Release Sarah: zio Michele, l'ho uccisa io con la corda- Si accusa Zio Michele

Wade.

Utente Colossal
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9 Febbraio 2012
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''Ho ucciso io Sarah, questo rimorso non lo posso piu' portare dentro di me''. Lo ha detto Michele Misseri nel corso della sua deposizione in Corte d'Assise per il processo Scazzi. Subito dopo il suo difensore, Armando Amendolito, ha rimesso il mandato. La Corte d’Assise di Taranto ha nominato l'avv. Luca Latanza difensore d'ufficio. Il legale è stato individuato tramite il call center del sistema informatizzato. L'udienza prosegue perché il nuovo difensore e il suo assistito non hanno chiesto termine per consultare le carte processuali. Prima di Latanza era stato contattato l'avv. Giovanni Rana, che ha comunicato la sua indisponibilità trovandosi fuori città.

"Mi dispiace perché Sabrina si e’ sacrificata per me. Non è stata lei a uccidere Sarah" dice piangendo a Franco Coppi, difensore di sua figlia Sabrina accusata dell'omicidio di Sarah Scazzi. "Quindi a provocare la morte di Sarah è stato lei, lo sta dicendo davanti alla Corte d'Assise", ha insistito il legale: "Si, sono stato io", ha risposto il contadino.

"Non ho visto scendere Sarah, era dietro di me. Mi ha detto: 'zio perche' stai gridando?' Le ho detto: vattene. Non ho capito cosa voleva da me, mi stava dando fastidio". Misseri ha fatto presente che Sarah "insisteva, allora io l'ho spostata, lei mi ha tirato un calcio e io allora ho preso un pezzo di corda e l'ho stretta. Non so nemmeno quanto è durato. Lei si è accasciata ed è caduta su un compressore, che é stato prelevato dagli inquirenti dopo tanti mesi".

Il contadino ha dichiarato che in occasione del sopralluogo nel garage con gli inquirenti era stato "drogato", riferendosi a degli psicofarmaci che gli sarebbero stati somministrati mentre era in carcere. L'avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina Misseri, ha fatto presente al testimone che "nel caso, diremo alla Corte d'assise di recarsi sul posto e lei farà vedere come sono andate le cose". Michele Misseri ha ricostruito quanto avvenuto il 26 agosto del 2010 a partire dalla prima mattinata, quando si recò a un Consorzio per acquistare due lattine di olio e in seguito andò in campagna con il fratello Carmine.

Al ritorno passò dalla banca per depositare un assegno. "Quel particolare l'ho ricordato in un secondo momento. Il bancario - ha sottolineato 'zio Michele' - mi disse che ci voleva la firma di mia moglie. Risposi che sarei tornato ma lui mi consentì di firmare al suo posto perché ci conoscevamo da tanto tempo". Misseri ha poi precisato che quel giorno aveva un forte mal di testa e che al suo ritorno a casa stava facendo un incidente stradale. "L'auto ha sbandato e stavo finendo fuori strada. Non so nemmeno io come sono riuscito a rimettermi in carreggiata. Peccato - ha detto piangendo - perché sarebbe stato meglio, la bambina si sarebbe salvata". Per continuare la sua deposizione ora Michele Misseri dovrà trovare un difensore d'ufficio dopo la rinuncia al mandato dell'avv. Armando Amendolito.

"La dottoressa Bruzzone mi disse: tu esci subito e tua figlia tra due anni. Per questo ho incolpato Sabrina" ha detto ancora Misseri tornando ad accusare la criminologa, all'epoca consulente di parte, di averlo in qualche modo indotto a cambiare versione e ad addossare le responsabilità dell'omicidio a sua figlia Sabrina. "Non posso andare avanti così - ha aggiunto zio Michele - altrimenti devo pensare al suicidio. Mi dissero: arresteranno tuo fratello e tua moglie. Io lo so che mi inguaieranno perché loro sono creduti e io sono uno stupido contadino. Dissero che mi potevano aiutare". Piangendo, il contadino ha aggiunto: "Tutti si sono approfittati della mia debolezza. Sanno che mi portano dove vogliono".

