Abbiamo fatto il giro veloce a Monza, conquistando la pole davanti all'indimenticato Schumi, vinto il mondiale Rally strappando decimi su decimi a quella schiappa di Colin McRae, vinto il motomondiale staccando all'ultima curva dopo il Dottore e perfino conquistato il titolo di pilota più tamarro del quartiere, battendo il capo dei coatti della periferia in un'acerrima gara a sportellate, a bordo del nostro bolide modificato, irto di graffiti, neon e cromature.
L'unica speranza, per noi malati di motori è il ritorno alle origini. Per fortuna, Evolution Studios deve aver pensato proprio a noi, viene da credere, nel concepire MotorStorm, in prima fila tra i titoli che accompagnano l'esordio in Europa della stella di casa Sony: la lussuosa PS3!
La ricetta, in apparenza, sembra semplice. Prendete un paesaggio mozzafiato, la Monument Valley, situata in Arizona e resa immortale da decine di film western, a partire dal mitico “Ombre Rosse” di John Ford, e trasformatelo in un carnaio motoristico che sembra un incrocio tra un film con Mad Max e un rave clandestino con annesse corse di “pischelli” su auto e moto truccate.
Fate in modo che sia consentito correre insieme a motociclette, quad, buggies, fuoristrada, pick-up e perfino motrici da camion, percorrendo piste scoscese e accidentate irte di crepacci, precipizi, rocce sporgenti, pozze di fango e micidiali pietraie, sulle quali la minima disattenzione provochi un'ovazione in piedi di tutti i carrozzieri e gli ortopedici seduti a bordo pista a guardare.
Poi costellate le piste stesse di rampe, paraboliche di legno, scivoli e detriti, in modo da trasformare ogni metro di percorso in una prova degna del più spericolato degli stuntmen. Aggiungete per ciascun veicolo un iniettore di nitro, denominato turbo, che ad insisterci troppo si surriscalda fino a farvi scoppiare il motore e un'IA degli avversari degna di un girone dell'inferno e il gioco è fatto.
Manca qualcosa? Ovviamente tenevo per ultimo l'ingrediente più appetitoso: una grafica da lasciare di stucco lo smanettone più spregiudicato, che sfrutta fino all'ultimo dei 720 pixel del vostro monitor HD per regalarvi colori, texture ed effetti al limite del fotorealismo. Il pluripremiato motore Havok raggiunge qui l'acme del suo virtuosismo, mostrandoci in uno dei filmati demo una ripresa aerea della Monument Valley indistinguibile da una girata dal vivo. Senza tradire le aspettative di chi vuole sfruttare al massimo l'hardware appena acquistato nemmeno “in game”.
I veicoli si sporcano, si graffiano, si deformano, si smembrano ed esplodono in modo sempre diverso, mentre i malcapitati conducenti, spesso sbalzati a discapito della cintura di sicurezza fuori dell'abitacolo, volteggiano in aria e si schiantano scomposti in piroette che fanno accapponare la pelle al motociclista che è in noi, anche se sappiamo che, in fondo, sono finte.
Ritrovare al secondo giro la sgommata nel fango da noi lasciata al passaggio precedente fa un certo effetto, non c'è che dire, così come distinguere i movimenti (e i gestacci) dei nostri avversari, quando li sorpassiamo.
Sarà per questo, probabilmente, che si nota, nei momenti di maggiore congestione, qualche piccolo rallentamento del frame rate e che gli sviluppatori hanno deciso di rinunciare a priori alla possibilità d'implementare opzioni split-screen, che si sarebbero con ogni probabilità rivelate micidiali per la fluidità e la conseguente giocabilità.
Anche la colonna sonora è in perfetto tema, arricchita non solo da effetti e rumori convincenti e in grado di mettere alla prova la resistenza del cono del vostro subwoofer, ma anche da una collezione di pezzi nu-metal targati Nirvana, Slipknot, Wolfmother e così via, perfetti per riprodurre l'atmosfera da dannati del carburatore che aleggia sul gioco Evolution fin dal filmato introduttivo.
