Cos' è PHP
A metà degli anni Novanta il Web era ancora formato in gran parte da pagine statiche, cioè da documenti HTML il cui contenuto non poteva cambiare fino a quando qualcuno non interveniva manualmente a modificarlo. Con l'evoluzione di Internet, però, si cominciò a sentire l'esigenza di rendere dinamici i contenuti, cioè di far sì che la stessa pagina fosse in grado di proporre contenuti diversi, personalizzati in base alle preferenze degli utenti, oppure estratti da una base di dati (database) in continua evoluzione.
PHP nasce nel 1994, ad opera di Rasmus Lerdorf, come una serie di macro la cui funzione era quella di facilitare ai programmatori l'amministrazione delle homepage personali: da qui trae origine il suo nome, che allora significava appunto Personal Home Page. In seguito, queste macro furono riscritte ed ampliate fino a comprendere un pacchetto chiamato Form Interpreter (PHP/FI).
Essendo un progetto di tipo open source (cioè "codice aperto", quindi disponibile e modificabile da tutti), ben presto si formò una ricca comunità di sviluppatori che portò alla creazione di PHP 3: la versione del linguaggio che diede il via alla crescita esponenziale della sua popolarità. Tale popolarità era dovuta anche alla forte integrazione di PHP con il Web server Apache (il più diffuso in rete), e con il database MySQL. Tale combinazione di prodotti, integralmente ispirata alla filosofia del free software, diventò ben presto vincente in un mondo in continua evoluzione come quello di Internet.
Alla fine del 1998 erano circa 250.000 i server Web che supportavano PHP: un anno dopo superavano il milione. I 2 milioni furono toccati in aprile del 2000, e alla fine dello stesso anno erano addirittura 4.800.000. Il 2000 è stato sicuramente l'anno di maggiore crescita del PHP, coincisa anche con il rilascio della versione 4, con un nuovo motore (Zend) molto più veloce del precedente ed una lunga serie di nuove funzioni, fra cui quelle importantissime per la gestione delle sessioni. La crescita di PHP, nonostante sia rimasta bloccata fra luglio e ottobre del 2001, è poi proseguita toccando quota 7.300.000 server alla fine del 2001, per superare i 10 milioni alla fine del 2002, quando è stata rilasciata la versione 4.3.0. La continua evoluzione dei linguaggi di programmazione concorrenti e l'incremento notevole dell'utilizzo del linguaggio anche in applicazioni enterprise ha portato la Zend a sviluppare una nuova versione del motore per supportare una struttura ad oggetti molto più rigida e potente.
Nasce così PHP 5, che si propone come innovazione nell'ambito dello sviluppo web open source soprattutto grazie agli strumenti di supporto professionali forniti con la distribuzione standard ed al grande sforzo di Zend che, grazie alla partnership con IBM, sta cercando di spingere sul mercato soluzioni di supporto enterprise a questo ottimo linguaggio. Lo sviluppo di PHP procede comunque con due progetti paralleli che supportano ed evolvono sia la versione 4 che la versione 5. Questa scelta è stata fatta poichè tuttora sono pochi i fornitori di hosting che hanno deciso di fare il porting dei propri server alla nuova versione del linguaggio.
Oggi PHP è conosciuto come PHP: Hypertext Preprocessor, ed è un linguaggio completo di scripting, sofisticato e flessibile, che può girare praticamente su qualsiasi server Web, su qualsiasi sistema operativo (Windows o Unix/Linux, ma anche Mac, AS/400, Novell, OS/2 e altri), e consente di interagire praticamente con qualsiasi tipo di database (SQLite, MySQL, PostgreSQL, SQL Server, Oracle, SyBase, Access e altri). Si può utilizzare per i più svariati tipi di progetti, dalla semplice home page dinamica fino al grande portale o al sito di e-commerce.
La programmazione web: lato client e lato server
Parlando di PHP e di altri linguaggi di scripting può capitare di sentir citare le espressioni "lato client" e "lato server": per chi non è esperto della materia, tali definizioni possono suonare un po' misteriose. Proviamo a chiarire questi concetti: vediamo come funziona, in maniera estremamente semplificata, la richiesta di una pagina Web. L'utente apre il suo browser e digita un indirizzo Internet, ad esempio
Supponiamo ora che l'utente richieda invece la pagina pagina2.php: questa, contrariamente a quella di prima, non contiene solo codice HTML, ma anche PHP. In questo caso il server, prima di spedire la pagina, esegue il codice PHP, che in genere produce altro codice HTML: ad esempio, PHP potrebbe controllare che ore sono e generare un messaggio di questo tipo: "Buon pomeriggio, sono le 17.10!" oppure: "Ehi, che ci fai alzato alle 4 del mattino?". Dopo l'esecuzione, la pagina non conterrà più codice PHP, ma solo HTML. A questo punto è pronta per essere spedita al browser. (Ovviamente, il file che non contiene più codice PHP non è quello "originale", ma la "copia" che viene spedita al browser. L'originale rimane disponibile per le prossime richieste.) Quindi l'utente vede solo il codice HTML, e non ha accesso al codice PHP che ha generato la pagina.
