- 19 Marzo 2009
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Dallo sterco preistorico nuovi indizi sull'estinzione dei mammut
Decenni di elucubrazioni storiche messe in crisi da un po’ di cacca. Un mucchietto di letame lasciato forse da un mammut nelle foreste dell’Indiana (Nord America), potrebbe aiutare a riscrivere la storia dell’estinzione dei grandi mammiferi scomparsi.
La scoperta recentemente pubblicata sulla rivista Science, fornisce preziose informazioni sulle conseguenze ecologiche della scomparsa dei bisnonni preistorici degli elefanti.
Lago "inquinato". La "colpa" è tutta di un fungo: la Sporormiella, le cui spore si sviluppano principalmente nelle feci dei grandi erbivori. Un team di ricercatori della Università del Wisconsin di Madison (Stati Uniti) ha raccolto campioni di questi escrementi sul fondo del Lago Appleman, nell’Indiana. I "bisognini" - appartenuti a un mammut o a qualche altro grande mammifero - erano mischiati a diversi strati di fango e sedimenti del bacino.
Attraverso la conta delle spore e dei pollini presenti nei reperti, gli scienziati hanno tentato di ricostruire la storia degli antichi cambiamenti ambientali avvenuti nella zona. Con risultati sorprendenti: il declino della megafauna cui appartenevano anche i mammut sarebbe iniziato, in quest’area, tra i 14 mila 800 e i 13 mila 700 anni fa, periodo in cui le spore di Sporormiella iniziano a scomparire dai sedimenti.
Presunti innocenti. Questo tipo di datazione scagionerebbe dalla rosa dei possibili "indiziati" per la scomparsa dei mammut, i cacciatori preistorici della popolazione dei Clovis, comparsa in Nord America mille anni più tardi. Dopo il ritrovamento di utensili adatti alla caccia di animali di grossa taglia, questo popolo era stato in passato indicato come possibile corresponsabile dell’estinzione dei grandi erbivori. Tra i nuovi "sospettati", potrebbero esserci alcune popolazioni antecedenti ai Clovis, la cui presenza nella zona, però, è ancora discussa.
Da accantonare, secondo i ricercatori, anche l’ipotesi della scomparsa dovuta alla caduta di un meteorite (o di un altro oggetto celeste) sulla Terra 12 mila 900 anni fa. I mammut, stando alle analisi dello sterco, avrebbero iniziato a estinguersi ben prima dell’impatto.
La riscossa della foresta. Lo studio si è poi concentrato sulle conseguenze che la scomparsa dei mammut avrebbe avuto sulla vegetazione. I pollini trovati nei sedimenti infatti, indicherebbero per il periodo successivo all’estinzione, un aumento delle piante a foglie caduche che prima probabilmente, erano tenute "sotto controllo" dall’appetito di questi bestioni. La scoperta potrebbe avere implicazioni anche sui moderni equilibri tra fauna e vegetazione: "Sappiamo che i grandi erbivori sono tra gli animali più minacciati del paesaggio" ha detto Jacquelyn Gill, a capo della ricerca. "Ora stiamo iniziando a capire quanto il loro ruolo sia importante per l’ecologia".
[OT]Ricollegandomi al topic : Come studiare e fare i compiti rendendo molto ricordo che per un buono studio dovete leggere molto,moltissimo,soprattutto su internet e su Sciax2,per esempio qui,dove ognuno di noi posta soggetti interessanti,che potete citare anche nelle interrogazioni,e aiutandovi anche se avete studiato poco.[/OT]
Decenni di elucubrazioni storiche messe in crisi da un po’ di cacca. Un mucchietto di letame lasciato forse da un mammut nelle foreste dell’Indiana (Nord America), potrebbe aiutare a riscrivere la storia dell’estinzione dei grandi mammiferi scomparsi.
La scoperta recentemente pubblicata sulla rivista Science, fornisce preziose informazioni sulle conseguenze ecologiche della scomparsa dei bisnonni preistorici degli elefanti.
Lago "inquinato". La "colpa" è tutta di un fungo: la Sporormiella, le cui spore si sviluppano principalmente nelle feci dei grandi erbivori. Un team di ricercatori della Università del Wisconsin di Madison (Stati Uniti) ha raccolto campioni di questi escrementi sul fondo del Lago Appleman, nell’Indiana. I "bisognini" - appartenuti a un mammut o a qualche altro grande mammifero - erano mischiati a diversi strati di fango e sedimenti del bacino.