Tanta qualità, tuttavia, sarebbe sprecata se non fosse accompagnata da un gameplay che ci faccia davvero sospirare di sollievo, archiviando almeno per il momento la situazione di disagio che ha accompagnato l'esborso dei quasi seicento euro spesi per l'acquisto della console più i sessanta del gioco. Tranquilli, la next-gen è arrivata anche in casa Sony, e non consiste solo in grafiche ed effetti speciali belli da vedere o in canzoni rock al tempo delle quali battere il piede calzato in un bello stivale da motociclista con punta in acciaio.
E'vero, manca quella pletora di veicoli diversi presenti in ogni titolo che parli di corse motoristiche, a parte forse Super Mario Karts, le piste su cui disputare le competizioni sono solo otto ed è preclusa qualsiasi forma di tuning dei mezzi. Anzi, questi si differenziano, all'interno di una categoria, solo per l'estetica ed il colore e la stessa regola vale per quelli sbloccabili durante il gioco. Che c'è di male, però, una volta tanto, a non doversi scervellare sulla taratura di trasmissione e sospensioni prima di vincere una corsa? O non trovarsi in imbarazzo su quale auto tirare fuori dal garage, che nemmeno il sultano del Brunei...? Parlavo di ritorno alle origini, all'inizio del pezzo. E allora che aspettiamo? Senza nemmeno cambiarci ed indossare la tuta, gettiamoci nella mischia vestiti come siamo, selvaggi, puri e irriducibili gladiatori ad alto numero di ottani, pronti a disputare ogni metro della Coyote Rage o della Giant Enemy Crab all'ultima gomitata o sportellata.
Una volta scelto il biglietto della gara da disputare, che molto spesso ci obbliga a scendere in pista con un veicolo di una categoria prestabilita, il gioco è fatto. Il tempo (lunghetto a dire la verità) di attendere il caricamento del tracciato ed eccoci sulla griglia di partenza. Il resto è un insieme, indescrivibile per chi non l'ha provato, di adrenalina e tattica, colpo d'occhio, e di mano, e strategia nel dosare gas e turbo fino a corteggiare con la lancetta la temuta zona rossa che metterebbe fine (in attesa del respawn) alla nostra corsa. La scelta del percorso di gara resta affidata al pilota, che opterà senza dubbio per una corsa a fondo valle se guida un mezzo pesante, arrischiandosi a salti da supercross e volteggi da funambolo se stringe invece tra le mani il manubrio di una moto o di un quad.
Il single player prevede una serie di competizioni tutte simili tra loro, rese diverse dal percorso e dal mezzo che siamo in molti casi vincolati a guidare, sbloccando grazie ai piazzamenti nuovi eventi fino a poterli provare tutti. Di tanto in tanto riceveremo anche nuovi veicoli ma le differenze all'interno di una singola classe, come dicevo, sono solo estetiche.
Il piatto forte del gioco, in fin dei conti, è proprio il multiplayer, da disputare contro undici avversari sul Sony Network, già abbastanza affollato anche nella “stanza” europea. E' là che il gioco scopre la sua longevità, contro avversari umani come noi portati a sbagliare dallo stress e dalla fatica, contro i quali batterci all'ultima sgommata per l'agognata vittoria, unica a fare punteggio per i piazzamenti nelle classifiche mondiali.
L'assenza di lag o rallentamenti dei server, nel gioco online, garantisce d'altra parte un livello di divertimento altissimo con un titolo che trova nella competizione agguerrita il suo punto di forza.
Come dite? Non vi ho ancora convinti a provarlo? Peggio per voi, allora, se proprio non siete disposti a mangiare un po' di fango, e preferite rimanere sprofondati nel sedile in pelle della vostra berlina di lusso tirata a lucido. Se invece vi sentite veri piloti, che aspettate? Abbassate gli occhialoni e date il gas. Chi arriva ultimo al traguardo paga il conto del pronto soccorso!