Per comprendere ancora meglio questo concetto, confrontiamo PHP con un altro linguaggio di scripting molto diffuso sul Web, cioè JavaScript, che di solito viene usato come linguaggio "lato client": JavaScript infatti viene eseguito non dal server, ma dal browser dell'utente (il client, appunto). JavaScript ci consente di eseguire operazioni che riguardano il sistema dell'utente, come ad esempio aprire una nuova finestra del browser, o controllare la compilazione di un modulo segnalando eventuali errori prima che i dati vengano spediti al server. Ci permette anche di avere un'interazione con l'utente: ad esempio, possiamo far sì che quando il mouse passa su una determinata immagine, tale immagine si modifichi.
Per svolgere tutti questi compiti, JavaScript deve essere eseguito sul sistema dell'utente: per questo il codice JavaScript viene spedito al browser insieme al codice HTML. Quindi l'utente ha la possibilità di visualizzarlo, contrariamente a ciò che accade con PHP. Abbiamo citato alcune utili funzioni svolte da JavaScript sul browser dell'utente: PHP, essendo eseguito sul server, non è in grado di svolgere direttamente queste funzioni. Ma attenzione: questo non significa che non sia in grado ugualmente di controllarle! Infatti PHP svolge principalmente la funzione di 'creare' il codice della pagina che viene spedita all'utente: di conseguenza, così come può creare codice HTML, allo stesso modo può creare codice JavaScript. Questo significa che PHP ci può permettere, ad esempio, di decidere se ad un utente dobbiamo spedire il codice JavaScript che apre una nuova finestra, oppure no. In pratica, quindi, lavorando sul lato server abbiamo il controllo anche del lato client. Rimane un ultimo dettaglio da svelare: come fa il server a sapere quando una pagina contiene codice PHP che deve essere eseguito prima dell'invio al browser? Semplice: si basa sull'estensione delle pagine richieste.
Nell'esempio che abbiamo visto prima, pagina1 aveva l'estensione .html, mentre pagina2 aveva l'estensione .php: sulla base di questo, il server sa che nel secondo caso deve eseguire PHP, mentre nel primo può spedire il file così com'è. In realtà il server deve essere istruito per poter fare ciò: generalmente gli si dice di eseguire PHP per le pagine che hanno estensione .php. È possibile comunque assegnargli qualsiasi altra estensione (fino a qualche anno fa veniva utilizzata phtml, anche se ormai la pratica è caduta in disuso). Si possono utilizzare anche le estensioni standard .htm e .html, ma ciò significherebbe chiamare PHP per tutte le pagine richieste, anche se non contengono codice PHP: questo rallenterebbe inutilmente il lavoro del server e dunque è meglio evitarlo.
Caratteristiche e vantaggi di PHP
A fronte di quello detto precedentemente va precisato che PHP non è l'unico linguaggio lato server disponibile per chi si appresta a sviluppare pagine web. Sono disponibili varie alternative, sia proprietarie che open source, ed ognuna di queste ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Dato che il paragone tra due linguaggi di programmazione di buon livello è spesso soggettivo, in questa sede preferisco descrivere in modo semplice le caratteristiche di PHP ed i vantaggi che queste possono portare allo sviluppatore, lasciando a voi l'eventuale compito di confrontarlo con altri strumenti.
La versione di PHP su cui si basa questa guida (la 5.1.2) implementa soluzioni avanzate che permettono un controllo completo sulle operazioni che possono essere svolte dal nostro server web. L'accesso ai cookie ed alle sessioni è molto semplice ed intuitivo, avvenendo attraverso semplici variabili (vedi paragrafo relativo) che possono essere accedute da qualunque posizione all'interno del codice.
