti, le risposte molto tecniche alle mie domande ed i suoi straordinari filmati, hanno dato sostegno alla controversa ed ambigua testimonianza di "retiredafb", integrandola e correggendola.
Come non rilevare, inoltre, che fra i suoi video postati su YouTube non ce n'è nemmeno uno di quelli identiificati come inganni o manipolazioni fra il materiale del primo insider? Non si può tacere questa riflessione, se si è mossi dall'onestà intellettuale e si vuole fare una critica approfondita al caso. Critica che deve essere estesa all'intera testimonianza resa dai due insiders, ed all'insieme totale delle presunte prove portate sotto la luce del sole.
Ricordarsi anche che - nel panorama ufologico dei cosiddetti rivelatori anonimi - è prassi divulgare materiale autentico e falso, contemporaneamente, in una ben collaudata "strategia della confusione" già ampiamente discussa da ufologi e saggisti di spicco. In tal modo, si evitano collassi dell'ordine costituito e traumi alla società, che viene messa a confronto con rivelazioni e realtà sconcertanti senza pericolo di crisi delle Autorità ed anomia.
Ufficialmente le gloriose missioni “Apollo”, che hanno portato l’uomo sulla luna, si sono concluse con Apollo 17, una teoria alternativa è saltata fuori negli ultimi anni; le missioni apollo potrebbero essere arrivate fino alla 20, le missioni successive sarebbero rimaste top-secret per via dell’obbiettivo da raggiungere. Lo scopo di “Apollo 20”, in particolare sarebbe stato quello di esplorare una presunta navicella aliena, fotografata sul lato oscuro della luna negli anni precedenti dalla missione Apollo 17 (vedi foto sotto). L’oggetto di 5km di lunghezza era adagiato sul suolo del nostro satellite probabilmente da molte migliaia di anni dato che a prima vista presentava fori riconducibili a bombardamenti di asteroidi e strati di polvere lunare depositata sulla nave nel corso degli anni. Ma sul nostro satellite non ci sarebbe stata solo una navicella, anche una vera e propria stazione spaziale, enorme, delle dimensioni di una città e probabilmente là da milioni di anni. Tutto è cominciato grazie alla rivelazione fatta da William Rutledge, un’astronauta a bordo dell’Apollo 20 che ora vivrebbe sotto copertura. Tempo dopo comparve pure un video, il video in questione è questo:
[YT]Jt4PGkYQRlA&feature[/YT]
LA MISSIONE
Apollo 20 fù lanciato il 16 Agosto 1976, a bordo del modulo lunare (identico a quello servito 4 anni prima per la missione che portò l’uomo per la prima volta sulla luna), vi erano: William Rutledge, Leona Snyder ed Alexi Leonov, cosmonauta sovietico. La destinazione della missione era il cratere “Iszak D” nel lato oscuro della luna, dove era adagiata la presunta navicella aliena e poco più distante da lì la stazione spaziale.
La missione durò circa 7 giorni, durante i quali gli astronauti esaminarono le rovine e la navicella, e scattarono centinaia di immagini. Dentro la navicella però ci fù la scoperta più clamorosa, il cadavere perfettamente ibernato di una extraterrestre femmina che soprannominarono “monnalisa”. I corpi in realtà sarebbero stati due, ma per motivi di spazio a bordo dell’Apollo-Soyuz e per permettere ai cosmonauti di prendere anche equipaggiamento e apparecchiature dalla nave, un corpo lo lasciarono lì dove era e scelsero quello meglio conservato. Della aliena in questione esiste anche un video che mostra l'aliena a bordo del LEM assieme agli astronauti della missione:
[YT]fuZnWI_zZVQ&feature[/YT]
Non possiamo dire niente ne sbilanciarci sulla veridicità del video in questione, comunque come al solito non mancano pro e contro; c’è chi come al solito in questi casi dice che è la scoperta più grande della storia, e chi dice che è solo un fantoccio realizzato da qualche esperto in effetti speciali.
Successivamente, al ritorno sulla terra gli scienziati della NASA esaminarono tutti gli oggetti rinvenuti (corpo compreso) e le immagini catturate dalla missione; Dalle immagini si notò subito il forte stato di rovina della città e della navicella, che essendo sulla luna, e quindi in un ambiente senza atmosfera, sarebbero state continuamente esposte a bombardamenti da parte di piccole meteoriti e detriti spaziali. Basandosi proprio sugli effetti di questi bombardamenti, gli scienziati potettero dare una datazione approssimativa alle rovine aliene; si presumeva che la nave e la città fossero li sicuramente da molti milioni di anni, alcune voci ipotizzano addirittura da oltre un miliardo e mezzo di anni.
