La corte di giustizia della Figc precisa: Moggi radiato da ogni ruolo.
La radiazione di Luciano Moggi dal calcio italiano è effettiva. Lo si evince dal comunicato ufficiale pubblicato oggi dalla Corte di Giustizia federale. La Sezione consultiva, riunitasi il 13 aprile scorso sotto la presidenza del dottor Giancarlo Coraggio, come si legge in una nota "esprime il proprio parere interpretativo dell'articolo 19 del Codice di Giustizia sportiva, in materia di preclusione nei ranghi della Figc". Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete aveva chiesto alla Corte di giustizia federale, il 31 marzo scorso, di sciogliere il nodo su chi dovesse decidere sull'eventuale radiazione dell'ex dg juventino e degli ex dirigenti condannati a 5 anni di squalifica, visto il vuoto di potere determinato dalla modifica dello statuto intervenuta dopo Calciopoli.
Prima dello scandalo del 2006, infatti, le norme federali prevedevano che la giustizia sportiva potesse proporre al presidente federale la radiazione di un tesserato condannato per fatti di "particolare gravità"; e così fu per Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale. Ma con la riforma varata sotto il commissariamento di Guido Rossi, il potere di radiare un tesserato passò alla giustizia sportiva. Di fatto, la squalifica di Moggi, Giraudo e Mazzini scadeva nel 2011, ma sulla proposta di radiazione non si era espresso nessuno nè poteva esprimersi Abete. La Corte di giustizia sportiva, in sezione consultiva il 13 aprile scorso, ha fornito oggi le sue risposte: "Si ritiene che il provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito, quale effetto ex lege, nelle decisioni con cui gli organi della giustizia sportiva, dopo aver irrogato la sanzione della sospensione nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della 'particolare gravità delle infrazioni'".
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