Roma, indagato lo sceicco Qaddumi

Alethebest17

Utente Mitico
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4 Luglio 2009
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ROMA - Sfumata la trattativa finisce anche indagato per aggiotaggio. Saltata qualsiasi possibilità di accordo, per lo sceicco 'italiano' Adnan Adel Arel al Qaddumi sembra complicarsi anche la vicenda giudiziaria avviata sui complessi colloqui da lui intrapresi con la As Roma. I pm della Procura hanno, infatti, deciso di iscrivere nel registro degli indagati al Qaddumi per l'accusa di aggiotaggio. Una scelta, precisano da piazzale Clodio, che ha il sapore dell'atto dovuto per una faccenda che potrebbe nascondere, nonostante il nulla di fatto, aspetti penalmente rilevanti.
E pensare che appena 24 ore prima della rottura al Qaddumi era convinto di avere tra le mani le chiavi di Trigoria. “Ma che bello! Io e il Papa insieme”, si era lasciato scappare in un ristorante tra Eur e Ardeatina, azzardando uno spericolato parallelo con l'elezione del nuovo pontefice e ostentando sicurezza. “Non manca niente, non c'è nessun problema - assicurava - intanto metto questi 50 milioni, poi magari la prendo tutta la Roma”. Nessuna preoccupazione insomma: “Sarò il vicepresidente vicario e socio al 50% con Pallotta perché Ruane, D'Amore e Di Benedetto andranno via tutti”. L'unico ad uscire di scena, invece, è stato proprio lui, al Qaddumi, che oggi ha accusato anche un malore nella sua casa alla periferia di Perugia. Nessuna notizia invece dagli Stati Uniti, nonostante le perplessità sollevate dall'ambiente romanista sulla conduzione da parte di Pallotta di una trattativa dai contorni oscuri.
Contorni finiti nel mirino dei magistrati romani che vogliono verificare in primo luogo se il club giallorosso sia stato oggetto di azioni che puntavano a speculazioni sul titolo azionario della società. Gli inquirenti sottolineano che al momento si sta seguendo con attenzione l'evolversi della trattativa in attesa di un rapporto della Guardia di finanza. All'attenzione di chi indaga dovranno essere depositate anche le conclusioni della Consob sul titolo azionario della Roma ed eventuali possibili “interventi” sul cosiddetto 'flottante'. Chi indaga sta anche valutando l'opportunità di convocare negli uffici di piazzale Clodio lo stesso al Qaddumi anche se in questa fase l'attenzione è tutta proiettata sull'esito della trattativa che ieri ha vissuto forse il suo ultimo capitolo.
La parola fine sulla trattativa è giunta in serata attraverso un comunicato diffuso dal club giallorosso, dopo la scadenza dei termini e dopo una lunga giornata fatta di videoconferenza sull'asse Roma-Stati Uniti dove James Pallotta si trovava per seguire l'evolversi della situazione. “Il potenziale partner non ha completato l'investimento” spiega chiaramente il comunicato aggiungendo che la compagine societaria del presidente romanista “non è d'accordo sulla proroga dei termini per la chiusura del transazione e che quindi l'accordo preliminare deve essere considerato risolto”.
In sostanza lo sceicco con residenza perugina non avrebbe portato garanzia economiche, i 50 milioni di euro di cui si era detto pronto ad investire. Sulla conclusione negativa della trattativa è intervenuto oggi anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che ha parlato di un “episodio che ricorda quello della Fontana di Trevi e di Totò”. “A volte - ha aggiunto Vegas - c'è qualcuno che afferma di aver ricchezza in Medio Oriente per acquistare quella o l'altra società e, anche quando il buon senso fa capire molte cose, siamo costretti a intervenire anche a salvaguardia di chi potrebbe sbagliare”.