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I giudici del Tribunale di Milano davanti ai quali si sta celebrando il cosiddetto processo Ruby, in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è imputato di prostituzione minorile e concussione, hanno respinto oggi le eccezioni della difesa, che chiedeva il trasferimento del processo dal capoluogo lombardo.
In primo luogo, nell'ordinanza letta in aula dal presidente del collegio Giulia Turri, il Tribunale ha respinto l'eccezione in cui i legali del premier sostenevano che la competenza funzionale, per quel che riguarda l'imputazione di concussione, spettasse al Tribunale dei Ministri. Successivamente i giudici hanno poi detto no anche all'eccezione che chiedeva il trasferimento al Tribunale di Monza, per il reato di prostituzione minorile, per competenza territoriale.
"Il Tribunale dei Ministri non è una speciale guarentigia per tutti i ministri e non è una giurisdizione speciale", è un passaggio dell'ordinanza letta in aula, in cui si fa anche riferimento all'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Il collegio composto da tre giudici donna ha inoltre detto no alla richiesta di nullità del decreto di citazione in giudizio ed ha respinto le altre eccezioni, in tutto erano 16, sancendo la prosecuzione del processo a Milano alle prossime udienze fissate.
I magistrati in futuro potrebbero anche decidere eventualmente se sospendere il processo in attesa della decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera nei confronti dei giudici milanesi. Decisione attesa per fine anno.
Nel procedimento il premier è accusato di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con la giovane marocchina Karima el Mahroug, detta Ruby, quando quest'ultima era minorenne, e di aver cercato illegittimamente di ottenerne il rilascio con una serie di telefonate alla Questura di Milano, dove era stata fermata per furto, con l'obiettivo di occultare la sua relazione con la ragazza.
Nell'aprile scorso, la maggioranza dei deputati -- sposando la tesi della difesa -- ha sollevato un conflitto di attribuzione fra la Camera e i magistrati milanesi (ricorso che la Consulta il 6 luglio scorso ha stabilito essere ammissibile), sostenendo che la competenza funzionale del reato di concussione spetti al Tribunale dei Ministri perché Berlusconi, quando telefonò in Questura, avrebbe agito nelle sue funzioni di presidente del Consiglio, in quanto riteneva che la giovane marocchina fosse la nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak.
I giudici milanesi ritengono invece che la competenza sia loro perché l'ipotesi di reato si sarebbe verificata attraverso la qualità di presidente del Consiglio (presunte pressioni ai funzionari di polizia al fine di occultare i suoi rapporti personali), ma non con l'abuso della funzione di leader dell'esecutivo.
Fonte : it.reuters.com
In primo luogo, nell'ordinanza letta in aula dal presidente del collegio Giulia Turri, il Tribunale ha respinto l'eccezione in cui i legali del premier sostenevano che la competenza funzionale, per quel che riguarda l'imputazione di concussione, spettasse al Tribunale dei Ministri. Successivamente i giudici hanno poi detto no anche all'eccezione che chiedeva il trasferimento al Tribunale di Monza, per il reato di prostituzione minorile, per competenza territoriale.
"Il Tribunale dei Ministri non è una speciale guarentigia per tutti i ministri e non è una giurisdizione speciale", è un passaggio dell'ordinanza letta in aula, in cui si fa anche riferimento all'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Il collegio composto da tre giudici donna ha inoltre detto no alla richiesta di nullità del decreto di citazione in giudizio ed ha respinto le altre eccezioni, in tutto erano 16, sancendo la prosecuzione del processo a Milano alle prossime udienze fissate.
I magistrati in futuro potrebbero anche decidere eventualmente se sospendere il processo in attesa della decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera nei confronti dei giudici milanesi. Decisione attesa per fine anno.
Nel procedimento il premier è accusato di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con la giovane marocchina Karima el Mahroug, detta Ruby, quando quest'ultima era minorenne, e di aver cercato illegittimamente di ottenerne il rilascio con una serie di telefonate alla Questura di Milano, dove era stata fermata per furto, con l'obiettivo di occultare la sua relazione con la ragazza.
Nell'aprile scorso, la maggioranza dei deputati -- sposando la tesi della difesa -- ha sollevato un conflitto di attribuzione fra la Camera e i magistrati milanesi (ricorso che la Consulta il 6 luglio scorso ha stabilito essere ammissibile), sostenendo che la competenza funzionale del reato di concussione spetti al Tribunale dei Ministri perché Berlusconi, quando telefonò in Questura, avrebbe agito nelle sue funzioni di presidente del Consiglio, in quanto riteneva che la giovane marocchina fosse la nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak.
I giudici milanesi ritengono invece che la competenza sia loro perché l'ipotesi di reato si sarebbe verificata attraverso la qualità di presidente del Consiglio (presunte pressioni ai funzionari di polizia al fine di occultare i suoi rapporti personali), ma non con l'abuso della funzione di leader dell'esecutivo.
Fonte : it.reuters.com