LA MISSIONE APOLLO 19
Ovviamente prima della missione Apollo 20 ci deve essere stata anche una missione Apollo 19; Questa missione sarebbe fallita a causa di problemi tecnici a bordo del vettore che stava portando gli astronauti sulla luna. William Rutledge a suo tempo parlò di questo incidente e fù postato anche un video nel quale si sente un dialogo tra un astronauta a bordo dell'Apollo 19 e il controllo missione.
[YT]WqOOa8Bzwpo&feature[/YT]
APPROFONDIMENTI SUL CASO APOLLO 20
IL POLIGONO DI LANCIO DELLA BASE AEREA DI VANDENBERG: AL CENTRO DI PROGRAMMI SPAZIALI SEGRETI
Siccome in Rete m'imbatto spesso in scritti che denotano una certa approssimazione nel discutere concetti e storia dell'astronautica e del volo spaziale - in particolare a proposito della Base di Vandenberg - lasciamo la parola ad un ex militare statunitense e ad una firma prestigiosa del giornalismo scientifico americano.
In un mio recente scritto pubblicato dal periodico MarcaAperta - bimestrale di cultura ed informazione distribuito in Veneto - ho messo in luce le recenti dichiarazioni di Bob Dean al dibattito del simposio di esopolitica di Barcellona, e quelle di un vecchio articolo di Broad scritto nel 1989 per le pagine del The New York Times. Ecco un estratto del mio scritto:
[...] Sia come sia, recentemente un ex sottufficiale dell'Esercito Americano di nome Robert Orel Dean (nato in USA, nel 1929) – un vero gentiluomo con cui ho avuto un rapporto epistolare che si è concretizzato nella prefazione alla seconda edizione del mio saggio “The American Armageddon” che egli ha cortesemente accettato di firmare – ha portato all'attenzione del pubblico la sua testimonianza di ex insider che ha raccolto negli anni diverse indiscrezioni in merito a programmi spaziali segreti: in occasione del dibattito all'European Exopolitics Summit 2009 - tenutosi a Barcellona dal 25 al 26 giugno 2009 – Robert Dean (Bob per gli amici) ha parlato di un “separate space program” che gli Stati Uniti porterebbero avanti da decenni, parallelamente a quello della NASA: cioè un programma spaziale separato del Pentagono, finanziato con il cosiddetto black budget. Questo programma spaziale avrebbe utilizzato come poligoni di lancio la base aerea di Vandenberg (in California) ed altre installazioni segrete ubicate nello Utah, in Nevada, e perfino su alcune isole del Pacifico, come l'atollo di Kwajalein.
La base dell'USAF (l'Aeronautica Militare Americana) di Vandenberg è proprio la base da cui sarebbe partito un razzo Saturno V che avrebbe spedito nello Spazio sia l'Apollo 19, sia l'Apollo 20. Ora, qualora tali missioni spaziali – ufficialmente mai avvenute – abbiano veramente avuto luogo, che siano partite da un atollo nel Pacifico (l'Isola di Diego Garcia nell'Oceano Indiano è un altro luogo che costituisce un poligono di lancio spaziale) oppure proprio dalla costa californiana, poco importa.
Infatti proprio alla fine degli anni'80 il Dipartimento della Difesa statunitense (DoD) smantellò un segreto complesso spaziale pensato per operare parallelamente alla NASA, e dal costo di 5 miliardi di dollari. Tale complesso – ci racconta il giornalista William J. Broad in un articolo pubblicato il 7 agosto 1989 sulle pagine del The New York Times, e dal titolo “Pentagon Leaves the Shuttle Program” – si divideva fra il Colorado e la California.
Proprio in California, a Los Angeles, era localizzato un organico di 32 astronauti americani, tutti militari, destinati a pilotare ed utilizzare navette Space Shuttle, che sarebbero partite proprio dalla base di Vandenberg. Il programma spaziale militare raggiunse il suo apice – ci dice Broad – negli anni 1984-85, con 4200 persone impegnate nei lavori.
