- 30 Marzo 2009
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E' stata fatta da un utente la storia dell'ancona,e quindi mi viene in mente di postare quella della salernitana!
La Salernitana è la principale squadra di calcio di Salerno.
La società è stata rifondata nel 2005 con il nome di Salernitana Calcio 1919 in seguito all'esclusione della Salernitana Sport dai campionati professionistici. Attualmente milita in Serie B e gioca le sue partite in casa nello stadio Arechi.
La squadra vanta la seconda tifoseria della serie B, facendo registrare per la stagione 2008/09 una media di 11.441 sostenitori a partita. Tale media è seconda soltanto a quella del neopromosso Bari.[2]
Nel corso della sua storia è stata 2 volte in serie A, nella stagione 1947/48 e nel campionato 1998/99.
La Salernitana non è mai retrocessa al di sotto del campionato di terzo livello, e pertanto non ha mai militato in serie C2 e in categorie dilettantistiche
Storia
La storia calcistica di Salerno ha origine nel febbraio del 1913, ossia quando nasce il Foot Ball Club Salerno grazie a Donato Vestuti (fondatore e presidente), che organizza la prima partita ufficiale nella città di Salerno: il 22 febbraio 1913 a Salerno, in piazza d'armi, si affrontano FBC Salerno e FBC Settembrini. Vincerà per 2 a 0 la squadra salernitana.Tra il 1913 ed il 1915 il calcio salernitano muove i primi passi attraverso i campionati provinciali, in cui si affrontano la FBC Salerno, le altre squadre cittadine (come lo Sport Club Audax Salerno, nato anch'esso nel 1913) e altri diversi club della provincia di Salerno. Dopo il 1915 l'attività calcistica ufficiale è sospesa a causa della prima guerra mondiale. Inoltre, la chiamata alle armi del presidente Vestuti e la sua scomparsa per cause belliche (nel 1918), sancisce lo scioglimento della FBC Salerno.
1919: Unione Sportiva Salernitana [modifica]
Con la fine della Grande Guerra riprende l'attività agonistica a Salerno, ed il 19 giugno 1919, al n. 67 di Corso Umberto I a Salerno, si svolge l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana, con presidente Adalgiso Onesti. La maglia ufficiale di questa squadra è a righe verticali bianche e celesti, ed è a partire da questa data che comincia la storia del calcio salernitano all'interno della FIGC.
Nello stesso anno si assiste inoltre ai primi derby contro "i rivali di sempre", quelli della Cavese, il club calcistico di Cava dei Tirreni in provincia di Salerno sorto anch'esso nel 1919. La prima gara della storia, giocata in campo neutro a San Severino, vede vincere i cugini per 3-2, mentre qualche mese dopo a Salerno il derby termina 6 a 0 per la Salernitana e successivamente a Cava 4-1 sempre per la Salernitana (anche se la gara sarà poi sospesa dall'arbitro per oscurità), e poi, nuovamente a Salerno, nel campo di Piazza D'Armi, 3-1 per i salernitani. La Salernitana partecipa al suo primo campionato nell'inverno del 1920, iscrivendosi nella Seconda Categoria del Comitato Regionale Campano. Riesce ad arrivare in finale e affronta i napoletani del club chiamato "Brasiliano" dall'omonimo bar dove aveva sede la società partenopea. La gara di andata termina 5 a 0 per il Brasiliano, quella di ritorno 5 a 0 per la Salernitana: occorre dunque una terza finale, e si decide di giocarla sul campo neutro di Nocera Inferiore. I napoletani non si presentano, e nella piazza salernitana scoppia la festa: la Salernitana è ammessa nel campionato di Prima Categoria della Campania.Nella stagione 1920-21 la Salernitana si classifica ultima nel proprio girone, piazzamento tristemente ripetuto nel 1921-22. Da registrare anche il cambio di vertice: il timone della società passa alla guida di Renato De Crescenzo. Nel frattempo, il calcio italiano entra in una lunga fase di razionalizzazione dei tornei, e gli scarsi risultati sportivi non consentono la permanenza della società nel massimo campionato campano: la Salernitana conosce così per la prima volta la retrocessione.
1922: Società Sportiva Salernitanaudax
Alla fine di dicembre del 1922 la Salernitana ed il già citato Sporting Club Audax, entrambi militanti nella categoria di rincalzo della Campania, si fondono dando vita alla Società Sportiva Salernitanaudax, in maglia rossonera. A causa di beghe societarie e problemi economici la nuova società rifiuta il ripescaggio offertole in conseguenza del ritiro dalla massima divisione regionale della Puteolana, sodalizio anch'esso gravemente dissestato, e disputa regolarmente la propria divisione di competenza, vincendola e venendo così promossa sul campo. La Salernitanaudax prende dunque parte al massimo campionato regionale nel 1923-24 e nel 1924-25, senza però mai entrare in lizza per l'accesso alle semifinali interregionali. In questi anni c'è un continuo scambio di presidenza tra Adalgiso Onesti, Settimio Mobilio, Carmine Caiafa. Gli sconcertanti risultati ottenuti in questo biennio sanciscono la scomparsa della Salernitanaudax avvenuta nell'estate del 1925.
1925: Foot-Ball Club Campania
Nel 1925 si affilia alla FIGC il Campania Foot-Ball Club, società di Salerno fondata nel 1923. Il Campania comincia la sua attività ufficiale partecipando al campionato di Terza Divisione 1925-1926 nel girone campano della Lega Sud, mentre nel 1926 giunge in Seconda Divisione, classificandosi al quinto posto insieme alla Aversana e davanti ai rivali della Cavese.