Preso da: gamesurf.tiscali.it
L'unica speranza, per noi malati di motori è il ritorno alle origini. Per fortuna, Evolution Studios deve aver pensato proprio a noi, viene da credere, nel concepire MotorStorm, in prima fila tra i titoli che accompagnano l'esordio in Europa della stella di casa Sony: la lussuosa PS3!
La ricetta, in apparenza, sembra semplice. Prendete un paesaggio mozzafiato, la Monument Valley, situata in Arizona e resa immortale da decine di film western, a partire dal mitico “Ombre Rosse” di John Ford, e trasformatelo in un carnaio motoristico che sembra un incrocio tra un film con Mad Max e un rave clandestino con annesse corse di “pischelli” su auto e moto truccate.
Fate in modo che sia consentito correre insieme a motociclette, quad, buggies, fuoristrada, pick-up e perfino motrici da camion, percorrendo piste scoscese e accidentate irte di crepacci, precipizi, rocce sporgenti, pozze di fango e micidiali pietraie, sulle quali la minima disattenzione provochi un'ovazione in piedi di tutti i carrozzieri e gli ortopedici seduti a bordo pista a guardare.
Poi costellate le piste stesse di rampe, paraboliche di legno, scivoli e detriti, in modo da trasformare ogni metro di percorso in una prova degna del più spericolato degli stuntmen. Aggiungete per ciascun veicolo un iniettore di nitro, denominato turbo, che ad insisterci troppo si surriscalda fino a farvi scoppiare il motore e un'IA degli avversari degna di un girone dell'inferno e il gioco è fatto.
Manca qualcosa? Ovviamente tenevo per ultimo l'ingrediente più appetitoso: una grafica da lasciare di stucco lo smanettone più spregiudicato, che sfrutta fino all'ultimo dei 720 pixel del vostro monitor HD per regalarvi colori, texture ed effetti al limite del fotorealismo. Il pluripremiato motore Havok raggiunge qui l'acme del suo virtuosismo, mostrandoci in uno dei filmati demo una ripresa aerea della Monument Valley indistinguibile da una girata dal vivo. Senza tradire le aspettative di chi vuole sfruttare al massimo l'hardware appena acquistato nemmeno “in game”.
I veicoli si sporcano, si graffiano, si deformano, si smembrano ed esplodono in modo sempre diverso, mentre i malcapitati conducenti, spesso sbalzati a discapito della cintura di sicurezza fuori dell'abitacolo, volteggiano in aria e si schiantano scomposti in piroette che fanno accapponare la pelle al motociclista che è in noi, anche se sappiamo che, in fondo, sono finte.
Ritrovare al secondo giro la sgommata nel fango da noi lasciata al passaggio precedente fa un certo effetto, non c'è che dire, così come distinguere i movimenti (e i gestacci) dei nostri avversari, quando li sorpassiamo.
Sarà per questo, probabilmente, che si nota, nei momenti di maggiore congestione, qualche piccolo rallentamento del frame rate e che gli sviluppatori hanno deciso di rinunciare a priori alla possibilità d'implementare opzioni split-screen, che si sarebbero con ogni probabilità rivelate micidiali per la fluidità e la conseguente giocabilità.
Anche la colonna sonora è in perfetto tema, arricchita non solo da effetti e rumori convincenti e in grado di mettere alla prova la resistenza del cono del vostro subwoofer, ma anche da una collezione di pezzi nu-metal targati Nirvana, Slipknot, Wolfmother e così via, perfetti per riprodurre l'atmosfera da dannati del carburatore che aleggia sul gioco Evolution fin dal filmato introduttivo.
