Genere: Azione
Produttore: Eidos
Sviluppatore: Avalanche
Data uscita: 21 Marzo
[ps3, x360] Dopo un esordio non proprio felice su Playstation 3, Rico Rodriguez torna sui nostri schermi assetato di vendetta ed intenzionato a contendersi il premio di miglior action-game con i più blasonati giochi usciti fin’ora. Ci riuscirà ? Scopriamo assieme quali saranno le carte in tavola che sfoggerà il titolo Eidos per tornare a far parlare di sè..
Un po’ di storia
La storia riprenderà dalla fine del primo capitolo con alcuni interessanti risvolti: il nostro eroe e agente della CIA, stavolta dovrà fare i conti nientemeno che con il proprio mentore ed amico Tom Sheldon, accusato dal governo di aver intascato due milioni di dollari ed essersi rifugiato nell’arcipelago malese, alleandosi con il regime dittatoriale locale. Maria Krane, ex partner CIA, in contatto telefonico, ci fornirà maggiori dettagli sulla missione che saremo chiamati a portare a termine. L’intera vicenda si svolgerà sulla stupenda isoletta dell’arcipelago malese, Panau, che farà da teatro alle nostre azioni. Da qui inizierà il dipanarsi di una trama che, a detta degli sviluppatori, porterà a riflessioni morali sui metodi utilizzati dai servizi segreti, promettendo, infine, una sceneggiatura non banale e dai risvolti insospettabili.
Voglia di libertà
L’intera isola di Panau sarà esplorabile a piacimento dal giocatore; il titolo si avvarrà, infatti, del tanto amato free-roaming che da GTA in poi ha fatto scuola. L’estrema libertà concessa al giocatore sarà il vero punto di forza di un gameplay basato sulle innumerevoli possibilità che avremo all’interno degli scenari, e sulla varietà delle missioni proposte. Gli sviluppatori hanno assicurato che in ogni angolo dell’isola ci sarà sempre qualcosa da fare, e starà a noi e al nostro modo di giocare stabilire il grado di interazione con l’ambiente. Questo sistema si integra alla perfezione ed in modo naturale, con l’impianto di gioco che proporrà una struttura non lineare con diverse missioni secondarie facoltative e diversi modi di portarle a termine. Potremo decidere, infatti, di agire da soli in modo intraprendente e più pericoloso, o in maniera più cauta e silenziosa per non attirare troppo l’attenzione dei militari; ad ogni modo, come sempre, la scelta sarà nelle nostri mani.
In relazione al nostro operato e al livello di disordine generatosi, si distribuirà la curva di difficoltà del gioco, creando dinamicamente uno stato di allerta adeguato al nostro comportamento. Se avessimo ucciso, ad esempio, un leader in modo silenzioso, i controlli saranno rafforzati lungo i cancelli per non permettere l’intrusione di estranei; se invece, avessimo distrutto con delle bombe obiettivi sensibili, come acquedotti o centrali energetiche, allora la difesa sarà posta principalmente lungo questi impianti. Questo sistema di allerta fornirà un feedback immediato al giocatore facendolo sentire davvero al centro delle vicende con l’effettiva possibilità di influenzarne l’andamento. Un altro modo di operare potrebbe essere quello di allearsi con una delle tre fazioni di ribelli in cui sarà suddiviso il popolo, creando scompigli fino a generare vere e proprie rivolte. Le varie missioni sparse lungo l’area di gioco porteranno, inoltre, delle ricompense monetarie utili per migliorare o rafforzare il nostro equipaggiamento (upgradabile fino a 2000 accessori). Sarà possibile acquistare nuove armi, nuovi veicoli o nuovi accessori, direttamente al mercato nero, che crescerà assieme al livello di disordine che avremo creato. Anche in questo caso, saremo noi a decidere a che canale rivolgerci per il nostro arsenale; volendo, infatti, potremo anche optare per un furto. Insomma la varietà e le possibilità offerte dal gioco sembrano davvero numerose, a tutto vantaggio del divertimento.