PHP ha una lunga storia legata esclusivamente al web, e per questo motivo esistono moltissime librerie testate e complete per svolgere i compiti più diversi: abbiamo strumenti per la gestione delle template, librerie che permettono la gestione completa di un mail server, sia in invio che in ricezione e molto altro ancora. A supporto di tutto questo bisogna dire che il modulo per eseguire script PHP è ormai installato di default sui server di hosting, e che la comunità di sviluppatori risolve molto velocemente i bug che si presentano agli utenti.
A supporto di PHP, sia Zend che la comunità php.net, hanno associato una serie di strumenti molto utili:
Il repository PEAR che contiene decine di classi ben organizzate e documentate per svolgere la maggior parte delle operazioni ad alto e basso livello richieste durante lo sviluppo di applicazioni web. Tra queste ricordiamo il layer di astrazione per l'accesso ai database, le classi per il debugging ed il logging, quelle per la generazione di grafici avanzati e quelle per la gestione delle template. Ne abbiamo parlato diffusamente in un nostro articolo.
Il repository PECL che contiene molte estensioni native che estendono le potenzialità del linguaggio con funzionalità di basso livello ad alte prestazioni. Abbiamo sistemi di cache ed ottimizzazione del codice intermedio generato durante l'esecuzione di script PHP, sistemi per il debugging avanzato ed il profiling del codice e molto altro.
Il template engine Smarty, uno dei più robusti ed utilizzati template engine per PHP in circolazione. Ne abbiamo parlato diffusamente in un nostro articolo.
A tutto questo va aggiunto che la funzione di Zend con IBM sta portando allo sviluppo di strumenti di supporto professionali per gli sviluppatori, quali Zend Studio 5.0, Zend Safe Guard ed altri strumenti che coprono perfettamente tutto il processo di sviluppo e mantenimento del software.
Non è tutto rose e fiori purtroppo: per esempio il fatto che PHP venga distribuito in due versioni differenti (tuttora la 4 e la 5) limita gli sviluppatori nell'utilizzo delle caratteristiche della nuova versione, dato che la maggior parte dei servizi di hosting continuano ad aggiornare quella precedente. Oltretutto il fatto che PHP funzioni ad estensioni non è sempre un vantaggio, dato che spesso e volentieri i vari servizi di hosting hanno configurazioni differenti. Un'altra lacuna, che obbliga gli sviluppatori a sviluppare codice specifico per raggirarla, è la mancanza del supporto per caratteri Unicode che rende più complicato lo sviluppo di applicazioni multilingua per paesi che accettano caratteri speciali all'interno delle loro parole. Fortunatamente la versione 6 di PHP (che è tutt'ora in sviluppo) includerà nativamente questo supporto.
Insomma: PHP è un ottimo linguaggio, leader tra quelli open source per lo sviluppo web, molto semplice da imparare e subito produttivo. Oltretutto ha una serie di strumenti di appoggio molto completi e con la versione 5 un robusto supporto per la programmazione ad oggetti. Anche se con qualche difetto, penso sia la scelta più adeguata per un gran numero di situazioni.
PHP e l'HTML
PHP è un linguaggio la cui funzione fondamentale è quella di produrre codice HTML, che è quello dal quale sono formate le pagine Web. Ma, poichè PHP è un linguaggio di programmazione, abbiamo la possibilità di analizzare diverse situazioni (l'input degli utenti, i dati contenuti in un database) e di decidere, di conseguenza, di produrre codice HTML condizionato ai risultati dell'elaborazione. Questo è, in parole povere, il Web dinamico. Come abbiamo visto precedentemente, quando il server riceve una richiesta per una pagina PHP, la fa analizzare dall'interprete del linguaggio, il quale restituisce un file contenente solo il codice che deve essere inviato al browser (in linea di massima HTML, ma può esserci anche codice JavaScript, fogli di stile CSS o qualunque altro contenuto fruibile da un browser, come immagini e documenti Pdf).
Detto questo, come avviene la produzione di codice HTML? La prima cosa da sapere è come fa l'interprete PHP a discernere quale porzione di un file contiene codice da elaborare e quale codice da restituire solamente all'utente. Questa fase di riconoscimento è molto importante, dato che permette a PHP di essere incluso all'interno di normale codice HTML in modo da renderne dinamica la creazione. Il codice PHP deve essere compreso fra appositi tag di apertura e di chiusura, che sono i seguenti:
<?php //tag di apertura
?> //tag di chiusura
Tutto ciò che è contenuto fra questi tag deve corrispondere alle regole sintattiche del PHP, ed è codice che sarà eseguito dall'interprete e non sarà inviato direttamente al browser al browser. Per generare l'output da inviare al browser attraverso codice PHP viene normalmente utilizzato il costrutto echo. Vediamo un semplice esempio, composto da codice HTML e codice PHP (il codice PHP è evidenziato in rosso):
<html>
<head>
<title>
<?php
echo "Pagina di prova PHP";
?>
</title>
</head>
<body>
<?php
echo "Buona giornata!";
?>
</body>
</html>
Questo banalissimo codice produrrà un file HTML il cui contenuto sarà semplicemente:
<html>
<head>
<title>
Pagina di prova PHP
</title>
</head>
<body>
Buona giornata!
