Se n'è andato quest'oggi, stroncato da un infarto nella sua casa in Lazio a 72 anni, Carmine Schiavone, noto per essere stato uno fra i più importanti e rispettati boss del clan dei casalesi (un'organizzazione criminale camorristica, originaria della provincia di Caserta) insieme a suo cugino Francesco "Sandokan" Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria, da anni collaboratore di giustizia.
Le sue dichiarazioni, iniziate nel 1993, anno in cui Carmine, allora 50enne, decise di cooperare con lo Stato, hanno lacerato l'impeccabile sistema criminale strutturato dai casalesi, nonché portato al processo Spartacus permettendo alla magistratura di incastrare e condannare ben 136 persone affiliate; egli è stato inoltre il primo uomo a parlare del famigerato traffico di rifiuti campano e delle conseguenze che esso ha avuto ed avrà, e quindi della "Terra dei fuochi", termine con cui si è solito indicare i roghi tossici dell'Italia meridionale.
La data del funerale non è ancora stabilita.