Il tragico incidente accaduto allo Space Shuttle Challenger, nel 1986, ha giocato un ruolo determinante nell'affossare il programma segreto del Pentagono.
da Programmi spaziali segreti,
di Luca Scantamburlo, © MarcaAperta, nr.5, anno VIII, ottobre-novembre 2009, pagina 8.
Aggiungo e commento quanto segue: non solo dalla Base di Vandenberg è partita la sonda spaziale Clementine nel 1994 - destinazione Luna - ma proprio da tale base dell'USAF fu lanciato nel 1983 anche il celeberrimo telescopio spaziale all'infrarosso denominato IRAS. Non si capisce dunque come si possa affermare che dalla base di Vandenberg non è possibile lanciare grandi vettori spaziali, quando documentazione ufficiale e storia dell'astronautica dimostrano proprio il contrario. La stessa NASA presenta fra la sua documentazione on-line un grafico in cui si evidenzia proprio i due poligoni di lancio per la flotta Space Shuttle: quello del Kennedy Space Center in Florida e quello di Vandenberg (vedi la foto riprodotta a lato).
Questo non significa che dalla base di Vandenberg sia effettivamente partito un Saturno V in missione segreta, ma dimostra che nulla vieta che sia stato possibile farlo in passato. E questo a prescindire che un Saturno V sia effettivamente partito da lì, oppure dal Pacifico o dall'Oceano indiano.
A proposito della possibile caduta degli stadi del razzo su territorio urbano, si legga in proposito la sensata osservazione di "moonwalker1966delta" nel corso della mia intervista (risposta nr.1), una repica alla obiezione sollevata da un pilota americano che mi scrisse anni fa (e che non escluse la possibilità di un lancio segreto da Vandenberg, anche se egli era più propenso ad un possibile lancio dal poligono dell'Isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, isolato e lontano da occhi indiscreti).
In conclusione: chiunque siano "retiredafb" e "moonwalker1966delta", sono dell'avviso che difficilmente siano dei semplici burloni od un burlone che gioca su due fronti, recitando due psicologie e due caratteri.
Il caso dell'Apollo 19-20 - nella mia opinione argomentata dalle mie inchieste e discussioni che durano da più di due anni - è un'operazione d'intelligence. Cosa, fra l'altro, già così definita pubblicamente da altri nell'ottobre 2007, anche se con una diversa chiave di lettura dell'intera storia.
La vicenda e quanto è emerso fino ad oggi dalla discussione, rientra probabilmente in quel piano di divulgazione della realtà aliena approntato per l'opinione pubblica decenni fa (vedi le dichiarazioni del Senatore americano B. Goldwater in una sua lettera datata metà anni '70, oppure il controverso documento del "Public Acclimation Program" emerso nei primi anni '90).
Oppure potrebbe trattarsi di un analogo programma ma separato da questo, e concepito da alcuni insider dell'ambiente politico-militare di Washington e non solo di Washington, stanchi del segreto apposto su caso Roswell e su tutto quello che ne è derivato. Delle "schegge impazzite" del sistema - magari tollerate dalle alte sfere - e che appartengono a personale in pensione dell'USAF e della NASA in primis, ma non solo.
Siano essi individui in riserva od in servizio, essi hanno deliberatamente distorto informazioni biografiche personali recitando un qualche copione (vedi la residenza di William Rutledge in Africa, la sua età ed il suo statuto di pilota di test di volo civile ma impiegato dall'USAF, una contraddizione in termini se ci si ferma a riflettere: un pilota impiegato dall'USAF in quell'epoca, e volontario per il progetto MOL-GEMINI, doveva essere per forza un militare addestrato al volo, non certo un semplice civile).
Mescolando filmati autentici con video falsi ed inserendoli in un contesto storico-scientifico dettagliato, essi stanno forse cercando di sondare il terreno non solo dell'opinione pubblica e degli ufologi, ma anche di enti e comunità politiche al fine di lanciare segnali controversi di disclosure, che potrebbero presto spingere qualche ente governativo od un Paese ad una parziale ammissione dell'esistenza di strutture artificiali sulla Luna, cioè di segni di vita intelligente aliena. Penso a Paesi come il Giappone, l'India o la Cina.
Eredità di insediamenti, colonie o veicoli abbandonati in un remoto passato da antiche civiltà non terrestri. Una possibilità - questa della scoperta di segni di vita intelligente su altri pianeti del Sistema Solare - contemplata dal cosiddetto Rapporto Brookings voluto dalla NASA alla fine degli anni'50, redatto dall'autorevole Brookings Institution di Washington, D.C., e discusso al Congresso americano (alla Camera dei Rappresentanti, nell'ambito del Comitato sulla Scienza e l'Astronautica) nell'aprile 1961. Il rapporto è dedicato agli studi proposti sulle implicazioni delle attività spaziali per le attività umane. Studi soprattutto sociologici ed antropologici.