1927: Salernitana Sport
Presidenti della Salernitana dal 1919 ad oggi
* 1919–1920: Adalgiso Onesti
* 1920–1921: Renato De Crescenzo
* 1921–1922: Settimio Mobilio, Raffaele Schiavone
* 1922–1923: Settimio Mobilio
* 1923–1924: Adalgiso Onesti
* 1924–1925: Settimio Mobilio, Carmine Caiafa
* 1927–1928: Antonio Conforti, Vittorio La Rocca
* 1928–1929: Pasquale Pinto
* 1929–1930: Luigi Conforti, Enrico Chiari
* 1930–1931: Giovanni Negri, Enrico Chiari
* 1931–1933: Enrico Chiari
* 1933–1934: Riccardo Gambrosie
* 1934–1936: Enrico Chiari
* 1936–1937: Savino Mione
* 1937–1940: Giuseppe Carpinelli
* 1940: Eugenio Saligeri-Zucchi
* 1940–1943: Matteo Scaramella
* 1944–1945: Felice Del Galdo
* 1945–1948: Domenico Mattioli
* 1948–1954: Marcantonio Ferro
* 1954–1955: Roberto Spirito
* 1955–1956: Michele Scaramella, Achille Lauro
* 1956–1957: Carmine De Martino
* 1957–1958: Giuseppe Tortorella
* 1958–1960: Matteo Guariglia
* 1960: Leopoldo Fulgione
* 1960–1963: Pasquale Gagliardi
* 1963–1964: Antonio D'Amico, Michele Scozia
* 1964–1965: Michele Scozia
* 1965–1967: Michele Gagliardi
* 1967–1972: Giuseppe Tedesco
* 1972–1973: Americo Vessa, Alfredo Caiafa
* 1973–1974: Americo Vessa, Giovanni Benvenuto, Cesare Trucillo
* 1974–1975: Americo Vessa
* 1975–1976: Pietro Esposito
* 1976–1977: Pietro Esposito, Aldo Matera
* 1977–1978: Enzo Paolillo, Giovanni Benvenuto
* 1978–1979: Enzo Paolillo, Vincenzo Grieco
* 1979–1980: Antonio Ventura, Federico De Piano, Vincenzo Grieco
* 1980–1982: Filippo Troisi
* 1983: Antonio Scermino
* 1983–1985: Arcangelo Japicca
* 1985–1987: Augusto Strianese
* 1987–1991: Giuseppe Soglia
* 1991–1994: Franco Del Mese
* 1994–2005: Aniello Aliberti
* 2005-att.: Antonio Lombardi
Unione Sportiva Salernitana Fascista
Per volere delle autorità fasciste, nell'estate 1927 rinasce la Salernitana attraverso una fusione tra il Campania e la concittadina FBC Libertas (anch'essa sorta nel 1923), con la denominazione societaria di Unione Sportiva Salernitana Fascista. Il nuovo sodalizio, nel quale confluiscono gran parte di dirigenti e giocatori delle due squadre, adotta come divisa di gioco la maglia azzurra[5] ed eredita la Seconda Divisione in cui prima giocava il Campania. Il 2 novembre 1927 esordisce nel campionato della Lega Sud della Seconda Divisione 1927-1928, torneo chiuso finalmente in maniera brillante con un terzo posto assoluto. Si cambia anche il campo di gioco: se fino a quel momento s'era giocato sul sagrato della chiesa di San Pietro, adesso la squadra traslocava sul campo di Piazza D'Armi.
Dalla stagione 1929-30 disputa i campionati di 3° livello di I Divisione e, dal 1935-36, di Serie C. Nel 1937-38 si classifica al primo posto del proprio girone ed è promosso per la prima volta nella sua storia in Serie B, in cui rimane una sola stagione.
Nel 1942-43 è nuovamente promossa in Serie B, ma non può parteciparvi a causa della sospensione dei campionati avvenuti per lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Unione Sportiva Salernitana
Nel 1943 la squadra, con la caduta della dittatura fascista a Salerno, torna alle origini: assume nuovamente la denominazione di Unione Sportiva Salernitana e le attività sportive nazionali riprenderanno nel 1945. Nell'immediato dopoguerra non è facile reperire le maglie per giocare: la società raccoglie alcune magliette militari color "caki" e tenta di colorarle utilizzando la tintura fai-da-te rossa. Dal miscuglio del colore delle magliette grigioverde e del rosso venne fuori il granata che diventerà il colore ufficiale della Salernitana.
Nell'aspettare il ripristino delle attività sportive interrotte a causa della guerra, si organizza un campionato regionale misto. La Salernitana comincia a giocare sul nuovo Campo Littorio, a due passi dal centro cittadino, sorto sull'area del vecchio cimitero ed inaugurato nel 1933. Il primo derby della storia tra Salernitana e Napoli avviene allora. Al 35', con il risultato fermo sull' 1-1, l'arbitro Stampacchia assegna un rigore incerto al Napoli; i tifosi della Salernitana s'infuriano e vengono placati dalle forze dell'ordine. Il rigore, tirato da Mazzetti, si infrange sul palo. Si verificano incidenti a fine gara (Stampacchia addirittura si getterà a terra e si fingerà morto!) e il campo di Salerno viene squalificato a tempo indeterminato. Si riprende il 24 maggio e a Nocera la Salernitana vince contro la Torrese per 7-0. Successivamente, una serie di forfait da parte delle avversarie fa vincere alla Salernitana il Campionato Regionale misto del 1945. L'anno successivo, con la ripresa dell'attività calcistica nazionale, la Salernitana è ammessa al Campionato Centro-Sud Serie A-B.
Nel 1946-47 vince il proprio girone di Serie B ed è promossa in Serie A. La Salernitana domina quel campionato di B grazie al contributo di giocatori come Jacovazzo, Margiotta, Valese, Onorato e Vaschetto. La compagine di Salerno termina il suo primo anno di Serie A al quart'ultimo posto, e retrocede di conseguenza nella serie inferiore. Il tecnico della prima Salernitana in Serie A è Gipo Viani, il quale si affida al suo particolare modulo di gioco: il cosiddetto "Vianèma", che ha come punto cardine il ruolo del libero, fatto interpretare ad arte ad Alberto Piccinini, padre del celebre giornalista sportivo Sandro. La Salerno calcistica, in quell'anno di Serie A, viene danneggiata con arbitraggi ritenuti eccessivamente a favore della Roma, che ottiene la salvezza proprio a scapito del club campano. Il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine". L'arbitro del match decisivo, il fiorentino Vittorio Pera, qualche anno dopo sarà riconosciuto colpevole di un altro episodio di corruzione a favore della stessa Roma, e dopo un'inchiesta della Federazione sarà squalificato a vita.
Dal 1948 al 1978 la US Salernitana disputerà a fasi alterne i campionati di Serie B (1948-1956 e 1966-1967) e Serie C. Subito dopo la guerra, il campo Littorio era stato rinominato Stadio Comunale. I giornalisti salernitani, tuttavia, erano concordi nel chiamarlo Renato Casalbore nei loro resoconti, in onore del collega perito nella tragedia di Superga. Il Comune risolse la questione intitolando lo stadio a Donato Vestuti il 16 settembre del 1952 e dedicando a Renato Casalbore la piazza antistante lo stadio. Nel 1950, durante la partita col Genoa, a causa di un gol non convalidato, si verifica a Salerno la prima invasione di campo del dopoguerra in Italia. Ma un episodio ancor più tragico si verifica il 28 aprile 1963. Durante la gara Salernitana-Potenza (valida per il primo posto e per la promozione) alcuni tifosi locali, inferociti per l'andamento della partita, invadono nuovamente il campo dello stadio Vestuti. Nel tentativo di disperdere i rissosi un poliziotto esplode alcuni colpi in aria e proprio uno di questi proiettili ferisce mortalmente alla tempia destra il quarantottenne Giuseppe Plaitano, che assisteva alla partita dalla tribuna. Plaitano è il primo in Italia a perdere la vita in seguito a incidenti negli stadi, e a lui è dedicato uno dei club del tifo più importanti della città.[6] Solo nella stagione 1968/69 la Salernitana ottiene un importante successo con la squadra giovanile, che si aggiudica il campionato "Berretti". Due anni dopo, sotto la guida di "Tom" Rosati, la prima squadra manca per un punto la promozione in B a beneficio del Sorrento, dopo un campionato avvincente.