</body>
</html>
Quindi l'utente vedrà sul suo browser la riga "Buona giornata!". È opportuno ricordare che il dato da inviare al browser che segue il comando echo può essere racchiuso tra parentesi e che al comando possono essere date in input più stringhe (questo è il nome che viene dato ad una ripetizione di qualunque carattere compreso tra due apici singoli (' ') o doppi (" ")), separate da virgole, così:
echo "Buongiorno a tutti!", "<br />\n", "È una bellissima giornata";
Se si decide di utilizzare il separatore virgola, non possono essere utilizzate le parentesi. Nel prosieguo del corso useremo spesso il verbo 'stampare' riferito alle azioni prodotte dal comando echo o da istruzioni con funzionalità analoghe (quali print, sprintf e altro): ricordiamoci però che si tratta di una convenzione, perchè in questo caso la 'stampa' non avviene su carta, ma sull'input che verrà inviato al browser!
Facciamo caso ad un dettaglio: nelle istruzioni in cui stampavamo "Buongiorno a tutti", abbiamo inserito, dopo il <br />, il simbolo \n. Questo simbolo ha una funzione abbastanza importante nella programmazione e nello scripting che serve più che altro per dare leggibilità al codice HTML che stiamo producendo. Infatti PHP, quando trova questa combinazione di caratteri fra virgolette, li trasforma in un carattere di ritorno a capo: questo ci permette di controllare l'impaginazione del nostro codice HTML. Bisogna però stare molto attenti a non confondere il codice HTML con il layout della pagina che l'utente visualizzerà sul browser: infatti, sul browser è solo il tag <br /> che forza il testo ad andare a capo.
Quando questo tag non c'è, il browser allinea tutto il testo proseguendo sulla stessa linea (almeno fino a quando gli altri elementi della pagina e le dimensioni della finestra non gli "consigliano" di fare diversamente), anche se il codice HTML ha un ritorno a capo.
Vediamo di chiarire questo concetto con un paio di esempi:
<?php
echo "prima riga\n";
echo "seconda riga<br />";
echo "terza riga";
?>
Questo codice php produrrà il seguente codice HTML:
prima riga
seconda riga<br />terza riga
mentre l'utente, sul browser, leggerà:
prima riga seconda riga
terza riga
Questo perchè il codice PHP, mettendo il codice 'newline' dopo il testo 'prima riga', fa sì che il codice HTML venga formato con un ritorno a capo dopo tale testo. Il file ricevuto dal browser quindi andrà a capo proprio lì. Il browser, però, non trovando un tag che gli indichi di andare a capo, affiancherà la frase 'prima riga' alla frase 'seconda riga', limitandosi a mettere uno spazio fra le due. Successivamente accade l'esatto contrario: PHP produce un codice HTML nel quale il testo 'seconda riga' è seguito dal tag <br />, ma non dal codice 'newline'. Per questo, nel file HTML, 'seconda riga<br />' e 'terza riga' vengono attaccati. Il browser, però, quando trova il tag <br /> porta il testo a capo.
Avrete forse notato che in fondo ad ogni istruzione PHP abbiamo messo un punto e virgola; infatti la sintassi del PHP prevede che il punto e virgola debba obbligatoriamente chiudere ogni istruzione. Ricordiamoci quindi di metterlo sempre, con qualche eccezione che vedremo più avanti. Da quanto abbiamo detto finora emerge una realtà molto importante: chi vuole avvicinarsi al PHP deve già avere una conoscenza approfondita di HTML e di tutto quanto può far parte di una pagina web (si consiglia per questo di leggere le nostre Guide all'HTML, al JavaScript, e ai CSS).
Questo perchè lo scopo principale di PHP è proprio la produzione di questi codici (anche se va ricordato che può essere utilizzato per scopi differenti, come linguaggio di shell o per la creazione di applicazioni desktop grazie all'estensione PHP-GTK).