In alcune sue pagine - in sintesi - si suggeriva anche la possibilità di nascondere all'opinione pubblica una tale scoperta, che potrebbe mettere in crisi la nostra civiltà e determinare l'annientamento di molti dei suoi valori, fino alla possibile disintegrazione della società stessa (vedi il paragrafo The implications of a discovery of extraterrestrial life, contenuto nel rapporto Proposed Studies on the Implications of Peaceful Activities for Human Affairs).
LE PREVISIONI DI WILLIAM RUTLEDGE: DUE SU TRE SI SONO AVVERATE
Nel corso dell'intervista del maggio 2007 (pubblicata in Italia sulla rivista UFO Notiziario nell'estate 2007), William Rutledge ci avvisò di un incremento di avvistamenti UFO. Dalla risposta nr. 6 dell'intervista in inglese:
<<[...] It's the announcement of "the wonder of it all" maybe, and 2012 is coming fast. I also think that UFOs will appear more often starting from September 2007>>.
cioè, la sua divulgazione sarebbe cominciata per via dell'annuncio del documentario The Wonder of It All, il quale celebra i 12 uomini che ufficialmente hanno calcato il suolo lunare.
Ma fra le motivazioni, anche il fatto che la data del 2012 si sta avvicinando, e perché egli pensava che gli oggetti volanti non identificati sarebbero apparsi più spesso a partire dal settembre 2007. Se chiedete a qualunque studioso di ufologia, egli non potrà esimersi dal confermare che l'anno 2009 (e soprattutto la sua estate) ha - statistiche alla mano - mostrato un aumento significativo di segnalazioni di oggetti e fenomeni non identificati nei nostri cieli. Come poteva il misterioso "retiredafb" esserne a conoscenza nel 2007? Ha semplicemente tirato ad indovinare?
Nel mio scritto in inglese intitolato <<What Is Going on in Space?>> del 27 dicembre 2007, divulgavo per la prima volta sul mio portale Web cosa "retiredafb" - il dichiarato Willliam Rutledge - mi confidò il primo luglio 2007: a partire dal settembre 2007, si sarebbe dovuto assistere ad un incremento di fenomeni celesti, fino al 2012. Puntualmente, sembra proprio che esso si stia verifcando.
Nel mio scritto in inglese di allora portai come prova uno snapshot della rivelazione di "retiredafb" (vedi figura, che riproduco anche qui a lato). Vediamo i principali eventi celesti che costituiscono a mio avviso delle evidenze di ciò:
1) Il 6 ottobre 2008 dall'Osservatorio di Mt. Lemmon dell'Università dell'Arizona viene scoperto un asteroide in rotta di collisione con la Terra: viene chiamato Asteroid 2008 TC3, ed è la prima volta che si riesce a scorgere un oggetto celeste a poche ore di distanza dall'impatto con la Terra. Il Meteosat-8 dell'European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites riesce a fotograre l'esplosione in atmosfera, sopra i cieli del Sudan: un'esplosione dalla potenza di circa 1 kiloton. Fortunatamente la dimensione del corpo - entrato in atmosfera alla velocità di 12,8 km/secondo - è relativamente modesta: da uno a 5 metri. Dunque nessun pericolo per l'umanità e la popolazione sudanese.
2) Nel luglio 2009 un astrofilo australiano di nome Anthony Wesley getta lo scompiglio nella comunità astronomica internazionale: con il suo telescopio, intento ad osservare Giove, si accorge di una strana e nuova macchia scura, che sembra compatibile con un recentissimo impatto asteroidale o cometario. Contatta i più importanti osservatori del mondo ed in effetti, arriva quasi subito la conferma, anche dalla NASA: si tratta di una probabile collisione con un corpo celeste di natura cometaria o asteroidale. Anche lo Hubble Space Telescope, dopo i telescopi delle Hawaii, immortala fotograficamente la ferita nera come la pece nell'atmosfera gioviana (consultare in proposito l'articolo della NASA intitolato <<Hubble Space Telescope Rare Jupiter Collision>>, del 24 luglio 2009.
