Pirlo: "I campi italiani fanno schifo"
Il problema delle infrastrutture in Italia è noto. Un paese, il nostro, che denuncia da sempre ritardi secolari nelle grandi opere infrastrutturali. E non è esente dal contesto nemmeno il dorato mondo pallonaro. Nemmeno il calcio, da sempre un vanto tricolore, con quattro titoli mondiali da sfoggiare sul gagliardetto della Nazionale, sfugge alla regola.
Stadi e campi di gioco sono fatiscenti, sideralmente distanti da quelli che accolgono le gesta dei campioni inglesi o spagnoli. A denunciarlo, in prima pagina in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport di oggi, è Andrea Pirlo, uno che di bel gioco e tocchi di fino se ne intende. Gesti tecnici sempre più difficili da mettere in pratica sui campi italiani, che se non sono ghiacciati o paludosi di inverno, diventano spelacchiati e sabbiosi in primavera.
L'occasione per denunciare pubblicamente il misfatto, il regista del Milan e della Nazionale di Lippi la coglie quando gli si chiede un giudizio sul Barcellona: “E' la squadra più forte al mondo. E’ un piacere vederli giocare. Perche’ in serie A non si puo’ giocare cosi’? Noi ci proviamo, ma non è facile, anche perché i campi fanno schifo. Ha presente l’erba degli stadi spagnoli o inglesi? E’ perfetta. In Italia non c’è un terreno decente. E non è semplice giocare di prima rasoterra se il pallone ti rimbalza al ginocchio”. Quando il ginocchio non ti salta per colpa di una buca, aggiungiamo noi.
Tornando all'attualità, Pirlo parla anche del ritorno di Beckham in rossonero. Una pedina in più da collocare sullo scacchiere di centrocampo per Leonardo. Col rischio di scontentare qualcuno o di dover variare un modulo che funziona. “Non c’è nessun cambio all’orizzonte. Abbiamo cominciato a giocare in un certo modo che ci ha dato vantaggi e risultati. Non c’è bisogno di cambiare, anche i nuovi arrivati si adegueranno... Diciamo che siamo 4-5 per tre posti: Beckham può giocare al posto di Seedorf, Seedorf può giocare al posto mio, poi ci sono Ambrosini, Rino, Flamini. E ci sono tante partite. Tutti giocheranno”.
Pur rimanendo "centrale" nel ruolo di costruttore del gioco rossonero, con Leonardo allenatore a Pirlo è richiesto anche un notevole lavoro dal punto di vista dell'interdizione: “Ora mi diverto di più a recuperare un pallone che a giocarlo. Corro tanto,ma ho sempre corso tanto, sa? Nei test i miei valori sono fra i migliori. Anche se magari dal fisico non si direbbe. Non mi sento sacrificato, aiuto la squadra, va bene così... Nel calcio moderno bisogna saper fare tutto. E correre, sennò fai fatica”.
Carlo Ancelotti ed il suo Chelsea sono ormai alle spalle. Prilo è stato in bilico, la scorsa estate, tra la voglia di raggiungere il suo ex tecnico a Londra ed il Milan. Ha scelto i rossoneri. "All'inizio ci mancava. Era stra non non vederlo nello spogliatoio. Leonardo sta andando bene e noi con lui. Nessuna nostalgia".
Il 2010 è l'anno del mondiale in Sud Africa. Ma c'è anche una Champions da giocare. Dovesse scegliere, Pirlo cosa prenderebbe? "Tutti e due. Le finali non si giocano mica la stessa sera". Tanto per chiarire la mentalità dell'intervistato.
A proposito di mondiale e Nazionale. Nesta è tornato ai livelli che lo colocano come uno dei migliori difensori al mondo: "Non c'è dubbio, è stato bello vederlo tornare a giocar bene. E poi ero stufo di andare in ritiro senza di lui". Sarebbe anche più bello ritrovarlo in ritiro anche in azzurro: "Già, ma non c'è verso di convincerlo. Credo che non voglia togliere il posto a chi se lo è guadagnato".
Pirlo e il futuro in rossonero: “Ho un contratto fino al 2011 e spero di poter rimanere anche oltre questo termine”.
