- 18 Luglio 2009
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...è la Nuova Zelanda di Ricki Herbert: pazzesco, vero? Eppure è così: almeno una sconfitta per tutte le altre 31 squadre partecipanti a Sudafrica 2010. Non per gli All Whites...
C’era una volta la Nuova Zelanda che conosceva solo il rugby e che impazziva per gli All Blacks.
Ora, non che quella Nazione sia di colpo sparita, ma sicuramente ha fatto un passo in avanti. In Nuova Zelanda c’è anche chi gioca a calcio, e che riesce a chiudere una edizione del campionato del Mondo senza perdere nemmeno una partita. Meglio addirittura di quanto fatto dai neo-campioni della Spagna, meglio sicuramente di Brasile e Argentina, o di Olanda e Portogallo. Per non parlare di Francia e Italia.
Già, l’Italia. Proprio noi, da campioni del Mondo, abbiamo scritto la prefazione del libro-favola della Nuova Zelanda. L’1-1 del Mbombela Stadium con le reti di Smetz e Iaquinta è stato il secondo pareggio della competizione per i ragazzi di Herbert che pochi giorni prima impattavano 0-0 contro il Paraguay e che nell’ultima sfida del girone replicavano l’1-1 anche con la Slovacchia di Hamsik. Tre pareggi, tre punti: zero vittorie, sì, ma anche zero sconfitte. E nessuno ha fatto meglio.
Nemmeno la Spagna che ha vinto il Mondiale, ma che aveva perso nel suo battesimo sudafricano contro la Svizzera; sconfitte anche per Argentina e Brasile, Francia e Germania (ko contro la Serbia di Stankovic), Inghilterra (1-4 contro la Germania) e Portogallo, con Cristiano Ronaldo piegato da Villa negli ottavi di finale. Insomma, tutte le squadre hanno perso almeno una partita: tutte tranne la Nuova Zelanda. Ed è una gran bella soddisfazione per una Nazionale che finora al calcio ha sempre concesso pochissimo spazio...
“Il rugby e il cricket da noi dominano. Però, se facciamo un buon Mondiale magari i bambini e i ragazzi si interessano di più al nostro sport”, diceva in ottica futura Wiston Reid, il difensore strappato alla Danimarca e autore del primo gol neozelandese in Sudafrica. Ecco, il bel Mondiale è stato fatto: e ora?
C’era una volta la Nuova Zelanda che conosceva solo il rugby e che impazziva per gli All Blacks.
Ora, non che quella Nazione sia di colpo sparita, ma sicuramente ha fatto un passo in avanti. In Nuova Zelanda c’è anche chi gioca a calcio, e che riesce a chiudere una edizione del campionato del Mondo senza perdere nemmeno una partita. Meglio addirittura di quanto fatto dai neo-campioni della Spagna, meglio sicuramente di Brasile e Argentina, o di Olanda e Portogallo. Per non parlare di Francia e Italia.
Già, l’Italia. Proprio noi, da campioni del Mondo, abbiamo scritto la prefazione del libro-favola della Nuova Zelanda. L’1-1 del Mbombela Stadium con le reti di Smetz e Iaquinta è stato il secondo pareggio della competizione per i ragazzi di Herbert che pochi giorni prima impattavano 0-0 contro il Paraguay e che nell’ultima sfida del girone replicavano l’1-1 anche con la Slovacchia di Hamsik. Tre pareggi, tre punti: zero vittorie, sì, ma anche zero sconfitte. E nessuno ha fatto meglio.
Nemmeno la Spagna che ha vinto il Mondiale, ma che aveva perso nel suo battesimo sudafricano contro la Svizzera; sconfitte anche per Argentina e Brasile, Francia e Germania (ko contro la Serbia di Stankovic), Inghilterra (1-4 contro la Germania) e Portogallo, con Cristiano Ronaldo piegato da Villa negli ottavi di finale. Insomma, tutte le squadre hanno perso almeno una partita: tutte tranne la Nuova Zelanda. Ed è una gran bella soddisfazione per una Nazionale che finora al calcio ha sempre concesso pochissimo spazio...
“Il rugby e il cricket da noi dominano. Però, se facciamo un buon Mondiale magari i bambini e i ragazzi si interessano di più al nostro sport”, diceva in ottica futura Wiston Reid, il difensore strappato alla Danimarca e autore del primo gol neozelandese in Sudafrica. Ecco, il bel Mondiale è stato fatto: e ora?
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