3) 8 ottobre 2009, cleli dell'Indonesia: un altro asteroide esplode in atmosfera terrestre: questa volta le dimensioni sono maggiori rispetto a quello scoppiato sopra il Sudan: il Corriere della Sera dedica alla notizia la pagina 22 dell'edizione del 2 novembre 2009. Intitolato <<Un super asteroide fa scattare nel mondo l'allerta anti nucleare>>; a firma di Giovanni Caprara, l'articolo pone l'accento sulla preoccupazione degli specialisti della US Air Force ('USAF) e della NASA. Il bolide è grande all'incirca 10 metri, e la potenza dell'esplosione - pari al circa 50 kiloton - preoccupa la popolazione indonesiana della costa di Bone, dove si pensa inizialmente ad un terremoto.
L'altra previsione di Rutledge - non avveratasi - indicava nel settembre 2007 il momento in cui la NASA e l'Aeronautica MIlitare Americana (l'USAF) avrebbero vuotato il sacco sulla storia dell'Apollo 20: alla domanda 25/26 della mia intervista citavo infatti alcune parole di "retiredafb": la NASA e l'USAF << [...] will be forced to tell the whole story before September 2007>>.
Niente del genere è accaduto: tuttavia quanto ha dichiarato nel luglio 2008 ad un programma radiofonico britannico l'ex astronauta statunitense dell'Apollo 14 - il dr. Edgar Mitchell - alcuni mesi dopo la data di scadenza indicata da "retiredafb", lascia indubbiamente attoniti: non era mai accaduto che un astronauta del Programma Apollo - e per giunta uno dei 12 uomini ad aver calcato il suolo selenico - arrivasse ad ammettere candidamente il cover-up su Roswell da parte del Governo, in seguito al recupero nel 1947 di uno scafo alieno precipitato in Nuovo Messico. E la visita extraterrestre sul nostro pianeta, più in generale.
Il programma radio condotto da Nick Margerrison - The Night Before di Kerrang!Radio - ha avuto il privilegio di dare la notizia per primo, durante l'intervista con l'ex astronauta ed ufficiale americano della Marina. Ecco alcune parole pronunciate dal dr. Mitchell durante quel colloquio telefonico:
<<[...] I happen to have been privileged enough to be in on the fact that we've been visited on this planet and the UFO phenomenon is real ... all of It's been covered up by our government for a quite long time.>> "Oh, this is big!" pronuncia fra l'incredulo ed il divertito Nick Margerisson. L'intervista prosegue, e ad un certo punto Mitchell dice:
<<It's been well covered up by all our governments for the last 60 years or so, but slowly it's leaked out and some of us have been privileged to have been briefed on some of it.>>
Subito dopo Mitchell accenna a Roswell, la celebre località del Nuovo Messico al centro nel 1947 di uno dei primi casi di UFO crash (città che fra l'altro ha dato i natali proprio al'ex astronauta):
<<I've been in military and intelligence circles, who know that beneath the surface of what has been public knowledge, that yes - we have been visited.>>.
"Siamo stati visitati". Le affermazioni di Mitchell sono così dirompenti che Margerisson teme che l'ex astronauta e scienziato statunitense lo stia prendendo in giro.
Queste incredibili affermazioni hanno così stimolato Alex Baker - presentatore e produttore di Kerrang! Radio - a telefonare alla NASA per chiedere un commento ufficiale sulle esternazioni di Mitchell. Dopo un po' di tempo, pare che un portavoce NASA abbia scritto ad Alex le seguenti parole di risposta:
"Dear Alex,
NASA does not track UFOs. NASA is not involved in any sort of cover up about alien life on this planet or anywhere in the universe. Dr Mitchell is a great American, but we do not share his opinion on this issue.
Thanks for the opportunity to comment."
Una risposta diplomatica che non nega il fenomeno UFO, e che tiene anche conto del profilo tecnico-scientifico e dello spessore storico dell'ex astronauta Apollo, definito giustamente un "grande americano", perché protagonista della conquista della Luna e della storia della NASA.
