Walter 22

Utente Senior
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19 Giugno 2007
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Scordatevi la NBA, indossate un paio di pantaloncini lunghi sino alle caviglie, sfoderate il vostro migliore sguardo cattivo, e affibbiatevi un soprannome che vi dia rispetto e sarete pronti per AND 1 Streetball.

La stagione NBA è terminata per lasciare lo spazio alle partite sulla strada, all’aria aperta, ai gesti spettacolari (e spesso improbabili), alle provocazioni e all’umiliazione degli avversari. Spazio ad un basket nata qualche anno fa con un NBA Street targato EA che ha saputo sorprendere ed appassionare. Kobe Bryant e soci lasciano spazio alle gesta dei vari Helicopter e Baby Shaq, giocatori dal grande carisma senza timore di darsi soprannomi altisonanti. In una ambientazione ritmata dalla musica rap e da frasi minacciose, le partite hanno un unico scopo: divertire il pubblico per diventare il nuovo idolo, lo streetballer più rispettato degli Stati Uniti.

De Cubertain chi?
L’umiliazione degli avversari è una costante del gioco, come se non si potesse dimostrare il proprio valore se non ridicolizzando il proprio marcatore. Così se il calcio ha il tunnel, il basket ha il suo “spezzare le caviglie”. Malgrado l’ambientazione un po’ malsana degli incontri di strada, il termine non va preso alla lettera. Per rompere le caviglie ad un giocatore, occorre farlo girare su se stesso e fare una delle finte I-Ball per fargli perdere l’equilibrio. Come se non bastasse, prima di poter umiliare l’avversario, occorre riempire un indicatore realizzando tutta una serie di movimenti e gesti tecnici inimmaginabili che il ritmo della NBA non ci permetterebbe mai di realizzare. Dribbling, giochi con il pallone, alley-hop da solo… tutto fa brodo per fare punti e infiammare il pubblico. Pubblico che dal canto suo, in maniera del tutto originale, partecipa all’azione. In effetti, più fate spettacolo, più la folla applaude riempiendo un ulteriore indicatore, tanto importante quanto il primo. Questo, una volta completo, vi regala un bonus che vi permette di scegliere tra due possibilità.

Come Larry Bird!
La prima consiste nell’attivare la modalità “a fuoco”. Gli attributi dei giocatori aumentano temporaneamente e i tiri da tre punti diventano un gioco da ragazzi. Niente di veramente nuovo: i giocatori per NBA Jam a 16 bit si ricorderanno della stessa funzione che permetteva di tirare da lontano più facilmente a partire dal momento in cui si centravano tre tiri consecutivi. Anche qui ritroviamo il pallone incandescente che non chiede altro che bruciare la retina. La seconda è l’utilizzo di una finta personale. Un editor, presente tra le opzioni, da accesso a una combinazione di movimenti già esistenti che possono essere mescolati a vostro piacimento per creare delle combinazioni uniche. Queste due opzioni sono delle aggiunte ben realizzate che diversificano il gameplay dando maggiore fantasia almeno all’azione in corso. Inoltre, anche se la colonna sonora è sfortunatamente esclusivamente in inglese, sarà piacevole sentire la telecronaca in crescendo di Duke Tango, il commentatore di turno, che contribuirà ad accrescere questa atmosfera così particolare e lontana dai parquet NBA.

Il gameplay ha quindi delle idee interessanti anche se non veramente innovatrici. Ma il vero punto debole è la gestione dell’IA. Anche in modalità facile, la CPU utilizzerà assolutamente tutte le tecniche possibili e inimmaginabili e non vi lascerà mai abbastanza margine per imparare giocando. La difficoltà è dunque mal calibrata, malgrado la presenza di tre livelli differenti che alla fine non servono a granché. I primi minuti passati su questo titolo sono dunque delle disillusioni, delle sconfitte e delle umiliazioni sino a quando non si riesce a fare quel qualcosa in più che permetta di fare la differenza. La lettura del manuale, il passaggio dall’allenamento e l’apprendistato offerto dal tutorial sono indispensabili (fatto rarissimo!). Si constata spesso e volentieri che nell’uno contro uno, l’errore è praticamente certo contro una CPU capace di collegare mosse speciali a velocità vertiginose. Per il resto, le animazioni sono piuttosto fluide e variate ma la circolazione della palla soffre un po' per la mancanza di mobilità dei giocatori, non realmente in condizione fisica per moltiplicare i movimenti di “andata e ritorno” da un canestro all'altro.

Diventa il re dei playground
Oltre all’allenamento, al tutorial e all’editor dei movimenti, il titolo propone una modalità carriera che, a partire da un giocatore da voi creato nei minime dettagli (massa muscolare, altezza, peso, capelli, colore della pelle, attributi ecc.), vi farà partecipare a degli uno contro uno per guadagnare un po’ di notorietà e attirare l’attenzione degli osservatori di una squadra locale di streetballers. Dopo esser stati aggregati alla squadra, entrerete nell’universo impietoso di And1 con l’opportunità di guadagnare denaro e migliorare sensibilmente e progressivamente le qualità del vostro protetto. L’altra modalità di gioco chiamata “Match pickup” consiste in una serie di partite cinque contro cinque. Meno impegnative da affrontare, queste partite sono prima di tutto degli allenamenti agli incontri in modalità carriera perché è possibile decidere di affrontare i migliori giocatori del circuito o di aggregarsi ad un dream team imbattibile. Una volta terminato il gioco, niente impedirà il passaggio su Xbox Live al fine di scalare le classifiche dei migliori giocatori.

Che dire in definitiva del nuovo titolo targato Ubisoft? Nonostante delle buone premesse ed una ambientazione affascinante, And 1 Streetball si deve scontrare con una grafica che non regge il confronto con NBA Street, mentre il gameplay ambiguo, non si sbilancia in maniera decisa verso l’arcade, secondo noi la vera anima del gioco.