Replay: la finestra sul mondo Lampard e gli arzilli vecchietti

LoLLoPoWa

Utente Esperto
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5 Agosto 2010
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Riflettori puntati anche sul gran momento del Bayern e sulla fine delle favole in giro per l'Europa, mentre Udinese e Lazio sono prime in Italia
Come ogni settimana, cinque annotazioni sul taccuino di Replay, la rubrica estera di Gazzetta.it: storie, tendenze e curiosità sul calcio internazionale, da usare come spunti per riflettere e discutere. Una finestra sul mondo.

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ASPETTA E VEDRAI — Nei primi tre anni della sua carriera a Manchester, sir Alex Ferguson non vinse nulla. E la dirigenza dello United fu tentata di dichiarare fallito il progetto di rifondazione del club iniziato dal manager scozzese, per tentare un'altra strada. Ma la fiducia, alla fine, gli venne confermata (la leggenda narra che a salvargli la panchina fu un gol di Robins, nel 1989, in un terzo turno di FA Cup contro il Nottingham Forest) e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'esempio che viene dalla storia professionale di Ferguson è che la pazienza, quando si gestisce un grande club, è una componente fondamentale per la buona riuscita di un progetto a medio-lungo termine. Il Barcellona, prima dei trionfi con Rijkaard e soprattutto Guardiola, ha posto le basi per quei successi investendo massicciamente sul lavoro del settore giovanile e non rinnegando mai questa scelta, anche nei momenti di supremazia madridista. Discorso che può valere anche per il Borussia Dortmund e, in particolare, per l'Arsenal: i Gunners attraversano una fase di apparente involuzione della filosofia Wenger improntata sui giovani, visto che negli ultimi anni la rosa si è indebolita, invece di rinforzarsi. Ma hanno il merito di non aver perso la testa per la fretta di decidere: l'inizio di questa stagione è stato pessimo, ma il francese è rimasto in sella e non è detto che non riesca a riportare i suoi ragazzi all'eccellenza del calcio europeo. La pazienza, scendendo un pochino di livello, ha premiato anche la politica gestionale del Borussia Moenchengladbach: nell'inverno scorso, con la squadra ultima in classifica, c'è stato un cambio alla conduzione tecnica con l'arrivo di Favre, è vero, ma l'idea di base di valorizzare gli ottimi prodotti del proprio vivaio non è cambiata. Quel 'Gladbach che sembrava condannato alla retrocessione si è poi salvato. E oggi, secondo in Bundesliga insieme a Werder e Borussia Dortmund, è la più bella nuova realtà del calcio tedesco.


E VISSERO TUTTI... — Pensare al 'Gladbach ci fa venir voglia di dare un'occhiata alle altre "favole" di questo inizio di stagione nei principali campionati nazionali in Europa. Ebbene, se il Borussia Moenchenglabach in Germania e il Newcastle in Inghilterra sembrano essere realtà sufficientemente solide per chiudere il campionato nelle zone "europee", in Spagna le cose sono un po' diverse. Il Betis era uscito dai blocchi scattando come Bolt, ma sta facendo la fine del Bolt squalificato per partenza anticipata. Il Levante è ancora molto più in alto, ma viene da due sconfitte consecutive e nel derby col Valencia è emerso tutto il divario tecnico tra le due formazioni: un rapido ritorno nei ranghi, per Juanlu e compagni, non è da escludere. Il Motherwell in Scozia e il Maritimo in Portogallo stanno facendo molto bene, ma a ben guardare, al momento, le vere favole ce le abbiamo in casa: Udinese e Lazio sono arrivate alla pausa autunnale in vetta alla serie A. E non è solo merito del rinvio di Napoli-Juve.


L'ARIA DI CASA — Quattro gol di Cavenaghi nell'ultima vittoria del River Plate a Jujuy: parliamo di seconda divisione argentina, è vero, ma fa piacere che a ricondurre un club tanto glorioso verso la luce sia un attaccante che in Europa, tra Mosca, Bordeaux e Maiorca, non è mai riuscito a consacrarsi punta di primissimo piano, come il suo bagaglio tecnico pareva potergli consentire. Ora, a 28 anni, prova a rilanciarsi in patria. E non è l'unico esempio di giocatore che riparte da casa sua dopo un'esperienza non brillante sull'altra sponda dell'Atlantico. Nello scorso weekend, per fare altri nomi, Pavone ha segnato per il Lanus sul campo del Banfield. E in Brasile, Thiago Neves sta dimostrando al Flamengo tutte le qualità che non si erano viste all'Amburgo, mentre Sobis al Betis non era nemmeno lontano parente del buon attaccante che ora segna per il Fluminense. E il livello medio del calcio brasiliano si è alzato, non è più solo la terra del "futbol bailado".


Frank Lampard, 145 gol in Premier League. Ap
GLI ANTI-ROTTAMATORI — Se il viaggio di ritorno Europa-Sudamerica ormai non vede coinvolti solo i ragazzi indisciplinati alla Adriano o gli usati da rottamare alla Deco (che in realtà al Fluminense ha ancora qualcosa da dare), in Europa ci sono alcuni signori che di essere rottamati non hanno alcuna intenzione. Il problema è che gli allenatori dei club e soprattutto i c.t. delle nazionali devono anche pensare al futuro, cosa che spesso li porta a decisioni dolorose. L'esclusione di Raul dalle furie rosse fu un delitto per chi ama il calcio, visto anche il rendimento che l'ex capitano del Real Madrid ha avuto e sta avando in Germania, ma la concorrenza giovane era davvero di livello altissimo. Per estromettere Ballack dalla nazionale tedesca ci volle un infortunio pre-Mondiale: ora è tornato attivo e pimpante a Leverkusen, ma il c.t. Loew ha altri piani. In Italia, Di Natale non fa parte del progetto Prandelli, che pure si riserverà fino all'ultimo la possibilità di convocarlo per Euro 2012, senza farlo passare dagli stage intermedi: fa una certa impressione vedere l'unico italiano inserito nella lista dei pretendenti al Pallone d'oro escluso dall'azzurro, ma la carta d'identità rema contro di lui. E parlando di club, vogliamo citare il caso di Lampard? All'inizio della stagione pareva destinato a cedere il posto da titolare nei Blues, invece è riuscito a convincere Villas Boas che il Chelsea non possa prescindere dal suo carisma a centrocampo e dai gol pesanti che realizza.


ERRARE HUMANUM EST — Una delle capacità principali che una squadra deve avere per mantenersi o arrivare nell'elite del calcio è quella di colmare le proprie lacune: se un'annata dimostra che sei debole in un settore, è il caso di metterci una pezza in estate, per ripresentarti ai nastri di partenza senza talloni d'Achille. Lasciando stare il caso di Manchester City o Paris Saint-Germain, che hanno una disponibilità economica talmente ingente da rendere il gioco fin troppo facile (puntellare la rosa a colpi di acquisti di fuoriclasse non è proprio impossibile...), prendiamo due esempi opposti: Bayern e Atletico Madrid. Oltre al colore della maglia, bavaresi e colchoneros condividevano un'inquietante fragilità difensiva. Ebbene, il Bayern ha preso Rafinha, Boateng e soprattutto il portierissimo Neuer. Risultato: 4 gol subiti in Bundesliga dopo 12 giornate. L'Atletico, invece, non compie il salto di qualità perché diabolicamente persevera: se avete visto il derby col Getafe, forse starete ancora chiedendovi come sia possibile beccare tre gol in superiorità numerica da una squadra che, al fischio d'inizio, era ultima in classifica.



Fonte: Gazzetta.it