Olivier e Charlotte prigionieri sul Bianco dalla base soccorsi di Entreves

LoLLoPoWa

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5 Agosto 2010
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Da 6 giorni due alpinisti francesi sono intrappolati sulle Grandes Jorasses. Stanno lottando per la vita in una buca scavata nel ghiaccio


E' iniziata la settima, lunga notte per due alpinisti francesi sulle Grandes Jorasses, pareti simbolo dell'alpinismo vinte da Cassin e Bonatti. La guida Olivier Sourzac, 47 anni, e la sua cliente Charlotte Demetz, 44 anni, stanno lottando per la sopravvivenza rintanati - si spera - in una buca scavata nella neve fresca ad oltre 4 mila metri di quota. Da venerdì non c'è più alcun contatto con loro, il maltempo ha finora bloccato i soccorsi. Claudio Gregori è ad Entreves (Courmayeur), nella centrale operativa che coordina i soccorsi nella disperata lotta contro il tempo.
Ecco i suoi aggiornamenti in queste ore drammatiche

ORE 17,58 "COSI' SI VIVE UNA NOTTE AL BIVACCO ESTREMO" Andrea Mellano, accademico del CAI, che nel 1958 aprì una via sulla Punta Young, una delle sei cime delle Grandes Jorasses, ci racconta come si vive l’avventura estrema di un bivacco nella neve: "Ho fatto quest’esperienza sulla Nord del Cervino nel 1963. Ero con tre compagni: Romano Perego, Giovanni Brignolo e Giuseppe Castelli. Siamo stati investiti dalla tormenta in piena parete. I fiocchi di neve mulinavano attorno a noi e pungevano come aghi. Siamo rimasti in piedi o accosciati per tre notti, legati dalle corde alla roccia. La parete non aveva posti di bivacco. I due francesi, se davvero sono riusciti a trovare un riparo nella neve, dovrebbero avere una situazione molto migliore come spazio: in un riparo di neve puoi stare anche a 0 gradi, un temperatura che esclude il rischio di congelamenti. Noi, in piena bufera, dovevamo affrontare una temperatura di -10. Castelli ha riportato congelamenti ai piedi che hanno richiesto l’amputazione delle dita. In quelle situazioni estreme abbiamo cercato di evitare lo scoraggiamento. Dovevamo combattere il gelo, muovendoci o battendo i piedi con la piccozza. Non era la fame il problema più grande, ma il freddo e la sete. Il pericolo più grande, infatti, è la disidratazione. Se i due francesi hanno il fornelletto, come si dice, possono sciogliere la neve. Questo aumenta le loro possibilità di sopravvivenza e la nostra speranza".

ORE 17,50 PREVISIONE METEO PER DOMANI Il tempo volge al bello. Finalmente, dopo sei giorni di tempo infame, le previsioni meteorologiche indicano schiarite nella mattinata di domani. Non si prevede vento forte. "Dovrebbe essere la giornata buona per il salvataggio con l’elicottero", dichiara Alessandro Cortinovis, capo del Soccorso Alpino della Val d’Aosta, che ci spiega come avverrà la ricerca. "La ricerca dei due alpinisti dispersi avverrà in due fasi: la prima sarà aerea dall’elicottero. Se si riuscirà ad individuale i due, scatterà l’operazione di soccorso. Se la ricognizione aerea non darà esito, partirà la seconda fase, che si svolgerà a piedi nella neve. Le guide saranno calate col verricello dall’elicottero e incominceranno una ricerca difficile su tutta la fascia della montagna. Olivier Sopurzac ci ha dato una quota di 4050, ma noi esploreremo la fascia compresa tra i 3800 e i 4100 metri di quota, il campo di oscillazione possibile per le variazioni dell’altimetro legate ai cambiamenti di pressione".


