L'America ha perduto una leggenda. Walter Cronkite, l'ex-anchorman della CBS che annunciò al paese la morte a Dallas del presidente John Kennedy e che fece vivere agli americani l'epopea dello sbarco sulla Luna, è morto venerdì a New York. Aveva 92 anni e da tempo lottava contro problemi cerebro-vascolari. Per quasi venti anni, dal 1962 al 1981, Cronkite era stato il conduttore del telegiornale più seguito d'America, il 'CBS Evening News'. Ma per un periodo ancora più lungo, nell'arco di una carriera durata sei decenni, Cronkite era stato soprattutto «l'uomo di cui gli americani avevano più fiducia», col suo approccio diretto, con le sue parole misurate, con la sua voce profonda che gli conferivano una autorevolezza senza precedenti nel mondo dei media. La fiducia degli americani gli aveva fatto guadagnare il nomignolo affettuoso 'Zio Walter'. Leggendaria la frase di chiusura del suo notiziario: «And That's the way it is» (E questo è il modo in cui stanno le cose). Una frase che mirava, ha sempre spiegato, a sintetizzare l'ideale più sacro per un giornalista: «raccontare sempre le cose come le vede, senza curarsi delle possibili conseguenze e senza temere di suscitare controversie». Il presidente Barack Obama ha detto che Cronkite «era una voce di certezza in un mondo incerto». L'ex-presidente George W. Bush lo ha definito «una icona del giornalismo americano». A Cronkite sono legati, nella memoria collettiva degli americani, alcuni degli eventi che hanno plasmato la storia della nazione negli ultimi decenni. Toccò a lui annunciare nel 1963 la morte del presidente Kennedy a Dallas, leggendo in diretta un dispaccio d'agenzia: la pausa seguita alla drammatica notizia, con Cronkite che si sfila lentamente gli occhiali, guarda l'orologio appeso al muro e cerca di vincere la evidente commozione, fa parte della storia del giornalismo e dell'America. Famoso è rimasto l'editoriale televisivo nel 1968, mentre era in corso in Vietnam l'offensiva del Tet, quando Cronkite dichiarò che la Guerra in Vietnam non poteva più essere vinta. Leggenda vuole che il presidente Lyndon Johnson abbia commentato con amarezza: «È finita. Se ho perduto Cronkite, ho perduto l'americano medio». Johnson non si ricandidò alle successive elezioni presidenziali. Celebri anche i reportage di Cronkite sulla conquista spaziale e in particolare sullo sbarco sulla Luna della navicella Apollo 11, di cui ricorre proprio in questi giorni il quarantesimo anniversario. Nato il 4 novembre 1916 nel Missouri, Walter Leland Cronkite Jr. aveva iniziato il mestiere di reporter con l'agenzia UPI che l'aveva inviato in Europa a raccontare la Seconda Guerra Mondiale. Cronkite si era fatto paracadutare sull'Olanda con la famosa 101/ma Divisione Aviotrasportata e aveva poi partecipato allo sbarco in Normandia. Ma aveva sempre sminuito con modestia il suo evidente coraggio: «In realtà sono un codardo. - diceva - Ero sempre spaventato a morte. Ho fatto tutto il possibile per evitare di finire nei combattimenti». Dal 1946 al 1948 era stato capo dell'ufficio di Mosca dell'UPI. Nel 1950 era stato assunto dalla Tv CBS. Era l'inizio di una straordinaria carriera. Nel 1962 era diventato l'anchorman del Tg più seguito dagli americani (CBS Evening News) e i suoi reportage avevano una profonda influenza sulla opinione pubblica del paese. Si era ritirato nel 1981 con la promessa da parte della CBS di una serie di iniziative che invece non si erano materializzate. Successivamente aveva dato la sua voce e la sua autorevolezza a numerosi documentari, film e trasmissioni Tv: la sua voce baritonale era immediatamente riconoscibile. Una voce usata anche da Disney per la storia della esplorazione spaziale narrata nella grande sfera di Epcot. Negli ultimi anni della sua vita aveva scritto libri, tenuto conferenze e dato sfogo al suo grande hobby: la navigazione a vela. Aveva espresso la sua condanna per la guerra in Iraq e per l'immobilismo nei riguardi del problema del clima. Nel 1997 si era sottoposto ad un intervento al cuore: un bypass quadruplo che aveva avuto successo. «La grande forza di Walter Cronkite era di essere la stessa persona davanti alla telecamera o fuori dallo studio - ha ricordato il suo collega Brian Williams - Una persona onesta e diretta che andava sempre al sodo, senza tanti fronzoli. Un modo di fare che piaceva agli americani».
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