Fine parte 1#
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fonte italian web side
A metà degli anni Novanta il Web era ancora formato in gran parte da pagine statiche, cioè da documenti HTML il cui contenuto non poteva cambiare fino a quando qualcuno non interveniva manualmente a modificarlo. Con l'evoluzione di Internet, però, si cominciò a sentire l'esigenza di rendere dinamici i contenuti, cioè di far sì che la stessa pagina fosse in grado di proporre contenuti diversi, personalizzati in base alle preferenze degli utenti, oppure estratti da una base di dati (database) in continua evoluzione.
PHP nasce nel 1994, ad opera di Rasmus Lerdorf, come una serie di macro la cui funzione era quella di facilitare ai programmatori l'amministrazione delle homepage personali: da qui trae origine il suo nome, che allora significava appunto Personal Home Page. In seguito, queste macro furono riscritte ed ampliate fino a comprendere un pacchetto chiamato Form Interpreter (PHP/FI).
Essendo un progetto di tipo open source (cioè "codice aperto", quindi disponibile e modificabile da tutti), ben presto si formò una ricca comunità di sviluppatori che portò alla creazione di PHP 3: la versione del linguaggio che diede il via alla crescita esponenziale della sua popolarità. Tale popolarità era dovuta anche alla forte integrazione di PHP con il Web server Apache (il più diffuso in rete), e con il database MySQL. Tale combinazione di prodotti, integralmente ispirata alla filosofia del free software, diventò ben presto vincente in un mondo in continua evoluzione come quello di Internet.
Alla fine del 1998 erano circa 250.000 i server Web che supportavano PHP: un anno dopo superavano il milione. I 2 milioni furono toccati in aprile del 2000, e alla fine dello stesso anno erano addirittura 4.800.000. Il 2000 è stato sicuramente l'anno di maggiore crescita del PHP, coincisa anche con il rilascio della versione 4, con un nuovo motore (Zend) molto più veloce del precedente ed una lunga serie di nuove funzioni, fra cui quelle importantissime per la gestione delle sessioni. La crescita di PHP, nonostante sia rimasta bloccata fra luglio e ottobre del 2001, è poi proseguita toccando quota 7.300.000 server alla fine del 2001, per superare i 10 milioni alla fine del 2002, quando è stata rilasciata la versione 4.3.0. La continua evoluzione dei linguaggi di programmazione concorrenti e l'incremento notevole dell'utilizzo del linguaggio anche in applicazioni enterprise ha portato la Zend a sviluppare una nuova versione del motore per supportare una struttura ad oggetti molto più rigida e potente.
Nasce così PHP 5, che si propone come innovazione nell'ambito dello sviluppo web open source soprattutto grazie agli strumenti di supporto professionali forniti con la distribuzione standard ed al grande sforzo di Zend che, grazie alla partnership con IBM, sta cercando di spingere sul mercato soluzioni di supporto enterprise a questo ottimo linguaggio. Lo sviluppo di PHP procede comunque con due progetti paralleli che supportano ed evolvono sia la versione 4 che la versione 5. Questa scelta è stata fatta poichè tuttora sono pochi i fornitori di hosting che hanno deciso di fare il porting dei propri server alla nuova versione del linguaggio.
Oggi PHP è conosciuto come PHP: Hypertext Preprocessor, ed è un linguaggio completo di scripting, sofisticato e flessibile, che può girare praticamente su qualsiasi server Web, su qualsiasi sistema operativo (Windows o Unix/Linux, ma anche Mac, AS/400, Novell, OS/2 e altri), e consente di interagire praticamente con qualsiasi tipo di database (SQLite, MySQL, PostgreSQL, SQL Server, Oracle, SyBase, Access e altri). Si può utilizzare per i più svariati tipi di progetti, dalla semplice home page dinamica fino al grande portale o al sito di e-commerce.
La programmazione web: lato client e lato server
Parlando di PHP e di altri linguaggi di scripting può capitare di sentir citare le espressioni "lato client" e "lato server": per chi non è esperto della materia, tali definizioni possono suonare un po' misteriose. Proviamo a chiarire questi concetti: vediamo come funziona, in maniera estremamente semplificata, la richiesta di una pagina Web. L'utente apre il suo browser e digita un indirizzo Internet, ad esempio
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e gli chiede la pagina pagina1.html. Tale pagina contiene esclusivamente codice HTML: il server la prende e la spedisce al browser, così com'è (insieme ad eventuali file allegati, ad esempio immagini). Il nostro utente quindi avrà la possibilità di visualizzare questa pagina.Supponiamo ora che l'utente richieda invece la pagina pagina2.php: questa, contrariamente a quella di prima, non contiene solo codice HTML, ma anche PHP. In questo caso il server, prima di spedire la pagina, esegue il codice PHP, che in genere produce altro codice HTML: ad esempio, PHP potrebbe controllare che ore sono e generare un messaggio di questo tipo: "Buon pomeriggio, sono le 17.10!" oppure: "Ehi, che ci fai alzato alle 4 del mattino?". Dopo l'esecuzione, la pagina non conterrà più codice PHP, ma solo HTML. A questo punto è pronta per essere spedita al browser. (Ovviamente, il file che non contiene più codice PHP non è quello "originale", ma la "copia" che viene spedita al browser. L'originale rimane disponibile per le prossime richieste.) Quindi l'utente vede solo il codice HTML, e non ha accesso al codice PHP che ha generato la pagina.