Una foto d'archivio di Olivier Sourzac, la guida bloccata sul bianco con un' altra alpinista francese
ORE 17,05 L’elicottero del Soccorso Alpino non effettuerà altri voli oggi, nel tentativo di salvare i due alpinisti francesi bloccati sotto la Punta Walker, sul versante italiano delle Grandes Jorasses. Il cielo si è chiuso. La visibilità non consente l’operazione di salvataggio. Tutto è rimandato a domani. Le Grandes Jorasses sono formate da sei punte, disposte su una cresta che si sviluppa su circa un chilometro: la Punta Walker (4208) è la più alta. Il versante francese delle Grandes Jorasses presenta una formidabile parete nord, mentre il versante italiano che dà verso la Val Ferret è più facile. La parete Nord della Punta Walker fu scalata per la prima volta da Riccardo Cassin, in tre giorni, dal 4 al 6 agosto 1938: Cassin guidò una cordata italiana di cui facevano parte Luigi Esposito e Ugo Tizzoni. I due alpinisti francesi – la guida Olivier Sourzac, 47 anni, e la sua cliente Charlotte Demetz, 44 anni – sono saliti sulla Punta Walker dal “Linceuil”, Il Lenzuolo, un trapezio di ghiaccio verticale. La bufera li ha costretti a fermarsi mentfre cercavano di scendere verso il rifugio Boccalatte, sul versante italiano, lungo la via normale. Un percorso che presenta il grande pericolo delle valanghe. Per i due alpinisti si tratta del settimo bivacco notturno sulle Grandes Jorasses, in condizioni difficili: in cima ci sono 80 centimetri di neve fresca, un vento di 50 km/h e di notte il termometro scende a -20.

ORE 17 Alberto Boglietti, 43, è il tecnico di volo, l’uomo che dall’elicottero compie le manovre col verricello, un cavo d’acciaio, lunga 80 metri, ci spiega il suo lavoro: "L’elicottero si mette fermo in “overing” sopra il punto dove ci sono gli alpinisti in difficoltà. Primi a scendere sono le due guide, con l’imbragatura e legate al gancio. Io aggancio la guida e la calo sul punto. Ci vogliono 40 secondi per l’operazione, in buone condizioni. Le guide mettono in sicurezza il luogo. Poi si cala il medico. Il medico interviene per i primi soccorsi. Poi l’infortunato viene posto sulla barella vericellabile. La barella viene sollevata, mentre l’infortunato è assistito da una guida. Si tira su anche il medico e la seconda guida. Poi si vola via. In 5-6 minuti si può fare l’intera operazione"

ORE 16,25 Il buio sta calando sul Bianco. E le nubi non danno tregua


Un elicottero in azione
ORE 16,18 La dottoressa Sara Calligaro, 34 anni, specialista in anestesia e rianimazione, è il sanitario pronto a decollare con l'elicottero del soccorso. Ci spiega qual è il suo lavoro in casi simili: "Una volta localizzati gli alpinisti in difficoltà, vengo calata con un verricello dall'elicottero insieme a due guide alpine. La mia prima preoccupazione è valutare le condizioni dei pazienti. Se posso lavora in condizioni di sicurezza e in caso di traumi, si provvede subito ad applicare un collare cervicale e un asse spinale per immobilizzare la colonna vertebrale. Se le condizioni sono proibitive, si procede subito ad una operazione salavavita, si trasporta il ferito sull'elicottero attrezzato dove poi si interviene con le altre operazioni descritte. Nel caso specifico di questi alpinisti francei, dopo 7 giorni bisognerà prima di tutto idratarli con infusione di liquidi per via endovenosa. Poi si cercherà di riscaldarli con coperte termiche e di assisterli con l'ossigeno. Infine il trasporto più veloce possibile all'ospedale di Aosta"


L'elicottero del soccorso pronto al decollo
ORE 16,05 Le Grandes Jorasses restano attualmente coperta da fitte nubi con oltre un metro di neve fresca che sta provocando diverse valanghe spontanee

ORE 16 I soccorritori italiani e quelli francesi, che lavorano dall'altro versante, vorrebbero lanciare sulla zona in cui si presume si siano rifugiati i due alpinisti alcuni sacchi che contengono sacchi a pelo, tende, barrette energetiche e bevande calde che dovrebbero consentire loro di sopravvivere per i prossimi giorni anche se, con il passare del tempo la situazione si fa sempre più critica.