Un’altro aspetto che sembra importante è quello delle azioni concesse a Rico: il gioco pone maggiormente l’enfasi sullo spettacolo, lasciando in secondo piano il realismo più puro, strizzando così l’occhio a diversi kolossal-action visti al grande schermo. Il protagonista potrà utilizzare diversi veicoli, ognuno dotato di differente guidabilità, per portarsi da un capo all’altro dell’isola. Proprio sui veicoli saranno basate molte delle dinamiche più spettacolari del gioco; sarà possibile, infatti, stare in equilibrio su di un veicolo in corsa - caratteristica presente già nel precedente capitolo - o addirittura lanciarsi spericolatamente verso altri, esibendosi in una serie di manovre altamente coreografiche per impadonirsi del mezzo; volendo si potrà anche sparare al conducente o scalzarlo dall’abitacolo al volo; come detto in precedenza, la varietà e la spettacolarità saranno all’ordine del giorno. Ritornano, inoltre, il rampino magnetico, utile in questo episodio sia per attirare a sè oggetti e avversari che per spostarsi a mò di liana, ed il paracadute, vera nota originale del precedente capitolo: entrambi saranno disponibili in qualunque momento.
Aspetto tecnico
Il team di sviluppo ha lavorato molto per garantire una struttura di gioco originale e ben distinta dagli altri titoli simili visti sin’ora, tuttavia lo spettro dei difetti del primo episodio torna incessantemente a bussare alle nostre porte. Il grande limite di Just Cause era la scarsa IA dei nemici che non permetteva di godere appieno delle proprie azioni di guerriglia. Fortunatamente il motore di gioco è stato completamente riscritto, e questo Avalanche Engine 2.0 assicura che l’IA di questo capitolo sarà altamente reattiva, dotando i nemici di svariate possibilità d’azione. Non avremo più a che fare con semplici burattini, ma con veri e propri soldati assetati di sangue e dotati di una capacità organizzativa davvero eccellente; non di rado capiterà, infatti, di trovarsi accerchiati o attaccati di sopresa. I nemici sfrutteranno l’ambiente circostante per determinare sempre la migliore strategia d’azione disponibile, portando, ad esempio, attacchi tattici da zone sopraelevate, o attendendo in silenzio nell’ombra il nostro passaggio; in fase di sconfitta, infine, si ritireranno o chiameranno rinforzi via radio.
Da quanto visto, le routine create dai programmatori funzionano a dovere, ma resta ancora da scoprire se l’azione di gioco e la struttura in generale non risentiranno troppo della libertà d’azione concessaci. Il sistema di mira ricorda quello già visto in altri titoli – Uncharted su tutti – nominato per l’occasione Hydrib-lock-system. In pratica potremo colpire i nemici in zone del corpo differenti ed ottenere risultati contestuali, come ad esempio disarmare l’avversario sparandogli al braccio, o azzopparlo mirando alle gambe: nulla di particolarmente originale insomma.
Dal punto di vista tecnico le ambientazioni risultano affascinanti con ottimi effetti di luce. Le animazioni sono dignitose, e pur non facendo gridare al miracolo, si difendono piuttosto bene rispetto a quelle ammirate in altri titoli. Il comparto audio è essenziale e fornisce un buon grado di immedesimazione con l’ambiente, aumentando di conseguenza il pathos derivante da alcune fasi di gioco. Una nota, apparentemente dolente, riguarda la mancanza di una modalità online: gli sviluppatori hanno infatti optato per una struttura only-singleplayer per concentrarsi maggiormente su una giocabilità solida ed innovativa. Questa scelta controcorrente è stata presa per non alterare eccessivamente la struttura e non forzare il tutto, limitandosi a furiosi deathmatch già visti in decine di altri titoli. Anche se ci sembra una valida motivazione, era lecito aspettarsi qualcosa di più in termini di contenuti, nonostante sia assicurata una longevità in singleplayer superiore alla media.
Considerazioni finali
Di passi in avanti rispetto al primo Just Cause ne sono stati fatti, ed alcune innovazioni hanno portato davvero una boccata d’aria fresca a un titolo che rischiava di affossarsi nella mediocrità del mercato. Il sistema di gioco appare promettente e longevo, la varietà delle missioni e la scelta dell’approccio garantiscono un’ottima varietà accompagnata a un impianto di gioco davvero intrigante sulla carta. Gli unici dubbi riguardano la solidità del gameplay: se saranno integrate bene le meccaniche action e non si ridurrà il tutto ad un semplice spara-e-fuggi-col-paracadute, ci troveremo davanti un ottimo titolo. Le note action ben si sposano con il carisma del protagonista, dotato di un incontenibile ego, e non sembrano far rimpiangere il realismo di altri titoli. Se tutto andrà come ci auguriamo, potremo mettere le mani su un gioco davvero interessante che, potenzialmente, dovrebbe essere in grado di settare nuovi canoni per questo genere videoludico. Le premesse ci sono tutte, resta da verificare, con l’imminente uscita nei negozi, se il franchise potrà risollevarsi o se scomparirà definitivamente.