Un giovane marocchino di 22 anni, esperto di sicurezza sul web, ha trovato una falla nel sistema di sicurezza del sito di Mark Zuckerberg e ha avuto accesso libero a note, foto e video pubblicate da 80 mila utenti. "Ma - assicura - l'ho fatto per educare la gente a quello che mette online"
Reda Cherqaoui
PARIGI - Tutti i vostri dati su Facebook non sono al sicuro: a rubarli, a fin di bene, ci ha pensato Agatha, un programma creato da un giovane marocchino - Reda Cherqaoui, 22 anni, esperto di sicurezza informatica - che è riuscito a individuare una falla nel social network creato da Mark Zuckerberg. Agatha avrebbe avuto il pieno accesso ai dati di oltre 80mila utenti di Facebook, senza bisogno di scoprirne nome utente e password.
Reda è un genio dell'informatica: appena uscito dal liceo e iscrittosi alla facoltà di informatica dell'università di Casablanca, ha creato una società che si occupa di siti e di sicurezza online. E negli anni ha individuato problemi in siti del calibro di eBay e Hotmail. Oggi vive e lavora a Parigi.
Ora è toccato a Facebook: pur non rivelando il suo 'sistema' - che sembra essere basato sulla possibilità di aggirare i controlli https (il protocollo di connessione sicura) del sito - ha messo in piedi Agatha, un vero e proprio portale per monitorare il social network.
L'idea di mettere sotto scacco il social network è venuta a Cherqaoui durante le rivolte nel mondo arabo di quest'inverno, rivolte in cui il web ha avuto un ruolo non secondario. Era possibile controllare quello che succedeva dietro le porte difese dall'azienda di Palo Alto? La risposta è tristemente affermativa.
Anche il nome del portale non è stato scelto a caso ed è ricco di suggestioni: Agatha è uno dei protagonisti di Minority Report, il libro di Philip K. Dick (e l'omonimo film con Tom Cruise) in cui l'autore critica una società che vuole controllare i comportamenti degli individui anche prima che avvengano.
Grazie al suo sistema ha collezionato messaggi in bacheca, video, foto, informazioni personali, messaggi ricevuti e inviati di decine di migliaia di utenti: ma Reda - che si definisce 'hacker bianco ' - non ha mai cercato di trarre vantaggio dalla sua bravura di scoprire i difetti dei sistemi di sicurezza sulla rete. "La mia unica motivazione - ha detto Reda - è quella di educare gli utenti dei social network su quello che hanno messo online", per rafforzare la sicurezza informatica e informare i progettisti dei siti violati.
Fonte: republica.it