"Gong-Oh", antologia dell'autore
MARINELLA VENEGONI
ASTI
Che ci sarà Natale in questo anno così poco natalizio, lo andiamo scoprendo ogni giorno anche dalle proposte copiose della discografia ancora vivente: tra le antologie, spicca una Gong-Oh di Paolo Conte, il più internazionale e prestigioso fiore nel bouquet dei nostri artisti di rilievo, e anche il più riservato, grazie alla sua palpabile intenzione di non perdere mai tempo in inutili bla bla, visto il tenore di vita alquanto convulso, dove le pause casalinghe sempre davanti al pianoforte sul cocuzzolo della sua Scurzolengo si alternano a un neverending tour ai quattro angoli d’Europa, consumato con stanchezza amorosa.
Gong-Oh è anche il suono onomatopeico delle bollicine in un mare esotico e antico dove è bello tuffarsi, cantato nell’unico inedito che impreziosisce la raccolta, La musica è pagana ; è un pezzo d’atmosfera liquida, colorato e passatista, di pura marca contiana. Un inno a tempi perduti nella memoria («A bagno nel latte d’asina qualche lontana zia mugola... sta pagaiando l’indigeno...»), uno schizzo sensuale che in realtà rimanda all’eterno amore del maestro per la musica: «Come ho inseguito la musica fra i temporali», confessa Conte cantando con la sua voce di cartavetro, in un pezzo di eleganza rotonda. Per poi confermare, quasi di corsa: «Più che una donna, è una "bellezza" da inseguire, una beatitudine peraltro molto fisica. Per questo la musica è pagana».
In questi ultimi tempi, l’Italia è separata in casa con la Francia. Le furie di Sarkozy contro le mancate dimissioni di Bini Smaghi hanno fatto rispolverare a molti commentatori i versi di Bartali : «E i francesi ci rispettano/che le balle ancor gli girano...». Riscriverebbe ora la stessa cosa, caro Paolo, con le implicazioni attuali? «Sì, riscriverei quel verso a lettere cubitali. Magari in lingua francese?». Sarkozy le è simpatico? Conosce lui e Carlà? «Non conosco i potenti e non li so giudicare. Sono una razza a parte...».
La compilazione di un’antologia è sempre occasione per rivedere il proprio percorso creativo. Quale è, per Paolo Conte, il periodo "best" in cui è veramente riuscito a comporre ciò che aveva nel cuore? E ha fatto fatica a scegliere? «Il mio repertorio è ormai francamente enorme e quindi debbo fare tante rinunce. Ogni canzone poi appartiene al disco originale il quale era a sua volta un’antologia (se penso ai brani che ho a suo tempo scartati). Ah, che rebus!», si diverte un po’ l’artista. Qui pezzi celeberrimi come Sotto le stelle del jazz oVia con me in un nuovo arrangiamento registrato per l’occasione, si alternano ad altri meno frequentati, Epoca oLa Zarzamora («Vuoi andartene di qua/sulla via del Paranà...»). Ma lei avrà i cassetti pieni di canzoni e ha per caso intenzione di pubblicare un nuovo album di inediti nel 2012? «Qualche pensiero per un nuovo disco c’è ma, come si dice, ci vuole il suo tempo». E’ un momento di grande confusione per il mercato discografico, con Vasco Rossi che parla ai fan attraverso i social network, con la promozione polverizzata sul web, ma Paolo Conte ha rapporti scarni con la grande rete , continua a preferire metodi più tradizionali, e possibilmente il silenzio. «Il silenzio, sì. E nel silenzio magari il vecchio tam-tam fra amici».
MARINELLA VENEGONI
ASTI
Che ci sarà Natale in questo anno così poco natalizio, lo andiamo scoprendo ogni giorno anche dalle proposte copiose della discografia ancora vivente: tra le antologie, spicca una Gong-Oh di Paolo Conte, il più internazionale e prestigioso fiore nel bouquet dei nostri artisti di rilievo, e anche il più riservato, grazie alla sua palpabile intenzione di non perdere mai tempo in inutili bla bla, visto il tenore di vita alquanto convulso, dove le pause casalinghe sempre davanti al pianoforte sul cocuzzolo della sua Scurzolengo si alternano a un neverending tour ai quattro angoli d’Europa, consumato con stanchezza amorosa.
Gong-Oh è anche il suono onomatopeico delle bollicine in un mare esotico e antico dove è bello tuffarsi, cantato nell’unico inedito che impreziosisce la raccolta, La musica è pagana ; è un pezzo d’atmosfera liquida, colorato e passatista, di pura marca contiana. Un inno a tempi perduti nella memoria («A bagno nel latte d’asina qualche lontana zia mugola... sta pagaiando l’indigeno...»), uno schizzo sensuale che in realtà rimanda all’eterno amore del maestro per la musica: «Come ho inseguito la musica fra i temporali», confessa Conte cantando con la sua voce di cartavetro, in un pezzo di eleganza rotonda. Per poi confermare, quasi di corsa: «Più che una donna, è una "bellezza" da inseguire, una beatitudine peraltro molto fisica. Per questo la musica è pagana».
In questi ultimi tempi, l’Italia è separata in casa con la Francia. Le furie di Sarkozy contro le mancate dimissioni di Bini Smaghi hanno fatto rispolverare a molti commentatori i versi di Bartali : «E i francesi ci rispettano/che le balle ancor gli girano...». Riscriverebbe ora la stessa cosa, caro Paolo, con le implicazioni attuali? «Sì, riscriverei quel verso a lettere cubitali. Magari in lingua francese?». Sarkozy le è simpatico? Conosce lui e Carlà? «Non conosco i potenti e non li so giudicare. Sono una razza a parte...».
La compilazione di un’antologia è sempre occasione per rivedere il proprio percorso creativo. Quale è, per Paolo Conte, il periodo "best" in cui è veramente riuscito a comporre ciò che aveva nel cuore? E ha fatto fatica a scegliere? «Il mio repertorio è ormai francamente enorme e quindi debbo fare tante rinunce. Ogni canzone poi appartiene al disco originale il quale era a sua volta un’antologia (se penso ai brani che ho a suo tempo scartati). Ah, che rebus!», si diverte un po’ l’artista. Qui pezzi celeberrimi come Sotto le stelle del jazz oVia con me in un nuovo arrangiamento registrato per l’occasione, si alternano ad altri meno frequentati, Epoca oLa Zarzamora («Vuoi andartene di qua/sulla via del Paranà...»). Ma lei avrà i cassetti pieni di canzoni e ha per caso intenzione di pubblicare un nuovo album di inediti nel 2012? «Qualche pensiero per un nuovo disco c’è ma, come si dice, ci vuole il suo tempo». E’ un momento di grande confusione per il mercato discografico, con Vasco Rossi che parla ai fan attraverso i social network, con la promozione polverizzata sul web, ma Paolo Conte ha rapporti scarni con la grande rete , continua a preferire metodi più tradizionali, e possibilmente il silenzio. «Il silenzio, sì. E nel silenzio magari il vecchio tam-tam fra amici».