Salernitana Sport s.p.a. [modifica]
Nel 1977 il club granata, dopo il disastro economico lasciato dal commissario Pietro Esposito, viene rilevata da una gruppo di imprenditori salernitani, che, trasferendo il club nella neocostituita Salernitana Sport s.p.a., lo salva dal fallimento verso cui si era avviato. La Salernitana diviene così una società per azioni, adeguandosi alle direttive della Figc di quegli anni.
Dalla stagione 1978-79 partecipa al campionato di Serie C1. Tra i vari episodi, resta memorabile, in negativo, l'esordio nel campionato 1978/1979 del diciottenne portiere Walter Zenga, che subì sei gol in appena tre partite, e, dopo una clamorosa "papera" contro il Campobasso, abbandonò il campo in lacrime prima ancora di essere sostituito. Inoltre è da citare il campionato 1980/1981: partita con dichiarati propositi di promozione e con un'adeguatissima campagna acquisti, la Salernitana conoscerà ben tre cambi al vertice societario e si salverà a stento dalla retrocessione, dopo che, a seguito della tentata invasione di campo nella gara con la Sambenedettese prima in classifica, lo stadio "Vestuti" era stato squalificato per ben sette mesi.
Con una rinnovata società, ritorna in Serie B dopo 24 anni al termine del campionato di C1 (girone B) del 1989/90, guidata dal tecnico Giancarlo Ansaloni, il capitano Agostino di Bartolomei e il presidente Peppino Soglia. La promozione si concretizza nell'ultima gara disputata nel vecchio stadio Vestuti, stracolmo per l'occasione, con lo 0-0 contro il Taranto. L'anno seguente, il primo disputato nello stadio Arechi, segna la retrocessione dopo lo spareggio perso uno a zero a Pescara contro il Cosenza.Per il ritorno in B bisognerà attendere il campionato 1993/94. La squadra è affidata a Delio Rossi, alla prima esperienza su una panchina professionistica. Dopo un inizio incerto i granata conquistano l'accesso ai play-off, introdotti in Serie C proprio quell'anno insieme ai 3 punti a vittoria. La semifinale di andata con la Lodigiani si disputa a Roma una settimana dopo la morte di Agostino di Bartolomei, a cui i 15.000 salernitani presenti dedicano uno striscione. La gara termina 1-1, mentre il ritorno a Salerno si conclude 4-0 per la squadra di casa, con la cornice di 40.000 spettatori paganti (record per la società) e tre coreografie. La finale disputata a Napoli contro la Juve Stabia termina con il risultato di 3-0, davanti a oltre 30.000 supporters giunti da Salerno.
Promossa in Serie B, la Salernitana sfiora la promozione in A all'ultima giornata sia nel 1994/95 (con Delio Rossi in panchina e Giovanni Pisano capocannoniere, scontro diretto perso all'ultima giornata a Bergamo con l'Atalanta promossa in A) che nel 1995/96 (Franco Colomba in panchina - sempre all'ultima giornata, sale il Perugia a discapito della formazione campana), mentre nel 1996/97 riesce a salvarsi solo a due giornate dalla fine con Franco Varrella subentrato in panchina a Colomba a metà torneo.
Delio Rossi, uno dei più popolari allenatori della storia della Salernitana. E' con la squadra granata che Rossi esordisce come allenatore professionista, ed è con lui che i granata raggiunsero la promozione in serie A. E' soprannominato da allora "Il Profeta".
La squadra granata riesce a raggiungere la promozione in Serie A al termine della stagione 1997/98 grazie ai gol del capocannoniere Marco Di Vaio e di Edoardo Artistico, nonché al contributo offerto dal centrocampista e capitano granata Roberto Breda sotto la guida del tecnico Delio Rossi soprannominato dai tifosi “Il Profeta” e del presidente Aniello Aliberti. Vengono battuti i record di punti (72) e di gol segnati (65).La promozione della Salernitana nel campionato di massima serie è accompagnata da grandi festeggiamenti per tutta l'estate, sebbene la gioia sia funestata da un tragico evento: l'alluvione di Sarno nel maggio del 1998. Il campionato di Serie A 1998/99 vede la Salernitana soffrire e lottare per raggiungere l'obiettivo salvezza, che per un solo punto non riesce ad ottenere, anche per via di numerosi torti arbitrali, anche nel fatale spareggio salvezza di Piacenza. Gli uomini principali di quella stagione agonistica, che hanno visto i granata imporsi a testa alta sui campi di gioco più prestigiosi, sono soprattutto Marco Di Vaio, Salvatore Fresi, Gennaro Gattuso, Ighli Vannucchi, Roberto Breda, Vittorio Tosto, Rigobert Song, Giacomo Tedesco e David Di Michele.
L'avventura della Serie A per i tifosi della Salernitana si chiude tragicamente: nel rogo del treno che riportava i tifosi della Salernitana in città dopo l'ultima partita di campionato a Piacenza, il 24 maggio 1999, perdono la vita quattro ragazzi salernitani, tra i quali Simone Vitale, portiere della squadra di pallanuoto salernitana, nel tentativo di portare in salvo altre persone. Inoltre un altro brutto episodio macchia la stagione dei granata. Durante la partita di Coppa UEFA tra Fiorentina e Grasshoppers (disputata all'Arechi per squalifica del campo dei viola), alcuni tifosi campani gettano un petardo provocando la interruzione del match e l'eliminazione a tavolino della Fiorentina, alla quale viene imputata la responsabilità oggettiva nonostante non giocasse sul terreno abituale. La UEFA punirà anche i granata con l'esclusione dalle coppe europee per due anni, un provvedimento che avrebbe potuto essere influente se la Salernitana si fosse salvata raggiungendo i posti utili per la Coppa Intertoto, in quanto il presidente Aliberti era intenzionato a iscrivervi la squadra.Dopo la retrocessione in B, si alternano sulla panchina granata Cadregari e Cagni nel 1999/2000, Oddo e Sonetti l'anno seguente. Nella stagione 2001/2002, la Salernitana ingaggia Zdenek Zeman, che condurrà la squadra granata al 6° posto in Serie B, ma la sua avventura si conclude la stagione successiva, al termine di un disastroso girone d'andata. Franco Varrella, sostituto del tecnico boemo, non riesce ad evitare la retrocessione della squadra in Serie C1. In seguito a una vicenda sportivo-giudiziaria (il "caso Catania") che si protrae per tutta l'estate, la Salernitana viene ripescata in B con Catania, Genoa e Fiorentina. Al termine del campionato 2004/05, la Salernitana, dopo una stagione a fasi alterne, pur conquistando la salvezza nelle ultime giornate grazie ai gol del giovanissimo Raffaele Palladino, ai dribbling di Davide Bombardini e al lavoro di Angelo Gregucci, non viene ammessa, per ragioni finanziarie, al campionato di Serie B. Iscritta al campionato di Terza Categoria per la stagione 2005/2006, la Salernitana, trainata dal giovane bomber De Rosa e da un discreto pubblico, vola in testa alla classifica fino a quando la FIGC, nel gennaio 2006, non le revoca l'affiliazione dopo decenni di militanza nei campionati professionistici, stante la messa in liquidazione da parte del tribunale. Il club granata viene dichiarato fallito il 19 luglio del 2006. Dopo quasi 3 anni, e dopo 6 aste fallimentari andate deserte, è a tuttoggi ancora in vendita presso il tribunale fallimentare di Salerno.