ORE 15,50 Giancarlo Farinelli, il pilota dell'elicottero dei soccorsi, spiega i problemi che si incontrano in una simile operazione di salvataggio. "Il primo problema è la visibilità. Le nuvole sono in continuo movimento e l'elicottero deve essere pronto a togliersi via prima di essere circondate dalle nubi stesse che viaggiano a circa 50 all'ora. Il secondo problema è il vento: i venti prevalenti sulla Grandes Jorasses sono da Nord-Ovest e sul versante italiano sono venti di caduta, ovvero tendono a buttarti giù. Il terzo problema lo si incontra nelle fase del salvataggio vero e propria: la neve fresca sollevate dalle pale dell'elicottero quando si sfiorano col velivolo ghiaccio e rocce toglie visibilità, rendendo tutto più pericoloso. E' una fase critica"



Un elicottero cerca il varco tra le nuvole sul Bianco. Afp
ORE 15,40 In quota, sulla Punta Walker, ci sono circa 80 centimetri di neve fresca: nell'ultimo contatto telefonico prima che le batterie del cellulare si scaricassero, la guida francese ha detto che stava cercando una buca nella neve sotto cornice, al riparo dal vento. E' quindi quasi certo che i due alpinisti si siano rintanati in una specie di rifugio naturale. Con loro hanno un telo da bivacco ed anche un fornelletto da campo. In queste condizioni, nella buca potrebbe esserci una temperatuira di zero gradi, e ciò aumenterebbe le possibilità di sopravvivenza

ORE 15,35 Ci si interroga sulle possibilità di salvezza dei due alpinisti francesi bloccati a 4050 metri sulla Punta Walker. Il grande pericolo, come dicevamo, è l'ipotermia, cioè il freddo. Durante la ricognizione è stato calcolato un vento di 25 nodi, pari a quasi 50 km/h. Allo scoperto, con quel vento e a -10, le possibilità di sopravvivenza sono molto ridotte

ORE 15,32 Nella base di Entreves si scruta il cielo. L'elicotterò è sempre pronto al decollo. Vi ricordiamo chi sono i due alpinisti bloccati a 4000 metri sulla Punta Walker: Olivier Sourzac, 47 anni, guida alpina francese di Chamonix e per la sua cliente Charlotte Demetz, esperta escursionista di 44 anni, residente a Fontainebleau. Giovedì sono stati sorpresi da una bufera mentre stavano scendendo sulla cresta orientale Des Hirondelles per salire sulla parete Walker.


ORE 15,19 Una finestra di bel tempo è prevista per le prossime ore sul lato francese: potrebbe essere utile per calare sacchi di sopravvivenza nella zona dove si presume si siano rifugiati i due alpinisti


L'elicottero della soccorso alpino. Ansa
ORE 15,17 Un analogo tentativo era stato compiuto alle 13 circa di oggi dal mezzo del soccorso alpino della gendarmeria di Chamonix (Francia), ma la scarsa visibilità aveva fatto fallire anche quella missione

ORE 15,09 Olivier Sourzac e Charlotte Demetz sono alpinisti esperti e di buon valore tecnico. L'esperienza gioca un ruolo importante a loro favore, ma l'ipotermia e la mancanza di alimentazioni sono nemici tremendi

ORE 15 Dopo un breve sorvolo delle Grandes Jorasses, l'elicottero Agusta 139 del Soccorso alpino valdostano è atterrato all'eliporto di Courmayeur. Forti raffiche di vento hanno impedito al velivolo di avvicinarsi alla parete in cui si potrebbero trovare i due alpinisti dispersi. Un analogo tentativo era stato compiuto alle 13 circa di oggi dal mezzo del soccorso alpino della gendarmeria di Chamonix (Francia), ma la scarsa visibilità aveva fatto fallire la missione.

ORE 14,30 Uno squarcio di sole è comparso ha rotto all'improvviso l'ombrello di nubi. Un elicottero è subito partito da Aosta, a bordo una dottoressa esperta in rianimazione e due guide alpine



Fonte: Gazzetta.it