Attraverso la conta delle spore e dei pollini presenti nei reperti, gli scienziati hanno tentato di ricostruire la storia degli antichi cambiamenti ambientali avvenuti nella zona. Con risultati sorprendenti: il declino della megafauna cui appartenevano anche i mammut sarebbe iniziato, in quest’area, tra i 14 mila 800 e i 13 mila 700 anni fa, periodo in cui le spore di Sporormiella iniziano a scomparire dai sedimenti.
Presunti innocenti. Questo tipo di datazione scagionerebbe dalla rosa dei possibili "indiziati" per la scomparsa dei mammut, i cacciatori preistorici della popolazione dei Clovis, comparsa in Nord America mille anni più tardi. Dopo il ritrovamento di utensili adatti alla caccia di animali di grossa taglia, questo popolo era stato in passato indicato come possibile corresponsabile dell’estinzione dei grandi erbivori. Tra i nuovi "sospettati", potrebbero esserci alcune popolazioni antecedenti ai Clovis, la cui presenza nella zona, però, è ancora discussa.
Da accantonare, secondo i ricercatori, anche l’ipotesi della scomparsa dovuta alla caduta di un meteorite (o di un altro oggetto celeste) sulla Terra 12 mila 900 anni fa. I mammut, stando alle analisi dello sterco, avrebbero iniziato a estinguersi ben prima dell’impatto.
La riscossa della foresta. Lo studio si è poi concentrato sulle conseguenze che la scomparsa dei mammut avrebbe avuto sulla vegetazione. I pollini trovati nei sedimenti infatti, indicherebbero per il periodo successivo all’estinzione, un aumento delle piante a foglie caduche che prima probabilmente, erano tenute "sotto controllo" dall’appetito di questi bestioni. La scoperta potrebbe avere implicazioni anche sui moderni equilibri tra fauna e vegetazione: "Sappiamo che i grandi erbivori sono tra gli animali più minacciati del paesaggio" ha detto Jacquelyn Gill, a capo della ricerca. "Ora stiamo iniziando a capire quanto il loro ruolo sia importante per l’ecologia".
Proiettili di ferro e nichel nelle zanne dei mammut
La scienza segue strade assai curiose, a volte, ed è capace di trovare risposte anche in luoghi inconsueti: a ispirare gli scienziati ad avviare questa ricerca non è stato un remoto sito archeologico, ma la hall di un motel. Allen West, del Lawrence Berkeley National Laboratory, stava indagando sulle possibili cause dell'estinzione dei clovis - una popolazione vissuta in Nord America circa 13 mila anni fa - quando ha pensato di dare un'occhiata alle ossa dei grandi mammiferi dell'epoca. Così si è recato in un motel di Tucson, in Arizona, dove ricordava di aver visto un'esposizione di zanne di mammut.
Il test della calamita
In uno dei fossili era presente un foro dai bordi bruciati, dall'aspetto simile a quello lasciato da un oggetto scagliato ad alta velocità (come un proiettile, per esempio). Risalito ai proprietari del reperto, West e il suo collega Richard Firestone hanno potuto analizzare altre 15 mila tra zanne e ossa di grandi mammiferi estinti: la presenza più rilevante di micro meteoriti è stata individuata sulla superfi cie superiore - quella rivolta verso il cielo - di un gruppo di zanne provenienti dalla penisola di Yukutia, nella Siberia orientale. Ulteriori analisi hanno poi confermato che si tratta effettivamente di materiale spaziale, composto prevalentemente di ferro e nichel, e non di schegge di origine terrestre.
Mammut in calo
La maggior parte dei fossili analizzati risalga a un periodo che va dai 30 ai 34 mila anni fa: la datazione pone la scoperta ben al di fuori dello studio di West sui clovis, ma può avvalorare altre ipotesi archeologiche. Molti scienziati infatti ritengono che in quell'arco di tempo il numero dei grandi mammiferi, come bisonti e mammut, diminuì notevolmente, anche se non si trattò dell'estinzione definitiva. Colpa della tempesta di meteoriti? È ancora presto per affermarlo, ma «la nostra speranza», commenta West, «è che musei e università inizino a esaminare le loro collezioni di fossili alla ricerca di testimonianze simili».