"Di quello che avevo fatto non lo sapeva nessuno, nemmeno Cosima e Sabrina. Loro mi vedevano piangere quando vedevo in tv le immagini di Sarah". Lo ha sottolineato Michele Misseri nel corso del processo in Corte d'Assise. "Mi stavo suicidando con un potente veleno - ha aggiunto - ma in questo modo però non avrebbero trovato il corpo della ragazza. Quello che dico è: proprio a me doveva succedere?". Il contadino ha poi parlato nuovamente dell'omicidio ribadendo che Sarah gli aveva tirato un calcio.

"Da li’ - ha precisato - è partito tutto. Per questo mi e’ venuto il calore alla testa". Rispondendo alle domande dell'avv. Franco Coppi, alla ripresa dell'udienza sospesa per la nomina di un difensore d'ufficio, Misseri ha detto che tutte "le versioni in cui ha accusato Sabrina sono false". Misseri ha consegnato alla Corte una lettera anonima di minacce nei suoi confronti e ricordato che alcuni giorni prima qualcuno avvelenò i suoi 8 gatti. Inoltre, ha detto che il suo ex difensore Daniele Galoppa gli impedì di raccontare la verità, anche quando, dopo l'incidente probatorio, si era "pentito di aver raccontato cose non vere".

ZIO MICHELE, CONTESTAZIONI DEL PM - Il pm Mariano Buccoliero ha rivolto diverse contestazioni a Michele Misseri per dichiarazioni che contrastavano con quelle rilasciate agli inquirenti nel corso degli interrogatori. In particolare si è parlato della porta interna della villa di via Deledda che dà accesso al garage in cui sarebbe stata uccisa Sarah Scazzi. In un colloquio in carcere del 7 marzo 2011 con la moglie Cosima, i due coniugi discutevano del fatto che i carabinieri avevano trovato una traccia di sangue per terra. Misseri disse alla moglie: 'e' possibile che ti sei tagliata quando sei scesà. Ma, ha fatto notare il pm, il contadino non poteva sapere che Cosima era scesa da quella porta, aperta successivamente dagli inquirenti, ed era andata nel garage. Un'altra contestazione ha riguardato le dichiarazioni di Misseri relative a quanto avvenuto il 26 agosto 2010, dopo che il teste aveva pulito il trattore ed era salito in casa per mangiare. Misseri ha riferito di aver visto Sabrina e Cosima dormire sul letto matrimoniale. Nell'interrogatorio del 6 ottobre 2010, invece, l'agricoltore disse che aveva parlato con Sabrina e che era stata sua figlia a

AVV.AMENDOLITO, AVEVO CONSIGLIATO A MISSERI ASTENERSI - "E' stata una decisione sofferta. E' una decisione che deriva non da scelte puramente tecniche. Io avevo consigliato a Misseri di astenersi da posizioni che potevano danneggiarlo ulteriormente. Ne abbiamo parlato fino a un quarto d'ora prima di entrare in aula e non sapevo se la sua scelta sarebbe ricaduta sulla sua posizione di autoaccusarsi, cosa che poi è avvenuta. Io ho precisato a Michele Misseri che nel momento in cui si fosse autoaccusato io avrei lasciato". Lo ha detto a Tgcom24 l'avv. Armando Amendolito, il legale che oggi in aula ha rimesso la difesa di Michele Misseri in conseguenza delle dichiarazioni che il suo assistito ha fatto alla corte di assise. A chi lo ha accusato di aver abbandonato il proprio assistito, Amendolito risponde: "Non ho mai sottovalutato l'aspetto umano con il mio assistito e mi ha dato fastidio sentire che Misseri è stato abbandonato. Io sotto il profilo tecnico non ero più in grado di offrirgli l'adeguato supporto, tuttavia dal punto di vista umano credo di poter continuare a coltivare un rapporto umano che si è creato in più di un anno di assistenza".


Fonte: Ansa