Partecipare al Mondiale è il sogno da bambino di ogni calciatore ma può anche trasformarsi in un incubo. Lo è diventato per i calciatori nigeriani, eliminati al primo turno con un solo punto raccolto con la Corea del Sud, e mazziati al loro ritorno in patria dal presidente che deciso una punizione per la figuraccia rimediata "sospendendo" la nazionale per due anni dalle competizioni internazionali. Peccato che per la Fifa non possa farlo.
A riferirlo è uno stretto collaboratore di Goodluck Jonathan, Ima Niboro: "Il signor presidente ha deciso che la nazionale di calcio si ritirerà da tutte le competizioni internazionali per i prossimi due anni per consentire alla Nigeria di riorganizzare il suo calcio". Il provvedimento si è reso necessario dopo la "scarsa performance della squadra", arrivata ultima nel gruppo B con un punto, frutto di un pareggio (2-2) con la Corea del Sud, dopo le sconfitte con l'Argentina (0-1) e la Grecia (1-2).
Chi invece aveva paura proprio di dure sanzioni, come successo nel 1966, erano i giocatori della Corea del Nord. Reduci da tre sconfitte in altrettante gare in Sudafrica, i ventitre sono sbarcati a Pyongyang con "facce impietrite" a testimoniare una reale paura della reazione del leader Kim Jong-Il. L'ambiente si è però rasserenato alla vista dei rispettivi familiari con i funzionari che hanno confortato i giocatori dicendo loro di aver fatto un buon lavoro. I giocatori, inoltre, sulla via per Pyongyang, hanno fatto tappa a Pechino dove hanno avuto un trattamento con tutti gli onori del caso: i 45 componenti della delegazione hanno alloggiato in un albergo a cinque stelle e sono stati ricompensati con una lauta cena offerta dal ristorante Yin Pan Guan, di proprieta' dello Stato nordcoreano. Le cameriere hanno festeggiato i giocatori: ''Jong Tae-se è il nostro eroe, lo amiamo tutte'', ha detto una di loro al quotidiano cinese Global Times.
Ancor più trionfale il ritorno in patria dei Blu Samurai giapponesi. Il premier giapponese, Naoto Kan, ha elogiato il team che, pur perdendo, ha dato prova di grande carattere: ''La nazionale del Giappone, i cui giocatori e preparatori sono stati saldamente uniti sotto le direttive dell'allenatore Takeshi Okada - ha scritto il premier in una dichiarazione diffusa oggi - ha mostrato al resto del mondo la vera forza dei calciatori nipponici. Con sincerita' esprimo il mio piu' profondo apprezzamento per il duro lavoro svolto''.
A riferirlo è uno stretto collaboratore di Goodluck Jonathan, Ima Niboro: "Il signor presidente ha deciso che la nazionale di calcio si ritirerà da tutte le competizioni internazionali per i prossimi due anni per consentire alla Nigeria di riorganizzare il suo calcio". Il provvedimento si è reso necessario dopo la "scarsa performance della squadra", arrivata ultima nel gruppo B con un punto, frutto di un pareggio (2-2) con la Corea del Sud, dopo le sconfitte con l'Argentina (0-1) e la Grecia (1-2).
Chi invece aveva paura proprio di dure sanzioni, come successo nel 1966, erano i giocatori della Corea del Nord. Reduci da tre sconfitte in altrettante gare in Sudafrica, i ventitre sono sbarcati a Pyongyang con "facce impietrite" a testimoniare una reale paura della reazione del leader Kim Jong-Il. L'ambiente si è però rasserenato alla vista dei rispettivi familiari con i funzionari che hanno confortato i giocatori dicendo loro di aver fatto un buon lavoro. I giocatori, inoltre, sulla via per Pyongyang, hanno fatto tappa a Pechino dove hanno avuto un trattamento con tutti gli onori del caso: i 45 componenti della delegazione hanno alloggiato in un albergo a cinque stelle e sono stati ricompensati con una lauta cena offerta dal ristorante Yin Pan Guan, di proprieta' dello Stato nordcoreano. Le cameriere hanno festeggiato i giocatori: ''Jong Tae-se è il nostro eroe, lo amiamo tutte'', ha detto una di loro al quotidiano cinese Global Times.
Ancor più trionfale il ritorno in patria dei Blu Samurai giapponesi. Il premier giapponese, Naoto Kan, ha elogiato il team che, pur perdendo, ha dato prova di grande carattere: ''La nazionale del Giappone, i cui giocatori e preparatori sono stati saldamente uniti sotto le direttive dell'allenatore Takeshi Okada - ha scritto il premier in una dichiarazione diffusa oggi - ha mostrato al resto del mondo la vera forza dei calciatori nipponici. Con sincerita' esprimo il mio piu' profondo apprezzamento per il duro lavoro svolto''.