«O paghi o mando in giro il filmino hard» Ragazzo in cella per il ricatto al prete
Il giovane all'epoca aveva 17 anni: è accusato di estorsione. Pare non si sia trattato di abusi ma di atti consensuali. Il sacerdote avrebbe consegnato 2 mila euro
Lo minacciava di diffondere un filmato girato con un cellulare, filmato in cui si vedono atti sessuali. In questo modo un prete di Bologna veniva ricattato da un diciottenne rumeno e da due suoi familiari, che gli avrebbero chiesto denaro in cambio di silenzio.
LA DENUNCIA - A metà febbraio il religioso - che ha 69 anni - si è rivolto alla polizia e, dopo alcuni mesi di indagini, intercettazioni telefoniche e il sequestro del filmato in questione, per il ragazzo è arrivato un provvedimento di custodia cautelare del Tribunale per i minorenni, chiesto dal pm Eufemia Milelli.
LE ACCUSE - Il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, è accusato di estorsione e tentata estorsione e, su disposizione del gip, sarà collocato in una comunità di accoglienza. Per gli stessi reati sono indagati dalla Procura ordinaria anche il padre e la convivente dell’uomo che, secondo le indagini della squadra Mobile, avrebbero partecipato all’estorsione.
LA RICOSTRUZIONE - I fatti, secondo la ricostruzione della polizia, sono avvenuti in una chiesa del centro di Bologna, dove si svolgono attività assistenziali rivolte a minori, immigrati e famiglie in difficoltà. Dopo settimane di minacce di denunciarlo e di fargli del male, il prete avrebbe consegnato 2.000 euro alla famiglia di rumeni, che vive a Zola Predosa, nell’hinterland. Quando si è sentito chiedere altri soldi (500 euro) ha deciso di andare in Questura a raccontare tutto. Le richieste estorsive, intercettate dalla polizia, sono proseguite fino a marzo: «Vi ho dato 2000 euro, io soldi non ne ho più, lasciatemi perdere», dice il religioso al telefono. Nei giorni scorsi la polizia, in una perquisizione, ha sequestrato il filmato girato dal giovane con il telefonino, e che sarebbe stato utilizzato per ricattare il religioso. A quanto si è appreso, l’indagine avrebbe chiarito che non si è trattato di abusi, ma di atti sessuali consensuali.
Corriere.it
Il giovane all'epoca aveva 17 anni: è accusato di estorsione. Pare non si sia trattato di abusi ma di atti consensuali. Il sacerdote avrebbe consegnato 2 mila euro
Lo minacciava di diffondere un filmato girato con un cellulare, filmato in cui si vedono atti sessuali. In questo modo un prete di Bologna veniva ricattato da un diciottenne rumeno e da due suoi familiari, che gli avrebbero chiesto denaro in cambio di silenzio.
LA DENUNCIA - A metà febbraio il religioso - che ha 69 anni - si è rivolto alla polizia e, dopo alcuni mesi di indagini, intercettazioni telefoniche e il sequestro del filmato in questione, per il ragazzo è arrivato un provvedimento di custodia cautelare del Tribunale per i minorenni, chiesto dal pm Eufemia Milelli.
LE ACCUSE - Il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, è accusato di estorsione e tentata estorsione e, su disposizione del gip, sarà collocato in una comunità di accoglienza. Per gli stessi reati sono indagati dalla Procura ordinaria anche il padre e la convivente dell’uomo che, secondo le indagini della squadra Mobile, avrebbero partecipato all’estorsione.
LA RICOSTRUZIONE - I fatti, secondo la ricostruzione della polizia, sono avvenuti in una chiesa del centro di Bologna, dove si svolgono attività assistenziali rivolte a minori, immigrati e famiglie in difficoltà. Dopo settimane di minacce di denunciarlo e di fargli del male, il prete avrebbe consegnato 2.000 euro alla famiglia di rumeni, che vive a Zola Predosa, nell’hinterland. Quando si è sentito chiedere altri soldi (500 euro) ha deciso di andare in Questura a raccontare tutto. Le richieste estorsive, intercettate dalla polizia, sono proseguite fino a marzo: «Vi ho dato 2000 euro, io soldi non ne ho più, lasciatemi perdere», dice il religioso al telefono. Nei giorni scorsi la polizia, in una perquisizione, ha sequestrato il filmato girato dal giovane con il telefonino, e che sarebbe stato utilizzato per ricattare il religioso. A quanto si è appreso, l’indagine avrebbe chiarito che non si è trattato di abusi, ma di atti sessuali consensuali.