- 1 Ottobre 2008
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IL FU MATTIA PASCAL
Nel 1903 Pirandello scrive “Il fu Mattia Pascal”, pubblicato l’anno seguente a puntate su “La nuova Antologia”, poi in volume, tradotto subito in varie lingue.
L’intera vicenda ruota attorno al personaggio di Mattia Pascal, protagonista e narratore della storia. Suo padre viaggiava e seppe arricchirsi giocando a carte con un capitano inglese di Liverpool. Con la grande fortuna accumulata riuscì a comprare case, vigne e campi nel suo paesino ligure, Miragno. Purtroppo, a causa di una malattia, morì durante l’ennesimo viaggio, lasciando la moglie ed i suoi due figli, Mattia e Roberto, soli. L’amministrazione della grande ricchezza dei Pascal fu affidata dall’ingenua donna al Malagna, amico del marito. Purtroppo si rivela una scelta sbagliatissima: tale amministratore pensa solo al proprio interesse e col passare degli anni tutti gli averi e le proprietà dei Pascal finiscono in mano sua, complice la cecità della madre di Mattia.
Nonostante il lento declino della famiglia, Mattia e Roberto crescono spensierati, liberi da ogni pensiero morale, religioso e scolastico. La loro educazione era stata affidata a Pinzone, un insegnante di poco conto che volentieri si lasciva coinvolgere dai due ragazzi e preferiva spassarsela e divertirsi con i suoi due “allievi” piuttosto che insegnare loro qualcosa di concreto.
Gli anni passano e Mattia cresce, maturando un carattere impulsivo, allegro e spensierato.
L’odiato Malagna non riesce ad avere figli dalla prima moglie malata e per questa situazione soffre moltissimo. Dopo la morte della consorte decide di mettere le mani sulla bella Oliva. Così facendo rovina la storia d’amore di Mattia con quella ragazza. Malagna si risposa ma il figlio che Oliva mette alla luce non è suo: è di Mattia. Decide di crescerlo ugualmente come se fosse stato suo, visto il suo grande desiderio di diventare padre ora realizzabile.
Da Malagna intanto si trasferiscono la vedova Pescatore e la bella figlia Romilda. La ragazza piace moltissimo a Pomino, amico di Mattia. Il giovane Pascal inizia a frequentarla per conto dell’amico ed involontariamente tra i due nasce un amore. Mattia è costretto a sposarsi, nonostante il parere contrario della vedova Pescatore ed una rovina finanziaria ormai troppo evidente.
Da questo momento la vita di Mattia diventa un inferno ed il ragazzo sembra perseguitato dalla sfortuna e dalle disgrazie. Si trasferisce in una casa umile perché ormai è senza ricchezze, la moglie non sembra più amarlo, perde la sua bellezza originaria ed i due figli che ella mette alla luce muoiono uno dopo l’altro, a causa della loro gracilità e mancanza di salute. In più la suocera lo odia moltissimo per il suo carattere e la sua povertà e con il suo comportamento violento e bisbetico rovina la tranquillità della casa. La mamma di Mattia è vittima di questa donna e di lì a poco muore. Solo la zia Scolastica riesce a contrastare il suo caratteraccio. Per vivere Pascal è costretto a cercarsi per la prima volta in vita sua un lavoro ed ottiene il posto di bibliotecario, lavoro alquanto inutile in un paese di analfabeti senza il minimo interesse per la cultura.
Il lavoro troppo noioso, limitato alla caccia ai topi ed alla lettura per ingannare il tempo, l’inferno in casa e la morte quasi contemporanea dei due figli e della adorata madre mandano in crisi Mattia.
All’insaputa di tutti parte da solo per Montecarlo, attirato dal gioco d’azzardo. La fortuna, incredibile ma vero, stavolta è dalla sua parte ed in una decina di giorni, tra conoscenze singolari e molte puntate fortunate riesce a moltiplicare la misera cifra iniziale fino alla bellezza di 82.000 lire, una fortuna per quell’epoca e forse la fine di molti suoi problemi.
Ma il destino non ha ancora finito di giocare con Mattia e sta per presentargli una nuova e favorevole sorpresa. Mentre pensa a come utilizzare al meglio i soldi vinti al casinò, cercando magari di pagare qualche debito e riscattando così qualcuna delle vecchie proprietà perdute, legge distrattamente su un giornale una notizia sconvolgente, la notizia della propria morte.
Secondo quel giornale Mattia Pascal si è suicidato vicino al molino alla Stia, una sua vecchia proprietà, a causa di dissesti finanziari e lutti familiari. Moglie e suocera lo hanno riconosciuto nel cadavere ritrovato nel fiume ed in via di decomposizione. E’ chiaro che lo sventurato suicida non può essere Mattia, in realtà la sua lunga lontananza senza alcun preavviso, una vaga somiglianza ed una nascosta speranza di vedere quell’odiato marito morto per davvero avranno spinto le due donne a riconoscere Mattia in un corpo estraneo.
Mattia, dopo la lettura di quella incredibile notizia, di quell’errore fortuito, vede apparire davanti a sé una nuova vita, fatta di libertà e la rottura di ogni legame con il passato. Mattia Pascal è ufficialmente creduto morto e solo lui sa che non è vero. Potrà vivere senza problemi e responsabilità come da giovane, anche grazie alla nuova ricchezza da non dividere con nessun creditore. Nella nuova vita inoltre non dovrà commettere gli errori fatti nella precedente e perciò da adesso in poi basta con i legami, fonte di problemi e responsabilità. Dopo vari accertamenti per essere completamente sicuro di quella svista incredibile, quasi impossibile, Mattia decide di diventare un altro e di non essere più Mattia Pascal, ormai morto insieme ai suoi problemi.
E’ necessario cambiare aspetto: via la fede e la folta barba appartenuta a Mattia, farsi crescere molto i capelli e usare occhiali colorati, necessari per nascondere l’occhio sbircio, caratteristica avuta fin dalla nascita. Mattia è morto, bisogna cambiare nome ed ancora una volta è il destino a suggerirgli come comportarsi: un dialogo tra due signori gli mette in testa il nome di Adriano Meis. Per evitare futuri problemi viene inventato anche un credibile passato, fatto di lutti e viaggi che gli avrebbe impedito di conoscere la sua famiglia, a parte un amabile nonnino che l’ha cresciuto ed educato. Da adesso in poi la vita di Mattia-Adriano è un continuo viaggiare per l’Italia e per la Germania, su un piroscafo, visitando le città più belle e famose, il tutto nella più completa solitudine e libertà. Ma una vita del genere, senza affetti, amicizie e legami stanca presto: Adriano si accorge che la sua libertà è solo il frutto di un errore, che l’ha reso un uomo sconosciuto ad tutti e dalla legge, inventato, misterioso, impossibilitato a qualsiasi operazione dove sia necessario dare le proprie generalità (non potrà quindi mai avere una proprietà e nemmeno una casa propria),geloso del proprio segreto........
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