RITROVATI RESTI DI GALILEI
Due dita ed un dente di Galileo Galilei, lo studioso padre della scienza moderna, sono stati ritrovati da un collezionista d'arte. L'eccezionale scoperta è stata annunciata oggi dalla soprintendenza e dal museo di Storia della Scienza di Firenze, luogo in cui saranno esposti nella primavera del 2010, quando l'istituzione prenderà il nome di Museo Galilei.
La Soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini e il direttore del museo Paolo Galluzzi hanno confermato in una nota che "sulla base dell'ampia documentazione storica pervenutaci, non sussistono dubbi sull'autenticità del reperto".
Nato a Pisa nel 1564, Galilei - che come docente ha lavorato anche all'università di Padova - ha legato il suo nome a importantissimi contributi scientifici come quello alla rivoluzione astronomica e al perfezionamento del telscopio.
Le due dita, il pollice e il medio della mano destra, erano contenute, insieme ad un dente dello scienziato, in un'ampolla settecentesca in vetro soffiato, parte di una teca in legno dell'Ottocento, sormontata da un busto ligneo di Galilei.
Il lotto era stato recentemente battuto ad un'asta come un pezzo di cui non si conosceva esattamente l'origine. E' stato il collezionista d'arte che ha comprato l'opera ad accorgersi dell'importante contenuto dell'ampolla e ad avvertire le autorità competenti.
Non a caso infatti, l'uomo - che ha chiesto di restare anonimo nonostante si tratti di un collezionista piuttosto conosciuto - aveva intuito che quella teca potesse racchiudere un mistero importante e aveva fatto in modo di entrarne in possesso.
LA STORIA DELLE SPOGLIE
La storia delle reliquie galileiane comincia la sera del 12 marzo 1737, quando - a distanza di 95 anni dalla morte dello scienziato - le spoglie di Galilei furono trasferite dal deposito clandestino in cui erano state sistemate al sepolcro monumentale di Santa Croce, per essere collocate di fronte a quelle di Michelangelo.
La costruzione di un sepolcro e la concessione di una degna sepoltura a Galilei, come si legge nella nota, avvenne in ossequio alla volontà dell'ultimo componente della famiglia dei Medici, il Granduca Gian Gastone, che riaffermava così l'autonomia dello Stato rispetto alle ingerenze della Chiesa, che tramite il Santo Offizio aveva condannato lo scienziato "per un'opinione tanto falsa e tanto erronea" che recato "scandalo tanto universale al Cristianesimo".
Di quella cerimonia, alla quale parteciparono molti uomini di cultura, aristocratici e anche dei massoni, si conosce ogni dettaglio, grazie ad un verbale redatto da un notaio, incaricato di registrare ogni dettaglio dell'evento.
Una volta rimosso il coperchio, durante l'ostensione del corpo, alcuni studiosi presenti estrassero un coltellino e prelevarono una serie di frammenti organici: tre dita della mano destra (pollice, indice e medio), una vertebra (la quinta, custodita dall'Università di Padova) e un dente.
Del dente e di due delle dita (la terza era al Museo della Storia e della Scienza), acquistate da un nobile, si persero le tracce nel 1905, al termine di una serie di passaggi di proprietà.
Da allora non se ne seppe più nulla. Fino al fortunoso ritrovamento di questi giorni, che cade proprio nell'Anno internazionale dell'Astronomia, dedicato proprio a Galileo Galiei, che esattamente 400 anni fa, a Padova, alzò il suo cannocchiale verso il cielo, per la prima volta.
Due dita ed un dente di Galileo Galilei, lo studioso padre della scienza moderna, sono stati ritrovati da un collezionista d'arte. L'eccezionale scoperta è stata annunciata oggi dalla soprintendenza e dal museo di Storia della Scienza di Firenze, luogo in cui saranno esposti nella primavera del 2010, quando l'istituzione prenderà il nome di Museo Galilei.
La Soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini e il direttore del museo Paolo Galluzzi hanno confermato in una nota che "sulla base dell'ampia documentazione storica pervenutaci, non sussistono dubbi sull'autenticità del reperto".
Nato a Pisa nel 1564, Galilei - che come docente ha lavorato anche all'università di Padova - ha legato il suo nome a importantissimi contributi scientifici come quello alla rivoluzione astronomica e al perfezionamento del telscopio.
Le due dita, il pollice e il medio della mano destra, erano contenute, insieme ad un dente dello scienziato, in un'ampolla settecentesca in vetro soffiato, parte di una teca in legno dell'Ottocento, sormontata da un busto ligneo di Galilei.
Il lotto era stato recentemente battuto ad un'asta come un pezzo di cui non si conosceva esattamente l'origine. E' stato il collezionista d'arte che ha comprato l'opera ad accorgersi dell'importante contenuto dell'ampolla e ad avvertire le autorità competenti.
Non a caso infatti, l'uomo - che ha chiesto di restare anonimo nonostante si tratti di un collezionista piuttosto conosciuto - aveva intuito che quella teca potesse racchiudere un mistero importante e aveva fatto in modo di entrarne in possesso.
LA STORIA DELLE SPOGLIE
La storia delle reliquie galileiane comincia la sera del 12 marzo 1737, quando - a distanza di 95 anni dalla morte dello scienziato - le spoglie di Galilei furono trasferite dal deposito clandestino in cui erano state sistemate al sepolcro monumentale di Santa Croce, per essere collocate di fronte a quelle di Michelangelo.
La costruzione di un sepolcro e la concessione di una degna sepoltura a Galilei, come si legge nella nota, avvenne in ossequio alla volontà dell'ultimo componente della famiglia dei Medici, il Granduca Gian Gastone, che riaffermava così l'autonomia dello Stato rispetto alle ingerenze della Chiesa, che tramite il Santo Offizio aveva condannato lo scienziato "per un'opinione tanto falsa e tanto erronea" che recato "scandalo tanto universale al Cristianesimo".
Di quella cerimonia, alla quale parteciparono molti uomini di cultura, aristocratici e anche dei massoni, si conosce ogni dettaglio, grazie ad un verbale redatto da un notaio, incaricato di registrare ogni dettaglio dell'evento.
Una volta rimosso il coperchio, durante l'ostensione del corpo, alcuni studiosi presenti estrassero un coltellino e prelevarono una serie di frammenti organici: tre dita della mano destra (pollice, indice e medio), una vertebra (la quinta, custodita dall'Università di Padova) e un dente.
Del dente e di due delle dita (la terza era al Museo della Storia e della Scienza), acquistate da un nobile, si persero le tracce nel 1905, al termine di una serie di passaggi di proprietà.
Da allora non se ne seppe più nulla. Fino al fortunoso ritrovamento di questi giorni, che cade proprio nell'Anno internazionale dell'Astronomia, dedicato proprio a Galileo Galiei, che esattamente 400 anni fa, a Padova, alzò il suo cannocchiale verso il cielo, per la prima volta.
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