[RECENSIONE]Silent Hill Origins psp

Gheddi

Utente Senior
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7 Giugno 2007
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Silent Hill Origins
Silent Hill diventa portatile!
Circa un paio di anni fa mamma Sony mise in vendita la sua prima console portatile, tecnologicamente all'avanguardia e con molte potenzialità che all'inizio potevano sembrare addirittura troppo sofisticate per un sistema da portarsi dietro tutti i giorni per svagarsi un po' nel tempo libero. Se due anni fa qualcuno ci avesse assicurato la possibilità di poter giocare un giorno ad un episodio di Silent Hill su questo sistema e che non ci saremmo accorti di molte differenze rispetto alle home console, sinceramente credo che davvero pochi di noi gli avrebbero creduto. In questi ultimi tempi la PSP sta rivelando la sua vera identità, ovvero non è da considerare, a mio avviso, semplicemente una console portatile, piuttosto è più corretto definirla una home console portatile. Le qualità tecniche che alcuni giochi esprimono sono davvero incredibili e dimostrano il buonissimo livello di programmazione raggiunto per questa macchina. Konami ha pensato bene di portare la sua famosissima saga horror su PSP e il risultato è davvero molto soddisfacente. Speriamo, a questo punto, che le "Origini" non riguardino solamente la cittadina fantasma ormai nota a tutti i videogiocatori, ma che siano anche un punto di inizio per lo sviluppo di altri survival-horror per la piccola di casa Sony.

Va' dove ti porta il camion.
Il nuovo protagonista, del quale vestiremo i panni in Silent Hill Origins, è Travis Grady, uno sfortunato camionista capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Credendo di prendere semplicemente una scorciatoia, passerà per la città dalla nebbia perenne e da qui comincerà per lui un viaggio molto diverso dalle solite miglia di asfalto e aree di servizio. Sembra esserci capitato per caso, ma Silent Hill lo stava aspettando e il misterioso passato di Travis troverà proprio in questa città del male una sua spiegazione. Profonde sono le ombre che ruotano attorno al suo personaggio, l'oscurità è in questo caso figlia del male e andrà affrontata da molto vicino se davvero si vorrà scoprire ogni verità. Il taglio cinematografico della presentazione (e di tutti i filmati presenti nel gioco) mantiene immutato lo stile al quale ormai Konami ci ha abituato. Vedremo Travis percorrere sotto una pioggia battente una strada nei pressi di Silent Hill, ma all'improvviso apparirà una ragazza e per non investirla il nostro camionista si aggrapperà al freno facendo strillare i pneumatici e rischiando un rovinoso incidente. Come era facile intuire, non poteva non accadere nulla passando in piena notte in mezzo a una "collina silenziosa". Fin da subito la nostra avventura assumerà delle sfumature occulte, la ritualizzazione del male è, come in ogni Silent Hill, diabolicamente presente e allo stesso tempo celata dietro alla nebbia, da esplorare quindi, nella consapevolezza che la realtà ha spesso due facce e che altrettanto spesso la verità non sempre si trova in quella "buona".

Classicamente adeguato
Silent Hill Origins è caratterizzato da un gameplay ampiamente collaudato dalla struttura solida e robusta. In sostanza è un classico survival-horror vecchio stampo, non particolarmente votato all'azione frenetica, bensì più orientato all'esplorazione e alla risoluzione di enigmi all'interno di uno scenario via via sempre più disturbante e alterato. I controlli sono gli stessi dei capitoli usciti sulle console casalinghe, il tasto quadrato ci permetterà di correre, il pulsante X servirà per esaminare, raccogliere gli oggetti ed aprire le porte; cerchio spegnerà e accenderà la torcia a pile, mentre triangolo visualizzerà la mappa. Il tasto SELECT, se premuto, aprirà il menù; START, invece, metterà il gioco in pausa in qualsiasi momento. Il dorsale R servirà per mettere in guardia Travis e se abbinato con il tasto X ci permetterà di attaccare sfruttando l'arma equipaggiata o anche a mani nude; L aggiusterà la visuale. A chi ha già avuto modo di giocare in passato ad un episodio di Silent Hill non ci vorrà molto ad apprendere alla perfezione i comandi, mentre a chi non ha mai avuto la possibilità di giocarci prima richiederà un po' di pratica, niente di cui preoccuparsi, nel giro di poco tempo ci si muoverà alla perfezione e si sarà pronti ad affrontare qualsiasi tipo di pericolo. Sarà doveroso esplorare ogni angolo di ogni posto per recuperare tutte le informazioni necessarie per poter progredire nel gioco, il quale si snoda attraverso il passaggio tra gli edifici principali e le strade nebbiose di Silent Hill. La contrapposizione tra il mondo della luce e quello delle tenebre è presente anche in Silent Hill Origins e caratterizza in modo consistente l'esperienza di gioco. Quando Travis si troverà davanti a uno specchio, toccandolo potrà passare da un mondo all'altro, potrà quindi viaggiare negli edifici abbandonati della silenziosa città, oppure esplorarli tra le pareti del male, ritrovandoseli totalmente modificati e definiti da ambientazioni più cupe, sporche e malsane, dove il raccapriccio di fronte a certe creature è il minimo che un atteggiamento razionale possa provocare. La mappa è fondamentale in tutto il gioco e sarà di vitale importanza sfruttarla nel migliore dei modi. Non potevano mancare le inconfondibili annotazioni a penna rossa, davvero pratiche e utilissime per ricordarsi ogni cosa e per poter ogni volta organizzare il percorso migliore da seguire. Gli enigmi non sono particolarmente difficili da risolvere (a parte qualcuno), purtroppo questo aspetto del gioco è fin troppo classico e non tiene conto della ormai decennale esperienza in materia di alcuni giocatori. Se non fosse per la trama estremamente interessante e coinvolgente, lo schema corri-esplora-risolvi risulterebbe a tratti anche prevedibile e scontato, fortunatamente le dinamiche degli eventi bilanciano egregiamente queste caratteristiche e mantengono sempre alta la soglia di attenzione e di interesse da parte del giocatore.

