- 8 Agosto 2008
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FIRENZE, 12 agosto 2008 - Artisti di razza. La pennellata di Adrian Mutu e la sviolinata di Alberto Gilardino. In una notte magica i due attaccanti firmano il 2-0 allo Slavia Praga nell'andata del preliminare che apre la porta alla Champions League. Prova d'autore che lancia nell'Europa che conta una Fiorentina brillante e autoritaria, capace di chiudere la bocca ai cechi, intrappolati nel gioco dei toscani, abilmente diretti da Cesare Prandelli. A conferma, se mai ce ne fosse stato il bisogno, della sontuosa campagna acquisti operata dai fratelli Della Valle.
STILE PRANDELLI - Bella Fiorentina, ben disposta in campo. Il tecnico l'ha plasmata con cuore e razionalità. Un 4-3-3 offensivo, ma con giudizio. Senza l'infortunato Comotto e il forfait dell'ultima ora di Gamberini, il tecnico schiera Zauri e Vargas laterali, con Dainelli e Kroldrup centrali. Felipe Melo agisce fra tra difesa e centrocampo (dove manca anche Montolivo) a dettare i tempi, alle spalle del tridente Santana-Gilardino-Mutu.
MAGIA MUTU - Il pronti e via è una saetta divina. Sulla partita della vita ci pensa infatti Mutu a imprimere subito la sua impronta. Il romeno impugna la stecca e con un colpo da biliardo dopo soli tre minuti infila Vaniak: una strepitosa punizione, concessa da Webb per un netto fallo al limite su Gilardino, che si fa spazio nel sette. Gol da favola e Fiorentina da sballo, che illumina il Franchi grazie a un gioco pulito e spettacolare. Come tenuti insieme da un invisibile filo, in ragazzi di Prandelli aggrediscono lo Slavia e per una ventina di minuti dettano legge. L'ispiratore è Felipe: ragazzo intelligente, che forse abbonda in dribbling, ma che sa essere efficace e produttivo; che sa chiudere e rilanciare l'azione, abbinando alla classe una fisicità prorompente.
POCO SLAVIA - La squadra ceca, assorbito il Mutu-choc, si riorganizza e copre meglio la sua trequarti, affidandosi al contropiede e alle invenzioni offerte con il lumicino da Jarolim. Mai pericolosi comunque (mai un tiro in porta) e sempre ribattuti dall'attenta difesa viola. Oscuro, ma efficace il lavoro di Gilardino che favorisce le penetrazioni di Vargas e Santana e apre spazi a Mutu. Che trova anche il tempo di fallire un paio di gol, ma comunque sempre nel vivo dell'azione. Grande l'apporto sulle fasce di Kuzamnovic e Vargas: due scardinatori con licenza di crossare di grande efficacia.
Il GILA SUONA IL VIOLINO - Archiviato il primo tempo, i viola ripartono con identico furore, martellando lo Slavia il cui unico scopo parrebbe quello di mantenere il risultato sull'1-0. La Fiorentina attacca e chiude tutti i varchi, rendendo vane le ripartenze dei cechi. Al 3' Vaniak devia prodigiosamente un bolide dalla distanza di Vargas, ancora su punizione, a sottolineare che solo su calcio piazzato è possibile sfondare il muro dei cechi. Finalmente, al 13', arriva il meritato raddoppio. Lo firma Alberto Gilardino da opportunista di razza, in una confusa azione in area, in cui l'ex rossonero, in posizione dubbia ci crede e infila di testa, per poi abbandonarsi a una sonata per violino sotto la curva.
STRADA APERTA - Prandelli sostitusce Vargas con Almiron e con il possesso di palla i viola trasformano il finale di partita in una marcia trionfale, in cui Slavia ci azzecca davvero poco, con giocate senza senso e di una pochezza assoluta. La Viola, con Osvaldo e Pazzini nel finale (fuori Mutu e Gilardino) comanda e si diverte, consapevole di avere in mano mezza Europa. Manca solo l'ultimo tocco, in calendario il 27/8, e sarà Champions League.
(Gazzetta dello Sport)
STILE PRANDELLI - Bella Fiorentina, ben disposta in campo. Il tecnico l'ha plasmata con cuore e razionalità. Un 4-3-3 offensivo, ma con giudizio. Senza l'infortunato Comotto e il forfait dell'ultima ora di Gamberini, il tecnico schiera Zauri e Vargas laterali, con Dainelli e Kroldrup centrali. Felipe Melo agisce fra tra difesa e centrocampo (dove manca anche Montolivo) a dettare i tempi, alle spalle del tridente Santana-Gilardino-Mutu.
MAGIA MUTU - Il pronti e via è una saetta divina. Sulla partita della vita ci pensa infatti Mutu a imprimere subito la sua impronta. Il romeno impugna la stecca e con un colpo da biliardo dopo soli tre minuti infila Vaniak: una strepitosa punizione, concessa da Webb per un netto fallo al limite su Gilardino, che si fa spazio nel sette. Gol da favola e Fiorentina da sballo, che illumina il Franchi grazie a un gioco pulito e spettacolare. Come tenuti insieme da un invisibile filo, in ragazzi di Prandelli aggrediscono lo Slavia e per una ventina di minuti dettano legge. L'ispiratore è Felipe: ragazzo intelligente, che forse abbonda in dribbling, ma che sa essere efficace e produttivo; che sa chiudere e rilanciare l'azione, abbinando alla classe una fisicità prorompente.
POCO SLAVIA - La squadra ceca, assorbito il Mutu-choc, si riorganizza e copre meglio la sua trequarti, affidandosi al contropiede e alle invenzioni offerte con il lumicino da Jarolim. Mai pericolosi comunque (mai un tiro in porta) e sempre ribattuti dall'attenta difesa viola. Oscuro, ma efficace il lavoro di Gilardino che favorisce le penetrazioni di Vargas e Santana e apre spazi a Mutu. Che trova anche il tempo di fallire un paio di gol, ma comunque sempre nel vivo dell'azione. Grande l'apporto sulle fasce di Kuzamnovic e Vargas: due scardinatori con licenza di crossare di grande efficacia.
Il GILA SUONA IL VIOLINO - Archiviato il primo tempo, i viola ripartono con identico furore, martellando lo Slavia il cui unico scopo parrebbe quello di mantenere il risultato sull'1-0. La Fiorentina attacca e chiude tutti i varchi, rendendo vane le ripartenze dei cechi. Al 3' Vaniak devia prodigiosamente un bolide dalla distanza di Vargas, ancora su punizione, a sottolineare che solo su calcio piazzato è possibile sfondare il muro dei cechi. Finalmente, al 13', arriva il meritato raddoppio. Lo firma Alberto Gilardino da opportunista di razza, in una confusa azione in area, in cui l'ex rossonero, in posizione dubbia ci crede e infila di testa, per poi abbandonarsi a una sonata per violino sotto la curva.
STRADA APERTA - Prandelli sostitusce Vargas con Almiron e con il possesso di palla i viola trasformano il finale di partita in una marcia trionfale, in cui Slavia ci azzecca davvero poco, con giocate senza senso e di una pochezza assoluta. La Viola, con Osvaldo e Pazzini nel finale (fuori Mutu e Gilardino) comanda e si diverte, consapevole di avere in mano mezza Europa. Manca solo l'ultimo tocco, in calendario il 27/8, e sarà Champions League.
(Gazzetta dello Sport)