La scienza segue strade assai curiose, a volte, ed è capace di trovare risposte anche in luoghi inconsueti: a ispirare gli scienziati ad avviare questa ricerca non è stato un remoto sito archeologico, ma la hall di un motel. Allen West, del Lawrence Berkeley National Laboratory, stava indagando sulle possibili cause dell'estinzione dei clovis - una popolazione vissuta in Nord America circa 13 mila anni fa - quando ha pensato di dare un'occhiata alle ossa dei grandi mammiferi dell'epoca. Così si è recato in un motel di Tucson, in Arizona, dove ricordava di aver visto un'esposizione di zanne di mammut.
Il test della calamita
In uno dei fossili era presente un foro dai bordi bruciati, dall'aspetto simile a quello lasciato da un oggetto scagliato ad alta velocità (come un proiettile, per esempio). Risalito ai proprietari del reperto, West e il suo collega Richard Firestone hanno potuto analizzare altre 15 mila tra zanne e ossa di grandi mammiferi estinti: la presenza più rilevante di micro meteoriti è stata individuata sulla superfi cie superiore - quella rivolta verso il cielo - di un gruppo di zanne provenienti dalla penisola di Yukutia, nella Siberia orientale. Ulteriori analisi hanno poi confermato che si tratta effettivamente di materiale spaziale, composto prevalentemente di ferro e nichel, e non di schegge di origine terrestre.
Mammut in calo
La maggior parte dei fossili analizzati risalga a un periodo che va dai 30 ai 34 mila anni fa: la datazione pone la scoperta ben al di fuori dello studio di West sui clovis, ma può avvalorare altre ipotesi archeologiche. Molti scienziati infatti ritengono che in quell'arco di tempo il numero dei grandi mammiferi, come bisonti e mammut, diminuì notevolmente, anche se non si trattò dell'estinzione definitiva. Colpa della tempesta di meteoriti? È ancora presto per affermarlo, ma «la nostra speranza», commenta West, «è che musei e università inizino a esaminare le loro collezioni di fossili alla ricerca di testimonianze simili».
Cucciolo secolare,direttamente dall'era glaciale,ben conservato
Forse avrebbe voluto un cagnolino, invece questo bambino si è visto recapitare a casa una cucciola di mammut lanoso (Mammuthus primigenius).
E neanche molto di compagnia, dato che Ljuba, così è stato soprannominata, ha smesso di giocare 40 mila anni fa. Aveva appena un mese di vita quando probabilmente è morta annegata in una palude fangosa. L'animale mummificato - l'esemplare meglio conservato che si conosca - è stato ritrovato due anni fa dal padre del bimbo, il pastore di renne Jurij Khudi, sulla riva di un fiume a Jamal, in Siberia. Probabilmente la melma e il freddo lo hanno mantenuto intatto per tutto questo tempo. I paleontologi sono già all'opera per analizzare il Dna, per avere un po' di informazioni su questi antichi animali: come vivevano, cosa mangiavano e la causa che ha portato alla loro estinzione, quasi 10 mila anni fa.
E neanche molto di compagnia, dato che Ljuba, così è stato soprannominata, ha smesso di giocare 40 mila anni fa. Aveva appena un mese di vita quando probabilmente è morta annegata in una palude fangosa. L'animale mummificato - l'esemplare meglio conservato che si conosca - è stato ritrovato due anni fa dal padre del bimbo, il pastore di renne Jurij Khudi, sulla riva di un fiume a Jamal, in Siberia. Probabilmente la melma e il freddo lo hanno mantenuto intatto per tutto questo tempo. I paleontologi sono già all'opera per analizzare il Dna, per avere un po' di informazioni su questi antichi animali: come vivevano, cosa mangiavano e la causa che ha portato alla loro estinzione, quasi 10 mila anni fa.
[OT]Ricollegandomi al topic : Come studiare e fare i compiti rendendo molto ricordo che per un buono studio dovete leggere molto,moltissimo,soprattutto su internet e su Sciax2,per esempio qui,dove ognuno di noi posta soggetti interessanti,che potete citare anche nelle interrogazioni,e aiutandovi anche se avete studiato poco.[/OT]
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