In data 15 giugno 2009, 4 giorni prima del 90° anniversario della storia del calcio salernitano ufficiale, si terrà la settima asta fallimentare, con un prezzo notevolmente ribassato (300mila euro più iva) rispetto ai precedenti prezzi di partenza. Antonio Lombardi, l'attuale presidente della Salernitana Calcio 1919, aveva proposto di acquistare il marchio a 250mila euro iva inclusa, e vedendosi respinta l'offerta, non sembra ancora interessato ad acquistare il marchio della storica società, che potrebbe essere "riportata in vita" da nuovi personaggi provenienti dal Nord Italia e da personaggi già noti nell'ambiente salernitano.
2005: Salernitana Calcio 1919
Nel 2005, grazie al Lodo Petrucci, nasce la Salernitana Calcio 1919, attraverso una cordata di imprenditori guidata da Antonio Lombardi, in seguito al fallimento finanziario della Salernitana Sport di Aniello Aliberti. In questo modo la Salernitana viene fatta ripartire dalla Serie C1. Il 19 luglio 2006 la nuova Salernitana Calcio 1919 conclude un discreto campionato, nel girone A, terminato con l'eliminazione dai play-off ad opera del Genoa.Nella stagione calcistica 2006/2007 i granata vengono inseriti nel girone B della Serie C1. La panchina, nella prima parte della stagione, è stata affidata al salernitano Raffaele Novelli, già allenatore della primavera della Salernitana Sport, coadiuvato dal direttore sportivo Coscia, anch'esso salernitano ed ex responsabile del settore giovanile della Salernitana Sport. Una sonora sconfitta (4-0) in novembre ad Avellino, però, fa incrinare qualcosa nello spogliatoio, ed il 16 gennaio 2007 Novelli viene sostituito dal tecnico padovano Gianfranco Bellotto, lasciando la squadra al sesto posto in classifica. Pochi giorni dopo è Coscia a rassegnare le dimissioni. L'allenatore veneto però fa peggio del suo predecessore e il campionato si chiude con un deludente 10° posto.
Dalla stagione 2007/08 la Salernitana cambia pelle a livello societario e dirigenziale. Al maggior azionista Antonio Lombardi si affianca un nuovo socio, l'imprenditore di Cassino Vittorio Murolo; arrivano il direttore generale Angelo Fabiani, il direttore sportivo Antonio Lopez e il tecnico Andrea Agostinelli. Tra i nuovi acquisti vi sono l'esperto attaccante Arturo Di Napoli e il difensore salernitano Luca Fusco.
A partire da questa stagione viene composto dal musicista e cantante salernitano Sandro Scuoppo il primo inno ufficiale della Salernitana, presentato a Salerno, in Piazza della Libertà, nel corso della presentazione ufficiale (aperta al pubblico e stracolma di sostenitori entusiasmati dai nuovi acquisti) della nuova rosa della squadra.Dopo un ottimo girone di andata la Salernitana si laurea campione d'inverno, staccando le inseguitrici anche di 10 punti; tuttavia il 3 febbraio 2008, con quattro punti di vantaggio sulla seconda classificata, viene sollevato dall'incarico l'allenatore Agostinelli, dopo una sconfitta per 4-2 contro il Taranto. Il giorno seguente la squadra ingaggia il nuovo tecnico, Fabio Brini, con il quale il 27 aprile 2008, grazie alla vittoria per 2-0 sul Pescara davanti a 35.000 spettatori festanti la Salernitana raggiunge la promozione matematica con una giornata di anticipo sulla fine del campionato, riportando la Salernitana in Serie B dopo tre anni. Arturo Di Napoli contribuisce con 21 reti che gli valgono il titolo di capocannoniere; la Salernitana partecipa inoltre per la prima volta alla Supercoppa di Serie C1, che va al Sassuolo dopo una vittoria dei granata per 1-0 in Emilia e una sconfitta con lo stesso punteggio all'Arechi, con il risultato deciso ai rigori dove gli ospiti si impongono per 5-4.
La stagione 2008/09 inizia bene per la squadra granata che in Coppa Italia, il 17 agosto, esordisce davanti a 7000 spettatori all'Arechi battendo per 3-1 il Cesena, ex squadra del tecnico granata Castori, con le reti di Tricarico, Ciarcià e Dino Fava. Il secondo turno porta ancora bene ai granata che con una rete di Arturo Di Napoli eliminano il Lecce, squadra di serie A, passando al turno successivo. Il 30 settembre la Salernitana batte il Sassuolo all'Arechi per 8-7 dopo i calci di rigore, approdando per la seconda volta nella storia del calcio salernitano agli ottavi di finale di Coppa Italia, dove viene sconfitta per 3-1 dal Napoli ed eliminata. Il 6 dicembre 2008, dopo quattro sconfitte consecutive, viene esonerato l'allenatore Castori sostituito il giorno seguente da Bortolo Mutti. Il 24 gennaio, in seguito alla sconfitta contro il Sassuolo che porta la Salernitana a due punti di vantaggio dalla zona playout la società richiama Fabrizio Castori in panchina esonerando Mutti. Seppure con una squadra completamente rinnovata rispetto a quella guidata nel girone di andata, Castori non riesce ad invertire la rotta e la Salernitana scende ulteriormente in classifica, arrivando in zona retrocessione. Il 4 aprile, dopo un pareggio 2-2 in casa con il Treviso penultimo in classifica, Castori viene di nuovo esonerato e al suo posto viene ingaggiato Fabio Brini, già allenatore traghettatore della squadra in Serie B l'anno precedente. Con il ritorno di Brini, e grazie alle buone prestazioni del calciatore peruviano Roberto Merino, nonchè dell'attaccante Massimo Ganci, la Salernitana ottiene tre vittorie di seguito contro Avellino, Ascoli e Bari e riesce a risalire la classifica evitando la retrocessione diretta e portandosi ad un punto dalla salvezza matematica a una giornata dalla fine del campionato. Grazie al pareggio all'ultima giornata per 1-1 in casa del Mantova (reti di Godeas per il Mantova e poi Massimo Ganci per i granata), la squadra ottiene la matematica salvezza concludendo la stagione al quattordicesimo posto insieme a Modena e Ascoli con 51 punti. Nonostante un campionato deludente e ricco di contraddizioni la Salernitana ha potuto contare su un nutrito numero di sostenitori. In media la tifoseria granata si assesta sulle 11.441 unità a partita, e tale media, in serie B, risulta inferiore soltanto a quella del neopromosso Bari (15.418).