Tanta qualità, tuttavia, sarebbe sprecata se non fosse accompagnata da un gameplay che ci faccia davvero sospirare di sollievo, archiviando almeno per il momento la situazione di disagio che ha accompagnato l'esborso dei quasi seicento euro spesi per l'acquisto della console più i sessanta del gioco. Tranquilli, la next-gen è arrivata anche in casa Sony, e non consiste solo in grafiche ed effetti speciali belli da vedere o in canzoni rock al tempo delle quali battere il piede calzato in un bello stivale da motociclista con punta in acciaio.
E'vero, manca quella pletora di veicoli diversi presenti in ogni titolo che parli di corse motoristiche, a parte forse Super Mario Karts, le piste su cui disputare le competizioni sono solo otto ed è preclusa qualsiasi forma di tuning dei mezzi. Anzi, questi si differenziano, all'interno di una categoria, solo per l'estetica ed il colore e la stessa regola vale per quelli sbloccabili durante il gioco. Che c'è di male, però, una volta tanto, a non doversi scervellare sulla taratura di trasmissione e sospensioni prima di vincere una corsa? O non trovarsi in imbarazzo su quale auto tirare fuori dal garage, che nemmeno il sultano del Brunei...? Parlavo di ritorno alle origini, all'inizio del pezzo. E allora che aspettiamo? Senza nemmeno cambiarci ed indossare la tuta, gettiamoci nella mischia vestiti come siamo, selvaggi, puri e irriducibili gladiatori ad alto numero di ottani, pronti a disputare ogni metro della Coyote Rage o della Giant Enemy Crab all'ultima gomitata o sportellata.
Una volta scelto il biglietto della gara da disputare, che molto spesso ci obbliga a scendere in pista con un veicolo di una categoria prestabilita, il gioco è fatto. Il tempo (lunghetto a dire la verità) di attendere il caricamento del tracciato ed eccoci sulla griglia di partenza. Il resto è un insieme, indescrivibile per chi non l'ha provato, di adrenalina e tattica, colpo d'occhio, e di mano, e strategia nel dosare gas e turbo fino a corteggiare con la lancetta la temuta zona rossa che metterebbe fine (in attesa del respawn) alla nostra corsa. La scelta del percorso di gara resta affidata al pilota, che opterà senza dubbio per una corsa a fondo valle se guida un mezzo pesante, arrischiandosi a salti da supercross e volteggi da funambolo se stringe invece tra le mani il manubrio di una moto o di un quad.
Il single player prevede una serie di competizioni tutte simili tra loro, rese diverse dal percorso e dal mezzo che siamo in molti casi vincolati a guidare, sbloccando grazie ai piazzamenti nuovi eventi fino a poterli provare tutti. Di tanto in tanto riceveremo anche nuovi veicoli ma le differenze all'interno di una singola classe, come dicevo, sono solo estetiche.
Il piatto forte del gioco, in fin dei conti, è proprio il multiplayer, da disputare contro undici avversari sul Sony Network, già abbastanza affollato anche nella “stanza” europea. E' là che il gioco scopre la sua longevità, contro avversari umani come noi portati a sbagliare dallo stress e dalla fatica, contro i quali batterci all'ultima sgommata per l'agognata vittoria, unica a fare punteggio per i piazzamenti nelle classifiche mondiali.
L'assenza di lag o rallentamenti dei server, nel gioco online, garantisce d'altra parte un livello di divertimento altissimo con un titolo che trova nella competizione agguerrita il suo punto di forza.
Come dite? Non vi ho ancora convinti a provarlo? Peggio per voi, allora, se proprio non siete disposti a mangiare un po' di fango, e preferite rimanere sprofondati nel sedile in pelle della vostra berlina di lusso tirata a lucido. Se invece vi sentite veri piloti, che aspettate? Abbassate gli occhialoni e date il gas. Chi arriva ultimo al traguardo paga il conto del pronto soccorso!
Preso da: gamesurf.tiscali.it