Per comprendere ancora meglio questo concetto, confrontiamo PHP con un altro linguaggio di scripting molto diffuso sul Web, cioè JavaScript, che di solito viene usato come linguaggio "lato client": JavaScript infatti viene eseguito non dal server, ma dal browser dell'utente (il client, appunto). JavaScript ci consente di eseguire operazioni che riguardano il sistema dell'utente, come ad esempio aprire una nuova finestra del browser, o controllare la compilazione di un modulo segnalando eventuali errori prima che i dati vengano spediti al server. Ci permette anche di avere un'interazione con l'utente: ad esempio, possiamo far sì che quando il mouse passa su una determinata immagine, tale immagine si modifichi.
Per svolgere tutti questi compiti, JavaScript deve essere eseguito sul sistema dell'utente: per questo il codice JavaScript viene spedito al browser insieme al codice HTML. Quindi l'utente ha la possibilità di visualizzarlo, contrariamente a ciò che accade con PHP. Abbiamo citato alcune utili funzioni svolte da JavaScript sul browser dell'utente: PHP, essendo eseguito sul server, non è in grado di svolgere direttamente queste funzioni. Ma attenzione: questo non significa che non sia in grado ugualmente di controllarle! Infatti PHP svolge principalmente la funzione di 'creare' il codice della pagina che viene spedita all'utente: di conseguenza, così come può creare codice HTML, allo stesso modo può creare codice JavaScript. Questo significa che PHP ci può permettere, ad esempio, di decidere se ad un utente dobbiamo spedire il codice JavaScript che apre una nuova finestra, oppure no. In pratica, quindi, lavorando sul lato server abbiamo il controllo anche del lato client. Rimane un ultimo dettaglio da svelare: come fa il server a sapere quando una pagina contiene codice PHP che deve essere eseguito prima dell'invio al browser? Semplice: si basa sull'estensione delle pagine richieste.
Nell'esempio che abbiamo visto prima, pagina1 aveva l'estensione .html, mentre pagina2 aveva l'estensione .php: sulla base di questo, il server sa che nel secondo caso deve eseguire PHP, mentre nel primo può spedire il file così com'è. In realtà il server deve essere istruito per poter fare ciò: generalmente gli si dice di eseguire PHP per le pagine che hanno estensione .php. È possibile comunque assegnargli qualsiasi altra estensione (fino a qualche anno fa veniva utilizzata phtml, anche se ormai la pratica è caduta in disuso). Si possono utilizzare anche le estensioni standard .htm e .html, ma ciò significherebbe chiamare PHP per tutte le pagine richieste, anche se non contengono codice PHP: questo rallenterebbe inutilmente il lavoro del server e dunque è meglio evitarlo.
Caratteristiche e vantaggi di PHP
A fronte di quello detto precedentemente va precisato che PHP non è l'unico linguaggio lato server disponibile per chi si appresta a sviluppare pagine web. Sono disponibili varie alternative, sia proprietarie che open source, ed ognuna di queste ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Dato che il paragone tra due linguaggi di programmazione di buon livello è spesso soggettivo, in questa sede preferisco descrivere in modo semplice le caratteristiche di PHP ed i vantaggi che queste possono portare allo sviluppatore, lasciando a voi l'eventuale compito di confrontarlo con altri strumenti.
La versione di PHP su cui si basa questa guida (la 5.1.2) implementa soluzioni avanzate che permettono un controllo completo sulle operazioni che possono essere svolte dal nostro server web. L'accesso ai cookie ed alle sessioni è molto semplice ed intuitivo, avvenendo attraverso semplici variabili (vedi paragrafo relativo) che possono essere accedute da qualunque posizione all'interno del codice.
