- 31 Agosto 2010
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"Sono un allenatore, mica Harry Potter. Ma sono il tecnico ideale perché non ho paura di niente". Parola di José Mourinho. Il tecnico del Real Madrid, nonostante l'esordio tutt'altro che positivo nella Liga (0-0 in casa del Maiorca, ndr) con già due punti da recuperare al Barcellona, sembra non aver perso sfrontatezza e sicurezza nei propri mezzi.
L'allenatore portoghese, in una lunga intervista concessa al quotidiano iberico 'As', spiega i motivi che hanno portato le merengues a partire in campionato col freno a mano tirato. "Io sono un allenatore, non Harry Potter - le parole dello Special One -. Lui è magico, ma nella realtà non esiste la magia. La magia è finzione e io vivo nel calcio, che è reale. Sono al Madrid solo da un paio di mesi e abbiamo fatto quaranta allenamenti - sottolinea l'ex tecnico dell'Inter -. Sapete quanti ne abbiamo fatto tutti insieme, compresi i nuovi acquisti? Nemmeno dieci. Ci manca ancora tanto, e per questo motivo la strada più facile per me sarebbe stata quella di non cambiare niente. Far giocare il Real a Maiorca come giocava l'anno scorso, mantenendo i principi di gioco con la struttura che aveva già. Sarebbe stato più semplice all'inizio della stagione, ma alla lunga si sarebbe rivelato sbagliato".
"Vincere a Maiorca non era una condicio sine qua non per una grande stagione - l'analisi di Mourinho -. Ovviamente non sono un ipocrita e avrei preferito vincere al debutto. Ma non credo che un pareggio sia un dramma. In fondo anche al Porto e all'Inter sono partito con un pareggio. A Oporto poi ho vinto 4 titoli, in nerazzurro 2 il primo anno e altri 3 nel secondo".
I successi di Milano, però, fanno già parte del passato: "Se avessi voluto vivere in un ambiente confortevole, in assoluta sicurezza, sarei rimasto all'Inter - è la considerazione del tecnico del Real - Una squadra campione d'Europa, che ha vinto tutto in due anni e destinata a giocare il Mondiale per club e due Supercoppe, rappresenta un'assicurazione per continuare a vincere. Io però ho preferito scegliere la via piu' complicata e sono venuto al Madrid, che deve ritrovare la stabilità di una volta. Se i titoli arrivano con Mourinho o con un altro, poi, è la stessa cosa. L'importante è che questo club trovi stabilità". Stabilità che Mourinho garantirà al club di Florentino Perez, presidente che non avrà voce in capitolo nel lavoro del portoghese: "Lui comanda il club, io lo spogliatoio. Nessuno mi dirà come allenare o se deve andare in campo un giocatore piuttosto che un altro. Il mio terreno è mio e lì comando io".
Fonte : SkySport
L'allenatore portoghese, in una lunga intervista concessa al quotidiano iberico 'As', spiega i motivi che hanno portato le merengues a partire in campionato col freno a mano tirato. "Io sono un allenatore, non Harry Potter - le parole dello Special One -. Lui è magico, ma nella realtà non esiste la magia. La magia è finzione e io vivo nel calcio, che è reale. Sono al Madrid solo da un paio di mesi e abbiamo fatto quaranta allenamenti - sottolinea l'ex tecnico dell'Inter -. Sapete quanti ne abbiamo fatto tutti insieme, compresi i nuovi acquisti? Nemmeno dieci. Ci manca ancora tanto, e per questo motivo la strada più facile per me sarebbe stata quella di non cambiare niente. Far giocare il Real a Maiorca come giocava l'anno scorso, mantenendo i principi di gioco con la struttura che aveva già. Sarebbe stato più semplice all'inizio della stagione, ma alla lunga si sarebbe rivelato sbagliato".
"Vincere a Maiorca non era una condicio sine qua non per una grande stagione - l'analisi di Mourinho -. Ovviamente non sono un ipocrita e avrei preferito vincere al debutto. Ma non credo che un pareggio sia un dramma. In fondo anche al Porto e all'Inter sono partito con un pareggio. A Oporto poi ho vinto 4 titoli, in nerazzurro 2 il primo anno e altri 3 nel secondo".
I successi di Milano, però, fanno già parte del passato: "Se avessi voluto vivere in un ambiente confortevole, in assoluta sicurezza, sarei rimasto all'Inter - è la considerazione del tecnico del Real - Una squadra campione d'Europa, che ha vinto tutto in due anni e destinata a giocare il Mondiale per club e due Supercoppe, rappresenta un'assicurazione per continuare a vincere. Io però ho preferito scegliere la via piu' complicata e sono venuto al Madrid, che deve ritrovare la stabilità di una volta. Se i titoli arrivano con Mourinho o con un altro, poi, è la stessa cosa. L'importante è che questo club trovi stabilità". Stabilità che Mourinho garantirà al club di Florentino Perez, presidente che non avrà voce in capitolo nel lavoro del portoghese: "Lui comanda il club, io lo spogliatoio. Nessuno mi dirà come allenare o se deve andare in campo un giocatore piuttosto che un altro. Il mio terreno è mio e lì comando io".
Fonte : SkySport