Campionati disputati dalla salernitana:
Fonte:Wikipedia.it
ciao a tutti
La Salernitana è la principale squadra di calcio di Salerno.
La società è stata rifondata nel 2005 con il nome di Salernitana Calcio 1919 in seguito all'esclusione della Salernitana Sport dai campionati professionistici. Attualmente milita in Serie B e gioca le sue partite in casa nello stadio Arechi.
La squadra vanta la seconda tifoseria della serie B, facendo registrare per la stagione 2008/09 una media di 11.441 sostenitori a partita. Tale media è seconda soltanto a quella del neopromosso Bari.[2]
Nel corso della sua storia è stata 2 volte in serie A, nella stagione 1947/48 e nel campionato 1998/99.
La Salernitana non è mai retrocessa al di sotto del campionato di terzo livello, e pertanto non ha mai militato in serie C2 e in categorie dilettantistiche
Storia
La storia calcistica di Salerno ha origine nel febbraio del 1913, ossia quando nasce il Foot Ball Club Salerno grazie a Donato Vestuti (fondatore e presidente), che organizza la prima partita ufficiale nella città di Salerno: il 22 febbraio 1913 a Salerno, in piazza d'armi, si affrontano FBC Salerno e FBC Settembrini. Vincerà per 2 a 0 la squadra salernitana.Tra il 1913 ed il 1915 il calcio salernitano muove i primi passi attraverso i campionati provinciali, in cui si affrontano la FBC Salerno, le altre squadre cittadine (come lo Sport Club Audax Salerno, nato anch'esso nel 1913) e altri diversi club della provincia di Salerno. Dopo il 1915 l'attività calcistica ufficiale è sospesa a causa della prima guerra mondiale. Inoltre, la chiamata alle armi del presidente Vestuti e la sua scomparsa per cause belliche (nel 1918), sancisce lo scioglimento della FBC Salerno.
1919: Unione Sportiva Salernitana [modifica]
Con la fine della Grande Guerra riprende l'attività agonistica a Salerno, ed il 19 giugno 1919, al n. 67 di Corso Umberto I a Salerno, si svolge l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana, con presidente Adalgiso Onesti. La maglia ufficiale di questa squadra è a righe verticali bianche e celesti, ed è a partire da questa data che comincia la storia del calcio salernitano all'interno della FIGC.
Nello stesso anno si assiste inoltre ai primi derby contro "i rivali di sempre", quelli della Cavese, il club calcistico di Cava dei Tirreni in provincia di Salerno sorto anch'esso nel 1919. La prima gara della storia, giocata in campo neutro a San Severino, vede vincere i cugini per 3-2, mentre qualche mese dopo a Salerno il derby termina 6 a 0 per la Salernitana e successivamente a Cava 4-1 sempre per la Salernitana (anche se la gara sarà poi sospesa dall'arbitro per oscurità), e poi, nuovamente a Salerno, nel campo di Piazza D'Armi, 3-1 per i salernitani. La Salernitana partecipa al suo primo campionato nell'inverno del 1920, iscrivendosi nella Seconda Categoria del Comitato Regionale Campano. Riesce ad arrivare in finale e affronta i napoletani del club chiamato "Brasiliano" dall'omonimo bar dove aveva sede la società partenopea. La gara di andata termina 5 a 0 per il Brasiliano, quella di ritorno 5 a 0 per la Salernitana: occorre dunque una terza finale, e si decide di giocarla sul campo neutro di Nocera Inferiore. I napoletani non si presentano, e nella piazza salernitana scoppia la festa: la Salernitana è ammessa nel campionato di Prima Categoria della Campania.Nella stagione 1920-21 la Salernitana si classifica ultima nel proprio girone, piazzamento tristemente ripetuto nel 1921-22. Da registrare anche il cambio di vertice: il timone della società passa alla guida di Renato De Crescenzo. Nel frattempo, il calcio italiano entra in una lunga fase di razionalizzazione dei tornei, e gli scarsi risultati sportivi non consentono la permanenza della società nel massimo campionato campano: la Salernitana conosce così per la prima volta la retrocessione.
1922: Società Sportiva Salernitanaudax
Alla fine di dicembre del 1922 la Salernitana ed il già citato Sporting Club Audax, entrambi militanti nella categoria di rincalzo della Campania, si fondono dando vita alla Società Sportiva Salernitanaudax, in maglia rossonera. A causa di beghe societarie e problemi economici la nuova società rifiuta il ripescaggio offertole in conseguenza del ritiro dalla massima divisione regionale della Puteolana, sodalizio anch'esso gravemente dissestato, e disputa regolarmente la propria divisione di competenza, vincendola e venendo così promossa sul campo. La Salernitanaudax prende dunque parte al massimo campionato regionale nel 1923-24 e nel 1924-25, senza però mai entrare in lizza per l'accesso alle semifinali interregionali. In questi anni c'è un continuo scambio di presidenza tra Adalgiso Onesti, Settimio Mobilio, Carmine Caiafa. Gli sconcertanti risultati ottenuti in questo biennio sanciscono la scomparsa della Salernitanaudax avvenuta nell'estate del 1925.
1925: Foot-Ball Club Campania
Nel 1925 si affilia alla FIGC il Campania Foot-Ball Club, società di Salerno fondata nel 1923. Il Campania comincia la sua attività ufficiale partecipando al campionato di Terza Divisione 1925-1926 nel girone campano della Lega Sud, mentre nel 1926 giunge in Seconda Divisione, classificandosi al quinto posto insieme alla Aversana e davanti ai rivali della Cavese.