PHP ha una lunga storia legata esclusivamente al web, e per questo motivo esistono moltissime librerie testate e complete per svolgere i compiti più diversi: abbiamo strumenti per la gestione delle template, librerie che permettono la gestione completa di un mail server, sia in invio che in ricezione e molto altro ancora. A supporto di tutto questo bisogna dire che il modulo per eseguire script PHP è ormai installato di default sui server di hosting, e che la comunità di sviluppatori risolve molto velocemente i bug che si presentano agli utenti.
A supporto di PHP, sia Zend che la comunità php.net, hanno associato una serie di strumenti molto utili:
Il repository PEAR che contiene decine di classi ben organizzate e documentate per svolgere la maggior parte delle operazioni ad alto e basso livello richieste durante lo sviluppo di applicazioni web. Tra queste ricordiamo il layer di astrazione per l'accesso ai database, le classi per il debugging ed il logging, quelle per la generazione di grafici avanzati e quelle per la gestione delle template. Ne abbiamo parlato diffusamente in un nostro articolo.
Il repository PECL che contiene molte estensioni native che estendono le potenzialità del linguaggio con funzionalità di basso livello ad alte prestazioni. Abbiamo sistemi di cache ed ottimizzazione del codice intermedio generato durante l'esecuzione di script PHP, sistemi per il debugging avanzato ed il profiling del codice e molto altro.
Il template engine Smarty, uno dei più robusti ed utilizzati template engine per PHP in circolazione. Ne abbiamo parlato diffusamente in un nostro articolo.
A tutto questo va aggiunto che la funzione di Zend con IBM sta portando allo sviluppo di strumenti di supporto professionali per gli sviluppatori, quali Zend Studio 5.0, Zend Safe Guard ed altri strumenti che coprono perfettamente tutto il processo di sviluppo e mantenimento del software.
Non è tutto rose e fiori purtroppo: per esempio il fatto che PHP venga distribuito in due versioni differenti (tuttora la 4 e la 5) limita gli sviluppatori nell'utilizzo delle caratteristiche della nuova versione, dato che la maggior parte dei servizi di hosting continuano ad aggiornare quella precedente. Oltretutto il fatto che PHP funzioni ad estensioni non è sempre un vantaggio, dato che spesso e volentieri i vari servizi di hosting hanno configurazioni differenti. Un'altra lacuna, che obbliga gli sviluppatori a sviluppare codice specifico per raggirarla, è la mancanza del supporto per caratteri Unicode che rende più complicato lo sviluppo di applicazioni multilingua per paesi che accettano caratteri speciali all'interno delle loro parole. Fortunatamente la versione 6 di PHP (che è tutt'ora in sviluppo) includerà nativamente questo supporto.
Insomma: PHP è un ottimo linguaggio, leader tra quelli open source per lo sviluppo web, molto semplice da imparare e subito produttivo. Oltretutto ha una serie di strumenti di appoggio molto completi e con la versione 5 un robusto supporto per la programmazione ad oggetti. Anche se con qualche difetto, penso sia la scelta più adeguata per un gran numero di situazioni.
PHP e l'HTML
PHP è un linguaggio la cui funzione fondamentale è quella di produrre codice HTML, che è quello dal quale sono formate le pagine Web. Ma, poichè PHP è un linguaggio di programmazione, abbiamo la possibilità di analizzare diverse situazioni (l'input degli utenti, i dati contenuti in un database) e di decidere, di conseguenza, di produrre codice HTML condizionato ai risultati dell'elaborazione. Questo è, in parole povere, il Web dinamico. Come abbiamo visto precedentemente, quando il server riceve una richiesta per una pagina PHP, la fa analizzare dall'interprete del linguaggio, il quale restituisce un file contenente solo il codice che deve essere inviato al browser (in linea di massima HTML, ma può esserci anche codice JavaScript, fogli di stile CSS o qualunque altro contenuto fruibile da un browser, come immagini e documenti Pdf).
Detto questo, come avviene la produzione di codice HTML? La prima cosa da sapere è come fa l'interprete PHP a discernere quale porzione di un file contiene codice da elaborare e quale codice da restituire solamente all'utente. Questa fase di riconoscimento è molto importante, dato che permette a PHP di essere incluso all'interno di normale codice HTML in modo da renderne dinamica la creazione. Il codice PHP deve essere compreso fra appositi tag di apertura e di chiusura, che sono i seguenti:
<?php //tag di apertura
?> //tag di chiusura
Tutto ciò che è contenuto fra questi tag deve corrispondere alle regole sintattiche del PHP, ed è codice che sarà eseguito dall'interprete e non sarà inviato direttamente al browser al browser. Per generare l'output da inviare al browser attraverso codice PHP viene normalmente utilizzato il costrutto echo. Vediamo un semplice esempio, composto da codice HTML e codice PHP (il codice PHP è evidenziato in rosso):
<html>
<head>
<title>
<?php
echo "Pagina di prova PHP";
?>
</title>
</head>
<body>
<?php
echo "Buona giornata!";
?>
</body>
</html>
Questo banalissimo codice produrrà un file HTML il cui contenuto sarà semplicemente:
<html>
<head>
<title>
Pagina di prova PHP
</title>
</head>
<body>
Buona giornata!