4 GENNAIO 2008: I VIDEO DELLA MISSIONE STS-107 DIFFUSI SU YOUTUBE. COME "RETIREDAFB" NE È ENTRATO IN POSSESSO?
Inoltre, alcuni video caricati su YouTube il 4 gennaio 2008 dal discusso "retiredafb" (Willliam Rutledge) - e poi ritirati - erano quasi senza ombra di dubbio video autentici e provenienti dalla missione STS-107 della NASA (l'equipaggio internazionale composto da 7 astronauti morì tragicamente durante il ritorno a terra, nell'anno 2003, a causa di un problema al rivestimento termico dello Shuttle Columbia, danneggiato alla partenza, e che portò giorni dopo alla completa distruzione del veicolo spaziale). Ho confrontato i volti visibili nei due video con le foto ufficiali. Coincidono con l'equipaggio citato.
Che io sappia l'unico video commemorativo realizzato dalla NASA e diffuso al pubblico in Rete presso uno dei numerosi suoi siti, dura pochi minuti e solo pochi secondi di esso sono dedicati alla memoria dell'attività quotidiana in orbita di quell'equipaggio. Esso s'intitola 16 Minutes from Home. A Tribute to the Crew of STS-107", dura 6 minuti e 51 secondi, e l'ho verificato personalmente. Ripeto, solo pochi secondi di esso mostrano gli astronauti in orbita, durante la missione STS-107.
Invece i due filmati diffusi da "retiredafb" - costituiti da un montaggio di varie riprese degli astronauti in orbita, all'interno dello Shuttle - duravano 6 minuti e 40 secondi il primo, e 9 minuti e 16 secondi il secondo. Ritraevano gli astronauti durante il volo orbitale, per esempio dopo le sveglie di rito, in assenza di gravità.
Ciò prova che chiunque sia questo fantomatico utente di YouTube fattosi chiamare con l'appellativo di "retiredafb", ha avuto accesso a materiale riservato: o gli è stato passato da addetti ai lavori tuttora in servizio, oppure per via della sua pregressa esperienza in campo militare ed astronautico, ne è venuto in possesso direttamente in visita presso una struttura NASA o del DoD.
Vi è - naturalmente - anche l'ipotesi che egli l'abbia intercettato durante l'invio dei dati dallo Spazio. Oppure abbia indebitamente sottratto i filmati con un atto di pirateria informatica: ma se vera fosse quest'ultima ipotesi dell'intrusione, egli rischierebbe di andare incontro alle serie conseguenze stabilite dall'ordinamento internazionale e soprattutto dalla Legge americana in materia d'intrusione da hacker all'interno di strutture informatiche governative (il caso del britannico Gary McKinnon, con richiesta di estradizione alle Autorità, docet), senza considerare il fatto che a distanza di due anni, dal 2007, probabilmente l'individuo sarebbe già stato arrestato oppure almeno identificato).
W. Rutledge - cioè "retiredafb" - diffuse i video intitolati "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 1 Apollo 20" e "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 2 Apollo 20", per pochi giorni commentando uno di essi con le seguenti parole:
<<Secret because never broadcasted or aviable since 2003 on any nasa site. For those who believe that space programs are opened. Inflight tapes just after the wake up calls. A tribute to the astronauts.>>
In sostanza il suo fu un gesto di tributo, alla memoria degli astronauti tragicamente morti. Ma anche, evidentemente, un segnale forte al pubblico per dimostrare che non tutto il materiale documentale audio-video proveniente dalle missioni spaziali viene divulgato e discusso. Da notare, di nuovo, alcuni suoi refusi linguistici ("avaiable" invece di "available").
Tuttavia, l'entrata in scena di "moonwalker1966delta", i suoi commenti, le risposte molto tecniche alle mie domande ed i suoi straordinari filmati, hanno dato sostegno alla controversa ed ambigua testimonianza di "retiredafb", integrandola e correggendola.
Come non rilevare, inoltre, che fra i suoi video postati su YouTube non ce n'è nemmeno uno di quelli identiificati come inganni o manipolazioni fra il materiale del primo insider? Non si può tacere questa riflessione, se si è mossi dall'onestà intellettuale e si vuole fare una critica approfondita al caso. Critica che deve essere estesa all'intera testimonianza resa dai due insiders, ed all'insieme totale delle presunte prove portate sotto la luce del sole.
Ricordarsi anche che - nel panorama ufologico dei cosiddetti rivelatori anonimi - è prassi divulgare materiale autentico e falso, contemporaneamente, in una ben collaudata "strategia della confusione" già ampiamente discussa da ufologi e saggisti di spicco. In tal modo, si evitano collassi dell'ordine costituito e traumi alla società, che viene messa a confronto con rivelazioni e realtà sconcertanti senza pericolo di crisi delle Autorità ed anomia.