Ecco la vera storia del pallone di Maradona che gli venne rubato.
Fuso e trasformato in lingotti d'oro dalla criminalità organizzata napoletana. Questo fu il destino del Pallone d'Oro assegnato a Diego Armando Maradona, ma trafugato nel furto al caveau della Banca della Provincia di via Guglielmo Sanfelice. A rivelarlo è Salvatore Lorusso, un tempo potente boss, oggi collaboratore di giustiza.
Le sue dichiarazioni sono raccolte in duecentosessantasei pagine, dense di clamorose rivelazioni oltre che di "omissis", frutto del lavoro dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Sergio Amato ed Enrica Parascandolo. L'ex boss dei "capitoni" - riporta Il Mattino - racconta anche della sua amicizia con Diego Armando Maradona, re di Napoli alla fine degli anni 80': "Diventai molto amico di Diego Maradona - racconta Salvatore Lo Russo - frequentava spesso casa mia perché diceva di trovarsi bene in mia compagnia e solo in un paio di occasioni mi ha chiesto se potevo procurargli della cocaina per uso personale. Anche negli anni successivi ho conosciuto molti calciatori ma non li ho mai coinvolti in nulla".
Il boss, che fu presentato a Maradona da Pietro Pugliese ed un famoso capo tifoso dell'epoca, in un'occasione aiutò anche l'asso argentino a recuperare degli orologi preziosi che gli erano stati sottratti. Invece per quanto riguarda il trofeo trafugato nella rapina alla banca, Lorusso, non potè fare nulla. L'oro fu fuso dalla camorra e ne furono ricavati dei lingotti d'oro. Questo il racconto del collaboratore di giustizia: "Non fu possibile recuperarlo perché lo avevano già fuso. Mandai anche ai Quartieri una somma di 15 milioni di lire che però mi venne restituita dal momento che il trofeo non c’era più. Ricordo, inoltre, che tra gli orologi che mi mandarono ce n’era uno che non apparteneva a Maradona e questi non volle tenerlo per sé, tanto che lo regalai a un affiliato".
Fonte: NapoliSport
Fuso e trasformato in lingotti d'oro dalla criminalità organizzata napoletana. Questo fu il destino del Pallone d'Oro assegnato a Diego Armando Maradona, ma trafugato nel furto al caveau della Banca della Provincia di via Guglielmo Sanfelice. A rivelarlo è Salvatore Lorusso, un tempo potente boss, oggi collaboratore di giustiza.
Le sue dichiarazioni sono raccolte in duecentosessantasei pagine, dense di clamorose rivelazioni oltre che di "omissis", frutto del lavoro dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Sergio Amato ed Enrica Parascandolo. L'ex boss dei "capitoni" - riporta Il Mattino - racconta anche della sua amicizia con Diego Armando Maradona, re di Napoli alla fine degli anni 80': "Diventai molto amico di Diego Maradona - racconta Salvatore Lo Russo - frequentava spesso casa mia perché diceva di trovarsi bene in mia compagnia e solo in un paio di occasioni mi ha chiesto se potevo procurargli della cocaina per uso personale. Anche negli anni successivi ho conosciuto molti calciatori ma non li ho mai coinvolti in nulla".
Il boss, che fu presentato a Maradona da Pietro Pugliese ed un famoso capo tifoso dell'epoca, in un'occasione aiutò anche l'asso argentino a recuperare degli orologi preziosi che gli erano stati sottratti. Invece per quanto riguarda il trofeo trafugato nella rapina alla banca, Lorusso, non potè fare nulla. L'oro fu fuso dalla camorra e ne furono ricavati dei lingotti d'oro. Questo il racconto del collaboratore di giustizia: "Non fu possibile recuperarlo perché lo avevano già fuso. Mandai anche ai Quartieri una somma di 15 milioni di lire che però mi venne restituita dal momento che il trofeo non c’era più. Ricordo, inoltre, che tra gli orologi che mi mandarono ce n’era uno che non apparteneva a Maradona e questi non volle tenerlo per sé, tanto che lo regalai a un affiliato".
Fonte: NapoliSport