</body>
</html>
Quindi l'utente vedrà sul suo browser la riga "Buona giornata!". È opportuno ricordare che il dato da inviare al browser che segue il comando echo può essere racchiuso tra parentesi e che al comando possono essere date in input più stringhe (questo è il nome che viene dato ad una ripetizione di qualunque carattere compreso tra due apici singoli (' ') o doppi (" ")), separate da virgole, così:
echo "Buongiorno a tutti!", "<br />\n", "È una bellissima giornata";
Se si decide di utilizzare il separatore virgola, non possono essere utilizzate le parentesi. Nel prosieguo del corso useremo spesso il verbo 'stampare' riferito alle azioni prodotte dal comando echo o da istruzioni con funzionalità analoghe (quali print, sprintf e altro): ricordiamoci però che si tratta di una convenzione, perchè in questo caso la 'stampa' non avviene su carta, ma sull'input che verrà inviato al browser!
Facciamo caso ad un dettaglio: nelle istruzioni in cui stampavamo "Buongiorno a tutti", abbiamo inserito, dopo il <br />, il simbolo \n. Questo simbolo ha una funzione abbastanza importante nella programmazione e nello scripting che serve più che altro per dare leggibilità al codice HTML che stiamo producendo. Infatti PHP, quando trova questa combinazione di caratteri fra virgolette, li trasforma in un carattere di ritorno a capo: questo ci permette di controllare l'impaginazione del nostro codice HTML. Bisogna però stare molto attenti a non confondere il codice HTML con il layout della pagina che l'utente visualizzerà sul browser: infatti, sul browser è solo il tag <br /> che forza il testo ad andare a capo.
Quando questo tag non c'è, il browser allinea tutto il testo proseguendo sulla stessa linea (almeno fino a quando gli altri elementi della pagina e le dimensioni della finestra non gli "consigliano" di fare diversamente), anche se il codice HTML ha un ritorno a capo.
Vediamo di chiarire questo concetto con un paio di esempi:
<?php
echo "prima riga\n";
echo "seconda riga<br />";
echo "terza riga";
?>
Questo codice php produrrà il seguente codice HTML:
prima riga
seconda riga<br />terza riga
mentre l'utente, sul browser, leggerà:
prima riga seconda riga
terza riga
Questo perchè il codice PHP, mettendo il codice 'newline' dopo il testo 'prima riga', fa sì che il codice HTML venga formato con un ritorno a capo dopo tale testo. Il file ricevuto dal browser quindi andrà a capo proprio lì. Il browser, però, non trovando un tag che gli indichi di andare a capo, affiancherà la frase 'prima riga' alla frase 'seconda riga', limitandosi a mettere uno spazio fra le due. Successivamente accade l'esatto contrario: PHP produce un codice HTML nel quale il testo 'seconda riga' è seguito dal tag <br />, ma non dal codice 'newline'. Per questo, nel file HTML, 'seconda riga<br />' e 'terza riga' vengono attaccati. Il browser, però, quando trova il tag <br /> porta il testo a capo.
Avrete forse notato che in fondo ad ogni istruzione PHP abbiamo messo un punto e virgola; infatti la sintassi del PHP prevede che il punto e virgola debba obbligatoriamente chiudere ogni istruzione. Ricordiamoci quindi di metterlo sempre, con qualche eccezione che vedremo più avanti. Da quanto abbiamo detto finora emerge una realtà molto importante: chi vuole avvicinarsi al PHP deve già avere una conoscenza approfondita di HTML e di tutto quanto può far parte di una pagina web (si consiglia per questo di leggere le nostre Guide all'HTML, al JavaScript, e ai CSS).
Questo perchè lo scopo principale di PHP è proprio la produzione di questi codici (anche se va ricordato che può essere utilizzato per scopi differenti, come linguaggio di shell o per la creazione di applicazioni desktop grazie all'estensione PHP-GTK).
Fine parte 1#
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