Il problema delle infrastrutture in Italia è noto. Un paese, il nostro, che denuncia da sempre ritardi secolari nelle grandi opere infrastrutturali. E non è esente dal contesto nemmeno il dorato mondo pallonaro. Nemmeno il calcio, da sempre un vanto tricolore, con quattro titoli mondiali da sfoggiare sul gagliardetto della Nazionale, sfugge alla regola.
Stadi e campi di gioco sono fatiscenti, sideralmente distanti da quelli che accolgono le gesta dei campioni inglesi o spagnoli. A denunciarlo, in prima pagina in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport di oggi, è Andrea Pirlo, uno che di bel gioco e tocchi di fino se ne intende. Gesti tecnici sempre più difficili da mettere in pratica sui campi italiani, che se non sono ghiacciati o paludosi di inverno, diventano spelacchiati e sabbiosi in primavera.
L'occasione per denunciare pubblicamente il misfatto, il regista del Milan e della Nazionale di Lippi la coglie quando gli si chiede un giudizio sul Barcellona: “E' la squadra più forte al mondo. E’ un piacere vederli giocare. Perche’ in serie A non si puo’ giocare cosi’? Noi ci proviamo, ma non è facile, anche perché i campi fanno schifo. Ha presente l’erba degli stadi spagnoli o inglesi? E’ perfetta. In Italia non c’è un terreno decente. E non è semplice giocare di prima rasoterra se il pallone ti rimbalza al ginocchio”. Quando il ginocchio non ti salta per colpa di una buca, aggiungiamo noi.
Tornando all'attualità, Pirlo parla anche del ritorno di Beckham in rossonero. Una pedina in più da collocare sullo scacchiere di centrocampo per Leonardo. Col rischio di scontentare qualcuno o di dover variare un modulo che funziona. “Non c’è nessun cambio all’orizzonte. Abbiamo cominciato a giocare in un certo modo che ci ha dato vantaggi e risultati. Non c’è bisogno di cambiare, anche i nuovi arrivati si adegueranno... Diciamo che siamo 4-5 per tre posti: Beckham può giocare al posto di Seedorf, Seedorf può giocare al posto mio, poi ci sono Ambrosini, Rino, Flamini. E ci sono tante partite. Tutti giocheranno”.
Pur rimanendo "centrale" nel ruolo di costruttore del gioco rossonero, con Leonardo allenatore a Pirlo è richiesto anche un notevole lavoro dal punto di vista dell'interdizione: “Ora mi diverto di più a recuperare un pallone che a giocarlo. Corro tanto,ma ho sempre corso tanto, sa? Nei test i miei valori sono fra i migliori. Anche se magari dal fisico non si direbbe. Non mi sento sacrificato, aiuto la squadra, va bene così... Nel calcio moderno bisogna saper fare tutto. E correre, sennò fai fatica”.
Carlo Ancelotti ed il suo Chelsea sono ormai alle spalle. Prilo è stato in bilico, la scorsa estate, tra la voglia di raggiungere il suo ex tecnico a Londra ed il Milan. Ha scelto i rossoneri. "All'inizio ci mancava. Era stra non non vederlo nello spogliatoio. Leonardo sta andando bene e noi con lui. Nessuna nostalgia".
Il 2010 è l'anno del mondiale in Sud Africa. Ma c'è anche una Champions da giocare. Dovesse scegliere, Pirlo cosa prenderebbe? "Tutti e due. Le finali non si giocano mica la stessa sera". Tanto per chiarire la mentalità dell'intervistato.
A proposito di mondiale e Nazionale. Nesta è tornato ai livelli che lo colocano come uno dei migliori difensori al mondo: "Non c'è dubbio, è stato bello vederlo tornare a giocar bene. E poi ero stufo di andare in ritiro senza di lui". Sarebbe anche più bello ritrovarlo in ritiro anche in azzurro: "Già, ma non c'è verso di convincerlo. Credo che non voglia togliere il posto a chi se lo è guadagnato".
Pirlo e il futuro in rossonero: “Ho un contratto fino al 2011 e spero di poter rimanere anche oltre questo termine”.
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