L'economista Bocconi potrebbe
essere il premier di un governo
di larghe intese contro la crisi
ROMA
Che cosa significa la nomina a senatore a vita di Mario Monti, indicato da mesi come il più gettonato premier in pectore di un eventuale governo tecnico? Una preferenza di Giorgio Napolitano per il dopo Berlusconi, come pensano alcuni? Niente affatto, secondo il Quirinale che liquida queste letture come fantasticherie e rimanda alla motivazione ufficiale: è un riconoscimento a un uomo che «ha illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale».
Napolitano lo ha nominato al termine di una giornata drammatica per i titoli pubblici durante la quale ha ottenuto che fossero bruciati i tempi per varare le misure anti-crisi. Occorre fare presto, ha ammonito il capo dello Stato. L’Italia deve dare subito ai mercati segnali chiari e concreti di coesione e capacità di prendere decisioni in grado di arrestare la grave crisi di fiducia che investe i titoli del debito pubblico. Un appello drammatico lanciato di fronte ai «livelli allarmanti» toccati in giornata dal tasso dei Btp. Le dimissioni di Berlusconi, ha assicurato il capo dello Stato, sono un fatto «certo» e nei prossimi giorni apriranno la via a un nuovo governo o a elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». I nostri titoli pubblici e i nostri istituti di credito si trovano in una «stretta molto pericolosa», ha detto Napolitano, sono «prevedibili ricadute sull’economia e sull’occupazione», servono «nuovi comportamenti nelle istituzioni e da parte delle forze politiche, occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, occorre che si crei un clima di confronto più aperto e ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni».
«Abbiamo bisogno - spiega il Capo dello Stato - di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale». Nel primo pomeriggio, «al fine di fugare ogni equivoco o incomprensione» - ma anche e soprattutto per tentare di dare una scossa ai mercati che continuavano a galoppare su record negativi - Napolitano ha fatto il punto con una schietta nota ufficiale. Per prima cosa ha definito «del tutto infondati i timori che possa determinarsi in Italia un prolungato periodo di inattività governativa e parlamentare, essendo comunque possibile in ogni momento adottare, se necessario, provvedimenti di urgenza». Inoltre «non esiste alcuna incertezza» sul fatto che Silvio Berlusconi si dimetterà formalmente «nel giro di alcuni giorni» appena approvata la legge di Stabilità «sulla base di accordi fra i presidenti delle Camere e i gruppi parlamentari». Alle dimissioni seguiranno «immediatamente e con la massima rapidità le consultazioni» formali al Quirinale. «Pertanto entro breve tempo» la crisi di governo troverà uno sbocco: potrà essere la nascita di «un nuovo governo che, con la fiducia del Parlamento, possa prendere ogni ulteriore necessaria decisione»; in alternativa, ci saranno lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». Saranno le consultazioni, fa capire il presidente della Repubblica, a fornirmi gli elementi in base ai quali scegliere l’una o l’altra soluzione.
Tre ore dopo Napolitano ha annunciato il seggio a vita per Monti. È il primo senatore a vita che nomina da quando è al Colle, prende il posto di Francesco Cossiga, deceduto ad agosto del 2010. Con questa scelta lo ha fatto entrare in quella che viene considerata «la riserva della Repubblica», come fece con lui Carlo Azeglio Ciampi nel 2005. Monti resta il professore di economia politica, il presidente della Bocconi, l’autorevole commissario europeo dal 1994 al 2004, ma da oggi può entrare in Parlamento e dire la sua. Formalmente il nuovo status non cambia nulla per Napolitano ai fini della decisione che dovrà prendere al momento di scegliere il successore di Berlusconi. Per chi già sostiene la candidatura di Monti, e probabilmente la confermerà durante le consultazioni, può essere un titolo in più da vantare.
essere il premier di un governo
di larghe intese contro la crisi
ROMA
Che cosa significa la nomina a senatore a vita di Mario Monti, indicato da mesi come il più gettonato premier in pectore di un eventuale governo tecnico? Una preferenza di Giorgio Napolitano per il dopo Berlusconi, come pensano alcuni? Niente affatto, secondo il Quirinale che liquida queste letture come fantasticherie e rimanda alla motivazione ufficiale: è un riconoscimento a un uomo che «ha illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale».
Napolitano lo ha nominato al termine di una giornata drammatica per i titoli pubblici durante la quale ha ottenuto che fossero bruciati i tempi per varare le misure anti-crisi. Occorre fare presto, ha ammonito il capo dello Stato. L’Italia deve dare subito ai mercati segnali chiari e concreti di coesione e capacità di prendere decisioni in grado di arrestare la grave crisi di fiducia che investe i titoli del debito pubblico. Un appello drammatico lanciato di fronte ai «livelli allarmanti» toccati in giornata dal tasso dei Btp. Le dimissioni di Berlusconi, ha assicurato il capo dello Stato, sono un fatto «certo» e nei prossimi giorni apriranno la via a un nuovo governo o a elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». I nostri titoli pubblici e i nostri istituti di credito si trovano in una «stretta molto pericolosa», ha detto Napolitano, sono «prevedibili ricadute sull’economia e sull’occupazione», servono «nuovi comportamenti nelle istituzioni e da parte delle forze politiche, occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, occorre che si crei un clima di confronto più aperto e ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e alle loro possibili soluzioni».
«Abbiamo bisogno - spiega il Capo dello Stato - di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale». Nel primo pomeriggio, «al fine di fugare ogni equivoco o incomprensione» - ma anche e soprattutto per tentare di dare una scossa ai mercati che continuavano a galoppare su record negativi - Napolitano ha fatto il punto con una schietta nota ufficiale. Per prima cosa ha definito «del tutto infondati i timori che possa determinarsi in Italia un prolungato periodo di inattività governativa e parlamentare, essendo comunque possibile in ogni momento adottare, se necessario, provvedimenti di urgenza». Inoltre «non esiste alcuna incertezza» sul fatto che Silvio Berlusconi si dimetterà formalmente «nel giro di alcuni giorni» appena approvata la legge di Stabilità «sulla base di accordi fra i presidenti delle Camere e i gruppi parlamentari». Alle dimissioni seguiranno «immediatamente e con la massima rapidità le consultazioni» formali al Quirinale. «Pertanto entro breve tempo» la crisi di governo troverà uno sbocco: potrà essere la nascita di «un nuovo governo che, con la fiducia del Parlamento, possa prendere ogni ulteriore necessaria decisione»; in alternativa, ci saranno lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate «da svolgere entro i tempi più ristretti». Saranno le consultazioni, fa capire il presidente della Repubblica, a fornirmi gli elementi in base ai quali scegliere l’una o l’altra soluzione.
Tre ore dopo Napolitano ha annunciato il seggio a vita per Monti. È il primo senatore a vita che nomina da quando è al Colle, prende il posto di Francesco Cossiga, deceduto ad agosto del 2010. Con questa scelta lo ha fatto entrare in quella che viene considerata «la riserva della Repubblica», come fece con lui Carlo Azeglio Ciampi nel 2005. Monti resta il professore di economia politica, il presidente della Bocconi, l’autorevole commissario europeo dal 1994 al 2004, ma da oggi può entrare in Parlamento e dire la sua. Formalmente il nuovo status non cambia nulla per Napolitano ai fini della decisione che dovrà prendere al momento di scegliere il successore di Berlusconi. Per chi già sostiene la candidatura di Monti, e probabilmente la confermerà durante le consultazioni, può essere un titolo in più da vantare.