Sono passati undici anni dal mio primo incontro coi mostriciattoli tascabili di casa Nintendo, da quella serie a cartoni animati cominciata in sordina nel pomeriggio dell’ultimo giorno di vacanze natalizie della terza media e trasformatasi in un successo planetario, da “The bad touch” della Bloodhound Gang che in quel periodo impazzava per radio e nei canali di video musicali e da quel Pokémon Rosso per Game Boy che era a 8 bit e in bianco e nero ma riuscì ad appassionare me e centinaia di italiani in piena era Playstation.
In questi undici anni di console Nintendo ne sono uscite tante e di generazioni di Pokémon se ne sono succedute ben cinque, eppure, ogni volta che comincio un nuovo titolo di questa serie, il sentimento che provo è lo stesso che provai in quel lontano giorno della terza media, lo stesso che provò il giovane protagonista della serie, entusiasta al pensiero di cominciare un viaggio lungo e affascinante in un mondo pieno di avventure.
Ad ogni nuova uscita della saga di Game Freak e Nintendo, mi rendo conto di come le parole della terza sigla americana del cartone animato, riadattata in italiano per il terzo film, si adattino perfettamente ad esprimere i sentimenti di molti giocatori (me compreso) quando accendono la loro console per gustarsi la nuova avventura.
“Questo è un mondo tutto nuovo, ed è tutto qui per te. Questo è il mondo tuo, e meglio non ce n’è. Prima o poi lo conquisterai, se tutti tu li acchiapperai”.
Anche Pokémon Bianco (Poketto Monsutā Howaito), ultimissimo titolo della serie per Nintendo DS uscito da qualche mese in Italia in coppia con il suo complementare Pokémon Nero (Poketto Monsutā Burakku), non fa eccezione. La sensazione, infatti, sarà ancora una volta quella di un viaggio in un nuovo luogo straordinario e affascinante, di un’avventura da ricordare di cui adesso andremo a sviscerare gli aspetti.
Una precisazione prima di partire per il nostro viaggio. Come da consuetudine della serie, anche stavolta saremo chiamati a scegliere se impersonare un personaggio maschile o uno femminile. Per motivi di praticità, svolgeremo la nostra recensione seguendo la mia scelta personale e riferendoci dunque al personaggio maschile, che chiameremo Kotaro.
Il gioco è ambientato a Unima (Isshu, nella versione originale), una regione molto distante da quelle che fecero da teatro ai precedenti capitoli.
Nella ridente cittadina di Soffiolieve, vivono tre giovani amici d’infanzia. Komor (Cheren, nella versione originale) è un ragazzo saccente, affidabile e alla ricerca della forza, Belle (Bel) è una ragazza ingenua, spensierata e dal cuore gentile, mentre Kotaro sta nel mezzo, avendo un carattere giusto, equilibrato e privo di inclinazioni particolari.
Un bel giorno, i tre ragazzi ricevono un pacco proveniente dalla professoressa Aralia (Araragi), una studiosa che vive nella loro città. Il pacco contiene tre Pokémon: il porcellino di fuoco Tepig, la lontra d’acqua Oshawott e il serpentello d’erba Snivy. Ognuno dei tre ragazzi dovrà scegliere la bestiola che lo accompagnerà nel suo viaggio e sarà dunque pronto per partire per la propria avventura, che lo porterà a sfidare gli otto capipalestra della regione di Unima per guadagnarsi l’accesso alla Lega Pokémon, il più ambito torneo di lotta.
Intorno a questa semplice trama di base si svilupperanno poi numerose sottotrame che la incroceranno.
La prima di queste riguarda il mito delle origini di Unima.
Un’antica leggenda, raccontata a più riprese nel videogioco, narra che la regione di Unima fu creata da un mitico Pokémon drago, che viveva insieme a due fratelli noti come gli eroi leggendari.
Un allontanamento fra i due fratelli, che volevano perseguire uno la verità e l’altro gli ideali, generò una trasformazione nel leggendario drago, che si scisse in due differenti Pokémon, il drago bianco del fuoco Reshiram e il drago nero del fulmine Zekrom.
Dopo una lunga battaglia, che vide i due Pokémon in parità, i fratelli appianarono le loro divergenze, ma la lotta leggendaria si ripresentò con i figli dei due eroi e fu allora che Reshiram e Zekrom, furiosi, rasero al suolo Unima con i loro devastanti poteri, per poi scomparire.
Nonostante questa sia una storia di tanti anni precedente alle vicende di Pokémon Bianco, come tutte le leggende ha un fondo di verità, e il nostro Kotaro scoprirà a sue spese che la leggenda sta per rivivere…
Legata a questa vicenda è la presenza del Team Plasma, un ordine simil-templare comandato dal perfido Gechis che organizza comizi in giro per Unima propugnando la nascita di una nuova, utopistica società che prevede la separazione fra i Pokémon, che dovrebbero vivere liberi, e gli umani che invece, secondo loro, li sfruttano.
Per raggiungere il loro scopo, gli uomini del Team Plasma non guardano in faccia niente e nessuno e, ai loro sermoni nelle piazze delle principali città, affiancano furti, maltrattamenti e azioni poco lecite che stridono coi loro propositi.
Nel corso della sua avventura, Kotaro li incontrerà e affronterà a più riprese, così come molte volte troverà sul suo cammino N, ragazzo dai molti misteri che persegue gli stessi ideali del Team Plasma ed è legato a doppio filo sia al succitato ordine sia alla leggenda di Reshiram e Zekrom.
Fonte: AnimeClick
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