Un tostapane in faccia lascia il segno
Travis potrà utilizzare un gran numero di oggetti come armi con le quali difendersi, più precisamente vengono definite all'interno del menù come armi da mischia. Tra queste ricordiamo bastoni chiodati, cacciaviti, crick da auto, chiavi inglesi, piedi di porco, ganci da macellaio, coltelli da cucina, ma anche macchine da scrivere, televisori portatili, porta flebo, lampade da tavolo, tostapane, bottiglie di alcool e molti altri. Ognuna di queste "armi" ha un indice di usura, una volta che questo indicatore, inizialmente verde, diventerà rosso significherà che l'oggetto in questione non potrà più essere utilizzato per molto tempo poiché sta per rompersi. Ciò rende strategicamente più influenti le scelte del giocatore in base alle armi da utilizzare, non mancheranno comunque le armi da fuoco, le quali andranno ricaricate con le rispettive munizioni. Nel caso in cui non avessimo nulla con cui difenderci potremo improvvisarci dei veri e propri boxer professionisti, Travis è un camionista, non un impiegato delle Poste e, detto tra noi, se si tratta di usare le mani sa picchiare come un fabbro! Provare per credere. Un'altra novità interessante riguarda gli eventi in quick-time; a volte, infatti, ci verrà richiesto di premere il più velocemente un tasto, oppure di premerne alcuni nella sequenza corretta per evitare l'attacco di un mostro in un modo del tutto simile, ma molto più semplificato, a God of War.

La solita meraviglia tecnica
"Data una PS2 è possibile ridurla notevolmente di dimensioni, renderla portatile, ottenere le stesse prestazioni e chiamarla PSP". Questo sembra il teorema che Sony a tutti i costi sta tentando di dimostrare al popolo dei videogiocatori. Silent Hill Origins sfoggia una qualità tecnica davvero degna di nota, la differenza rispetto al secondo episodio della saga uscito su PS2 è praticamente nulla, oltre al bellissimo schermo che la piccola di casa Sony ha in dotazione è doveroso sottolineare il buonissimo lavoro svolto dai ragazzi della Climax. Le ambientazioni sono ben definite così come i poligoni dei personaggi i quali risultano essere realizzati ottimamente, la cosa più sorprendente e che davvero costituisce un preziosismo grafico consiste nelle ombre estremamente realistiche create dalla torcia a pile di Travis. La loro realizzazione è uno tra i traguardi grafici più riusciti su questa piattaforma. I filmati di intermezzo sono come consuetudine Konami di grande qualità e le musiche sono ancora una volta straordinarie. Lo storico compositore della serie, Akira Yamaoka, è ancora una volta riuscito a creare una splendida colonna sonora degna di un Silent Hill da home console, oltre alle musiche anche tutto il comparto audio arricchisce molto l'esperienza di gioco, facendo maturare un continuo stato d'angoscia al giocatore, "disturbandolo" con l'utilizzo mirato di suoni e rumori molto suggestivi.

C'è qualcosa che non convince?
Il titolo Konami non è esente da qualche difettuccio, nulla che possa compromettere l'ottima realizzazione del prodotto, ma è doveroso segnalare anche i piccoli nei di questo Silent Hill Origins. Purtroppo la longevità non è ai massimi livelli, i survival-horror non sono di natura giochi molto lunghi, ma in questo caso il titolo è forse un po' troppo corto: potranno bastare anche solo sei ore per terminarlo la prima volta. Oltre alla longevità bisogna "dichiarare" le scarse attitudini portatili del gioco Konami. Basterà infatti pochissima luce per cominciare a specchiarsi nello schermo della PSP essendo Silent Hill un titolo dalle tonalità molto scure e cupe. L'opzione di selezione del livello del nero integrata aiuta quanto può, ma non fa miracoli. L'esperienza trova la sua massima espressione in una stanza buia e silenziosa ed è consigliabile l'utilizzo di un buon paio di auricolari. Se non si riescono a soddisfare queste caratteristiche, il gioco ne risente moltissimo e l'identità stessa del titolo viene minata. In sostanza non è propriamente un game portatile, ma è la corretta trasposizione di un survival-horror su una home console portatile, non è assolutamente un reato giocare in casa sotto alle coperte con la PSP, ma con Silent Hill Origins si rivela la miglior e forse unica soluzione.

Sintesi
Una tra le saghe horror più famose al mondo dei videogiochi rivive in un nuovo episodio sul portatile di casa Sony. Ad un comparto grafico di ottima realizzazione si aggiungono musiche splendide ed una trama decisamente intrigante, un mix davanti al quale non si può restare certo indifferenti, specialmente se si è fan di Silent Hill. Le uniche note dolenti sono dovute ad una bassa longevità e alle scarse attitudini portatili del titolo, il quale riesce ad esprimersi al meglio solamente se giocato in una stanza buia e rigorosamente con un bel paio di auricolari. Nonostante questo è da considerarsi un buonissimo risultato in quanto è a tutti gli effetti il primo survival-horror uscito su PSP, praticamente un acquisto obbligato per ogni possessore della console.