1927: Salernitana Sport
Presidenti della Salernitana dal 1919 ad oggi
* 1919–1920: Adalgiso Onesti
* 1920–1921: Renato De Crescenzo
* 1921–1922: Settimio Mobilio, Raffaele Schiavone
* 1922–1923: Settimio Mobilio
* 1923–1924: Adalgiso Onesti
* 1924–1925: Settimio Mobilio, Carmine Caiafa
* 1927–1928: Antonio Conforti, Vittorio La Rocca
* 1928–1929: Pasquale Pinto
* 1929–1930: Luigi Conforti, Enrico Chiari
* 1930–1931: Giovanni Negri, Enrico Chiari
* 1931–1933: Enrico Chiari
* 1933–1934: Riccardo Gambrosie
* 1934–1936: Enrico Chiari
* 1936–1937: Savino Mione
* 1937–1940: Giuseppe Carpinelli
* 1940: Eugenio Saligeri-Zucchi
* 1940–1943: Matteo Scaramella
* 1944–1945: Felice Del Galdo
* 1945–1948: Domenico Mattioli
* 1948–1954: Marcantonio Ferro
* 1954–1955: Roberto Spirito
* 1955–1956: Michele Scaramella, Achille Lauro
* 1956–1957: Carmine De Martino
* 1957–1958: Giuseppe Tortorella
* 1958–1960: Matteo Guariglia
* 1960: Leopoldo Fulgione
* 1960–1963: Pasquale Gagliardi
* 1963–1964: Antonio D'Amico, Michele Scozia
* 1964–1965: Michele Scozia
* 1965–1967: Michele Gagliardi
* 1967–1972: Giuseppe Tedesco
* 1972–1973: Americo Vessa, Alfredo Caiafa
* 1973–1974: Americo Vessa, Giovanni Benvenuto, Cesare Trucillo
* 1974–1975: Americo Vessa
* 1975–1976: Pietro Esposito
* 1976–1977: Pietro Esposito, Aldo Matera
* 1977–1978: Enzo Paolillo, Giovanni Benvenuto
* 1978–1979: Enzo Paolillo, Vincenzo Grieco
* 1979–1980: Antonio Ventura, Federico De Piano, Vincenzo Grieco
* 1980–1982: Filippo Troisi
* 1983: Antonio Scermino
* 1983–1985: Arcangelo Japicca
* 1985–1987: Augusto Strianese
* 1987–1991: Giuseppe Soglia
* 1991–1994: Franco Del Mese
* 1994–2005: Aniello Aliberti
* 2005-att.: Antonio Lombardi
Unione Sportiva Salernitana Fascista
Per volere delle autorità fasciste, nell'estate 1927 rinasce la Salernitana attraverso una fusione tra il Campania e la concittadina FBC Libertas (anch'essa sorta nel 1923), con la denominazione societaria di Unione Sportiva Salernitana Fascista. Il nuovo sodalizio, nel quale confluiscono gran parte di dirigenti e giocatori delle due squadre, adotta come divisa di gioco la maglia azzurra[5] ed eredita la Seconda Divisione in cui prima giocava il Campania. Il 2 novembre 1927 esordisce nel campionato della Lega Sud della Seconda Divisione 1927-1928, torneo chiuso finalmente in maniera brillante con un terzo posto assoluto. Si cambia anche il campo di gioco: se fino a quel momento s'era giocato sul sagrato della chiesa di San Pietro, adesso la squadra traslocava sul campo di Piazza D'Armi.
Dalla stagione 1929-30 disputa i campionati di 3° livello di I Divisione e, dal 1935-36, di Serie C. Nel 1937-38 si classifica al primo posto del proprio girone ed è promosso per la prima volta nella sua storia in Serie B, in cui rimane una sola stagione.
Nel 1942-43 è nuovamente promossa in Serie B, ma non può parteciparvi a causa della sospensione dei campionati avvenuti per lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Unione Sportiva Salernitana
Nel 1943 la squadra, con la caduta della dittatura fascista a Salerno, torna alle origini: assume nuovamente la denominazione di Unione Sportiva Salernitana e le attività sportive nazionali riprenderanno nel 1945. Nell'immediato dopoguerra non è facile reperire le maglie per giocare: la società raccoglie alcune magliette militari color "caki" e tenta di colorarle utilizzando la tintura fai-da-te rossa. Dal miscuglio del colore delle magliette grigioverde e del rosso venne fuori il granata che diventerà il colore ufficiale della Salernitana.
Nell'aspettare il ripristino delle attività sportive interrotte a causa della guerra, si organizza un campionato regionale misto. La Salernitana comincia a giocare sul nuovo Campo Littorio, a due passi dal centro cittadino, sorto sull'area del vecchio cimitero ed inaugurato nel 1933. Il primo derby della storia tra Salernitana e Napoli avviene allora. Al 35', con il risultato fermo sull' 1-1, l'arbitro Stampacchia assegna un rigore incerto al Napoli; i tifosi della Salernitana s'infuriano e vengono placati dalle forze dell'ordine. Il rigore, tirato da Mazzetti, si infrange sul palo. Si verificano incidenti a fine gara (Stampacchia addirittura si getterà a terra e si fingerà morto!) e il campo di Salerno viene squalificato a tempo indeterminato. Si riprende il 24 maggio e a Nocera la Salernitana vince contro la Torrese per 7-0. Successivamente, una serie di forfait da parte delle avversarie fa vincere alla Salernitana il Campionato Regionale misto del 1945. L'anno successivo, con la ripresa dell'attività calcistica nazionale, la Salernitana è ammessa al Campionato Centro-Sud Serie A-B.
Nel 1946-47 vince il proprio girone di Serie B ed è promossa in Serie A. La Salernitana domina quel campionato di B grazie al contributo di giocatori come Jacovazzo, Margiotta, Valese, Onorato e Vaschetto. La compagine di Salerno termina il suo primo anno di Serie A al quart'ultimo posto, e retrocede di conseguenza nella serie inferiore. Il tecnico della prima Salernitana in Serie A è Gipo Viani, il quale si affida al suo particolare modulo di gioco: il cosiddetto "Vianèma", che ha come punto cardine il ruolo del libero, fatto interpretare ad arte ad Alberto Piccinini, padre del celebre giornalista sportivo Sandro. La Salerno calcistica, in quell'anno di Serie A, viene danneggiata con arbitraggi ritenuti eccessivamente a favore della Roma, che ottiene la salvezza proprio a scapito del club campano. Il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine". L'arbitro del match decisivo, il fiorentino Vittorio Pera, qualche anno dopo sarà riconosciuto colpevole di un altro episodio di corruzione a favore della stessa Roma, e dopo un'inchiesta della Federazione sarà squalificato a vita.
Dal 1948 al 1978 la US Salernitana disputerà a fasi alterne i campionati di Serie B (1948-1956 e 1966-1967) e Serie C. Subito dopo la guerra, il campo Littorio era stato rinominato Stadio Comunale. I giornalisti salernitani, tuttavia, erano concordi nel chiamarlo Renato Casalbore nei loro resoconti, in onore del collega perito nella tragedia di Superga. Il Comune risolse la questione intitolando lo stadio a Donato Vestuti il 16 settembre del 1952 e dedicando a Renato Casalbore la piazza antistante lo stadio. Nel 1950, durante la partita col Genoa, a causa di un gol non convalidato, si verifica a Salerno la prima invasione di campo del dopoguerra in Italia. Ma un episodio ancor più tragico si verifica il 28 aprile 1963. Durante la gara Salernitana-Potenza (valida per il primo posto e per la promozione) alcuni tifosi locali, inferociti per l'andamento della partita, invadono nuovamente il campo dello stadio Vestuti. Nel tentativo di disperdere i rissosi un poliziotto esplode alcuni colpi in aria e proprio uno di questi proiettili ferisce mortalmente alla tempia destra il quarantottenne Giuseppe Plaitano, che assisteva alla partita dalla tribuna. Plaitano è il primo in Italia a perdere la vita in seguito a incidenti negli stadi, e a lui è dedicato uno dei club del tifo più importanti della città.[6] Solo nella stagione 1968/69 la Salernitana ottiene un importante successo con la squadra giovanile, che si aggiudica il campionato "Berretti". Due anni dopo, sotto la guida di "Tom" Rosati, la prima squadra manca per un punto la promozione in B a beneficio del Sorrento, dopo un campionato avvincente.
Salernitana Sport s.p.a. [modifica]
Nel 1977 il club granata, dopo il disastro economico lasciato dal commissario Pietro Esposito, viene rilevata da una gruppo di imprenditori salernitani, che, trasferendo il club nella neocostituita Salernitana Sport s.p.a., lo salva dal fallimento verso cui si era avviato. La Salernitana diviene così una società per azioni, adeguandosi alle direttive della Figc di quegli anni.
Dalla stagione 1978-79 partecipa al campionato di Serie C1. Tra i vari episodi, resta memorabile, in negativo, l'esordio nel campionato 1978/1979 del diciottenne portiere Walter Zenga, che subì sei gol in appena tre partite, e, dopo una clamorosa "papera" contro il Campobasso, abbandonò il campo in lacrime prima ancora di essere sostituito. Inoltre è da citare il campionato 1980/1981: partita con dichiarati propositi di promozione e con un'adeguatissima campagna acquisti, la Salernitana conoscerà ben tre cambi al vertice societario e si salverà a stento dalla retrocessione, dopo che, a seguito della tentata invasione di campo nella gara con la Sambenedettese prima in classifica, lo stadio "Vestuti" era stato squalificato per ben sette mesi.
Con una rinnovata società, ritorna in Serie B dopo 24 anni al termine del campionato di C1 (girone B) del 1989/90, guidata dal tecnico Giancarlo Ansaloni, il capitano Agostino di Bartolomei e il presidente Peppino Soglia. La promozione si concretizza nell'ultima gara disputata nel vecchio stadio Vestuti, stracolmo per l'occasione, con lo 0-0 contro il Taranto. L'anno seguente, il primo disputato nello stadio Arechi, segna la retrocessione dopo lo spareggio perso uno a zero a Pescara contro il Cosenza.Per il ritorno in B bisognerà attendere il campionato 1993/94. La squadra è affidata a Delio Rossi, alla prima esperienza su una panchina professionistica. Dopo un inizio incerto i granata conquistano l'accesso ai play-off, introdotti in Serie C proprio quell'anno insieme ai 3 punti a vittoria. La semifinale di andata con la Lodigiani si disputa a Roma una settimana dopo la morte di Agostino di Bartolomei, a cui i 15.000 salernitani presenti dedicano uno striscione. La gara termina 1-1, mentre il ritorno a Salerno si conclude 4-0 per la squadra di casa, con la cornice di 40.000 spettatori paganti (record per la società) e tre coreografie. La finale disputata a Napoli contro la Juve Stabia termina con il risultato di 3-0, davanti a oltre 30.000 supporters giunti da Salerno.
Promossa in Serie B, la Salernitana sfiora la promozione in A all'ultima giornata sia nel 1994/95 (con Delio Rossi in panchina e Giovanni Pisano capocannoniere, scontro diretto perso all'ultima giornata a Bergamo con l'Atalanta promossa in A) che nel 1995/96 (Franco Colomba in panchina - sempre all'ultima giornata, sale il Perugia a discapito della formazione campana), mentre nel 1996/97 riesce a salvarsi solo a due giornate dalla fine con Franco Varrella subentrato in panchina a Colomba a metà torneo.
Delio Rossi, uno dei più popolari allenatori della storia della Salernitana. E' con la squadra granata che Rossi esordisce come allenatore professionista, ed è con lui che i granata raggiunsero la promozione in serie A. E' soprannominato da allora "Il Profeta".
La squadra granata riesce a raggiungere la promozione in Serie A al termine della stagione 1997/98 grazie ai gol del capocannoniere Marco Di Vaio e di Edoardo Artistico, nonché al contributo offerto dal centrocampista e capitano granata Roberto Breda sotto la guida del tecnico Delio Rossi soprannominato dai tifosi “Il Profeta” e del presidente Aniello Aliberti. Vengono battuti i record di punti (72) e di gol segnati (65).La promozione della Salernitana nel campionato di massima serie è accompagnata da grandi festeggiamenti per tutta l'estate, sebbene la gioia sia funestata da un tragico evento: l'alluvione di Sarno nel maggio del 1998. Il campionato di Serie A 1998/99 vede la Salernitana soffrire e lottare per raggiungere l'obiettivo salvezza, che per un solo punto non riesce ad ottenere, anche per via di numerosi torti arbitrali, anche nel fatale spareggio salvezza di Piacenza. Gli uomini principali di quella stagione agonistica, che hanno visto i granata imporsi a testa alta sui campi di gioco più prestigiosi, sono soprattutto Marco Di Vaio, Salvatore Fresi, Gennaro Gattuso, Ighli Vannucchi, Roberto Breda, Vittorio Tosto, Rigobert Song, Giacomo Tedesco e David Di Michele.
L'avventura della Serie A per i tifosi della Salernitana si chiude tragicamente: nel rogo del treno che riportava i tifosi della Salernitana in città dopo l'ultima partita di campionato a Piacenza, il 24 maggio 1999, perdono la vita quattro ragazzi salernitani, tra i quali Simone Vitale, portiere della squadra di pallanuoto salernitana, nel tentativo di portare in salvo altre persone. Inoltre un altro brutto episodio macchia la stagione dei granata. Durante la partita di Coppa UEFA tra Fiorentina e Grasshoppers (disputata all'Arechi per squalifica del campo dei viola), alcuni tifosi campani gettano un petardo provocando la interruzione del match e l'eliminazione a tavolino della Fiorentina, alla quale viene imputata la responsabilità oggettiva nonostante non giocasse sul terreno abituale. La UEFA punirà anche i granata con l'esclusione dalle coppe europee per due anni, un provvedimento che avrebbe potuto essere influente se la Salernitana si fosse salvata raggiungendo i posti utili per la Coppa Intertoto, in quanto il presidente Aliberti era intenzionato a iscrivervi la squadra.Dopo la retrocessione in B, si alternano sulla panchina granata Cadregari e Cagni nel 1999/2000, Oddo e Sonetti l'anno seguente. Nella stagione 2001/2002, la Salernitana ingaggia Zdenek Zeman, che condurrà la squadra granata al 6° posto in Serie B, ma la sua avventura si conclude la stagione successiva, al termine di un disastroso girone d'andata. Franco Varrella, sostituto del tecnico boemo, non riesce ad evitare la retrocessione della squadra in Serie C1. In seguito a una vicenda sportivo-giudiziaria (il "caso Catania") che si protrae per tutta l'estate, la Salernitana viene ripescata in B con Catania, Genoa e Fiorentina. Al termine del campionato 2004/05, la Salernitana, dopo una stagione a fasi alterne, pur conquistando la salvezza nelle ultime giornate grazie ai gol del giovanissimo Raffaele Palladino, ai dribbling di Davide Bombardini e al lavoro di Angelo Gregucci, non viene ammessa, per ragioni finanziarie, al campionato di Serie B. Iscritta al campionato di Terza Categoria per la stagione 2005/2006, la Salernitana, trainata dal giovane bomber De Rosa e da un discreto pubblico, vola in testa alla classifica fino a quando la FIGC, nel gennaio 2006, non le revoca l'affiliazione dopo decenni di militanza nei campionati professionistici, stante la messa in liquidazione da parte del tribunale. Il club granata viene dichiarato fallito il 19 luglio del 2006. Dopo quasi 3 anni, e dopo 6 aste fallimentari andate deserte, è a tuttoggi ancora in vendita presso il tribunale fallimentare di Salerno.
In data 15 giugno 2009, 4 giorni prima del 90° anniversario della storia del calcio salernitano ufficiale, si terrà la settima asta fallimentare, con un prezzo notevolmente ribassato (300mila euro più iva) rispetto ai precedenti prezzi di partenza. Antonio Lombardi, l'attuale presidente della Salernitana Calcio 1919, aveva proposto di acquistare il marchio a 250mila euro iva inclusa, e vedendosi respinta l'offerta, non sembra ancora interessato ad acquistare il marchio della storica società, che potrebbe essere "riportata in vita" da nuovi personaggi provenienti dal Nord Italia e da personaggi già noti nell'ambiente salernitano.
2005: Salernitana Calcio 1919
Nel 2005, grazie al Lodo Petrucci, nasce la Salernitana Calcio 1919, attraverso una cordata di imprenditori guidata da Antonio Lombardi, in seguito al fallimento finanziario della Salernitana Sport di Aniello Aliberti. In questo modo la Salernitana viene fatta ripartire dalla Serie C1. Il 19 luglio 2006 la nuova Salernitana Calcio 1919 conclude un discreto campionato, nel girone A, terminato con l'eliminazione dai play-off ad opera del Genoa.Nella stagione calcistica 2006/2007 i granata vengono inseriti nel girone B della Serie C1. La panchina, nella prima parte della stagione, è stata affidata al salernitano Raffaele Novelli, già allenatore della primavera della Salernitana Sport, coadiuvato dal direttore sportivo Coscia, anch'esso salernitano ed ex responsabile del settore giovanile della Salernitana Sport. Una sonora sconfitta (4-0) in novembre ad Avellino, però, fa incrinare qualcosa nello spogliatoio, ed il 16 gennaio 2007 Novelli viene sostituito dal tecnico padovano Gianfranco Bellotto, lasciando la squadra al sesto posto in classifica. Pochi giorni dopo è Coscia a rassegnare le dimissioni. L'allenatore veneto però fa peggio del suo predecessore e il campionato si chiude con un deludente 10° posto.
Dalla stagione 2007/08 la Salernitana cambia pelle a livello societario e dirigenziale. Al maggior azionista Antonio Lombardi si affianca un nuovo socio, l'imprenditore di Cassino Vittorio Murolo; arrivano il direttore generale Angelo Fabiani, il direttore sportivo Antonio Lopez e il tecnico Andrea Agostinelli. Tra i nuovi acquisti vi sono l'esperto attaccante Arturo Di Napoli e il difensore salernitano Luca Fusco.
A partire da questa stagione viene composto dal musicista e cantante salernitano Sandro Scuoppo il primo inno ufficiale della Salernitana, presentato a Salerno, in Piazza della Libertà, nel corso della presentazione ufficiale (aperta al pubblico e stracolma di sostenitori entusiasmati dai nuovi acquisti) della nuova rosa della squadra.Dopo un ottimo girone di andata la Salernitana si laurea campione d'inverno, staccando le inseguitrici anche di 10 punti; tuttavia il 3 febbraio 2008, con quattro punti di vantaggio sulla seconda classificata, viene sollevato dall'incarico l'allenatore Agostinelli, dopo una sconfitta per 4-2 contro il Taranto. Il giorno seguente la squadra ingaggia il nuovo tecnico, Fabio Brini, con il quale il 27 aprile 2008, grazie alla vittoria per 2-0 sul Pescara davanti a 35.000 spettatori festanti la Salernitana raggiunge la promozione matematica con una giornata di anticipo sulla fine del campionato, riportando la Salernitana in Serie B dopo tre anni. Arturo Di Napoli contribuisce con 21 reti che gli valgono il titolo di capocannoniere; la Salernitana partecipa inoltre per la prima volta alla Supercoppa di Serie C1, che va al Sassuolo dopo una vittoria dei granata per 1-0 in Emilia e una sconfitta con lo stesso punteggio all'Arechi, con il risultato deciso ai rigori dove gli ospiti si impongono per 5-4.
La stagione 2008/09 inizia bene per la squadra granata che in Coppa Italia, il 17 agosto, esordisce davanti a 7000 spettatori all'Arechi battendo per 3-1 il Cesena, ex squadra del tecnico granata Castori, con le reti di Tricarico, Ciarcià e Dino Fava. Il secondo turno porta ancora bene ai granata che con una rete di Arturo Di Napoli eliminano il Lecce, squadra di serie A, passando al turno successivo. Il 30 settembre la Salernitana batte il Sassuolo all'Arechi per 8-7 dopo i calci di rigore, approdando per la seconda volta nella storia del calcio salernitano agli ottavi di finale di Coppa Italia, dove viene sconfitta per 3-1 dal Napoli ed eliminata. Il 6 dicembre 2008, dopo quattro sconfitte consecutive, viene esonerato l'allenatore Castori sostituito il giorno seguente da Bortolo Mutti. Il 24 gennaio, in seguito alla sconfitta contro il Sassuolo che porta la Salernitana a due punti di vantaggio dalla zona playout la società richiama Fabrizio Castori in panchina esonerando Mutti. Seppure con una squadra completamente rinnovata rispetto a quella guidata nel girone di andata, Castori non riesce ad invertire la rotta e la Salernitana scende ulteriormente in classifica, arrivando in zona retrocessione. Il 4 aprile, dopo un pareggio 2-2 in casa con il Treviso penultimo in classifica, Castori viene di nuovo esonerato e al suo posto viene ingaggiato Fabio Brini, già allenatore traghettatore della squadra in Serie B l'anno precedente. Con il ritorno di Brini, e grazie alle buone prestazioni del calciatore peruviano Roberto Merino, nonchè dell'attaccante Massimo Ganci, la Salernitana ottiene tre vittorie di seguito contro Avellino, Ascoli e Bari e riesce a risalire la classifica evitando la retrocessione diretta e portandosi ad un punto dalla salvezza matematica a una giornata dalla fine del campionato. Grazie al pareggio all'ultima giornata per 1-1 in casa del Mantova (reti di Godeas per il Mantova e poi Massimo Ganci per i granata), la squadra ottiene la matematica salvezza concludendo la stagione al quattordicesimo posto insieme a Modena e Ascoli con 51 punti. Nonostante un campionato deludente e ricco di contraddizioni la Salernitana ha potuto contare su un nutrito numero di sostenitori. In media la tifoseria granata si assesta sulle 11.441 unità a partita, e tale media, in serie B, risulta inferiore soltanto a quella del neopromosso Bari (15.418).
Campionati disputati dalla salernitana:
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Fonte:Wikipedia.it
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